Airbnb nel 2016 ha generato in Italia un impatto economico di 4,1 miliardi di euro

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Airbnb, una delle società leader della sharing economy,  ha annunciato da poco la conclusione di un nuovo report sugli impatti economici positivi della community italiana nel 2016. Il rapporto di impatto economico include tutti i viaggi prenotati in Italia da gennaio a dicembre 2016 e dimostra un impatto generato sulle attività economiche in Italia di 4,1 miliardi di euro nel corso dell’ultimo anno; il calcolo è basato sul guadagno totale degli host pari a 621 milioni di euro in aggregato nel 2016 e 3,5 miliardi di euro di spese stimate. A beneficiare dell’impatto di Airbnb  sono quindi comunità, attività commerciali locali e luoghi di attrazione turistico-culturale insieme alle tante famiglie e proprietari di casa che  possono trasformare l’abitazione da un costo a una possibilità di piccoli guadagni. Naturalmente, a beneficiarne è l’intero indotto turistico dell’accoglienza, specie nelle aree solitamente meno visitate. Tali dati mostrano quindi come la sharing economy può positivamente contribuire allo sviluppo economico dell’Italia.

Dallo studio emerge: 

– La community di host e guest di Airbnb stimola nuova e sostenibile crescita economica – La community ha infatti stimolato un impatto generato sul PIL in Italia di 4,1 miliardi di euro nel corso dell’ultimo anno, dato dalla somma dei guadagni
degli host e delle spese dei viaggiatori.

– La community Airbnb aiuta a far crescere democratizzare il turismo – Gli host su Airbnb hanno accolto 5,6 milioni di host nel corso del 2016, in forte crescita dai 3,6 milioni nel corso del 2015. La grande maggioranza di questi sono europei (circa il 70%) e oltre un Quinto dal Nord America (17%)

– Gli host di Airbnb sono la classe media in cerca di nuove opportunità – Degli oltre
121,000 host italiani presenti su tutto il territorio e che hanno affittato lo scorso anno, il tipico host in Italia affitta la propria stanza o casa per 23 giorni all’anno per un guadagno di €2,200. In larga parte, questi guadagni hanno permesso agli italiani di integrare il loro reddito e mantenere la proprietà delle loro case. L’età media degli host è di 44 anni ed in media hanno vissuto per circa 33 anni nel loro paese di residenza.

– Chi viaggia con Airbnb cerca un’esperienza di viaggio autentica e locale – Gli utenti di Airbnb rimangono in media 3,6 notti per viaggio; oltre il 90% di loro ha affermato di aver scelto Airbnb perché alla ricerca di un’esperienza più autentica e 3 su 4 perché alla ricerca di una possibilità di conoscere meglio il quartiere/area del soggiorno

Matteo StifanelliCountry Manager Airbnb Italia, ha dichiarato:  “Contrariamente ai numeri deliberatamente svianti e in qualche caso fantasiosi rilasciati da una delle associazioni di categoria degli albergatori, lo studio – basato su numeri ufficiali – dimostra in maniera netta l’impatto positivo di Airbnb sull’economia nazionale, il suo potere redistributivo in favore della classe media e dei business locali. Esplorando l’Italia in un modo nuovo ed emozionante, gli ospiti di Airbnb possono creare autentici legami con le persone del luogo, vivendo esperienze uniche e visitando luoghi fuori dai percorsi turistici più battuti.  La community di Airbnb è innamorata della possibilità di condividere la propria casa e l’ospitalità è da sempre un punto di forza per gli Italiani. Piuttosto che limitare questa diritto inventando lacci e lacciuoli inutili e dannosi ai tempi dell’innovazione tecnologica e digitale come sta avvenendo in queste ore, Governo e Parlamento dovrebbero aprire gli occhi sui benefici che Airbnb porta alla fragile crescita economica  ed alla classe media.”

Airbnb sostiene la storia è la cultura italiana: a Civita di Bagnoreggio l’host è il sindaco

Foto Airbnb


Civita è una frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel Lazio, facente parte dei borghi più belli d’Italia, famosa per essere denominata “La città che muore”. Per questo antico borgo che si erge su una roccia di tufo, Airbnb, uno dei principali player della sharing economy, e il Comune hanno pensato a un modo per supportare questo luogo che rappresenta uno dei luoghi più belli d’Italia. Da qualche giorno, infatti, sulla piattaforma di home sharing  è possibile essere ospiti del sindaco di Civita, Francesco Bigiotti, soggiornando a Casa Greco, un edificio storico comunale parzialmente distrutto a causa di una frana negli anni ’80 e convertito da Airbnb in una originale residenza d’artista. Dalla sinergia illuminata tra il colosso americano, il Comune di Civita di Bagnoreggio, l’artista Francesco Simeti (un palermitano che lavora a New York), la curatrice Federica Sala, i designer Alberto Artesani e Frederik De Wachter dello studio Dwa e varie aziende che hanno messo a disposizione pezzi di valore a prezzi agevolati, Civita di Bagnoregio potrà utilizzare il ricavato degli affitti per finanziare progetti culturali e anche Airbnb donerà la propria commissione all’amministrazione locale. Per soggiornare in questo appartamento, che può ospitare fino a 5 persone, il prezzo è di 330 dollari USA a notte. 

Link  Casa d’Artista Airbnb – Civita di Bagnoreggio 

https://www.airbnb.it/rooms/17899773?adults=1&children=0&infants=0&s=f9KRBJJK

Ancora una volta lo sciopero dei taxi provoca l’impennata dei download della app di Uber


Delle reazioni dei consumatori davanti allo sciopero dei taxi abbiamo scritto più volte in passato e da ultimo il 19 febbraio 2017 con il nostro scoop – ripreso da vari media (tra cui Repubblica che ha pubblicato, qualche giorno dopo il nostro post, la notizia nella propria homepage) – in occasione della serrata delle auto gialle di vari giorni per protestare contro un emendamento al Milleproroghe. Oggi torniamo sull’argomento per analizzare lo sciopero in tutta Italia dei taxi driver di giovedì 23 marzo 2017. Scorrendo i dati dei download delle app tramite Appannie, una delle società specializzate in materia di applicazioni su smartphone, arriva la conferma che lo sciopero dei taxi porta a un innalzamento del numero dei download della app di Uber da iPhone. Come si evince dai grafici (visibili in questo nostro post), infatti, l’app della celebre società usa della sharing economy è salita in modo considerevole nella classifica delle app iOS scaricate nel nostro paese. Alla mezzanotte di giovedì 23 marzo 2017 l’app di Uber era, infatti, alla posizione numero 123 nella classifica generale delle applicazioni più scaricate in Italia e a quella numero 7 nella categoria travel. Dopo 24 ore (quindi con i dati che tengono conto dello sciopero nazionale proclamato dai taxi nella giornata di giovedì 24 marzo) l’app del player del ride sharing è balzata al ventitreesimo posto nella classifica generale e al secondo posto tra le app travel. Il dato obbliga a nostro giudizio ha una riflessione: nei settori impattati dalla sharing economy hanno ancora senso gli scioperi generali? Non gioverebbe di più il dialogo tra operatori dell’economia condivisa e le rappresentanze sindacali degli omologhi ervizi della old economy? Noi di SocialEconomy nel nostro piccolo crediamo che lo sviluppo digitale del Paese non può avvenire dalla rottamazione dei vecchi servizi ma attraverso un tavolo comune in cui siano rappresentati gli interessi delle due categorie. 

Andamento della App di Uber su smartphone iOS nel corso degli ultimi sette giorni – fonte Appannie

Andamento della App di Uber su smartphone iOS nel corso degli ultimi sette giorni – fonte Appannie

Il car sharing cresce in tutta Italia con una media del 35%. Negli ultimi sei mesi gli italiani hanno trascorso 1,8 milioni di ore nelle auto condivise

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5.030 veicoli, 4.265.000 di prenotazioni, 1.800.000 ore di noleggio, circa 30.000.000 di km percorsi e una crescita del 35% negli ultimi sei mesi. È questa la fotografia sull’uso del car sharing, una delle forme di sharing economy che più sta avendo successo, in Italia scattata da URBI, l’app che aggrega i principali sistemi di mobilità urbana e condivisa in Italia. I dati sono stati presentati oggi nel corso del convegno “Smart Mobility in Smart Cities” che si è svolto presso l’Università degli Studi di Milano. Secondo lo studio realizzato da URBI, la mobilità condivisa sta crescendo in tutta Italia con un trend positivo costante che ha consentito di percorrere 30.000.000 di km in appena 6 mesi. Sotto la lente di ingrandimento le città di Milano, Torino, Firenze e Roma e i servizi offerti da Car2go, Enjoy, Share‘n go, DriveNow e ZigZag. In tutti e quattro i capoluoghi il numero di viaggi in car sharing ha avuto un tasso di crescita regolare giungendo, nel caso di Torino, a guadagnare addirittura 54 punti percentuali. Seguono Milano, con un aumento del 41%, Roma con il 20% e Firenze con il 10%. Nel complesso si può parlare di un aumento medio del 35%. Non in tutte le città l’aumento dei viaggi è stato determinato da una maggior disponibilità di vetture. Se infatti nel caso di Milano (+49% di veicoli) e Roma (+23%), l’ingrandimento delle flotte degli ultimi mesi è stato senz’altro di incentivo, le città di Torino e Firenze raccontano una storia differente.  “A Torino e Firenze, il numero di veicoli, invece di aumentare, è diminuito negli ultimi 6 mesi rispettivamente dell’8% e del 12%. Eppure questo non ha fermato i cittadini che sempre di più scelgono di usare i servizi di mobilità condivisa”, dichiara Emiliano Saurin, founder di URBI. “Il fatto che Torino abbia avuto il maggior incremento di viaggi in car sharing in Italia dimostra che questi sistemi, anche in mancanza di grandi flotte, sono sempre più importanti nella vita quotidiana delle persone e che, anche grazie a URBI, sono sempre più alla portata di tutti”. Allo stato attuale, le flotte di car sharing in Italia contano 5.030 veicoli di cui 2.386 a Milano, 1.570 a Roma, 610 a Torino e 464 a Firenze. L’utilizzatore medio dei sistemi di sharing mobility è maschio, ha tra i 25 e i 34 anni. Secondo i dati raccolti da URBI sui suoi utenti, il 75% è uomo e il 25% è donna. Per quanto riguarda le età, il 34% ha tra i 24 e i 35 anni, mentre il 25% si colloca nella fascia di età 35-44 anni; il 15,5% ha 18-24 anni, il 15% tra i 45 e i 54 anni. Chiudono il 14% degli utenti di età compresa tra i 55 e i 64 anni e un 7% degli over 65.  Stando allo studio di URBI, i noleggi dei veicoli car sharing durano in media 25 minuti in Italia. A Milano si registrano ogni giorno complessivamente 5.415 ore di noleggio, con una media di 2,7 ore di noleggio per ciascun veicolo. Segue Roma, con un totale giornaliero di 2.551 ore e una media di 1,9 ore a macchina. A Torino si totalizzano invece 1.123 ore di noleggio giornaliero, con una media di 1,8 a vettura. Chiude Firenze con 639 ore totali e una media di 1,3 a veicolo. In totale le ore di noleggio sono state 1.800.000. Mediamente, nel corso di una giornata, a Milano si effettuano 12.750 noleggi, a Roma 5.741, a Torino 3.458 e a Firenze 1.608, con picchi di utilizzo nelle giornate di venerdì e sabato. Analizzando invece la media settimanale dell’uso del car sharing nella città di Milano, risulta che la fascia oraria in cui girano più vetture condivise è quella compresa tra le 18 e le 20 (13,1%). Tra le 10 e le 12, (così come tra le 12 e le 14 e tra le 14 e le 16) la percentuale di utilizzo è pari al 10%, che sale fino al 12,6% tra le 16 e le 18.  Alta anche la percentuale di chi dopo le ore 22 preferisce il car sharing ai bus notturni (8,4%). 

Ecco di cosa ha parlato nel 2016 su Twitter l’Italia dell’innovazione

3231234Per il terzo anno consecutivo IBM Italia e Talent Garden hanno analizzato le conversazioni fatte in Italia nel corso dello scorso anno su Twitter sui temi dell’innovazione per capire dove quali sono state le tendenze. Punto di partenza dello studio sono stati i tweet inviati nel 2016 dai 10 magazine di riferimento per la comunità tech in Italia (@Chefuturo, @Startup_Italia, @EconomyUp, @Startupbusiness, @Wireditalia, @CorInnovazione, @Ideastartup, @Startupperblog, @Nova24Tec e @techecon); all’interno dei loro cinguettii sono stati, poi, individuati gli hashtag più rappresentativi che sono, successivamente, stati utilizzati come parole chiave per filtrare le conversazioni scambiate in Italia durante il 2016. In totale sono stati raccolti e analizzati un milione di tweet prodotti nell’ultimo anno da oltre 260mila utenti. Gli hashtag più utilizzati nel 2016 quando si è twittato di innovazione sono stati tra gli altri #startup, #fintech, #iot, #ecommerce, #bigdata, #bitcoin, #cybersecurity, #crowdfunding, #innovazione, #sharingeconomy e #blockchain. Per quanto riguarda gli argomenti più dibattuti, i principali filoni di discussione sono stati il FinTech, la Cybersecurity, l’IoT e Industry 4.0, il FoodTech, l’Artificial Intelligence, l’Open Innovation e il Societing. Interessante anche la differenza degli argomenti trattati dagli uomini e dalle donne. Gli uomini, che hanno animato il 69% delle conversazioni Twitter in tema di innovazione,  hanno dialogato su #fintech, #cybersecurity, #blockchain, #opendata, #iot e #ecommerce. Le donne, che rappresentano il rimanente 31%, hanno, invece mostrato  maggiore propensione verso argomenti come #robot, #crowdfunding (il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy), #foodtech, #innovazione #robot #societing e  #openinnovation. Per il 2016 il premio di città dell’innovazione lo vince Milano, che con il 12% dei tweet si posiziona sul gradino più alto del podio. Seguono Roma con il 9% delle discussioni totali e Torino, che come l’anno scorso con il suo 2,8% è stata leggermente distaccata dalle due metropoli. Prima città del sud Napoli che si classifica al quarto posto con il 2,5%, a seguire Trieste, Verona, Bologna e Cremona, Palermo e Cagliari. le due città insulari entrano cosi per la prima volta nella classifica delle prime dieci città in cui si discute di innovazione.

 

 

Nel 2016 con il crowdfunding in Italia sono stati raccolti 91,7 milioni di Euro

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Starteed, una crowd-company che sviluppa soluzioni nel mercato del crowdfunding, ha recentemente aggiornato al 2016 la fotografia che periodicamente scatta per analizzare il fenomeno del finanziamento collettivo tipico della sharing economy in Italia. Secondo i dati resi noti il totale delle somme raccolte in Italia dalle varie piattaforme di crowdfunding nel 2016 ammonta a 91,7 milioni di Euro che rappresentano una crescita complessiva del 62% del settore rispetto al 2015. Starteed , he ha analizzato anche le tendenze in atto, nota che il secondo semestre dell’anno appena concluso ha fatto registrare una crescita del 35% rispetto ai primi sei mesi del 2016. Per quanto riguarda il valore medio per singolo progetto scorrendo i dati si nota che i progetti di equity crowdfunding sono quelli più importanti in termini di raccolta grazie a una media per campagna di circa 243 mila €. Sulle piattaforme Donation/Reward, l’importo di raccolta medio per progetto si assesta, invece, intorno ai 4.000 Euro. Per il 2017 Starteed si aspetta una crescita ulteriore grazie anche alle recenti norme introdotte con la Legge di Bilancio dal Governo che ha introdotto nuovi incentivi sia per le imprese che fanno ricorso a questa forma di finanziamento sia per gli investitori. La ricerca completa è disponibile al seguente link https://blog.starteed.com/il-crowdfunding-in-italia-tutti-i-numeri-e-le-piattaforme-aggiornato-a-gennaio-2017-e12535b00542#.rssyjx6fm

 

Car2go conferma la propria leadership nel car sharing. Nel 2016 +27% di clienti in Italia 


Car2go, la società di car sharing del Gruppo Daimler, continua a crescere confermando la sua storia di successo a livello globale e il successo che la sharing economy sta riscuotendo nei principali paesi del mondo. Solo nel 2016, infatti, car2go ha aumentato del 43% il numero dei suoi iscritti in tutto il mondo raggiungendo così i 2,2 milioni di clienti che hanno effettuato, solo nell’ultimo anno, 22 milioni di noleggi (+21%), percorrendo 145,60 milioni di chilometri. Inoltre, ogni 1,4 secondi inizia un noleggio car2go nel mondo.

Berlino è la città con la più grande community car2go con oltre 175.000 clienti, mentre Madrid è la città che nel 2016 ha avuto la maggiore crescita a livello di utenti affiliati al servizio (+96.000 per un totale di 140.000 clienti).
Anche l’Italia continua a registrare numeri in costante crescita, dopo 3 anni e mezzo dal lancio del servizio, nel 2016, infatti, gli utenti sono aumentati del 27% e, oggi, sono 330.000 gli italiani che utilizzano il car sharing a flusso libero di car2go e che hanno percorso, a bordo dei 2.070 veicoli smart, 43 milioni di chilometri in totale. In particolare Roma è la città in cui il car sharing di Daimler ha riscosso maggior successo raccogliendo 134 mila utenti, seguita a breve distanza da Milano con 130 mila Milano rimane però in testa per quanto riguarda i Km percorsi, che hanno raggiunto quota 22 milioni. Questo risultato dipende anche dall’arrivo nella flotta meneghina dei 750 nuovi modelli di smart fortwo e dei 50 modelli forfour. Per il 2017 la società ha in serbo diverse novità  sia in Italia che nel mondo. Olivier Reppert, CEO of car2go Group, è, infatti, molto ottimista a questo proposito: “Quello del car sharing è un mercato sempre più dinamico e in crescita. Continueremo a implementare il nostro business anche durante quest’anno con nuove flotte, offerte e prodotti.” Klaus Entenmann, CEO di Daimler Financial Services AG, aggiunge: “Car2go è parte integrante della nostra offerta di mobilità e sempre più clienti usano i nostri servizi avendo un particolare obiettivo in comune: vogliono per la loro città una mobilità che sia moderna, flessibile e spontanea – senza dover possedere un’auto.”
Sviluppare servizi e soluzioni di mobilità innovative, rappresenta da sempre una delle grandi sfide del Gruppo Daimler, che dal 2008 è protagonista della sharing economy grazie al servizio car2go, che ha lanciato per primo un modello di car sharing mai sperimentato prima d’allora, ovvero quello a flusso libero. Partendo da un progetto pilota nella città tedesca di Ulm, car2go è diventato oggi il più grande servizio di car sharing, leader mondiale, presente in 26 realtà urbane tra Europa, Nord America e Cina, dove offre un servizio al passo coi tempi, che garantisce nuove possibilità di utilizzo e, al contempo, libertà di movimento. Un impatto, quello di car2go nella nostra società e nella vita di tutti i giorni, che è stato definito rivoluzionario e che ha trasformato il modo di vivere la città e la mobilità urbana.

Con Homeland e Airbnb la sharing economy debutta nelle serie TV


L’agente della CIA Carrie Mathison  (Claire Danes) protagonista della fortunatissima serie TV Homeland  nella nuova stagione ricoprirà anche il ruolo di host di una casa Airbnb. In questo modo la sharing economy esordisce nel celebre genere televisivo che sta riscuotendo tanto interesse in Italia e nel mondo. In un articolo pubblicato dal New York Times si aggiunge che l’appartamento che Carrie Mathison offre sul celebre sito di home sharing è situato a Brooklyn. Brian Chesky, fondatore di Airbnb, con un tweet ha subito rilanciato la notizia. Homeland racconta le sorti dell’agente della CIA Carrie Mathison impegnata insieme ai colleghi a combattere il terrorismo internazionale. La sesta stagione, composta da 12 puntate, di Homeland debutterà in USA il 15 gennaio 2017 sul canale via cavo SHOwtime. In Italia il debutto della nuova stagione è previsto su Fox – visibile su Sky – a partire da Marzo. 

Tutte le PMI potranno fare ricorso all’equity crowdfunding. L’Italia tra i paesi con la normativa più avanzata al mondo


“Da oggi tutte le 136mila piccole e medie imprese italiane, non più solo quelle innovative e le startup, che hanno bisogno di liquidità per finanziare i propri progetti, possono farlo usufruendo dei portali di equity crowdfunding, le piattaforme online che permettono di raccogliere fondi attraverso la condivisione del progetto imprenditoriale in rete”. Così Adriana Galgano, deputata del gruppo Civici e Innovatori, prima firmataria  dell’emendamento alla Legge alla Stabilità che modifica il Testo Unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di raccolta di capitali per le piccole e medie imprese semplificando la raccolta di risorse e incentivando la differenziazione delle fonti finanziarie e la ripresa del credito bancario. “Un’innovazione fondamentale – spiega Galgano – che fa dell’Italia uno dei paesi con la normativa di equity crowdfunding (la raccolta fondi dell’era della sharing economy nda) più avanzata al mondo e la pone tra le legislazioni europee più evolute in tema di politiche per la crescita e sviluppo di ecosistemi innovativi per l’impresa”.  Il crowdfunding anche nel nostro Paese, come dimostrano i dati di  Crowdfundingbuzz sta riscuotendo un buon successo e supportando lo sviluppo delle attività imprenditoriali. Sulle piattaforme italiane sono stati, infatti, raccolti oltre 6,35 milioni di euro dall’inizio dell’operatività di cui circa 3,3 milioni sono stati raccolti nel corso del 2016. 

La crescita worldwide del car sharing continua senza sosta: sono 4,8 milioni le persone che ne fanno uso. L’Italia è il secondo Paese al mondo per rapporto veicoli/iscritti 


Il car sharing, il sistema di mobilità condivisa tipico della sharing economy, continua la propria crescita in tutto il mondo senza sosta. Questo è il dato che emerge da uno studio condotto dal Transportation Sustainability Research Center dell’University Of California Berkley e opera dei ricercatori Susan Shaheen e Adam Cohen. Secondo gli ultimi dati disponibili, a livello globale il car sharing opera in 33 paesi, cinque continenti, 1.531 città e conta 4,8 milioni di iscritti  ai vari provider e oltre 104 mila veicoli. L’Europa, la più grande regione carsharing per numero di iscritti, rappresenta il 46% dei membri di tutto il mondo e il 56% delle flotte mondiali di veicoli condivisi. Secondo mercato car sharing del mondo è l’America del Nord che esprime il 34% dei membri iscritti ai vari servizi di auto condivisa di tutto il mondo e il 23% delle flotte di veicoli in sharing. Il Messico ha il più alto rapporto di associati-veicoli (un veicolo disponibile ogni centotrentasette iscritti) seguito dall’Italia. Nel nostro Paese il rapporto è di un veicolo condiviso ogni ventisette iscritti.  Il numero degli iscritti, aggiornati all’ottobre 2014, mostrano la crescita senza confine: in Europa gli utenti sono 2,2 milioni in aumento del 79% rispetto all’ottobre del 2012; in America del Nord oltre 1,5 milioni (+ 34%); in Asia quasi 966 mila (+ 144%); in Oceania 50,7 mila (+ 41%); in Sud America 3,5 mila (+53%). La somma di questi numeri porta, quindi, ha 4,8 milioni di persone che utilizzano il car sharing, numero in aumento del 65% rispetto ai quasi 1,8 di utenti registrati nel 2012). Interessante anche come all’aumentare dell’interesse aumenti il numero di veicoli disponibili che sono arrivati a superare, sempre globalmente, i 104 mila in aumento del 55% rispetto al 2012).