Marco Rubio, il candidato repubblicano alle presidenziali USA, ha riportanto la sharing economy al centro del dibattito politico americano. La posizione espressa dal repubblicano è stata molto netta: limitare il numero dei regolamenti governativi destinati a introdurre imposizioni alle imprese, in particolare a quelle dell’economia on-demand come Uber e Airbnb. Rubio, parlando a New York davanti a una platea di appassionati di technogia, secondo quanto riferito da AP, ha elogiato le società della disruptive economy dichiarando che bisogna rendersi conto che la migliore innovazione economica si sta svolgendo in uno “spazio non regolato”. Il senatore della Florida ha inoltre commentato, sempre stando a quanto riportato dai media US che “Il popolo americano ha scelto un’economia in cui il retailer di maggior valore non possiede un solo negozio, a più grande compagnia di trasporto, Uber, non possiede un solo veicolo, e il più grande fornitore di alloggi, Airbnb, non possiede un solo hotel”. Le dichiarazioni del candidato repubblicano arrivano arrivano dopo quelle dei concorrenti Bernie Sanders che qualche settimana fa ha definito Uber “a serious problem” e Hillary Clinton che invece ha dichiarato che l’economia della condivisione sta creando interessanti opportunità e sostenendo l’innovazione ma alcontempo sta sollevando problemi riguardo la protezione dei posti di lavoro.
Archivi tag: USA 2016
La sharing economy continua a essere uno dei temi delle Presidenziali USA 2016
Uber, e quindi la sharing economy, continua a essere al centro del dibattito tra i pretendenti alla Casa Bianca. A riportare l’economia della condivisione al centro dell’attenzione è stato il candidato democratico Bernie Sanders che in un’intervista a Bloomberg (http://www.bloomberg.com/politics/articles/2015-08-06/bernie-sanders-takes-on-clinton-welfare-legacy-as-he-woos-iowa-unions) ha dichiarato che ha “serious problems” con Uber e ha definito il servizio “unregulated”. Stando a un articolo apparso su The Hill (http://thehill.com/policy/technology/250480-bernie-sanders-says-he-has-serious-problems-with-uber) Uber, tramite un portavoce, ha prontamente replicato a questa affermazione ricordando che il servizio di ride sharing è regolamentato in 54 giurisdizioni USA. Come dimostra la notizia, anche questa pubblicata da Bloomberg (http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-08-06/uber-drivers-seeking-employee-status-propose-streamlining-suit), di una decisione pendente in un tribunale della California, il dibattito politico che si sta sviluppando negli USA ruota attorno al tema dello status dei lavoratori di alcune società della sharing economy. Alcune di esse infatti considerano i lavoratori come imprenditori indipendenti e quindi con un quadro regolatorio, in termine di benefici e protezioni, diverso rispetto ai lavoratori indipendenti.
La sharing economy al centro del dibattito delle Presidenziali USA 2016
Adesso è ufficiale: come riportato da molti media di oltreoceano ( http://www.washingtontimes.com/news/2015/jul/14/hillary-clinton-sideswipes-uber-spars-with-jeb-bus/ ) la sharing economy è entrata nel dibattito politico tra i candidati per le presidenziali americane . A accendere l’attenzione sulla sharing economy è stata Hillary Clinton che durante la presentazione delle linee guida del suo programma economico tenutosi lunedì presso la The New School di Mahattan ha dichiarato – senza citare il nome di nessuna società – che l’economia della condivisione (la “Gig Economy”) sta creando interessanti opportunità e sta sostenendo l’innovazione ma al contempo sta sollevando interrogativi riguardo la protezione dei posti di lavoro. A breve distanza Allie Brandenburger, un portavoce per la campagna presidenziale del candidato repubblicano Jeb Bush ha replicato affermando che aziende come Uber creano posti di lavoro e non vanno soffocate. Dello stesso avviso è Rand Paul, altro candidato repubblicano, che ha affermato che servizi come Uber, Airbnb e Lyft stimolano l’economia americana.
Dopo le reazioni dei Repubblicani il team della Clinton è intervenuto per respingere che la candidata democratica ha intenzione di intraprendere una “guerra” sull’economia della condivisione. In particolare Stephanie Hannon, Chief Technology Officer della campagna di Clinton ha scritto un post su Medium https://medium.com/@twephanie/hillary-clinton-on-the-sharing-economy-and-jobs-of-the-future-1df8fd9a7218 ) in cui si è detta sorpresa dell’attacco subito da Hillary e ribadendo che la sharing economy sta creando nuove opportunità di extra guadagno per gli americani ha sottolineato che la Clinton sta impegnandosi per dare uguali garanzie a tutti i lavoratori.
La sharing economy entrerà nel dibattito delle Presidenziali USA 2016?
Oggi 13 luglio il candidato alla Presidenza USA Hillary Clinton terrà un incontro alla The New School in Manhattan per illustrare le linee guida del suo programma economico incentrato sulla la crescita dei salari della classe media. Secondo le indiscrezioni riportate dal sito US Politico.com (http://www.politico.com/agenda/story/2015/07/hillarynomics-a-sneak-preview-000142) la candidata democratica dovrebbe illustrare le forze strutturali che cospirano contro la crescita dei salari. Tra o “colpevoli” individuati ci sarebbero la globalizzazione, l’automazione e la sharing economy. Per capire di più se lì economia collaborativa entrerà tra i temi della campagna per le Persidenziali bisognerà attendere le 10 di New York, ora di inizio dell’intervento di Hillary Clinton.