Lyft inaugura una nuova fase di espasione negli USA 

Lyft


Lyft, il principale competitor di UBER negli USA nel settore del ride sharing, ha annunciato ieri in tarda serata italiana che ha avviato un forte programma di espansione negli Stati Uniti. Il big della sharing economy ha, infatti, dichiarato tramite un post sul proprio blog che porterà i propri servizi in cento nuove città dell’America del nord. Grazie a questa espansione Lyft avrà una copertura complessiva in oltre 300 città e arriverà a comprire con i propri servizi potenzialenre 231 milioni di statunitensi pari al 72% della popolazione USA. La prima onda dei questa fase di espasione di Lyft è iniziata con la copertura di 40 nuove città USA nel Southwest, Southeast, North e South Carolina, Rockies, Midwest, New England e Central California. 

Airbus meglio di Uber: il primo prototipo di automobile volante a guida autonoma arriverà nel 2017

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Foto Airbus 

Airbus, il principale costruttore europeo di aereomobili, sarà la prima società a presentare il primo prototipo automobile volante (flying cars) a guida autonoma e lo farà entro la fine del 2017. Questo è in estrema sintesi quanto dichiarato dal CEO di Airbus Tom Enders a Monaco durante il Digital Life Design e riporato dall’agenzia internazionale Reuters. In questo modo la divisione Urban Air Mobility di Airbus arriverà prima di Uber, il colosso della sharing economy, che nei mesi scorsi come scritto da SocialEconomy aveva presentato il proprio progetto UBER Elevate di taxi volante dandosi come obiettivo per lo sbarco sul mercato il 2026. Per il lancio ufficiale dell’auto volante di Airbus basterà attendere, invece, il 2021. Arbus è da diversi mesi impegnata a sviluppare un proprio veicolo autonomo a decollo e atterraggio verticale  (VTOL – Vertical Take-Off and Landing) tramite il Project Vahana, un progetto volto a creare  un prototipo per il trasporto aereo urbano a propulsione elettrica con l’obiettivo di risolvere uno dei principali problemi al mondo: il traffico e il relativo inquinamento considerando che secondo autorevoli stime nel 2030 il 60% della popolazione del mondo – vale a dire il 10% più di oggi – vivrà all’interno di città.

Calcio: il Manchester United è il primo team sportivo al mondo a siglare una partnership con Uber

 

Il Manchester United è la prima squadra sportiva al mondo a stringere una partnership con Uber. A annunciarlo sono stati il colosso della sharing economy californiano attraverso un blog post sul proprio sito web e la società di calcio attraverso un proprio comunicato stampa. L’accordo raggiunto prevede per i supporter dello United (che è anche quotato in borsa a New York al NYSE) un facile  pick-up e e drop-off all’Old Trafford tramite una zona di sosta dedicata nel piazzale antistante al mitico stadio dei rossi di Manchester United e, quindi, consentirà ai tifosi di rendere ancora più agevole il tragitto da e per lo stadio. L’accordo siglato è comunque di ampio raggio e ha una matrice globale e, quindi, riguarderà non solo i tifosi che seguono ogni settimana le sorti di Zlatan Ibrahimovic e compagni nella città di Manchester ma tutti i fan che la squadra di calcio ha in oltre 30 paesi al mondo. La partnership, infatti, consentirà a partire dai prossimi mesi – secondo modalità che verranno dettagliate in seguito – a tutti i supporter di seguire più da vicino i propri beniamini sportivi. Ben presto, i fan a livello mondiale saranno, quindi, in grado di godere di contenuti “dietro le quinte” e avranno la possibilità di vincere un viaggio al club del leggendario Old Trafford soprannominato Theatre of Dreams. Per sottolineare l’importanza della partnership siglata, oggi il sito web della società di calcio è totalmente brandizzato dalla società di ride sharing Uber. L’accordo prevede che Uber possa fregiarsi del titolo “Official Ride” del Manchester United.

 

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Uber lancia Movement lo strumento open data per migliorare la mobilità sostenibile nelle aree urbane [VIDEO]

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Il colosso della sharing economy Uber ha annunciato che nelle prossime settimane metterà a disposizione di tutti i dati aggregati del traffico urbano generato tramite il GPS durante le proprie corse. Obbiettivo della società di ride sharing è quello di mettere a disposizione di istituzioni, enti di ricerca, Università e persone interessate a studiare i flussi della mobilità urbana delle città in cui Uber opera al fine di facilitare la comprensione e rendere più efficiente e sostenibile il sistema della urban mobility. Questo progetto di open data si chiama Uber Movement ed è stato reso noto tramite un blog post da Jordan Gilbertson, Product Manager e Andrea Salzberg, capo della politica dei trasporti. I dati di Uber potranno quindi essere usati da amministratori e comunità civiche al fine di comprendere l’effettivo flusso del traffico cittadino e aiutare, attraverso la lettura del dato, a effettuare nuovi investimenti consapevoli in infrastrutture sul tema della mobilità urbana. Il progetto è reso possibile grazie alle migliaia di dati che Uber ottiene dalle sue corse nelle oltre 450 città del mondo in cui opera. I dati, a tutela della massima privacy di clienti e autisti, saranno trattati in modo anonimo e in forma aggregata così da tutelare quella che da Uber viene definita una massima priorità. Uber Movement sarà quindi un sito web aperto in cui chiunque potrà studiare e analizzare questi dati per prendere delle decisioni consapevoli al fine di aumentare la qualità della vita delle città e dei cittadini che le animano.  Le prime tre città i cui flussi di traffico saranno resi noti da Uber saranno Manila a Melbourne a Washington, DC. Per queste tre città sul sito di Uber Movement sono già disponibili i primi studi è il Sindaco di Washington DC Muriel Bowser,si è detto entusiasta di aver potuto collaborare con Uber per questo progetto al fine di migliorare la congestione del traffico urbano e gli investimenti infrastrutturali a vantaggio dei cittadini e di coloro che visitano la capitale degli USA. Con Uber Movement si potrà quindi analizzare e confrontare le condizioni di viaggio nei diversi momenti della giornata, la variazione nei vari giorni della settimana o mesi dell’anno, e in che modo i tempi di percorrenza da punto a punto sono influenzati da grandi eventi, strade chiuse o altre cose che accadono in una determinata città. Nelle prossime settimane, Uber inviterà le agenzie di pianificazione e i ricercatori a accedere ai propri dati ed esplorare i tempi di percorrenza zona a zona, e presto renderà il sito gratuitamente a disposizione del pubblico. Con questo prodotto Uber metterà, quindi, a disposizione delle comunità quanto ha imparato nel corso degli ultimi sei anni e mezzo circa il futuro della mobilità urbana. Se si è interessati a lavorare con Uber su una partnership o su una ricerca utilizzando i dati di Movement si puo contattare Uber tramite la mail research@uber.com. Il progetto Uber Movement, spiegato anche in un video disponibile su YouTube, è quindi un esempio che dimostra come la sharing economy e il ride sharing unito ai big data, open data e innovazione possono offrire un contributo concreto ai Comuni, ai cittadini, ai ricercatori a vantaggio di una mobilità urbana sostenibile. 

La Corte Costituzionale dichiara illegittima la normativa della Regione Piemonte che limita il ride sharing

Sentenza Corte Costituzionale ride sharing


Con la sentenza numero 265/2016 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della Legge della Regione Piemonte che limit il ride sharing. Così stabilisce una sentenza depositata dai giudici delle leggi lo scorso 15 dicembre. Secondo la norma della Regione Piemonte “Il servizio di trasporto di persone, che prevede la chiamata, con qualunque modalità, di un autoveicolo con l’attribuzione di corresponsione economica” poteva essere esercitato esclusivamente dai soggetti che svolgono il servizio di taxi e di noleggio con conducente, pena l’applicazione di sanzioni amministrative previste per l’esercizio abusivo di tali servizi. Secondo la Presidenza del Consiglio, soggetto che ha adito la Corte Costutuzionale, la disposizione pur in linea con quanto già stabilito dalla legge n. 21/1992 dal titolo Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea  “eccede dalle competenze regionali”.
La legge quadro statale del 1992, secondo il ricorrente – si legge nel documento – “Appare inadeguata rispetto alle nuove possibilità di mobilità offerte dalle innovazioni tecnologiche e ulteriormente possibili in futuro”: segnatamente, i trasporti con tricicli elettroassistiti, diffusi nei centri storici; il car sharing ; il «c.d. servizio Uber». Invece, secondo la normativa piemontese l’offerta di questi servizi innovativi sarebbe vietata sul territorio regionale, senza che neppure «sia possibile da parte dello Stato, della regione o degli enti locali una qualsiasi forma di disciplina». La legge eccederebbe quindi dalla competenza regionale in materia di «trasporto locale», per invadere la competenza esclusiva statale in materia di «tutela della concorrenza» che porrebbe una barriera all’ingresso delle offerte innovative nel «mercato dei servizi locali di trasporto non di linea su strada», incidendo così sullo sviluppo attuale e futuro di tale mercato e, dunque, sulla concorrenza. Proprio per questo aspetto la normativa piemontese violerebbe l’art. 117, secondo comma, lettera e) della Costituzione. Nella sentenza si legge che “Definire quali soggetti siano abilitati a offrire talune tipologie di servizi è decisivo ai fini della configurazione di un determinato settore di attività economica, si tratta di una scelta che impone un limite alla libertà di iniziativa economica individuale e incide sulla composizione tra operatori economici nel relativo mercato” e tale profilo “rientra a pieno titolo nell’ampia nozione di concorrenza” di cui parla l’articolo 117 della Costituzione per quanto attiene la «legislazione esclusiva» dello Stato.  I massimi giudici amministrativi hanno anche scritto nel provvedimento che “L’evoluzione tecnologica e i cambiamenti economici e sociali conseguenti, suscitano questioni variamente discusse non solo nelle sedi giudiziarie, ma anche presso le autorità indipendenti e le istituzioni politiche, per la pluralità degli interessi coinvolti e i profili di novità dei loro intrecci. Del resto, con riguardo ad alcune modalità di trasporto a chiamata mediante applicazioni informatiche sono attualmente in discussione anche in seno all’Unione europea, in molti degli Stati che ne fanno parte, nonché in numerosi altri ordinamenti in tutto il mondo. Nel contesto di un dibattito così animato, relativo a fenomeni la cui diffusione è grandemente agevolata dalle nuove tecnologie, è comprensibile che, soprattutto dalle aree metropolitane più direttamente interessate, si levi la domanda di un inquadramento giuridico univoco e aggiornato”. “È auspicabile – scrive la Corte Costituzionale – che il legislatore competente si faccia carico tempestivamente delle nuove “esigenze di regolamentazione”. La Corte conclude affermando che “Non può che essere il puro e semplice rilievo che la disposizione regionale censurata tocca un profilo attinente alla concorrenza, come tale rientrante nella competenza legislativa esclusiva dello Stato, che del resto riflette la dimensione (quanto meno) nazionale degli interessi coinvolti. Sulla base di questo principio la legislazione piemontese è quindi dichiarata incostituzionale. 

UberPANETTONE, oggi l’ultima chiamata a Roma e Milano per l’iniziativa di solidarietà a favore di Unicef

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Oggi 16 Dicembre è il secondo e ultimo giorno in cui  UberEATS,la piattaforma di food delivery del colosso della sharing economy californiano,  porterà a domicilio un panettone a tutti coloro che riusciranno a richiederlo  tra le 11:00 e le 23:00 tramite l’applicazione della società. L’iniziativa riguarda le città di Roma e Milano e si svolge in partnership con G.Cova & C. per il capoluogo lombardo e Roscioli per la Capitale. UberPANETTONE nasce con una finalità benefica, infatti, i clienti UberEATS  non pagheranno il panettone ma in ogni scatola troveranno  un modulo di donazione ad Unicef per il valore del panettone di 25€ e Uber raddoppierà la donazione con altri 25€. Nella giornata di ieri l’iniziativa ha riscosso grandissimo successo e i panettoni a disposizione sono andati esauriti in pochi minuti. Hastag ufficiali dell’iniziativa sono #UberPANETTONE e #UberPERUNICEF

Tra i consiglieri economici di Donald Trump anche i CEO di Uber, Tesla/SpaceX e PepsiCo

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Tra i consiglieri economici del neo eletto Presidente degli USA Donald Trump ci sarà anche un esponente della sharing economy. Si tratta del CEO  e co-fondatore di Uber Travis Kalanick. La notizia è stata resa nota dal Trump Transition Team tramite il social network Medium. Insieme a Mr Uber entrano tra i diciannove membri del Trump’s Strategic and Policy Forum anche Elon Musk, CEO di Tesla e di SpaceX e Indra Nooyi, Chairman e CEO di PepsiCo. Il Forum, composto da alcuni degli imprenditori di successo e più stimati degli Stati Uniti d’America sarà chiamato a incontrare il presidente frequentemente per condividere con lui le proprie esperienze e conoscenze specifiche per supportare il Presidente USA nell’implementazione della sua agenda economica. “L’America ha le aziende più innovative e vivaci al mondo, e gli amministratori delegati pionieristici che aderiscono Forum oggi sono ai vertici dei propri campi”, ha detto il presidente eletto Trump. “La mia Amministrazione sta andando a lavorare insieme con il settore privato per migliorare l’economia e renderla attraente per le imprese che vogliono creare nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti  dalla Silicon Valley fino alla cuore del Paese”. 

Tra le dieci donne del 2016 scelte dal Financial Times Magazine c’è anche Jean Liu, la cinese alla guida del colosso del ride sharing Didi Chuxing 

Foto Financial Times – Twitter


Theresa May, la prima donna a ricoprire l’incarico di primo ministro in UK, Simone Biles, la ginnasta che ha trionfato alle Olimpiadi di Rio, Maria Grazia Chiuri, la prima donna a capo di Christian Dior, Margrethe Vestager, il commissario UE alla competition, l’artista Njideka Akunyili Crosby, Dilma Rousseff, l’ex Presidente del Brasile, Phoebe Waller-Bridge & Vicky Jones, creatrici di Fleabag, Mary Berry, la regina delle torte e Jean Liu, Presidente della società di ride sharing cinese Didi Chuxing.  Sono loro le dieci donne dell’anno 2016 nominate Woman of the year 2016 dal Financial Times Weekend Magazine. Tra loro c’è anche una esponente della sharing economy. Stiamo parlando di Jean Liu, Presidente di Didi Chuxing. Nel lungo articolo pubblicato sul celebre magazine viene spiegato che la Liu sarà ricordata come la donna che ha costretto Uber alla resa in Cina. La Liu è, infatti, a capo della la società cinese di ride sharing che nell’agosto del 2016 ha siglato un accordo con Uber che ha portato alla fusione di UberChina con la società da lei presieduta. Da quella fusione è, quindi, nato il colosso mondiale del ride sharing che secondo Bloomberg vale trentacinque miliardi di dollari USA. Con l’operazione UberChina, con il 20% del capitale, è il più grande azionista di DiDi e ha abbandonato il mercato cinese. Nell’articolo viene ricordato che qualche mese prima dell’operazione con Uber nel capitale di Didi Chuxing era entrata Apple investendo un miliardo di dollari US. L’accordo con Uber concluso dalla Liu ha così proiettato Didi, che effettua circa 20 milioni di corse al giorno, nel firmamento delle grandi aziende cinesi – e non solo – della tecnologia. 

Uber dal 7 al 14 dicembre donerà 1 euro all’Unicef per ogni corsa UberGIVING effettuata

Foto Uber #UberGIVING


Anche la sharing economy non si sottrae alle iniziative di solidarietà. Uber, il leader del ride sharing, per ogni corsa effettuata con #UberGIVING dal 7 al 14 dicembre 2016 donerà un euro all’Unicef per garantire  protezione, cure ed integrazione a bambini migranti e rifugiati che ogni giorno arrivano in Italia. In particolare le donazioni saranno a favore dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) che sono le principali vittime di trafficanti di esseri umani e vengono sottoposti a forme estreme di abusi e privazioni nel corso del viaggio. Principale obiettivo dell’Unicef e di Uber in Italia è proteggere e tutelare questi bambini che una volta raggiunti i paesi di destinazione si trovano ad affrontare minacce aggiuntive quali xenofobia e discriminazione. L’iniziativa di Uber non è la prima nel suo genere. Il programma di donazione UberGIVING ha, infatti, avuto in Italia un altro precedente nel settembre 2015 quando la celebre società californiana raccolse, grazie al supporto dei propri utenti, dieci container di beni di prima necessità a favore dei rifugiati. Altre iniziative, infine, si sono svolte dal 2015 in alcuni paesi in cui Uber è attiva come il Libano o la Spagna. 

In USA arrivano le gift card Uber

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Foto Uber

Il Natale si avvicina e anche la sharing economy pensa ai regali da mettere sotto l’albero. Uber, la celebre piattaforma di ride sharing, ha, infatti, messo in vendita sul proprio sito web delle gift card che a pieno titolo possono rientrare nella categoria “regali utili”. Le carte prepagate da regalare ai propri cari sono disponibili in quattro tagli (25,50,100 e 200 dollari USA)  e possono essere utilizzate da chi li riceverà sia per pagare le corse Uber sia per acquistare cibo tramite la piattaforma di food delivery UberEATS. Le carte possono essere utilizzate in tutte le città USA in cui Uber è attivo e non hanno scadenza o commissioni. Oltre che online, le carte regalo sono in vendita negli Stati Uniti in oltre trentacinque mila rivenditori tra ciu i punti di vendita di Kroger, Target e Wal-Mart. Le carte acquistabili tramite il sito web possono essere personalizzate sia nella grafica (si può anche inserire una foto propria) sia attraverso l’inserimento di un messaggio di auguri. Una volta acquistata si potrà poi scegliere l’invio al destinatario tramite mail oppure una formula di printing at home. Delle gitft card esiste, infine, anche la versione business (con tagli che arrivano fino a 500 US$) riservata alle aziende che vogliono regalare ai propri dipendenti un dono all’insegna della sharing economy.