Taxi contro Uber: prosegue anche oggi lo sciopero dei tassisti italiani


Prosegue anche oggi 17 febbraio lo sciopero dei Taxi in tutta Italia (e quindi anche a Milano, Roma, Torino e Firenze) per protestare contro l’emendamento del Milleproroghe che secondo i tassisti favorisce Uber. Il testo normativo proroga a fine 2017 per il servizio di noleggio con conducente l’entrata in vigore del “divieto di sosta in posteggio di stazionamento su suolo pubblico nei comuni ove sia esercito il servizio di taxi”. Lo sciopero dei taxi a Milano non sta provocando particolari disagi visto il buon funzionamento dei mezzi pubblici e i tanti servizi della sharing economy tra cui il car e il bike sharing. Per coloro che invece dal centro del capoluogo lombardo devono recarsi all’aeroporto di Malpensa i mezzi che possono essere usati sono i bus in partenza dal piazzale della stazione centrale oppure lo stesso di ride sharing di Uber che al momento vede un prezzo ricompreso tra i 211 euro di UberBLACK e i 301 euro per un UberVAN. 

Sciopero dei taxi a Roma e Milano? Con la tariffa dinamica i prezzi di Uber s’impennano


In concomitanza con lo sciopero odierno dei taxi a Roma e Milano (e quindi con l’aumento della domanda) per la protesta contro un emendamento, giudicato pro-Uber dalle auto “gialle”, al Milleproroghe che congela obblighi e sanzioni per gli Ncc, i prezzi per effettuare una corsa tramite il servizio di ride sharing della società di San Francisco sono letteralmente saliti alle stelle. Un esempio: alle 19,55 (orario in cui scriviamo questo post) per andare da Piazza Duomo a Milano all’aeroporto di Malpensa varia dai 243,41 euro di una UberBLACK a 345,46 Euro per UberVAN. A Roma, invece, per andare da Piazza del Popolo all’aeroporto di Fiumicino occorrono da un minimo di 90 euro (UberBLACK) a un massimo di 112 euro (UberLUX). Per avere un termine di paragone ricordiamo che la tariffa fissa prevista dai taxi per le stesse tratte è di 95 Euro a Milano e di 48 euro a Roma se la corsa prende il via entro le mura aureliane. L’aumento dei prezzi è  previsto dall’app Uber: la tariffa  dinamica – si legge sul sito della società – prevede che “Quando la domanda è molto alta, la tariffa maggiorata fa salire il prezzo di una corsa in modo incrementale.fa salire il prezzo di una corsa in modo incrementale”.


 

 

Sharing economy e Trump: Lyft scalza Uber nella classifica AppStore USA. Effetto del #DeleteUber? 


La polemica che si è scatenata attorno a Uber ai margini del dramma dei rifugiati che si è consumato all’aeroporto JFK di New York lo scorso weekend in conseguenza dell’ordine esecutivo emesso dal Presidente Donald Trump che ha sospeso l’ingresso negli USA ai cittadini di sette paesi arabi parrebbe avere i primi effetti anche nel mondo della sharing economy. La rapida diffusione sui social network dell’hashtag #DeleteUber potrebbe essere infatti alla base dei tanti download che l’app di Lyft, il principale concorrente di Uber nel segmento del ride sharing, sta avendo in queste ore negli USA. Lyft ha infatti superato nella classifica di AppStore (secondo i dati di Appannie) la rivale e nella giornata di oggi 30 gennaio risulta essere la quarta app più scaricata in USA. (Il 28 gennaio sempre secondo Appannie l’app di Uber era tredicesima mentre quella di Lyft era ventisettesima). Tra gli utenti del colosso fondato da Travis Kalanick si è, infatti, diffuso da venerdì il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (proclamato dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore Travis Kalanick che su Facebook aveva annunciato il sostegno pro bono per i prossimi 90 giorni ai driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA.  Inoltre,  nella giornata di oggi 30 gennaio Lyft ha reso noto di aver stanziato 1 milione di US$ da devolvere nei prossimi quattro anni all’American Civil Liberties Union (ACLU).  Come scritto da SocialEconomy, anche Uber oggi si è mobilitata sul tema emigrazione. Uber, infatti, tramite il proprio blog e i social network ha diffuso oggi la lettera inviata dal CEO Travis Kalanick ai driver operanti negli USA colpiti dall’ordine esecutivo  emesso da Donald Trump. “L’ingiusto divieto posto dal Presidente Trump negli Stati Uniti ha portato il nostro team USA a mobilitarsi a sostegno dei tanti autisti coinvolti” ha scritto Uber nel post su Facebook con cui è stata resa nota la lettera del fondatore del big della sharing economy. I punto salienti dell’intervento di Kalanick sono: supporto legale 24/7 per tutti gli autisti che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti; un indennizzo per i guadagni persi dagli autisti posti in condizione di non poter guidare; richiesta al governo di ristabilire con urgenza il diritto di viaggiare a tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti; un fondo di 3 milioni di dollari per la difesa legale degli autisti coinvolti.  La lettera integrale del CEO del colosso del ride sharing Travis Kalanick è disponibile al seguente link https://newsroom.uber.com/standing-up-for-the-driver-community/

I taxi di New York si schierano contro l’ordine esecutivo di Donald Trump e invitano i driver di Uber e Lyft a fare altrettanto 


L’hashtag #DeleteUber nelle ultime ore è stato trend topic su Twitter a livello mondiale. La notizia è stata riportata da diverse siti di news internazionali tra cui Al Jazeera e Mashable. Tra gli utenti del colosso del ride sharing si è, infatti, diffuso il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata, infatti, interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato  sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore della società della sharing economy  Travis Kalanick su Facebook con il quale ha annunciato che Uber sosterrà pro bono per i prossimi 90 giorni i driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA.  Kalanick nel suo intervento aveva anche scritto che il “divieto avrà un impatto molte persone innocenti”. Qualche ora dopo la New York Taxi Workers Alliance ha annunciato per oggi 29 gennaio alle 2 PM una protesta a Battery Park City invitando i driver dei taxi gialli, verdi, neri e quelli di Uber e Lyft a unirsi alla protesta contro il provvedimento presidenziale. 

Il secondo tweet di UBER NYC

Il primo tweet di UBER NYC

L’inizio del post del fondatore di Uber Travis Kalanick pubblicato su Facebook

Taxi: l’Antitrust accende un faro sui principali radiotaxi di Roma e Milano. Presunto ostacolo a MyTaxi e agli operatori che offrono servizi innovativi 


Nell’era dell’ascesa del car sharing, del ride sharing e delle altre varie forme di mobilità urbana tipiche della sharing economy, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato, a seguito di una segnalazione della società Mytaxi Italia, due procedimenti istruttori per possibile violazione del divieto di intese restrittive della concorrenza, nei confronti delle principali società di gestione del servizio radio taxi a Roma: Radiotaxi 3570 Soc. Coop., Cooperativa Pronto Taxi 6645 S.c., Samarcanda S.c., e a Milano: Taxiblu S.c. (02 4040) Yellow Tax Multiservice S.r.l.(02 6969), Autoradiotassi Soc. Coop.(02 8585) Secondo quanto si legge nella documentazione pubblicata dall’Autorità entrambi i procedimenti riguardano le clausole di esclusiva contenute negli atti che regolano i rapporti tra le società di gestione del servizio di radio taxi e i tassisti soci/aderenti. “Tali clausole, ove applicate ad una percentuale maggioritaria dei tassisti in un dato ambito territoriale (come accade a Roma e Milano), appaiono idonee ad ostacolare, se non ad impedire, – scrive L’Antitrust nel suo comunicato stampa – l’utilizzo simultaneo da parte dei singoli tassisti di vari intermediari per la fornitura di servizi di raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi, ed in particolare ad ostacolare o rallentare l’ingresso nel mercato di nuovi operatori che offrono servizi innovativi di questo tipo come l’applicazione per smartphone e tablet gestita da Mytaxi Italia S.r.l., che mette direttamente in contatto l’utenza e i tassisti e offre anche un servizio di rating dell’offerta”.  MyTaxi Italia è la filiale italiana del un gruppo fondato nel giugno 2009 e che dal 2014, dopo la fusione con Moovel GmbH, appartiene al gruppo automobilistico tedesco Daimler AG. Mytaxi è attiva nella gestione di un’app per smartphone e tablet  che mette in collegamento diretto tassisti e utenti e opera in Italia, a Roma e a Milano, dal 2015.

Lyft: addio ai baffi rosa, con Amp corse più facili, veloci e colorate

Foto da Lyft Facebook


Addio baffi rosa (in inglese pink mustache). Lyft, la celebre società di ride sharing che insieme Uber rappresenta una delle principali società del settore nel campo della sharing economy, ha deciso di abbandonare l’emblema che l’ha resa famosa e riconoscibile negli USA e non solo. La società ha deciso, infatti, di mandare in soffitta quei baffetti rosa che rendevano riconoscibili le proprie auto dal 2012 e di sostituirli con un nuovo marchio che è anche un dispositivo luminoso e interattivo,  chiamato Lyft Amp. Amp è un dispositivo portatile (la forma ricorda i tassametri vintage dei taxi tradizionali) con connessione bluetooth che è  dotato di due schermi LED integrati nella parte anteriore e posteriore. Amp inizierà a circolare sulle auto di Lyft a partire dal Capodanno 2017, quando la società inizierà a distribuirlo ai suoi driver nelle città di tutti gli USA tra cui New York, San Francisco, Las Vegas e Los Angeles. Con tale scelta di Lyft rinnova quindi la propria immagine e lo fa offrendo al contempo un servizio ai propri clienti: facilitare l’individuazione della propria auto al momento del pick up. Infatti, la parte anteriore di Amp visibile dal parabrezza anteriore si illumina con un colore psichedelico e tramite una tecnologia beacon l’app dell’utente si illuminerà dello stesso colore così da facilitare il contatto e la riconoscibilità rider/driver. La schermo posteriore di Amp, invece, serve per far scorrere dei messaggi visibili all’utente una volta che questo sarà entrato a bordo dell’auto. Il funzionamento di amp viene illustrato molto bene dal video predisposto dalla società USA visibile sui principali social network tra cui Facebook e YouTube.Il lancio di Amp coincide con un ulteriore rafforzamento della strategia di comunicazione e di advertising comunicata attraverso il corporate blog di Lyft. A questo proposito la società californiana ha creato quattro spot pubblicitari video trasmessi in TV e online visibili anche sul canale YouTube della società. L’hashtag della campagna di commercial ADV è #RideOnTheBrightSide

Spot 1 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB&params=OAFIAVgB&v=xj2VWLV0xCU&mode=NORMAL

Spot 2 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB&params=OAFIAVgC&v=QDVUHRVJceo&mode=NORMAL

Spot 3 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB&params=OAFIAVgD&v=AjMDDqytSJY&mode=NORMAL

Spot 4 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB&params=OAFIAVgE&v=NJbJzNjrG44&mode=NORMAL

Scooterino raccoglie 500 mila euro e si prepara al lancio in nuove città 


Scooterino, la startup del ride sharing su moto scooter, mette a segno un round di investimento da €500 mila e annuncia che si prepara al lancio dei propri servizi in altre città d’Italia e rende da possibile prenotare in anticipo un passaggio in scooter. Il nuovo sistema di pre-booking andrà ad affiancarsi al già collaudato sistema delle richieste in tempo reale. Questa nuova funzionalità  risponde all’esigenza crescente degli utenti di garantirsi un passaggio in specifici giorni o orari. D’ora in poi gli Scooteristi registrati potranno inserire i loro percorsi e orari abituali, direttamente nell’app, e verranno avvisati se qualcuno sta cercando un passaggio compatibile. Per quanto riguarda gli utenti, invece, essi potranno richiedere un passaggio real-time come fatto finora, oppure formulare una richiesta di prenotazione anticipata (minimo 6 ore di anticipo, massimo 7 giorni) inserendo giorno, ora e indirizzi desiderati: l’app mostrerà i profili degli scooteristi che vanno in quella direzione. Il nuovo sistema di prenotazione interesserà un’area molto grande di Roma, per permettere il matching tra i pendolari, mentre il servizio last minute in tempo reale sarà attivo solo in una zona piccola e centrale e avrà un rimborso minimo di 6€ “Ma applicheremo uno sconto fino alla fine dell’anno, quindi il rimborso per un passaggio rimarrà lo stesso per altri due mesi” – assicurano i fondatori. Disponibile per Android e per IOS, l’app Scooterino negli ultimi 12 mesi ha generato un contagioso entusiasmo nella città di Roma, portando più di 12.000 persone ad iscriversi grazie al solo passaparola, registrando più di 33.000 richieste di passaggio nella sola città di Roma e suscitando la curiosità di media italiani e stranieri tra cui il The Guardian. Nonostante le difficoltà iniziali, questa traction ha convinto un pool di investitori americani, in co-investimento con il fondo regionale Lazio Innova, a scommettere sulla startup oltre €500.000 per rendere possibile una più rapida espansione del business. Per richiedere o prenotare un passaggio basta scaricare l’app e registrarsi, mentre per iscriversi come scooteristi si può scrivere all’indirizzo support@scooterino.it o compilare il profilo “Scooterista” all’interno dell’app. “Il nostro obiettivo è potenziare al massimo l’efficenza della mobilità condivisa in città” – affermano Oliver Page e Francesco Rellini, co-founders della start-up romana – “per questo stiamo già raccogliendo adesioni di aspiranti scooteristi in altre città, prime fra tutte Genova, Milano, Firenze e Napoli, per dare vita alla più grande community di ridesharing su scooter in Italia”. Scooterino non dimentica la sicurezza: “Riteniamo sia necessaria per creare una comunità solida e che ispiri fiducia” – ricordano i co-founders – “per questo motivo, prima di accettare uno scooterista nella nostra community ci sarà un incontro per convalidarne l’identità. In più e’ richiesto un minimo di 21 anni, una patente valida, un’assicurazione in regola, e uno scooter omologato per due e in buone condizioni”.“Scooterino non è un servizio Scooter Taxi o un Affitto Scooter, non è nemmeno uno Scooter Sharing” – affermano i fondatori. “Scooterino è il “BlaBlaCar” per i tragitti brevi e urbani sullo scooter”. Passeggeri e Scooteristi infatti devono lasciare un feedback reciproco alla fine di ogni passaggio condiviso e costruirsi così una reputazione nella community. Il round di finanziamento appena concluso conferma l’attrattività dei servizi della sharing economy rivolti alla mobilità urbana. 

 

Con Uber Elevate nel 2026 si potrà volare su un aereo elettrico innovativo 

Foto Uber


Volare con Uber? Secondo Business Insider Potrebbero mancare soltanto 10 anni. Non stiamo parlando degli elicotteri della società USA già operativi in alcune città come ad esempio Dubai, bensì di veri e propri avveniristici aeromobili. Questo è il quadro che emerge da un white paper reso disponibile dal celebre colosso della sharing economy. Lo studio che mostra come Uber sia alla continua ricerca di soluzioni innovative per migliorare il trasport è stato pubblicato oggi sul sito web della società californiana. Nelle 98 pagine che compongono il documento dal titolo “Fast-Forwarding to a Future of On-Demand Urban Air Transportation” viene spiegata e analizzata in ogni aspetto  quella che potrebbe essere la nuova frontiera degli spostamenti interurbani. L’idea di Uber è quella di progettare, realizzare e rendere effettivamente operativi entro il 2026 dei taxi aerei multi passeggero a decollo e atterraggio verticale spinti da un motore elettrico. Il nome di questi veicoli aerei è Vertical Take-Off and Landing – VTOL. Secondo lo studio pubblicato questi mezzi volanti potranno percorrere fino a 160 Km con una velocità massima pari a 240 Km/h. Nel documento sono anche contenute alcune immagini suggestive di questi concept aerei. Uber nel suo studio non ha tralasciato nessun dettaglio e ha analizzato anche l’investimento necessari per produrli è il costo per miglia. Quest’ultimo, in particolare viene comparato con il costo di un veicolo UBER e con quello relativo a un’automobile privata. Contro una media di un prezzo per passeggero per miglio di UberX  di 2,34 US dollari e di 1,38 US$ per UberPOP l’Uber Elevate potrebbe costare all’inizio in un range medio compreso tra 2,09 e 2,97 US$ che nel long term potrebbero abbassarsi tra un prezzo compreso tra gli 0,33 e i 0,37 dollari USA per passeggero per miglio volato. Considerando il prezzo nel med term il prezzo per miglio volato per passeggero si aggirerebbe intorno ai 0,50 dollari americani. L’analisi Uber mostra che il prezzo per un viaggio di 45 miglia su un VTOL, che dovrebbe sostituire un viaggio in auto di 60 miglia, potrebbe avere un costo a partire da US$ 21 per durata del viaggio di 15 minuti.

Foto Uber


Foto Uber

Toyota porta in Italia il primo car sharing ibrido

 

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La tecnologia Full Hybrid  disponibile per la prima volta in Italia in un programma di car sharing. Questo è Yukõ (in italiano, “Andiamo”) il servizio di condivisione dell’auto, tanto in voga nell’era della sharing economy, di Toyota, che dopo Dublino, in cui è iniziata la sperimentazione europea a giugno scorso, arriva adesso anche in Italia, secondo paese pilota, e approda a Forlì.  La costante ricerca di nuove soluzioni di trasporto urbano, unita alla necessità di ridurre la congestione del traffico delle città e le emissioni di CO2, ha permesso a Toyota di considerare, sempre di più, la propria innovazione tecnologica, al servizio di nuovi modelli di trasporto – anche condiviso – dedicato alle città. Il successo di queste tecnologia Toyota è ampiamente dimostrata dai moltissimi veicoli adibiti a servizio Taxi a Milano e nelle principali città di tutto il mondo. Le autovetture del car sharing Yukõ disponibili a Forlì sono sette Toyota Yaris Hybrid, equipaggiate con cerchi in lega, touchscreen con navigatore, retrocamera e Bluetooth, per far provare tutta l’esperienza di guida Full Hybrid, anche a chi sceglie un servizio alternativo alla proprietà dell’auto. Chi userà una Toyota Yaris con Yukõ potrà godere di tutti i benefici che la città offre al servizio di car sharing con vetture ibride: possibilità di entrare gratis nelle zone a ZTL e parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu, nel Comune di Forlì. Sensibilizzare i cittadini sull’importanza della mobilità sostenibile è una delle azioni che l’ Amministrazione porta avanti già da tempo con l’obiettivo di rendere il territorio sempre più vivibile e fruibile, sviluppando e promuovendo buone pratiche quotidiane rispettose della salute, della qualità della vita e dell’ambiente – ha dichiarato il Sindaco di Forlì, Davide Drei. “Già dal nome, Yuko, questo progetto è in linea con lo spirito dell’attività di forlì  – dice l’Assessore alla Mobilità del Comune, Marco Ravaioli -.Vogliamo muoverci insieme per connettere il territorio e le persone. Questo concetto è sintetizzato anche nel car sharing e per la città è un ulteriore passo verso un futuro possibile”. “Yukõ rappresenta il primo progetto in Italia di car sharing ibrido – dichiara Andrea Carlucci – Amministratore Delegato Toyota Motor Italia. Un successo per il nostro brand, sempre alla ricerca di nuove soluzioni dedicate alla mobilità sostenibile, al servizio dei cittadini e dell’ambiente. Siamo orgogliosi di cominciare questa sperimentazione proprio in Romagna, nella città di Forlì, considerata anche la sua attenzione ai temi ambientali. La tecnologia Full Hybrid, questa volta anche in car sharing, è la giusta risposta al nostro importante obiettivo di arrivare a una mobilità in città a emissioni zero. Questo obiettivo si può veramente realizzare, come testimoniano i risultati di una recente ricerca del CARe di Roma che evidenziano come la nostra Toyota Prius di quarta generazione, in un percorso casa-lavoro, sia riuscita a percorrere il 73,2%del tempo a emissioni zero. I valori sono arrivati al 79,4% del tempo sempre a emissioni zero, in percorso urbano. Adesso, grazie a Yukõ, ci dirigiamo verso un servizio destinato veramente a tutti, assicurando sempre la qualità, affidabilità e sicurezza Toyota. Procediamo a grandi passi, – ha proseguito Carlucci – verso un futuro sempre più sostenibile, volto a migliorare le condizioni di vita delle nostre città, verso un uso più consapevole delle risorse energetiche alternative e una diminuzione dell’uso dei combustibili fossili. E’ per questo che siamo i portavoce nel mondo della tecnologia Hybrid e crediamo nell’idrogeno, (con la Toyota Mirai) quale risorsa energetica da utilizzare su larga scala. Il servizio di car sharing partirà da metà novembre 2016 e sarà attivo 24 ore al giorno. Le tariffe, che al momento non sono state rese note, includeranno i costi di esercizio del veicolo, benzina inclusa. Per quanto attiene, infine, la prenotazione si prevede che avverrà tramite sito web.

Mytaxi + Hailo, nell’era della sharing economy le società di taxi si fondono


Nell’era della sharing economy le società di taxi per rafforzarsi si fondono. Con un comunicato e una comunicazione diretta agli utenti, Hailo e Mytaxi, le due società innovative leader nel settore della prenotazione di taxi tramite app, hanno – infatti – annunciato di voler unire le proprie forze e di avere in programma una fusione tra le due società. La nuova società opererà con il marchio mytaxi e utilizzerà la app mytaxi in tutti i mercati. Ciò significa che i paesi in cui Hailo è attualmente presente, ossia Regno Unito, Irlanda e Spagna, saranno oggetto di ridenominazione del marchio nei prossimi 12 mesi e il marchio Hailo sarà progressivamente eliminato. Con l’integrazione tra le società, verrà creata da subito la più grande società in Europa per la prenotazione di taxi tramite app. In questo modo si potrà quindi prenotare, pagare e valutare un taxi con l’app mytaxi in oltre 50 città di 9 paesi: Germania, Spagna, Regno Unito, Irlanda, ltalia, Polonia, Portogallo, Austria e Svezia. La nuova società sarà diretta da Andrew Pinnington, attuale CEO di Hailo, e avrà sede ad Amburgo, in Germania. Niclaus Mewes, fondatore di mytaxi, avrà un posto nel consiglio di amministrazione e svolgerà un ruolo centrale nell’integrazione e nello sviluppo strategico della nuova società. mytaxy nel 2014 è stata comprata dal colosso dell’auto Daimler. L’annunciata proposta di integrazione delle attività è subordinata all’approvazione delle Autorità di Regolamentazione Europee. Attraverso la combinazione di Hailo e mytaxi, si vuole creare una sinergia tra una tecnologia leader a livello mondiale, un marchio iconico. Come riportato da Bloomberg la fusione tra le due società dovrebbe consentire alla nuova entità di competere meglio con il big player della sharing economy Uber