Oggi è il Boxing Day. Ecco le origini 

  
Nel 2015 il Boxing Day, che nella tradizione anglosassone è  il giorno – successivo al Natale –  dedicato alla condivisione dei regali ricevuti durante l’anno con i meno abbienti, si festeggerà praticamente due volte. Visto, infatti, che il 26 dicembre 2015 cade di sabato il giorno di vacanza (bank holiday) sarà recuperato lunedì 28.

Le origini del Boxing Day non sono molto precise. Unica certezza è che il termine deriva dalla parola inglese box che significa scatola. La tradizione dominante lo ricollega a una pratica in voga nella marineria: in questo giorno un prete portava a bordo delle navi, pronte a salpare, una scatola di Natale e iniziava a pregare per il viaggio che stava per iniziare. La scatola, durante la traversata,  sarebbe stata poi riempita dai marinai durante viaggio con alcune monete  per poi essere, al ritorno in porto, donata al prete per ringraziarlo delle preghiere ricevute.  Secondo altri racconti la festività è collegata alla tradizione dell’antica Roma quando le persone si scambiavano doni durante la festa pagana dei Saturnalia. Secondo altri racconti, invece, il 26 dicembre si aprivano nelle chiese le cassette destinate all’elemosina e il loro contenuto distribuito ai poveri. Nella tradizione moderna il Boxing Day è il giorno in cui il datore di lavoro regalava ai propri dipendenti una scatola con alcuni doni per la famiglia concedendo anche un giorno di ferie in segno di ringraziamento per il lavoro da loro svolto durante l’anno. In ogni caso, la festa è basata sul regalare doni ai membri meno fortunati della società e quindi la si considera una festa della condivisione. Nel Regno Unito la festività del Boxing Day fu introdotta nel 1871 con il Bank Holiday Act. Oggi questa festa, oltre che in UK, viene celebrata in Canada, Nuova Zelanda, Australia, Hong Kong, Kenya, Sud Africa e in altri paesi che fanno parte del Commonwealth. Nella società moderna il Boxing Day è diventato sinonimo di eventi sportivi (soprattutto il calcio della Premier League Inglese) e di saldi. Il legame con lo sport risale al fatto che i lavoratori che in questo giorno non lavoravano si recavano allo stadio per assistere a incontri di calcio o di rugby. Per quanto riguarda i saldi il Boxing Day è pensato per stimolare una nuova ondata di acquisti subito dopo il Natale. Sono emblematiche le immagini delle principali catene retail a Londra (soprattutto in Oxford Street) prese d’assalto sin dalle prime ore del mattino. Per il 2015 in UK, secondo i media locali, i rivenditori si aspettano di incassare un massimo di 3,74 miliardi di sterline, pari a oltre 5 miliardi di dollari, che saranno spesi da 22 milioni di acquirenti.

Flight sharing, la Corte d’Appello di Washington costringe Flytenow all’atterraggio di emergenza

 

Flytenow

 
Erano stati in molti a pensare che dopo biciclette, auto e scooter la nuova frontiera dello sharing economy  potesse riguardare gli aerei. A pensarla diversamente sono però due Istituzioni USA che hanno, con le
proprie decisioni, di fatto bloccato i servizi di flight sharing di Flytenow. Flytenow, il primo servizio di condivisione di voli alla Uber, ha dovuto infatti fermarsi in seguito alla decisione della Corte d’Appello di Washington che ha confermato la decisone presa in passato dalla Federal Aviation Administration (FAA), l’ente dell’aviazione statunitense. Il motivo su cui si fonda la decisione è il seguente: negli Stati Uniti i piloti non in possesso di licenza di volo per fini commerciali, tranne rare eccezioni come ad esempio colleghi di lavoro che vogliono dividere il percorso aereo, non possono trasportare passeggeri a fini di lucro e nemmeno per condivisione delle spese. Inoltre, non è possibile fare attività promozionale per pubblicizzare i propri servizi di flight sharing neanche se la finalità è esclusivamente quella di condividere i costi del carburante. Per semplificarla ulteriormente i piloti senza licenza commerciale possono trasportare solo family & friends senza alcuna finalità commerciale. Flytenow secondo quanto riportato da Techcrunch ha detto che valuterà la possibilità di presentare un ulteriore ricorso.  

Uber, dopo 2 settimane di successi chiude la Linea U di Roma

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Uber – Linea U

Ieri si è concluso progetto di mobilità partecipata della Linea U di Uber. L’idea era stata lanciata dal player della sharing economy a Roma in occasione dell’avvio del Giubileo. Linea U, rimasta attiva dalle 8 alle 20 dal 10 al 24 dicembre, ha messo in contatto 9 punti della città al costo fisso di 5 euro a corsa. Le fermate della Linea U sono state piazza Euclide, piazza Fiume, piazza dei Cinquecento (Termini), San Giovanni, Piramide, stazione Trastevere, Sant’Andrea della Valle, Castel Sant’Angelo e piazza Mazzini. Il percorso è stato il risultato della consultazione lanciata da Uber, tramite il sito web dedicato, www.linea-u.it.  Durante le due settimane di attività Linea U ha rappresentato per romani, turisti e pellegrini una valida alternativa agli altri servizi di trasporto urbano disponibili a Roma, visto anche che secondo alcuni studi in questa città nelle ora di punta solo il 28% della domanda complessiva di mobilità trova soddisfazione.
La società californiana nell’annunciare su Twitter la prevista conclusione del servizio ha annunciato di essere pronta a intraprendere nuove sfide. 

  

Crowdfunding, le 10 idee Made in Italy più finanziate su Kickstarter nel 2015

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La fine di ogni anno coincide con il momento delle classifiche. Come accaduto per il 2014 SocialEconomy ha realizzato il ranking e un’infografica sui 10 progetti Made in Italy che hanno ottenuto più successo nel 2015 su Kickstarter, la piattaforma di reward crowdfudwing, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy.

A guidare la classifica sono gli orologi creati da Filippo Loreti che hanno raccolto 1 milione di US dollari. Il successo raggiunto dal progetto fa sì che questa sia la campagna, avente a oggetto orologi tradizionali, più finanziata nella storia del crowdfuding. Al secondo posto si è piazzato il board game Sword & Sorcery mentre al terzo posto il monopattino “Made in Milano” di FlyKly.

A livello complessivo i 10 progetti più finanziati su Kickstarter hanno raccolto 2,5 milioni di US Dollari. Tale ammontare rappresenta un + 150% rispetto al milione di US Dollari raccolti sulla stessa piattaforma nel 2014 dai primi 10 progetti Made in Italy.

In questa classifica realizzata da SocialEconomy non rientra la stampante 3D Evo One in quanto la sua campagna di crowdfunding non si è ancora conclusa. Al momento il progetto, che ha già raggiunto l’obiettivo di raccolta, ha collezionato oltre 62 mila Euro.

A livello geografico la Lombardia piazza 5 progetti nella top 10: oltre agli orologi di Filippo Loretti e al monopattino di FlyKly sono lombardi anche l’ombrello Kjaro, la lampada Relio e Febo, una strumento che tramite una lente d’ingrandimento consente di effettuare incisioni sul legno sfruttando la luce solare. In seconda posizione si piazza la Toscana con 2 idee creative mentre Veneto, Campania e Piemonte piazzano un progetto ciascuno nella top 10. 

Crowdfunding, le 10 idee Made in Italy più finanziate su Kickstarter nel 2015

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La fine di ogni anno coincide con il momento delle classifiche. Come accaduto per il 2014 SocialEconomy ha realizzato il ranking e un’infografica sui 10 progetti Made in Italy che hanno ottenuto più successo nel 2015 su Kickstarter, la piattaforma di reward crowdfudwing, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy.

A guidare la classifica sono gli orologi creati da Filippo Loreti che hanno raccolto 1 milione di US dollari. Il successo raggiunto dal progetto fa sì che questa sia la campagna, avente a oggetto orologi tradizionali, più finanziata nella storia del crowdfuding. Al secondo posto si è piazzato il board game Sword & Sorcery mentre al terzo posto il monopattino “Made in Milano” di FlyKly.

A livello complessivo i 10 progetti più finanziati su Kickstarter hanno raccolto 2,5 milioni di US Dollari. Tale ammontare rappresenta un + 150% rispetto al milione di US Dollari raccolti sulla stessa piattaforma nel 2014 dai primi 10 progetti Made in Italy.

In questa classifica realizzata da SocialEconomy non rientra la stampante 3D Evo One in quanto la sua campagna di crowdfunding non si è ancora conclusa. Al momento il progetto, che ha già raggiunto l’obiettivo di raccolta, ha collezionato oltre 62 mila Euro.

A livello geografico la Lombardia piazza 5 progetti nella top 10: oltre agli orologi di Filippo Loretti e al monopattino di FlyKly sono lombardi anche l’ombrello Kjaro, la lampada Relio e Febo, una strumento che tramite una lente d’ingrandimento consente di effettuare incisioni sul legno sfruttando la luce solare. In seconda posizione si piazza la Toscana con 2 idee creative mentre Veneto, Campania e Piemonte piazzano un progetto ciascuno nella top 10. 

G-RO la valigia più finanziata nella storia del crowdfunding 

https://m.youtube.com/watch?v=lwO_li6aNi4

  
Il trolley perfetto. Così si può definire G-RO la valigia pensata dal giovane designer Netta Shalgi e da Ken Hertz che ha appena raccolto US$ 3,3 milioni tramite Kickstarter, la piattaforma di crowdfuding – il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy. Il successo della campagna fondi da poco conclusasi fa di G-RO la valigia più finanziata nella storia del crowdfunding. G-RO è il trolley pensato per l’esigentze del viaggiatore contemporaneo. G-RO è dotato di due grandi ruote che lo rendono facile da trasportare su ogni superficie e perfettamente stabile una volta fermo. Inoltre, G-RO è dotato di un power bank da 23.000 mAh per ricaricare smartphone e tablet fino a 10 volte, una maniglia ergonomica estraibile esterna (cosi da non sottarre spazio ai propri indumenti) e due tasche pensate appositamente per laptop e per i liquidi (che quindi diventano facilmente estraibili al momento dei controlli al metal detector in aereoporto).Il tessuto esterno è Cordura waterproof.  SocialEconomy aveva inserito G-RO nella lista dei 10 regali consigliati per il Natale 2015. Per chi volesse acquistarla è possibile farlo tramite Indiegogo, altra piattaforma di crowdfunding. Il prezzo è a partire da US$ 299. 

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Partnership tra Uber e Facebook. Sarà possibile chiamare un’auto tramite Messenger

https://youtu.be/Dj4f1d-EZy4

  

 Uber attraverso un post sul proprio blog ha annunciato una partnership con Facebook che consentirà agli utenti di poter richiedere una macchina del big player della sharing economy attraverso Messenger, il servizio di chat della società guidata da Mark Zuckerberg. In pratica l’utente Facebook senza lasciare l’app della società diventata famosa per i Like potrà prenotare una corsa senza aver bisogno di scariccare la principale app  di ride sharing. Il dialogo con Uber avverrà come una vera e propria conversazione privata e sempre tramite la chat sarà possibile inviare a Uber la propria localizzazione oppure condividere la propria posizione e il percorso con amici o colleghi.

Per utilizzare questa nuova funzione di Messenger è necessario scaricare l’ultima release di Messenger, iniziare una conversazione con Uber toccando l’icona “Auto” oppure con il tasto more (“…”) per accedere alla nuova funzione “Trasporti” all’interno di qualasisi conversazione Messenger o cliccando su un indirizzo scritto all’interno di una convrsazione Messenger e selezionado “request a Ride”. Per gli utenti Facebook che non hanno ancora un profilo Uber nessun problema: sarà possibile registrarsi su Uber all’interno di Messenger in una manciata di secondi. La prima corsa realizzato grazie a Messenger sarà gratuita (con un massimale di US$ 20). Coloro che sono già utenti Uber potranno collegare il proprio profilo con il loro account esistente in Messenger e avviare la richiesta di una corsa in modo immediato.  Il servizio al momento sarà attivo soltanto in USA ma potrebbe essere esteso presto in altri paesi. Su YouTube è visibile il video tutorial. 

 

Londra, Uber continua a opporsi alle possibili nuove regole sul ride sharing

https://www.youtube.com/watch?v=4Vvo6cAUppE&feature=youtu.be
  Uber, il gigante della sharing economy, continua la sua campagna #KeepLondonMoving lanciata per manifestare il dissenso verso le possibili novità normative che l’autorità dei trasporti di Londra (Tfl) vorrebbe introdurre. Dopo aver lanciato una petizione, di cui SocialEconomy vi ha dato notizia nei mesi scorsi, questa volta la società californiana di ride sharing ha scelto YouTube come piattaforma per far sentire la sua voce. Il video racconta in modo ironico quali sarebbero le conseguenze dell’attesa obbligatoria di cinque minuti (che con la nuova normativa scatterebbe anche nel caso di disponibilità immediata dell’auto) prima dell’inizio della corsa. Al momento le visualizzaioni sono state circa 60 mila. L’iniziativa di Uber arriva mentre l’autorità inglese sta svolgendo una consultazione pubblica online per verificare con gli abitanti della capitale Uk l’introduzione di nuove norme che secondo Uber rechrebbero un grave svantaggio a Londra, ai suoi citadini e ai suoi utenti. 

 

 

Google Search: ecco i 10 “Come fare” emergenti del 2015

  
Google ha reso noto le ricerche di maggiore tendenza effettuate sul suo motore di ricerca nel 2015. SocialEconomy, si sofferma nel raccontarvi quelle ricerche che esprimono un desiderio di conoscenza. A chi non è mai capitato di andare sul motore di ricerca per cercare, in pieno spirito di knowledge sharing, una risposta a un interrogativo che inizia con “Come fare..”? Le tendenze emergenti in Italia in tema di conoscenza condivisa hanno un ruguardato vari aspetti della vita quotidiana. Tra i temi più gettonati quelli afferenti al cibo: olive in salamoia, pesto genovese, marron glace e gorgonzola e la moda con i tanto, amati o odiati a secondo dai punti di vista, risvoltini dei pantaloni riportati in vita dagli hipster e il tradizionale nodo della cravatta. Le ricerche del “Come fare..”dimostrano come sia alto l’interesse delle persone a condividere conoscenza e non soltanto i beni o servizi tipici della sharing economy. A livello globale Google ha anche realizzato il video “Google a Year in Search 2015”, visibile su YouTube, che riassume un anno di ricerche.

Di seguito i 10 Come fare emergenti

  1. le olive in salamoia
  2. fattura elettronica
  3. il gorgonzola in casa
  4. chiamate con whatsapp
  5. il pesto alla genovese in casa
  6. i braccialetti con gli elastici
  7. il nodo della cravatta
  8. innamorare un uomo
  9. i marron glace
  10. i risvoltini

La Stampa adotta la licenza Creative Commons per la condivisione dei propri articoli 

  

Creative Commons

 
Con un articolo a firma del vicedirettore (nonché prossimo condirettore) Massimo Russo, La Stampa ha annunciato oggi che adotterà per i suoi articoli una delle  licenza Creative  Commons. Ció significa che gli articoli pubblicati dal quotidiano torinese potranno condivisi a determinate condizioni. Le licenze Creative Commons sono delle licenze di diritto d’autore redatte e messe a disposizione del pubblico a partire dal 16 dicembre 2002 dalla Creative Commons (CC), un ente non-profit statunitense fondato nel 2001 da Lawrence Lessig, professore di diritto all’Harvard University. Queste licenze, in sostanza, rappresentano una via di mezzo tra copyright completo (full-copyright) e pubblico dominio (public domain): da una parte la protezione totale realizzata dal modello all rights reserved (“tutti i diritti riservati”) e dall’altra l’assenza totale di diritti (no rights reserved).
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