
Il carpooling aziendale di Jojob ha superato il primo milione di Km risparmiati nei tragitti casa-lavoro. A comunicarlo è stata la stessa società Jojob, il maggior player italiano di carpooling aziendale che grazie alla sua applicazione mobile rende possibile la “certificazione” dei viaggi e del risparmio ambientale dei viaggi condivisi. Con il milionesimo km risparmiato si registrano anche 20.175 viaggi effettuati in condivisione certificati con la app di Jojob e 129 tonnellate di Co2 risparmiate. Particolarmente soddisfatto per questo primo importante è simbolico traguardo è Gerard Albertengo, founder di Jojob che ha ringraziato del risultato le oltre cento aziende italiane che hanno reso possibile il raggiungimento dell’obiettivo. Tra i lavoratori che utilizzano Jojob come mezzo per coprire il tragitto casa-lavoro figurano tra gli altri i dipendenti di Findomestic, Ducati, YOOX NET-A-PORTER GROUP, Unicoop Firenze, Luxottica, Salvatore Ferragamo, e OVS. Il risultato raggiunto è una prova concreta di come la sharing economy sta dando anche nel nostro Paese un contributo concreto alla sostenibilità ambientale.
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Home sharing o hotel? L’associazione degli albergatori milanesi lancia il portale per confrontare i servizi e la sicurezza

Sharing economy – o servizi old economy? Car sharing o auto di proprieta? Hotel o home sharing? A quest’ultimo interrogativo vuole dare una risposta l’associazione di categoria degli albergatori e degli operatori del turismo e della ricettività dell’Area Metropolitana di Milano – ATR Milano – Associazione Turismo e Recettività – che ha lanciato il sito web HotelVSAirbnb per mettere a confronto la sicurezza e i servizi dei tradizionali hotel rispetto a un soggiorno in un appartamento privato. In particolare, per quanto attiene i servizi il confronto proposto è organizzato su cinque categorie: accoglienza, assistenza, spazi, quiete e orari. In tema di sicurezza, la comparazione tra alloggio in home sharing e hotel riguarda i gli aspetti di sicurezza degli impianti, prevenzione degli incendi, igiene e assicurazione per i danni.
La prossima frontiera della sharing economy sarà il co-living

Sono parecchi gli osservatori che ritengono che il co-living (o house sharing) sarà uno dei prossimi settori della sharing economy ad avere uno sviluppo degno di nota. Cosi dopo la condivisione di mezzi di trasporto (car sharing) o di uffici (co-working) il nuovo fenomeno potrebbe essere quella della condivisione stabile della propria abitazione. Di esempi ne esistono già alcuni negli Stati Uniti e precisamente nelle zone di New York di Brooklyn o Manhattan. Le società al momento più note in questo settore sono WeLive, nata da una costola del co-working WeWork, Ollie, Common e Roam (che offre abitazioni a Bali, Miami, Madrid et Buenos Aires e Londra). In Europa, a Londra, il più grande co-living è quello di The Collective Old Oak già tutto sold out. Obiettivo di questi co-living è quello di mettere a disposizione stanze singole all’interno di appartamenti condivisi dotati di tutti i confort quali connessione Wi-Fi di ultima generazione, servizio di lavanderia, eventi per la community con candenza settimanale e naturalmente spazi di co-working. Il tutto in un contesto che possa favorire la collaborazione e occasioni di scambio tra i coinquilini.Un’idea di prezzo? Su Common per 2 mila US dollari al mese è possibile affittare un stanza all’interno di un condominio di Brooklyn a New York City.
Lo spot di Airbnb al Super Bowl contro il Muslim Ban di Donald Trump ha già superato il milione di visualizzazioni su YouTube [VIDEO]
Nella notta appena conclusa, la sharing economy ha esordito con un commercial di Airbnb al Super Bowl 51, la finale della lega NFL di Football Americano che ha visto nell’edizione 2017 i New England Patriots imporsi sugli Atlanta Falcon ai tempi supplementari. Subito dopo la messa in onda, avvenuta tra il primo e il secondo quarto della partita, complice anche un Tweet del fondatore Brian Chesky e uno partito dall’account ufficiale di Airbnb con l’hashtag #WeAccept, lo spot in pochissime ore ha abbondantemente superato il milione di visualizzazioni su YouTube e sta facendo discutere i media di tutto il mondo. Motivo di tanto clamore è dovuto al fatto che il commercial è stato interpretato come una risposta al Muslim Ban di Donald Trump. Infatti, tutti i 30 secondi hanno come focus la cultura dell’accoglienza e l’assenza di diversità tra gli individui. Il fondatore di Airbnb Brian Chesky nel suo tweet ha messo in luce che lo spot per il Super Bowl LI è stato acquistato e realizzato (dai dipendenti della società) lo scorso giovedì 2 febbraio.
Uber: secondo il NYT Travis Kalanick si è dimesso dal business advisory council di Donald Trump

Secondo quanto riportato qualche minuto fa dal New Tork Times, Travis Kalanick, il fondatore di Uber, si sarebbe dimesso da membro del business advisory council di Donald Trump. Come SocialEconomy vi aveva raccontato nei mesi scorsi, il business advisory council (il cui nome ufficiale è Strategic and Policy Forum) era stato voluto dal neo Presidente degli USA con l’obiettivo di supportare la nuova amministrazione statunitense nell’implementazione dell’agenda economica del paese. I consiglieri economici erano stati annunciati dal Trump Transition Team tramite il social network Medium. Oltre a Mr Uber nel team dei diciannove membri figurano d Elon Musk, CEO di Tesla e di SpaceX e Indra Nooyi, Chairman e CEO di PepsiCo. Al momento della sua nascita Donal Trump aveva dichiarato: “L’America ha le aziende più innovative e vivaci al mondo, e gli amministratori delegati pionieristici che aderiscono Forum oggi sono ai vertici dei propri campi”, la mia Amministrazione sta andando a lavorare insieme con il settore privato per migliorare l’economia e renderla attraente per le imprese che vogliono creare nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti dalla Silicon Valley fino alla cuore del Paese”. se la notizia dovesse essere confermato uscirebbe dal questo advisory board l’unico manager della sharing economy.
Uber torna a essere l’app di ride sharing più scaricata su AppStore USA. Finito l’effetto del #DeleteUber
Dall’1 di febbraio Uber è ritornata a essere la app di ride sharing, la condivisione dell’auto dell’era della sharing economy, più scaricata nell’AppStore di Apple USA. Uber, come mostrano i dati di Appannie, è riuscita quindi a riappropriarsi in pochissimo tempo del primato e a ritornare davanti alla concorrente Lyft. Negli ultimi giorni di gennaio la rivale Lyft – dopo la polemica che si era scatenata attorno a Uber con l’hashtag #DeleteUber lanciato sui social network da molti utenti della società – aveva superato la società di Travis Kalanick come numero di download di app effettuate negli Stati Uniti tramite lo store di Apple. Le polemiche degli utenti Uber erano nate lo scorso weekend subito dopo l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo emesso da Donald Trump in materia di immigrazione quando, come testimoniato da numero post sui vari social network, alcuni utenti avevano cancellato l’app Uber dai propri smartphone o tablet in segno di solidarietà ai tassisti di New York che stavano scioperando contro il provvedimento del neo Presidente USA. Il dato dell’1 febbraio è stato confermato anche dai download effettuati nella giornata di ieri 2 febbraio.
Nel 2016 con il crowdfunding in Italia sono stati raccolti 91,7 milioni di Euro

Starteed, una crowd-company che sviluppa soluzioni nel mercato del crowdfunding, ha recentemente aggiornato al 2016 la fotografia che periodicamente scatta per analizzare il fenomeno del finanziamento collettivo tipico della sharing economy in Italia. Secondo i dati resi noti il totale delle somme raccolte in Italia dalle varie piattaforme di crowdfunding nel 2016 ammonta a 91,7 milioni di Euro che rappresentano una crescita complessiva del 62% del settore rispetto al 2015. Starteed , he ha analizzato anche le tendenze in atto, nota che il secondo semestre dell’anno appena concluso ha fatto registrare una crescita del 35% rispetto ai primi sei mesi del 2016. Per quanto riguarda il valore medio per singolo progetto scorrendo i dati si nota che i progetti di equity crowdfunding sono quelli più importanti in termini di raccolta grazie a una media per campagna di circa 243 mila €. Sulle piattaforme Donation/Reward, l’importo di raccolta medio per progetto si assesta, invece, intorno ai 4.000 Euro. Per il 2017 Starteed si aspetta una crescita ulteriore grazie anche alle recenti norme introdotte con la Legge di Bilancio dal Governo che ha introdotto nuovi incentivi sia per le imprese che fanno ricorso a questa forma di finanziamento sia per gli investitori. La ricerca completa è disponibile al seguente link https://blog.starteed.com/il-crowdfunding-in-italia-tutti-i-numeri-e-le-piattaforme-aggiornato-a-gennaio-2017-e12535b00542#.rssyjx6fm
Turismo: nel 2016 i pernottamenti in Italia sono stati quasi 400 milioni. In aumentano i turisti che scelgono di alloggiare in appartamenti

Secondo Eurostat, nel 2016 nelle strutture turistiche italiane si sono registrati 394 milioni di pernottamenti, in aumento dello 0,5% rispetto al 2015. A pesare è stato soprattutto il flusso dei visitatori esteri: oltre 195 milioni i pernottamenti degli stranieri in Italia nel 2016, in aumento dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Solo la Spagna fa meglio con oltre 454 milioni di pernottamenti, mentre in Francia il dato è identico a quello italiano. La Francia, però, a differenza dell’Italia, registra un calo nel numero dei pernottamenti che è pari al 4,6%. Cresce, insomma, il volume delle presenze turistiche in Italia, così come cresce la tendenza dei viaggiatori ad alloggiare in appartamenti piuttosto che nelle più tradizionali strutture alberghiere. Secondo quanto emerge da Hundredrooms, motore di ricerca di appartamenti turistici, esistono nel Paese circa 500 mila appartamenti di questo tipo, che i proprietari espongono in diverse piattaforme online per affittarle ai visitatori. Un numero cresciuto a dismisura negli ultimi anni, complice la cultura sempre più in auge della sharing economy. Diverse sono le ragioni per cui sempre più turisti scelgono questa opzione: ai pacchetti turistici preconfezionati, il visitatore contemporaneo preferisce un’esperienza più locale e una maggiore autonomia, aspetti che può soddisfare affittando una casa o una stanza tutta per sé. Una soluzione che peraltro risulta spesso anche più economica. Hundredrooms viene incontro all’esigenza di aggregare le informazioni di queste piattaforme, facilitando le ricerche degli utenti e permettendo un risparmio di tempo e denaro. La start up spagnola, nata a Palma di Maiorca nel 2014, aggrega appartamenti di siti terzi, principalmente di agenzie di viaggio online e altre piattaforme come Housetrip, Only-apartments, Roomrama, Migoa consentendo di espolare in una sola volta oltre 100 siti web e circa 7 milioni di case vacanza.
Car2go conferma la propria leadership nel car sharing. Nel 2016 +27% di clienti in Italia

Car2go, la società di car sharing del Gruppo Daimler, continua a crescere confermando la sua storia di successo a livello globale e il successo che la sharing economy sta riscuotendo nei principali paesi del mondo. Solo nel 2016, infatti, car2go ha aumentato del 43% il numero dei suoi iscritti in tutto il mondo raggiungendo così i 2,2 milioni di clienti che hanno effettuato, solo nell’ultimo anno, 22 milioni di noleggi (+21%), percorrendo 145,60 milioni di chilometri. Inoltre, ogni 1,4 secondi inizia un noleggio car2go nel mondo.
Berlino è la città con la più grande community car2go con oltre 175.000 clienti, mentre Madrid è la città che nel 2016 ha avuto la maggiore crescita a livello di utenti affiliati al servizio (+96.000 per un totale di 140.000 clienti).
Anche l’Italia continua a registrare numeri in costante crescita, dopo 3 anni e mezzo dal lancio del servizio, nel 2016, infatti, gli utenti sono aumentati del 27% e, oggi, sono 330.000 gli italiani che utilizzano il car sharing a flusso libero di car2go e che hanno percorso, a bordo dei 2.070 veicoli smart, 43 milioni di chilometri in totale. In particolare Roma è la città in cui il car sharing di Daimler ha riscosso maggior successo raccogliendo 134 mila utenti, seguita a breve distanza da Milano con 130 mila Milano rimane però in testa per quanto riguarda i Km percorsi, che hanno raggiunto quota 22 milioni. Questo risultato dipende anche dall’arrivo nella flotta meneghina dei 750 nuovi modelli di smart fortwo e dei 50 modelli forfour. Per il 2017 la società ha in serbo diverse novità sia in Italia che nel mondo. Olivier Reppert, CEO of car2go Group, è, infatti, molto ottimista a questo proposito: “Quello del car sharing è un mercato sempre più dinamico e in crescita. Continueremo a implementare il nostro business anche durante quest’anno con nuove flotte, offerte e prodotti.” Klaus Entenmann, CEO di Daimler Financial Services AG, aggiunge: “Car2go è parte integrante della nostra offerta di mobilità e sempre più clienti usano i nostri servizi avendo un particolare obiettivo in comune: vogliono per la loro città una mobilità che sia moderna, flessibile e spontanea – senza dover possedere un’auto.”
Sviluppare servizi e soluzioni di mobilità innovative, rappresenta da sempre una delle grandi sfide del Gruppo Daimler, che dal 2008 è protagonista della sharing economy grazie al servizio car2go, che ha lanciato per primo un modello di car sharing mai sperimentato prima d’allora, ovvero quello a flusso libero. Partendo da un progetto pilota nella città tedesca di Ulm, car2go è diventato oggi il più grande servizio di car sharing, leader mondiale, presente in 26 realtà urbane tra Europa, Nord America e Cina, dove offre un servizio al passo coi tempi, che garantisce nuove possibilità di utilizzo e, al contempo, libertà di movimento. Un impatto, quello di car2go nella nostra società e nella vita di tutti i giorni, che è stato definito rivoluzionario e che ha trasformato il modo di vivere la città e la mobilità urbana.
Sharing economy e Trump: Lyft scalza Uber nella classifica AppStore USA. Effetto del #DeleteUber?

La polemica che si è scatenata attorno a Uber ai margini del dramma dei rifugiati che si è consumato all’aeroporto JFK di New York lo scorso weekend in conseguenza dell’ordine esecutivo emesso dal Presidente Donald Trump che ha sospeso l’ingresso negli USA ai cittadini di sette paesi arabi parrebbe avere i primi effetti anche nel mondo della sharing economy. La rapida diffusione sui social network dell’hashtag #DeleteUber potrebbe essere infatti alla base dei tanti download che l’app di Lyft, il principale concorrente di Uber nel segmento del ride sharing, sta avendo in queste ore negli USA. Lyft ha infatti superato nella classifica di AppStore (secondo i dati di Appannie) la rivale e nella giornata di oggi 30 gennaio risulta essere la quarta app più scaricata in USA. (Il 28 gennaio sempre secondo Appannie l’app di Uber era tredicesima mentre quella di Lyft era ventisettesima). Tra gli utenti del colosso fondato da Travis Kalanick si è, infatti, diffuso da venerdì il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (proclamato dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore Travis Kalanick che su Facebook aveva annunciato il sostegno pro bono per i prossimi 90 giorni ai driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA. Inoltre, nella giornata di oggi 30 gennaio Lyft ha reso noto di aver stanziato 1 milione di US$ da devolvere nei prossimi quattro anni all’American Civil Liberties Union (ACLU). Come scritto da SocialEconomy, anche Uber oggi si è mobilitata sul tema emigrazione. Uber, infatti, tramite il proprio blog e i social network ha diffuso oggi la lettera inviata dal CEO Travis Kalanick ai driver operanti negli USA colpiti dall’ordine esecutivo emesso da Donald Trump. “L’ingiusto divieto posto dal Presidente Trump negli Stati Uniti ha portato il nostro team USA a mobilitarsi a sostegno dei tanti autisti coinvolti” ha scritto Uber nel post su Facebook con cui è stata resa nota la lettera del fondatore del big della sharing economy. I punto salienti dell’intervento di Kalanick sono: supporto legale 24/7 per tutti gli autisti che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti; un indennizzo per i guadagni persi dagli autisti posti in condizione di non poter guidare; richiesta al governo di ristabilire con urgenza il diritto di viaggiare a tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti; un fondo di 3 milioni di dollari per la difesa legale degli autisti coinvolti. La lettera integrale del CEO del colosso del ride sharing Travis Kalanick è disponibile al seguente link https://newsroom.uber.com/standing-up-for-the-driver-community/

