Con Enel e Renault nasce e-go, il car sharing 100% elettrico riservato agli studenti e ai professori di Roma Tre 

Trenta veicoli elettrici e trenta postazioni di ricarica per fare il pieno di energia green: Enel Energia e Università degli studi Roma Tre hanno dato vita a e-go Car Sharing 100%, il servizio per gli spostamenti sostenibili riservato a studenti e personale docente e amministrativo dell’Università romana. Le stazioni di ricarica sono installate presso quattro parcheggi dell’Ateneo (Rettorato, Lettere, Economia, Ingegneria). Per il servizio vengono impiegati veicoli elettrici Renault (dieci Zoe e venti Twizy). Dal 16 ottobre il car sharing elettrico è aperto a tutti gli studenti e al personale docente e amministrativo, sia per gli spostamenti universitari che per l’utilizzo privato, anche nel week end. Per la ricarica dei veicoli elettrici potranno essere utilizzate anche le stazioni della rete esterna all’Ateneo. Il servizio sarà gratuito fino al 31 dicembre 2016. Dal 1 gennaio 2017 verranno invece applicate delle tariffe ad hoc (noleggio a minuto, tariffa giornaliera ecc). Il progetto prevede la creazione di un Think Tank di studenti dedicato alla mobilità elettrica, che effettuerà anche l’analisi scientifica dei dati di utilizzo del servizio. “Riteniamo che il Think Tank sia il vero valore aggiunto. Gli studenti non saranno semplici utenti ma attori principali di questo servizio” – sostiene Dianamaria Pacchioni, Responsabile Innovazione e Nuovi Business Mercato Italia di Enel. Gli studenti verranno infatti inseriti in un percorso di formazione sui temi relativi alla mobilità sostenibile e alla sharing economy, con la possibilità di partecipare a talk dedicati con manager Enel o personalità del mondo dell’impresa, accademico, istituzionale.
La pagina Facebook di e-go permetterà di avere informazioni sempre aggiornate e di interagire attivamente con i gestori del servizio, ad esempio lasciando feedback e suggerendo miglioramenti.
“Siamo orgogliosi di presentare oggi questo servizio insieme all’Università Roma Tre, siamo certi che l’ambiente universitario sia un terreno fertile per sviluppare e promuovere la mobilità sostenibile” – conclude Nicola Lanzetta, Responsabile Mercato Italia di Enel.

Con Qantas e Airbnb la sharing economy sale in aereo 


Qantas e Airbnb hanno annunciato di aver stretto una partnership che consente ai membri del programma Frequent Flyer di Qantas l’opportunità di guadagnare punti Qantas quando prenotano il proprio alloggio Airbnb attraverso il sito qantas.com. La compagnia di bandiera australiana e il leader degli alloggi della sharing economy hanno deciso di collaborare  per premiare gli 11,4 milioni di membri della Qantas Frequent Flyer con un punto Qantas per ogni dollaro speso su uno qualsiasi dei 2,5 milioni di annunci Airbnb presenti in 191 paesi al mondo. La partnership  è il primo passo di Qantas in tema di accordi commerciali con imprese digitali e tecnologiche. Il CEO di Qantas Alan Joyce ha detto che era una scelta naturale per due marchi globali con un track record di successo. “Il modo in cui le persone di tutto il mondo pianificano, prenotano e fanno esperienze di viaggio sta cambiando rapidamente con la rivoluzione digitale”, ha detto Joyce.”Sappiamo che molti dei nostri clienti hanno le stesse probabilità di organizzare un viaggio con Airbnb” rispetto a quanti prenotano un hotel. “Dalla creazione della classe business nel 1970 all’ introduzione della tecnologia mobile per trasformare il processo di check-in negli ultimi anni, Qantas ha sempre cercato il modo per reinventare i viaggi aerei – proprio come Airbnb ha fatto per gli alloggi. Siamo davvero entusiasti del potenziale di questa collaborazione”. Il CEO di Airbnb e co-fondatore Brian Chesky ha detto che il numero uno dei motivi persone viaggiano su Airbnb è perché vogliono sentirsi come coloro che vivono stabilmente nella destinazione prescelta, anche se solo per una notte.”Il nostro annuncio con Qantas evidenzia la rapida crescita delle esperienze personalizzate e uniche disponibili attraverso la comunità Airbnb”, ha detto Chesky.”La gente di tutto il mondo sta sperimentando un modo diverso di viaggiare attraverso Airbnb. Siamo impegnati a collegare le persone con l’ospitalità della gente del posto, accogliendo i viaggiatori nelle loro comunità”. ” Ci sono solo una manciata di marchi globali che capiscono che il viaggio sta cambiando per il meglio. Qantas è uno di quei marchi”. Per celebrare la nuova partnership, Qantas e Airbnb stanno offrendo per il mese di ottobre ai membri Qantas Frequent Flyer che prenotano una casa Airbnb un concorso che prevede  come premio quattro biglietti in classe business di andata e ritorno per San Francisco, alloggi Airbnb cinque notti a San Francisco utilizzando un voucher di Airbnb del valore di 5000 $ e 4000 $ caricati su una carta di Qantas. L’accordo siglato tra la compagnia di bandiera dell’Australia e il colosso della sharing economy con sede in USA, ha un precedente nel settore aereo risalente all’ottobre 2015 quando Virgin Atlantic aveva stretto una partnership per premiare i propri frequent flyer che scelgono una casa Airbnb. Con questo accordo si allarga quindi la platea di aziende che punta con iniziative commerciali/marketing di aumentare la propria base utenti puntando anche sui fan dell’economia condivisa. Una delle prime corporation a puntare su questo target è stata American Express che aveva siglato intese con Uber e Airbnb per dare agli American Express® Member Card di utilizzare, nel caso di prenotazione di alloggi,  i punti Membership Rewards per le prenotazioni Airbnb direttamente attraverso il sito della società californiana e nel caso degli utenti Uber di raddoppiare i punti Membership per le corse pagare con la propria iconica carta di credito. 

Cos’è la sharing economy? Eccolo spiegato in un video realizzato da Virgin

La sharing economy ha oramai contagiato molte persone in giro per il mondo che in modo del tutto naturale sono diventati testimonial e influencer dei servizi dell’economia condivisa. Virgin Group, la multinazionale creata da Sir Richard Branson che oggi conta oltre 400 società, ha realizzato un video, visibile su YouTube, che in pochi secondi spiega cos’è la sharing economy

A novembre del 2015, Virgin America, la celebre compagnia aerea low cost di cui Sir Richard Branson’s Virgin Group è azionista di minoranza, e Airbnb, uno dei massimi attori della sharing economy, hanno sottoscritto una partnership grazie alla quale i membri Virgin Elevate, il programma fedeltà della compagnia aerea simile al programma Millemiglia di Alitalia o al Miles&More di Lufthansa, potranno guadagnare punti per i soggiorni effettuati presso alloggi Airbnb.

DriveNow, a Milano è arrivato il car sharing di BMW

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La sharing economy continua la sua espansione nel capoluogo lombardo. DriveNow, il servizio di car sharing frutto della joint venture tra il Gruppo BMW e SIXT, è finalmente arrivato a Milano. La flotta DriveNow è quindi pronta a fare il proprio ruolo per facilitare gli spostamenti dei milanesi da un punto all’altro della città, in qualunque momento e senza necessità di prenotazione, tramite un sistema di noleggio in modalità free float. Composta da 480 veicoli premium BMW (Serie 1, Serie 2 Active Tourer e Serie 2 Cabrio) e MINI (MINI Clubman, MINI 5 porte e MINI Cabrio), il parco auto DriveNow circolerà su un’area operativa di 126 km quadrati compresa tra il quartiere Gratosoglio a sud, la stazione di Milano Bruzzano a nord, il cimitero di Lambrate a est e il parco divertimenti Acquatica Park a ovest. È inoltre in fase di definizione l’inclusione dell’area operativa degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa. Entro la fine del 2016 DriveNow si è infine posta come obiettivo l’introduzione di 20 BMW i3 elettriche. DriveNow è una realtà già affermata in svariate metropoli europee, tra cui Monaco, Berlino, Düsseldorf, Colonia, Amburgo, Vienna, Londra, Copenhagen, Stoccolma e Bruxelles. E Milano è l’undicesima città raggiunta nel mondo. Durante la fase di lancio, l’iscrizione e i primi 20 minuti di guida saranno gratuiti, mentre successivamente la registrazione avrà un costo di €29 una tantum. “Con circa due milioni di persone che abitano o transitano ogni giorno in città, un traffico ad alta densità e una particolare ricettività dei cittadini all’adozione di servizi di car sharing, Milano rappresenta la metropoli ideale per l’ingresso di DriveNow nel nostro Paese,” afferma Andrea Leverano, Managing Director DriveNow Italia. “Siamo quindi estremamente soddisfatti di poter entrare in questo mercato, certi che il nostro servizio possa rappresentare un’importante integrazione al fine di costruire un vero e proprio modello di intermobilità cittadina”. Utilizzare DriveNow è semplicissimo: è sufficiente aprire l’app e selezionare il momento e il luogo in cui si vuole noleggiare un’auto. La tariffa base al minuto varia da 31 a 34 centesimi (per i modelli BMW Serie 2) e comprende i costi di benzina, assicurazione, parcheggio (strisce blu, strisce gialle) e AREA C. Durante il noleggio è possibile sostare in qualsiasi parcheggio consentito al costo di 20 centesimi al minuto. Per terminare il noleggio, è sufficiente lasciare l’auto in un parcheggio consentito all’interno dell’area operativa. All’interno dell’area che viene visualizzata in verde all’interno dell’app, pari a 78 km quadrati , il parcheggio non prevede costi aggiuntivi. Ai clienti che, invece, vorranno lasciare l’auto nell’area colorata in giallo (corrispondente cira alla periferia di Milano) verrà addebitato un costo extra di €4,90. “Il nostro obiettivo primario è offrire ai nostri utenti la possibilità di vivere una nuova esperienza con un servizio di car sharing innovativo, flessibile e di alta qualità,” conclude Andrea Leverano. “Siamo convinti che la presenza di un’ampia scelta di opzioni di mobilità, tra cui una valida alternativa alle auto private come DriveNow, contribuirà ad alleviare il problema del traffico in città”. Con oltre 700.000 clienti in Europa, DriveNow è tra le principali realtà di car sharing al mondo. Circa il 20% degli oltre 4.700 veicoli della flotta sono modelli elettrici BMW i3.

Anche la cultura può essere in sharing: Pirelli inaugura le nuove biblioteche aziendali


Non è propriamente sharing economy, ma l’apertura delle due biblioteche aziendali Pirelli per le caratteristiche e i valori che ha alle proprie radici rappresenta un esempio concreto di cultura circolare e di economia della condivisione. L’inaugurazione delle biblioteche localizzate all’interno dell’headquarter Pirelli di Milano Bicocca e dello stabilimento di Bollate si inserisce nell’ambito di #ioleggoperché 2016, la campagna di promozione della lettura organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) di cui Pirelli è main partner e che quest’anno si focalizza sullo sviluppo di attività di promozione e creazione di biblioteche aziendali e scolastiche. Saranno circa 3500 i volumi messi a disposizione dei dipendenti per il prestito e la consultazione: dalle ultime novità editoriali, alla narrativa, saggistica, gialli e fantascienza e altro ancora. Sono stati gli stessi dipendenti di Pirelli, attraverso la community di appassionati lettori di Milano Bicocca e il coinvolgimento attivo di quelli di Bollate, ad aver selezionato i primi 1.000 titoli considerati “immancabili” sugli scaffali delle nuove biblioteche. A questi si sono aggiunti i volumi donati dalle RSU aziendale, quelli acquistati dall’azienda e i libri scelti da Fondazione Pirelli (presieduta da Antonio Calabrò), custode dell’archivio Pirelli e della sua cultura di impresa. L’apertura di queste due nuove biblioteche, manifestazione concreta della social economy, si colloca nel solco di una forte tradizione che vede Pirelli promotrice di iniziative legate alla lettura e alla diffusione della cultura nei luoghi di lavoro: dalla prima biblioteca del 1928 all’apertura del Centro Culturale Pirelli con lo scopo di “raggruppare e coordinare varie iniziative a carattere educativo”, attraverso l’organizzazione di eventi musicali e teatrali, mostre e rassegne cinematografiche, convegni a cui erano invitati scrittori e artisti di fama mondiale. Le sue nuove biblioteche si vanno ad affiancare a quella già aperta con successo all’interno del Polo Industriale Pirelli di Settimo Torinese. L’inaugurazione dei due luoghi di cultura è avvenuta alla presenza del Vicepresidente Esecutivo e Ceo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, all’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, al Consigliere Delegato e Direttore della Fondazione Pirelli, Antonio Calabrò e al Presidente dell’AIE, Federico Motta. L’evento ha visto, inoltre, la partecipazione di Lella Costa, nella sua veste di Socio Onorario di Fondo Scuola Italia.

Twinkly, prosegue con successo su Kickstarter il crowdfunding per illuminare l’ albero di Natale 4.0


È partita da qualche giorno su Kickstarter la campagna di crowdfunding, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy, di Twinkly, le luci smart per l’albero di Natale create dalla startup tricolore Ledworks. La caratteristica principale di queste lucine natalizie è che è possibile controllarle anche a distanza tramite smartphone. Obiettivo dei promotori è raccogliere entro novembre 50 mila euro per poter avviare così la produzione e la distribuzione del prodotto entro il Natale 2016. Al momento al raggiungimento dell’obiettivo mancano poco più di 15 mila Euro. La particolarità di Twinkly non è però semplicemente quella di essere delle luci controllabili da remoto tramite connessione Wi-Fi, da smartphone o tablet, infatti, queste lucine di nuova concezione sono in grado di poter dar vita a dei veri e propri giochi e coreografie luminose configurabili da dispositivi mobile. Con Twinkly, infatti, ogni singolo led, indirizzabile e a lente diffus,  può essere controllato è regolato con la massima precisione. Tramite L’app, Ios o Android,di Twinkly con un tap si possono sfogliare gli effetti disponibili, scaricarne di nuovi o personalizzarli per poi riprodurli immediatamente sull’albero. I fondatori di Ledworks non hanno tralasciato la componente social: gli utenti potranno condividere sui social network una GIF animata raffigurante la propria coreografia luminosa creata. Per poter aderire al crowdfunding, che già dopo la prima settimana ha raccolto più del 50% dell’obiettiv, c’è tempo fino al 4 novembre. Tra le opzioni offerte dai fondatori tramite Kickstarter c’è anche il rewards crowdfunding che da la possibilità a 52 euro di ricevere entro il Natale 2016 uno dei primi Twinkly così da poter essere i primi a sfoggiare il primo albero di Natale smart. 

Twinkly http://www.twinkly.com/

Video https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=xVId48QHEUo

La sharing economy può aiutare a combattere l’astensionismo elettorale? Per le presidenziali USA nasce VoterDrive che offrirà corse gratis Uber per recarsi al seggio


Come raccontato da autorevoli osservatori statunitensi l’astensionismo, soprattutto quello dei millennial, corre il rischio di essere il vero ago della bilancia nella sfida presidenziale USA che vede fronteggiarsi l’ex Sottosegretario alla Difesa Hillary Clinton e il magnate Donald Trump. Molti sarebbero, infatti, i giovani che,rimasti orfani del loro beniamino Bernie Sanders, starebbero pensando di non recarsi alle urne. Per combattere o almeno ridurre questo fenomeno, VoterDrive LLC ha annunciato il lancio del servizio VoterDrive ™ on-demand, un programma di get-out-the-voto (GoTv) bipartisan volto a fornire una facilitazione di trasporto a quei cittadini USA che vorranno recarsi alle urne per le elezioni presidenziali che si svolgeranno il prossimo 8 novembre. Coloro che parteciperanno all’iniziativa riceveranno una corsa gratuita da e per il seggio tramite Uber, il colosso della sharing economy. “VoterDrive porta una soluzione del 21 ° secolo ad un grave problema di fronte la nostra democrazia, la scarsa partecipazione al voto”, ha dichiarato Rich Masterson, CEO di VoterDrive. “La vita moderna si è evoluta in modo profondo dopo l’ultima volta, nel 2008, che abbiamo avuto una competizione aperta per la presidenza. Utilizzando la piattaforma  di Uber, VoterDrive fornirà agli elettori una corsa gratuita da e per il seggio (fino a US $ 10 per corsa). Gli interessati potranno richiedere la pianificazione del viaggio attraverso il sito VoterDrive.us. L’iniziativa di VoterDrive nasce dal fatto che meno del 60% degli aventi diritto si è recato alle urne nel 2012, in calo dal 62,3% rispetto al 2008. Secondo il Pew Research Center, gli Stati Uniti si classificano al trentunesimo 35 paesi per affluenza alle urne tra le trentacinque nazioni democratiche altamente sviluppate. Come raccontato recentemente in un articolo dal Washington Post soltanto il 41% dei millennial USA è sicuro di andare a votare per le presidenziali americane perche ha una bassa opinione dei due principali candidati, mentre,come ha notato la CNN, Hillary Clinton sembra avere un problema molto evidente con l’elettorato giovane. Per capire se la sharing economy, l’economia condivisa tanto amata dai millenials, riuscirà a avere un impatto, in ogni caso positivo perché volta a favorire l’espressione della democrazia partecipativa, occorrerà attendere le analisi successive al voto. 

Uber cerca persone disposte a effettuare consegne a domicilio

Uber, il colosso della sharing economy, ha pubblicato sul proprio sito un annuncio relativo alla ricerca di persone su Milano disposte a fare consegne per suo conto. L’annuncio, anche se non  dovrebbe essere relativo al servizio UberEATS, la consegna di pasti a domicilio che la società californiana sta per lanciare a Milano. Agli interessati Uber chiede la disponibilità per un paio di ore a pranzo, a cena e nel week end. Per poter essere selezionati da Uber occorre disporre di una bici o di uno scooter. Sull’annuncio non viene specificato il quadro retributivo ma si scrive che coloro che aderiranno alla chiamata otterranno “ottimi pagamenti”. Per fare le consegne per conto di Uber è necessario essere maggiorenni, essere in grado di sollevare pacchi di 15 chilogrammi e avere tutti i documenti in regola del mezzo prescelto. Per iniziare a fare le consegne occorre iscriversi a questo link e passare a ritirare lo zaino termico con il quale verranno fatte le consegne. UberEATS, che dopo una prima fase di sperimentazione si sta espandendo celermente in parecchie delle principali statunitensi, al momento è attivo in ventitré città USA tra cui a Atlanta, Austin, Chicago, Los Angeles, New York, San Francisco, Toronto, Whashington DC e in Europa a Barcellona, Parigi e Londra, in Asia a Dubai, Singapore e Tokyo, in Africa a Johannesburg e in Australia a Adelaide, Brisbane, Melbourne, Perth e Sydney. Secondo rumor, nei prossimi mesi UberEATS continuerà nell’ulteriore sviluppo della propria presenza. Il funzionamento del servizio è molto semplice: tramite la app tradizionale Uber, quando ci si trova all’interno delle aree coperte dal servizio, viene visualizzata una icona raffigurante un piatto. una volta cliccata basterà scegliere il piatto preferito è  il luogo di consegna e il gioco è fatto. In pochi minuti il pasto sarà sulla tavola del cliente. I piatti sono preparati da ristoranti in grado di garantire i migliori sapori local e il menu cambia tutti i giorni cosi da offrire ai clienti Uber la possibilità di gustare sempre qualcosa di nuovo. Curiosando tra gli annunci di lavoro relativi alle posizione al momento aperte si ricava che UberEATS prevede di lanciare il proprio servizio anche a Roma. Al momento le posizione aperte (consultabili a questo link) sono le seguenti: Community Support Rappresentative, General Manager su Milano e General Manager, Marketing Manager, Operation Manager Courier, Operation Manager Restaurants, e un Restaurant Partnership Manager  su Roma. Infine, UberEATS è alla ricerca di ristoranti che vogliono affiliarsi al proprio servizio di consegna. Sul sito www.ubereats.com è possibile per tutti i ristoratori inviare la propria domanda di iscrizione. Tra i vantaggi che vengono evidenziati primeggia quello relativo all’aumento dei volumi di vendita, e quindi l’espansione, per quei ristoranti che in altre città del mondo hanno aderito al sistema di Uber per il take away/delivery del food.

Il car sharing di BMW debutterà a Milano il 19 ottobre 

foto DriveNow

E’ ufficiale, dal prossimo 19 ottobre DriveNow, il car sharing di BMW in collaborazione con Sixt arriverà in Italia. Sull’onda del successo della sharing economy il colosso tedesco ha scelto Milano per il debutto italiano del servizio di auto condivisa. DriveNow partirà con una flotta di 480 vetture composta da BMW Serie1, BMW 2 active Tourer, BMW Serie 2 Cabrio, Mini 5 porte, Mini Cabrio e Mini Clubman. Tutte le auto sono dotate di navigatore, sensori di parcheggio, climatizzatore e impianto audio. Come si intuisce dal sito della società tedesca è possibile che nei prossimi mesi la flotta si possa arricchire delle BMW I3, le autovetture elettriche della casa automobilistica di Monaco. L’ambizione del carmaker è quello di costruire un car sharing premium che si caratterizzerà per le autovetture di fascia medio-alta. Milano sarà l’undicesima città al mondo a accogliere DriveNow, dopo Vienna, Londra, Bruxelles, Copneaghen, Stoccolma, Berlino, Amburgo, Monaco, Düsseldorf e Colonia. Il funzionamento del noleggio sarà a flusso libero (free floating), vale a dire con possibilità di iniziare e terminare il noleggio all’interno dell’area milanese (sarà vasta circa 130 km). I prezzi partiranno da 31 centesimi a minuto con AreaC e parcheggi su strisce gialle o blu inclusi chiamo ilometri illimitati. Sono, inoltre, previsti pacchetti di ore come ad esempio quello di 6 ore al costo di 54 euro con 120 chilometri inclusi. Il funzionamento è molto semplice, con possibilità di prenotazione del veicolo per 15 minuti, e avviene via smartphone tramite l’App che è già disponibile su Google Play e Apple Store. E’ già possibile registrarsi in modo semplice e intuitivo in pochi minuti e a differenza di Car2go si può concludere l’iscrizione senza doversi recare in un punto fisico. Durante la fase di lancio l’iscrizione è gratuita e comprende 20 minuti di noleggio gratuito. Al termine della promozione iscriversi costerà 29 euro.
 

Il torinese Carlo Ratti con il suo studio di architettura vuole trasformare una ex base militare USA in Germania nella città della sharing economy

 

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Lo studio di architettura Carlo Ratti Associati ha presentato un piano di riprogettazione e riconversione di un villaggio situato in Germania all’interno dell’ex base militare USA in un comune del ventunesimo secolo fondato sugli ideali alla base della sharing economy. Il Patrick Henry Village, che si trova alla periferia di Heidelberg in Germania, secondo l’idea del prestigioso studio di architettura e design potrebbe diventare un sito incentrato sul coliving, coworking e comaking. Il progetto è stato elaborato nel quadro della Internationale Bauausstellung (IBA) un’iniziativa che fin dai primi anni del ventesimo secolo ha promosso l’architettura d’avanguardia. Il Patrick Henry Village è stato inizialmente costruito nei primi anni ‘50 per le truppe dell’esercito degli Stati Uniti li dislocate, ed è stato lasciato libero nel 2013. Il sito di 97 ettari conteneva caserme, scuole, negozi, e strutture ricreative. Carlo Ratti Associati ha immaginato un futuro totalmente diverso, innovativo e al passo con lo sviluppo delle città e delle economie mondiali: un paese per circa 4000 persone che condividono. Il nome, nel caso in cui il progetto si concretizzi, sarà Patrick Henry Commune. “Storicamente, i comuni sono stati posti a sperimentare atteggiamenti e comportamenti lungimiranti, in cui le nuove idee sociali e l’architettura innovativa vanno di pari passo “, dice Carlo Ratti, docente italiano nato a Torino che oggi insegna Pratice of Urban Technologies presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston e socio fondatore di Carlo Ratti Associati. “Abbiamo iniziato questo progetto con una domanda: cosa sarebbe un comune basato sulla condivisione digitale? Questo sito unico – un enclave americana nel cuore dell’Europa – sembrava un banco di prova ideale per rispondere a questa domanda”. La vita nel Patrick Henry Commune sfrutterà i benefici di un’infrastruttura condivisa, le attività e gli stili di vita su scala urbana. Il “comune” sarà aperto a chiunque voglia avvicinarsi a questo paradigma, compresi gli studenti, ricercatori, imprenditori e famiglie. Il design reinventa il villaggio originario e crea un nuovo patrimonio architettonico suburbano fatto sia di edifici sia di campi destinati all’agricoltura. Gli edifici del Patrick Henry Commune ospiteranno le persone per soggiorni di varie lunghezze, sia per viaggiatori sia residenti locali, e sarà caratterizzato da alloggi a prezzi accessibili. Nei blocchi destinati al co-living gli spazi dedicati alle attività comuni – come cucine e ambienti comuni di co-working – saranno più numerosi rispetto alle unità residenziali private. Il progetto promuoverà anche soluzioni per la mobilità, offrendo un servizio di carsharing e una flotta di navette a guida autonoma per collegare il sito al centro della città di Heidelberg. L’uso di auto private sarà scoraggiato, liberando i garage delle ville per gli usi più creativi. Questi saranno, infatti, convertiti in fab-laboratori, contribuendo a portare la produzione di nuovo nelle città. Uno dei servizi più simbolici del Patrick Henry Commune sarà il “Maker Palace”. Questo edificio, ispirato alla progettazione concettuale di Cedric Price per un “Fun Palace” del 1961, è un esperimento di architettura open source. Questo edificio sarà caratterizzato all’interno da gru a ponte e pareti mobili per dare la possibilità ai residenti o agli ospiti di  riconfigurare lo spazio adattandolo alle proprie esigenze.  Il “Fun Palace” diventerà un luogo ideale per spettacoli ed eventi artistici. “Questo è un posto per l’economia della condivisione nella sua interpretazione più inclusiva, che coinvolge tutte le sfere della nostra vita quotidiana, dalle abitazioni al lavoro e alla mobilità “, ha affermato Emma Greer, Project Manager di Carlo Ratti Associati:”  Nelle prossime settimane, il progetto sarà presentato da Carlo Ratti Associati agli stakeholder locali a Heidelberg.Lo studio Carlo Ratti e Associati ha sede in Italia a Torino e all’estero a Londra e Boston.

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