Nell’era della sharing economy è possibile supportare il patrimonio artistico e culturale italiano attraverso il crowdfunding. Questo è l’obbiettivo di LoveItaly!, neonata associazione senza fini di lucro dedita a tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale Italiano che attraverso il finanziamento collettivo vuole sostenere i progetti di restauro in tutta Italia. LoveItaly!è stata creata da LVenture Group, holding di partecipazioni in startup digitali, quotata presso Borsa Italiana, ed un gruppo internazionale di coordinatori, esperti di settore e volontari dalle diverse ed integrate professionalità, accomunati dall’amore per le bellezze artistiche italiane. L’associazione opererà in collaborazione con i Ministeri e le Sovrintendenze nazionali e locali, gli istituti di belle arti ed i musei, le diverse autorità locali e nazionali,i rappresentanti della Chiesa, gli istituti superiori, tra i quali le Università e le Accademie italiane ed internazionali. Obiettivo dell’associazione è di raggiungere sia i milioni di visitatori che arrivano in Italia, sia il grandissimo numero di persone nel mondo appassionate della storia e cultura italiana. Per centrare il target Loveitaly! utilizzerà una piattaforma crowdfunding. In occasione del lancio dell’iniziativa Luigi Capello, CEO di LVenture Group e co-founder di LoveItaly! Sul suo blog ha scritto: “Molti di voi si chiederanno cosa c’entra una realtà di investimento come la nostra con un progetto come LoveItaly!”. “La risposta è nella formula del Give Back, il dare qualcosa alla società in cui viviamo. Come azienda, LVenture Group ha a cuore la propria responsabilità sociale: anche se il nostro business è creare aziende e generare capitali, siamo convinti dell’importanza di partecipare attivamente per migliorare la società.” “Per questo motivo abbiamo lanciato LoveItaly!. Crediamo che questo progetto, che sostiene l’arte e la cultura in maniera innovativa, rientri pienamente in questa linea di pensiero e ci permetta di collegare la nostra attività ad una causa nobile”. Con il lancio, LoveItaly! ha ufficialmente aperto le prime due campagne di crowdfunding: la prima riguarda il restauro del Cubicolo 3 della Domus del Centauro a Pompei, una stanza del II secolo a.C. ricca di decorazioni in stile pittorico. Il secondo progetto è il restauro, ad opera dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, di uno sarcofago di età imperiale custodito nella Galleria Corsini di Roma.
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Con AirDonkey la tua bicicletta può farti guadagnare 10 Euro al giorno
Una delle caratteristiche distintive della sharing economy è il suo essere disruptive per molti business tradizionali. La novità è rappresentata dal fatto che la rapida evoluzione che l’economia della condivisione sta avendo nel mondo può portare alla nascità di nuove società che potrebbero, almeno potenzialmente, avere la capacità di essere disruptive anche verso business nati da poco. Un esempio è costituito da AirDonkey, un innovativo progetto creato dalla società con sede in Danimarca Donkey Republic. Se AirDonkey dovesse prendere piede potrebbe, per le sue caratteristiche, essere un temibile concorrente per tutte le società di bike sharing. AirDonkey è una catenaccio e una piattaforma che, insieme, consentono ai proprietari di biciclette di affittare direttamente il proprio mezzo a chiunque abbia scaricato sul proprio smartphone l’app della società danese. Per dotare la propria bici di questo sistema gli ideatori hanno messo in vendita un kit al costo di 80 euro che una volta montato trasforma qualunque bicicletta in un veicolo condivisibile con altri e quindi in grado di generare un reddito. Al proprietario del mezzo, una volta montato il kit, non rimarrà da fare altro oltre che impostare l’area entro la quale rende possibile il noleggio della propria bici e, ovviamente, il tempo per cui vuole condividerla con gli utenti. Coloro che invece sono interessati a affittare la bicicletta, tramite la app scaricata sul proprio smartphone, apriranno il lucchetto per sbloccare la due ruote e potranno inziare a utilizzare la bici. Dopo i primi test effettuati nella sona Copenaghen, gli ideatori stanno promuovendo una campagna crowfunding su Kickstarter con l’obiettivo di raccogliere 250 mila Corone danesi. Il punto di partenza dell’idea dal quale sono partiti gli ideatori di AirDonkey è il seguente: la tariffa media per affittare una bicicletta nel Nord Europa è di circa 10 euro al giorno, con il sistema da loro proposto questi 10 Euro anziché andare tutti alla società di bike sharing verrebbero ripartiti al 20% a AirDonkey, mentre il rimanente 80% sarebbe riconosciuto direttamente al proprietario della bicicletta. Nel presentare la propria iniziativa Erdem Ovacik, co-fondatore di Donkey Republic ha dichiarato: “Troppe persone utilizzano la propria bicicletta soltanto una volta ogni tanto e ne posseggono anche una per i propri ospiti che non viene quasi mai utilizzata. Vogliamo permettere alle persone di fare soldi dalle proprie biciclette”.
Crowfunding, Equinvest attrae nuovi soci
Equinvest, una delle piattaforme italiane di equity crowdfunding autorizzata dalla Consob attrae nuovi soci. I business angel entrati nel capitale di Equinvest con una quota di 150 mila euro supporteranno la crescita della piattaforma di venture capital online che consente a investitori, istituzionali e retail, di investire in startup innovative. “Utilizzeremo i proventi derivanti dall’operazione per supportare il lancio delle nostre iniziative, in particolare nelle città di Roma e Milano – spiega Fabio Bancalà amministratore delegato di Equinvest che ha già all’attivo una importante esperienza nel mondo del Venture Capital con una società di investimento americana, la Quorumm Venture Partners di Washington. “Abbiamo deciso di fare da apripista alle future startup che si affideranno alla nostra piattaforma per crescere e dimostrare al mercato di essere in grado di coinvolgere investitori” – ha aggiunto Bancalà. Il mercato dell’equity crowdfunding in Italia rappresenta una enorme opportunità per le startup che oggi fanno i conti con un’industria del venture capital che conta troppo pochi player di riferimento nazionale. Riuscire a coinvolgere i privati nell’investimento in innovazione attraverso il finanziamento di attività dell’economia reale rappresenta la vera chiave di volta per alimentare l’ecosistema delle startup italiane. Equinvest è stata supportata nelle attività dallo studio milanese Trevisan & Cuonzo Avvocati, che attraverso il progetto 4Innovation, un programma voluto dai partners dello studio a supporto del mondo delle startup, ha seguito gli aspetti legali dell’operazione. “Abbiamo seguito Equinvest nella fase più delicata del round – spiega Sasha Picciolo avvocato dello studio legale Trevisan&Cuonzo e responsabile del progetto 4Innovation – nella redazione dei patti parasociali e nella modifica dello Statuto sociale”. Con 4Innovation lo studio Trevisan&Cuonzo si conferma in prima linea nel sostegno al mondo italiano dell’innovazione.
Rock & Roll Ride: le auto classiche in car sharing
Un servizio simil Uber per le auto storiche e supercar? L’idea è venuta a Brandon Moossy e Richard Rawlings, due ragazzi di Austin in Texas. Per realizzarla i due hanno organizzato un crowdfunding su Kickstarter con l’obiettivo di raccogliere almeno 50 mila dollari US – in totale gli investimenti che i due americani devono fare ammontano a oltre $500 mila – al fine di terminare lo sviluppo dell’app (per dispositivi Apple e Android) che renderebbe possibile la nascita del servizio. Il nome della loro iniziativa, che vuole facilitare il ride sharing e il car sharing delle quattro ruote classiche, storiche, supercar, o exotic car per un giro in solitario o in condivisione, è Rock & Roll Ride. Nelle intenzioni dei fondatori di Rock&Roll Ride c’è quella di offrire tramite il servizio da loro ideato, che si basa su una app che geolocalizza le vetture e che rende possibile il matching domanda/offerta, la possibilità ai proprietari di auto speciali di mettere a reddito il proprio bene, proprio come già succede nell’era della sharing economy con le imbarcazioni tramite Sailo o Boatbound o le abitazioni tramite Airbnb o Wimdu, e al contempo quello di permettere agli amatori delle auto speciali di levarsi lo sfizio di un giro su una Cadillac, una Ferrari o altre automobili ever green. I due statunitensi hanno anche pensato a una serie di accortezze quali un processo di registrazione che verifica solvibilità e patente del richiedente e l’assicurazione che copre danni al mezzo o procurati a terzi. Per quanto riguarda la città in cui lanciare il servizio sul sito della società è stato aperto un contest e quindi saranno gli utenti a deciderlo: al momento è in testa Hashburn seguita da Austin e Dallas.
Crowdfunding, dopo Kickstarter il rasoio laser ci riprova su Indiegogo
Nelle ultime ore l’attenzione degli osservatori che animano il mondo del crowdfunding è stata catalizzata da campagna fondi partita su Kickstarter e che adesso, dopo lo stop imposto dalla piattaforma dalla grande K, si sta svolgendo su Indiegogo. Oggetto del crowfunding è un rasoio laser, Skarp Razor, che se realizzato potrebbe cambiare in meglio le abitudini quotidiane di tutti gli uomini. L’idea è di Morgan Gustavsson e Paul Binun,due giovani ragazzi che propongono un rasoio laser in grado di riconoscere il cromoforo, una particella incorporata nel pelo. Al riconoscimentio della particella il laser si attiva e quindi è possibile raderlo senza far ricorso alla classica lama. I vantaggi conseguenti a questo nuovo metodo di rasatura sono evidenti: niente più irritazioni, tagli, schiuma da barba e minore inquinamento visto che secondo i promotori di Skarp Rasor solo negli stati Uniti ogni anno vengono consumati oltre due miliardi di rasoi usa e getta. Quarantotto ore fa, come riportato dal The Indipendent, Kickstarter ha sospeso la campagna fondi – che era già arrivata a raccogliere quattro milioni di dollari – perché i due inventori avrebbero infranto le regole della piattaforma che prevedono l’esistenza di un prototipo. Morgan Gustavsson e Paul Binun in risposta a questa iniziativa hanno avvitato ieri un’altra campagna fondi su Indiegogo centrando il proprio boeittivo di raccolta e incamerando già consensi per complessivi 220 mila US dollari. Il costo del rasoio, che secondo gli invetori sarà disponibile a partire dal marzo 2016, è di 159 US dollari.
Crowdfounding, uno strumento di finaniziamento anche per i Comuni italiani
Europcar Lab acquisisce la maggioranza di E-Car Club. È la prima exit di una società finanziata tramite il crowdfunding
A metà dell’estate 2015 si è compiuta un’operazione di M&A che ha tutte le caratteristiche per essere ricordata a lungo come una delle pietre miliari della storia dell’equity crowdfunding: la quota di maggioranza di E-Car Club, società britannica di carsharing elettrico che nel 2013 aveva raccolto 100 mila sterline tramite la piattaforma UK Crowdcube, è stata acquista dalla divisione avviata da Europcar nel 2015 per promuovere l’innovazione nel campo della mobilità. Il deal rappresenta la prima exit di una società finanziata tramite la formula del finanziamento collettivo. Anche se i dettagli economici dell’operazione non sono stati resi noti, la piattaforma di crowdfunding in una infografica ha parlato di un ritorno multiplo per i 63 investitori che avevano creduto nelle potenzialità della startup fondata da Chris Morris e Andrew Wordsworth investendo singolarmente da un minimo di 10 sterline a un massimo di 15 mila pound. Successivamente al finanziamento collettivo, nel capitale di E-Car Club era entrato il fondo inglese specializzato in startup del settore energy Ignite Social Enterprise. Parallelamente all’annuncio dell’operazione, Crowdcube ha reso noti alcuni dati relativi alla campagna di crowdfunding E-Car Club del 2013: 63 investitori; singolo minor investimento £ 10; singolo maggiore investimento £15 mila; investimento medio £1.5 mila; l’87,5% degli investitori in E-Car Club ha partecipato a altre iniziative su Crowdcube; complessivamente i 63 investitori hanno fatto su Crowdcube altri 894 investimenti; il portfolio medio è di 12 investimenti; il portfolio più ampio è 237 investimenti.
Kickstarter diventa una Pubblic Benefit Corporation
Kickstarter Inc è non esiste più. L’annuncio è arrivato ieri 21 settembre. Al suo posto è nata, per volere di tutti i soci, Kickstarter PBC – Pubblic Benefit Corporation.
Quello che potrebbe sembrare un banale cambio di denominazione legale racchiude in se una sostanziale novità: l’impegno della principale piattaforma di crowdfunding a considerare nella sua gestione anche l’impatto delle proprie decisioni sulla società civile e non solo quello sui propri azionisti.
Tra gli impegni assunti spicca quello di donare il 5% degli utili post tasse annuali all’educazione artistica e a organizzazioni che combattono le diseguaglianze.
Le Benefit Corporation sono imprese “for profit” che si obbligano legalmente a perseguire un beneficio pubblico accanto al tradizionale obiettivo di massimizzare i profitti per i propri soci.
Kickstarter si è detta “Entusiasta di partecipare a una lista crescente di organizzazioni lungimiranti – come Patagonia e This American Life” notando però che “Solo lo 0,01% di tutte le imprese statunitensi hanno fatto questa” trasformazione.
“Dall’inizio di Kickstarter – scrivono nello statement i fondatori – siamo stati al servizio di artisti, inventori e pubblico per far nascere progetti creativi. Il nostro nuovo status di Benefit Corporation codifica fermamente” questa mission che guida noi e i futuri leader di Kickstarter”.
Anomalisa, dal crowdfunding di Kickstarter al Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia
Il Festival del Cinema di Venezia terminato sabato scorso è destinato certamente a rimanere nella storia della sharing economy e del crowdfunding. Il motivo è Anomalisa, il film di animazione creato da Charlie Kaufman, già premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale con Se mi lasci ti cancello, e realizzato insieme a Duke Johnson. Il lungometraggio in stop-motion rappresenta, infatti, la prima opera interamente finanziata su Kickstarter ad approdare (con successo visto che al Lido si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria) a un festival di cinema internazionale. I creatori di Anomalisa nel luglio del 2012 si erano rivolti agli utenti della principale piattaforma di co-finanziamento per reperire i fondi necessari per produrre il film, che trae spunto dall’omonimo spettacolo teatrale, ricevendo in quasi due mesi poco più di US$ 400 mila da 5770 donors, andando quindi ben oltre i US$ 200 mila richiesti inizialmente. Il motivo per il quale i creatori insieme ai produttori Dan Harmon e Dino Stamatopoulos della Starburns Industries hanno fatto il ricorso al crowdfunding è stato spiegatodagli stessi creatori al lancio del progetto: “Produrre questo film unico e bello al di fuori del tipico studio system hollywoodiano dove crediamo che non sarebbe mai stato permesso al pubblico di godere di questo brillante lavoro nel modo originario in cui è stato concepito”.
Anomalisa (video del dietro le quinte)
Chiude Contributoria, la piattaforma di giornalismo supportata dai lettori
Chiude Contributoria, la piattaforma di giornalismo finanziata dal Guardian a metà strada tra una piattaforma di blogging e un servizio di crowdfunding. Il sito di news, fondato da Matt McAlister, head of new digital business del Guardian e Sarah Hartley, ex giornalista dello stesso quotidiano britannico, nel 2012 si era aggiudicato il premio dell’ International Press Institute’s News Innovation Contest quale progetto editoriale più innovativo. A dare la notizia è stato Politico.EU che ha rilevato che nelle scorse settimane i fondatori hanno annunciato con una lettera ai membri del giornale la decisione di chiudere. Adesso arriva dalle pagine web della testata anche l’ufficialità. Sul sito si scrive, infatti, che Contributoria chiuderà il primo di ottobre dopo 21 edizioni mensili aggiungendo che i suoi articoli rimaranno comunque visibili in modalità Common Share liberi quindi di essere ripubblicati secondo le regole della licenza. Contributoria è nata a gennaio del 2014 con l’idea di offrire a giornalisti free lance uno spazio dove pubblicare i propri articoli in cambio di un compenso e per sostenere, quindi, il giornalismo indipendente di qualità. Da allora sono stati pubblicati 787 articoli e distribuiti agli autori compensi pari a oltre 268 mila sterline. Il funzionamento di Contributoria, il cui motto era “People supporting journalism” consisteva in pochi semplici, ma innovativi, passi: i giornalisti proponevano le proprie idee di reportage, la community di utenti paganti, tramite la sottoscrizione di una membership, votavano le proposte e le sostenevano dal punto di vista economico; gli articoli finanziati venivano poi pubblicati con cadenza mensile.
Contributoria (video)






