Per provare a capire quale sarà il futuro dal punto di vista economico-sociale bisogna studiare le abitudini dei millennials, categoria che ricomprende i nati dal 1980 al 2000. Chi oggi ha tra i 15 e i 35 anni può essere considerato, infatti, un precursore delle tendenze che potrebbero consolidarsi nei prossimi decenni. Goldman Sachs, una delle principali istituzioni finanziarie al Mondo, ha pubblicato recentemente uno studio (http://www.goldmansachs.com/our-thinking/pages/millennials/) basato su diverse autorevoli fonti, che analizza le loro abitudini destinate a influenzere l’economia e le strategie aziendali nei prossimi decenni. Dallo studio emerge che questa generazione, che soltanto negli USA comprende 92 milioni di persone, sta rimandando o evitando del tutto alcuni acquisti che le generazioni precedenti ritenevano dei “must to have”. In generale dalla ricerca emerge che per i millennials è più importante il “to rent” rispetto al “to buy”: dal 2005 al 2013 le persone interessate all’affitto di beni sono passate dal 52% al 60%. Sul dato certamente influisce il fatto che il reddito è in diminuzione. Questo fenomeno è chiaramente quello che sta alla base del successo che la sharing economy sta avendo a livello globale dove il concetto del possesso viene sostituito da quello dell’utilizzo. Il fenomeno pare cosi deflagrante che l’economista Jeremy Rifkyn ha dichiarato che tra “25 anni da adesso il car sharing sarà la norma mentre l’auto di proprietà sarà l’anomalia”. Scendendo nei particolari nello studio vengono esaminate 4 differenti prodotti: auto, borse di lusso, TV e casa. Per quanto attiene auto, le borse di lusso e TV il 30% dei millennials dichiara di non avere intenzione di comprarne questi beni nel prossimo futuro. Unico bene a cui millennials tengono è la casa che viene definita importante dal 40% della generazione di nativi digitali. Il fatto che l’abitazione sia un bene importante è confermato dal dato che il 93% di loro vorrebbe comprarne una nel prossimo futuro. Dallo studio completo emerge inoltre che i millennials: si sposano in età più avanzata (Età media 30 anni contro i 23 degli anni ‘70); divetteranno genitori più tardi; hanno meno fiducia nei brand rispetto alle generazioni passate; preferiscono l’eEcommerce all’acquisto in negozio perché hanno possibilità di confrontare prezzi, informazioni sul prodotto e valutazioni; sono dediti (sia a livello di consumi sia di tempo dedicato) al benessere del proprio corpo.
Link al report competo: http://www.goldmansachs.com/our-thinking/pages/millennials/
La goldman dica a draghi di stampare euro, altro che ricerche sulle abitudini dei millennials.
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