Italia: durante lo sciopero dei taxi sono aumentati i download dell’app Uber su iPhone e GooglePlay 

La chart dei download dell’applicazione Uber su iPhone dal 15 al 19 febbraio 2017 (dati da Appannie.com)


Oggi Domenica 19 febbraio 2017 è il quarto giorno di sciopero in tutte le città italiane dei taxi per via dello stato di agitazione proclamato dai tassisti per protestare contro un emendamento del Milleproroghe che sposta al 31 dicembre 2017 per il servizio di noleggio con conducente l’entrata in vigore del “divieto di sosta in posteggio di stazionamento su suolo pubblico nei comuni ove sia esercito il servizio di taxi”. Essendo stata individuata dai tassisti italiani come pro Uber, questa norma ha fatto scattare giovedì 16 febbraio 2017 lo stato di agitazione dei taxi in tutta Italia. Ma come stanno reagendo i consumatori davanti alla quasi totale (i taxi stanno garantendo un servizio sociale per quelle categorie di individui che hanno difficoltà motorie) impossibilità di utilizzare i taxi per i propri spostamenti? Un valido indicatore per provare a capire il comportamento degli italiani può essere considerato la classifica dei download effettuati tramite AppStore e GooglePlay per scaricare l’app di Uber su Iphone (iOS) o dispositivi Android. Scorrendo i dati di Appannie, prestigiosa società USA di business intelligence che analizza il mercato delle applicazioni, si scopre che in Italia dal 15 febbraio 2017 (ultimo giorno in cui i taxi hanno effettuato regolare servizio nell’arco delle 24 ore) a oggi 19 febbraio 2017 i download in Italia della app Uber sono aumentati sia sui dispositivi iPhone che su quelli Android. Il dato lo si ricava dal ranking (classifica) delle app più scaricate. Su iPhone l’app Uber è, infatti, passata (nella classifica generale delle app più scaricate in Italia) dalla posizione numero 276 a quella numero 23. Inoltre guardando nel dettaglio il grafico dei download effettuati negli ultimi 7 giorni si scopre che l’app di Uber è riuscita a arrivare nelle prime ore di oggi domenica 19 febbraio fino alla diciottesima posizione del ranking. Per quanto riguarda le app scaricate da GooglePlay quella di Uber è arrivata, invece, nella classifica delle app “IT applications” alla posizione numero 248 scalando tantissime posizioni visto che il 15 febbraio si trovava oltre il cinquecentesimo posto. Il picco dei download dell’app Uber in concomitanza con lo sciopero dei taxi sarà un caso o è segno che nell’era della sharing economy per i consumatori, soprattutto quelli delle grandi città (Uber in Italia è attiva a Milano e Roma) esistono tante alternative (car sharing, bike sharing, car pooling e ride sharing ad esempio) che rendono meno efficace il tradizionale sciopero? 

La chart dei download dell’applicazione Uber su GooglePlay dal 15 al 19 febbraio 2017 (dati da Appannie.com)

Sabato 18 febbraio: proseguono in Italia le proteste dei Taxi contro Uber


Anche oggi sabato 18 febbraio prosegue lo stato di agitazione dei taxi italiani che protestano contro un emendamento contenuto nel Milleproroghe che viene, dai tassisti, individuato come pro Uber. La giornata appena iniziata è quindi il terzo giorno consecutivo in cui i taxi non garantiranno il proprio servizio). A Milano chiamando stamattina il radio taxi 8585 una voce registrata avverte che il servizio non è garantito, mentre il centralino del servizio 4040 specifica che non si tratta di sciopero ma di uno stato di sospensione volontaria dal lavoro. Per quanto riguarda Roma, il 3570 avverte che è in corso uno stato di agitazione della categoria dei tassisti è che quindi le corse non sono garantite. La sostanza comunque non cambia e riuscire a trovare un taxi sara anche oggi impresa pressoché impossibile in tutta Itali.  Ad aver scatenato l protesta dei tassisti iniziata giovedì scorso è  il testo normativo che proroga a fine 2017 per il servizio di noleggio con conducente l’entrata in vigore del “divieto di sosta in posteggio di stazionamento su suolo pubblico nei comuni ove sia esercito il servizio di taxi”. Lo sciopero dei taxi a Milano al netto di qualche eccezione non sta provocando particolari disagi visto il buon funzionamento dei mezzi pubblici e i tanti servizi della sharing economy tra cui il car e il bike sharing. Per coloro che invece dal centro del capoluogo lombardo devono recarsi all’aeroporto di Malpensa i mezzi che possono essere usati sono i bus in partenza dal piazzale della stazione centrale oppure lo stesso di ride sharing di Uber che al momento (ore 8,41 di sabato 18 febbraio 2017) prevede un prezzo partendo da Piazza Duomo ricompreso tra i 146 euro di UberBLACK e i 207 euro per un UberVAN. Ricordiamo che La tariffa di Uber è dinamica e quindi come si legge sul sito della società prevede che “Quando la domanda è molto alta, la tariffa maggiorata fa salire il prezzo di una corsa in modo incrementale”. 

Taxi contro Uber: prosegue anche oggi lo sciopero dei tassisti italiani


Prosegue anche oggi 17 febbraio lo sciopero dei Taxi in tutta Italia (e quindi anche a Milano, Roma, Torino e Firenze) per protestare contro l’emendamento del Milleproroghe che secondo i tassisti favorisce Uber. Il testo normativo proroga a fine 2017 per il servizio di noleggio con conducente l’entrata in vigore del “divieto di sosta in posteggio di stazionamento su suolo pubblico nei comuni ove sia esercito il servizio di taxi”. Lo sciopero dei taxi a Milano non sta provocando particolari disagi visto il buon funzionamento dei mezzi pubblici e i tanti servizi della sharing economy tra cui il car e il bike sharing. Per coloro che invece dal centro del capoluogo lombardo devono recarsi all’aeroporto di Malpensa i mezzi che possono essere usati sono i bus in partenza dal piazzale della stazione centrale oppure lo stesso di ride sharing di Uber che al momento vede un prezzo ricompreso tra i 211 euro di UberBLACK e i 301 euro per un UberVAN. 

Sciopero dei taxi a Roma e Milano? Con la tariffa dinamica i prezzi di Uber s’impennano


In concomitanza con lo sciopero odierno dei taxi a Roma e Milano (e quindi con l’aumento della domanda) per la protesta contro un emendamento, giudicato pro-Uber dalle auto “gialle”, al Milleproroghe che congela obblighi e sanzioni per gli Ncc, i prezzi per effettuare una corsa tramite il servizio di ride sharing della società di San Francisco sono letteralmente saliti alle stelle. Un esempio: alle 19,55 (orario in cui scriviamo questo post) per andare da Piazza Duomo a Milano all’aeroporto di Malpensa varia dai 243,41 euro di una UberBLACK a 345,46 Euro per UberVAN. A Roma, invece, per andare da Piazza del Popolo all’aeroporto di Fiumicino occorrono da un minimo di 90 euro (UberBLACK) a un massimo di 112 euro (UberLUX). Per avere un termine di paragone ricordiamo che la tariffa fissa prevista dai taxi per le stesse tratte è di 95 Euro a Milano e di 48 euro a Roma se la corsa prende il via entro le mura aureliane. L’aumento dei prezzi è  previsto dall’app Uber: la tariffa  dinamica – si legge sul sito della società – prevede che “Quando la domanda è molto alta, la tariffa maggiorata fa salire il prezzo di una corsa in modo incrementale.fa salire il prezzo di una corsa in modo incrementale”.


 

 

Parte oggi a Milano  L♥VE MILAN il tour di Uber per conoscere i luoghi meneghini dove la passione si tinge di colori intensi

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UberTOUR , il nuovo servizio di Uber che consente di esplorare la città di Milano insieme ai propri amici per San Valentino presenta un nuovo tour tematico: LVE MILAN: relazioni pericolose disegnato in collaborazione con l’Associazione Culturale Città Nascosta Milano, che dal 2010 ha rivoluzionato il modo di vedere la città, ideando percorsi dedicati alla scoperta delle gemme nascoste di Milano. LOVE MILAN è un tributo alla città di Milano e all’Amore, non nella sua accezione più romantica, bensì nei suoi risvolti più intensi e drammatici, per condividere e scoprirne le sfumature più estreme. A partire da oggi 14 Febbraio e nelle settimane a seguire, si potrà prenotare con un semplice clic dall’app Uber  un percorso alla scoperta dei luoghi di tentazione della città meneghina; un tour 2.0 fotografico e culturale di 50 minuti al prezzo di 80€, da regalare o da condividere con chi si desidera.  Dall’amore osteggiato di Renzo e Lucia, a quello sofferto e a lungo sospirato di Stendhal per la dolce Matilde Viscontini, passando per l’amore mercenario dei gentiluomini milanesi a quello proibito di Marianna de Leyva, passata alla storia come la Monaca di Monza. Lungo il percorso che porterà nel cuore di Milano, tra tappe fotografiche e passaggi, l’amore si tingerà così di rosso passione, giallo gelosia e nero mistero.

Le tappe di questo inconsueto tour sono le seguenti:

1- Via San Paolo 10  : Amore mercenario: Dai salotti patinati al tunnel del piacere

 2 – Amore proibito: L’oscura maledizione della Monaca di Monza

3 – Amore platonico: dai Promessi sposi alle bretelle di Stendhal Passaggio – Eros e Thanatos 1. Lui vs lei: Il Delitto d’Onore

4 – L’amore al tempo dei bordelli  Passaggio – Eros e Thanatos2. Lei vs Lui: La vedova Nera  Passaggio – Amori e inganni: quando Josephine faceva impazzire il generale Napoleone

5 – Pink love: Flamingo road in salsa capuccina

6 – Il mondo in una stanza

Uber: secondo il NYT Travis Kalanick si è dimesso dal business advisory council di Donald Trump

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Secondo quanto riportato qualche minuto fa dal New Tork Times, Travis Kalanick, il fondatore di Uber, si sarebbe dimesso da membro del  business advisory council di Donald Trump. Come SocialEconomy vi aveva raccontato nei mesi scorsi, il business advisory council (il cui nome ufficiale è Strategic and Policy Forum)  era stato voluto dal neo Presidente degli USA con l’obiettivo di supportare la nuova amministrazione statunitense nell’implementazione dell’agenda economica del paese. I consiglieri economici erano stati annunciati dal Trump Transition Team tramite il social network Medium. Oltre a Mr Uber nel team dei diciannove membri figurano d Elon Musk, CEO di Tesla e di SpaceX e Indra Nooyi, Chairman e CEO di PepsiCo.  Al momento della sua nascita Donal Trump aveva dichiarato: “L’America ha le aziende più innovative e vivaci al mondo, e gli amministratori delegati pionieristici che aderiscono Forum oggi sono ai vertici dei propri campi”, la mia Amministrazione sta andando a lavorare insieme con il settore privato per migliorare l’economia e renderla attraente per le imprese che vogliono creare nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti  dalla Silicon Valley fino alla cuore del Paese”. se la notizia dovesse essere confermato uscirebbe dal questo advisory board l’unico manager della sharing economy

 

Uber torna a essere l’app di ride sharing più scaricata su AppStore USA. Finito l’effetto del #DeleteUber

La classifica delle app più scaricate su AppStore USA del 1 febbraio 2017 – Appannie

Dall’1 di febbraio Uber è ritornata a essere la app di ride sharing, la condivisione dell’auto dell’era della sharing economy, più scaricata nell’AppStore di Apple USA. Uber, come mostrano i dati di Appannie, è riuscita quindi a riappropriarsi in pochissimo tempo del primato e a ritornare davanti alla concorrente Lyft. Negli ultimi giorni di gennaio la rivale Lyft – dopo la polemica che si era scatenata attorno a Uber  con l’hashtag #DeleteUber lanciato sui social network da molti utenti della società – aveva superato la società di Travis Kalanick come numero di download di app effettuate negli Stati Uniti tramite lo store di Apple. Le polemiche degli utenti Uber erano nate lo scorso weekend subito dopo l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo emesso da Donald Trump in materia di immigrazione quando, come testimoniato da numero post sui vari social network, alcuni utenti avevano cancellato l’app Uber dai propri smartphone o tablet in segno di solidarietà ai tassisti di New York che stavano scioperando contro il provvedimento del neo Presidente  USA. Il dato dell’1 febbraio è stato confermato anche dai download effettuati nella giornata di ieri 2 febbraio. 

La classifica delle app più scaricate su AppStore USA del 31 gennaio 2017 – Appannie

 

 

 

 

Sharing economy e Trump: Lyft scalza Uber nella classifica AppStore USA. Effetto del #DeleteUber? 


La polemica che si è scatenata attorno a Uber ai margini del dramma dei rifugiati che si è consumato all’aeroporto JFK di New York lo scorso weekend in conseguenza dell’ordine esecutivo emesso dal Presidente Donald Trump che ha sospeso l’ingresso negli USA ai cittadini di sette paesi arabi parrebbe avere i primi effetti anche nel mondo della sharing economy. La rapida diffusione sui social network dell’hashtag #DeleteUber potrebbe essere infatti alla base dei tanti download che l’app di Lyft, il principale concorrente di Uber nel segmento del ride sharing, sta avendo in queste ore negli USA. Lyft ha infatti superato nella classifica di AppStore (secondo i dati di Appannie) la rivale e nella giornata di oggi 30 gennaio risulta essere la quarta app più scaricata in USA. (Il 28 gennaio sempre secondo Appannie l’app di Uber era tredicesima mentre quella di Lyft era ventisettesima). Tra gli utenti del colosso fondato da Travis Kalanick si è, infatti, diffuso da venerdì il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (proclamato dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore Travis Kalanick che su Facebook aveva annunciato il sostegno pro bono per i prossimi 90 giorni ai driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA.  Inoltre,  nella giornata di oggi 30 gennaio Lyft ha reso noto di aver stanziato 1 milione di US$ da devolvere nei prossimi quattro anni all’American Civil Liberties Union (ACLU).  Come scritto da SocialEconomy, anche Uber oggi si è mobilitata sul tema emigrazione. Uber, infatti, tramite il proprio blog e i social network ha diffuso oggi la lettera inviata dal CEO Travis Kalanick ai driver operanti negli USA colpiti dall’ordine esecutivo  emesso da Donald Trump. “L’ingiusto divieto posto dal Presidente Trump negli Stati Uniti ha portato il nostro team USA a mobilitarsi a sostegno dei tanti autisti coinvolti” ha scritto Uber nel post su Facebook con cui è stata resa nota la lettera del fondatore del big della sharing economy. I punto salienti dell’intervento di Kalanick sono: supporto legale 24/7 per tutti gli autisti che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti; un indennizzo per i guadagni persi dagli autisti posti in condizione di non poter guidare; richiesta al governo di ristabilire con urgenza il diritto di viaggiare a tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti; un fondo di 3 milioni di dollari per la difesa legale degli autisti coinvolti.  La lettera integrale del CEO del colosso del ride sharing Travis Kalanick è disponibile al seguente link https://newsroom.uber.com/standing-up-for-the-driver-community/

Uber: il team USA si mobilita a sostegno degli autisti rimasti coinvolti dall’ordine esecutivo di Donald Trump

Uber ha reso nota la lettera inviata dal CEO Travis Kalanick ai driver operanti negli USA colpiti dall’ordine esecutivo sull’immigrazione emesso da Donald Trump venerdì scorso. “L’ingiusto divieto posto dal Presidente Trump negli Stati Uniti ha portato il nostro team USA a mobilitarsi a sostegno dei tanti autisti coinvolti”. scrive Uber nel post su Facebook con cui è stata resa nota la lettera del fondatore del big della sharing economy. I punto salienti dell’intervento di Kalanick sono i seguenti:

– supporto legale 24/7 per tutti gli autisti che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti

– un indennizzo per i guadagni persi dagli autisti posti in condizione di non poter guidare

– richiesta al governo di ristabilire con urgenza il diritto di viaggiare a tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti

– un fondo di 3 milioni di dollari per la difesa legale degli autisti coinvolti

La lettera integrale del CEO del colosso del ride sharing Travis Kalanick è disponibile al seguente link https://newsroom.uber.com/standing-up-for-the-driver-community/ 

 

I taxi di New York si schierano contro l’ordine esecutivo di Donald Trump e invitano i driver di Uber e Lyft a fare altrettanto 


L’hashtag #DeleteUber nelle ultime ore è stato trend topic su Twitter a livello mondiale. La notizia è stata riportata da diverse siti di news internazionali tra cui Al Jazeera e Mashable. Tra gli utenti del colosso del ride sharing si è, infatti, diffuso il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata, infatti, interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato  sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore della società della sharing economy  Travis Kalanick su Facebook con il quale ha annunciato che Uber sosterrà pro bono per i prossimi 90 giorni i driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA.  Kalanick nel suo intervento aveva anche scritto che il “divieto avrà un impatto molte persone innocenti”. Qualche ora dopo la New York Taxi Workers Alliance ha annunciato per oggi 29 gennaio alle 2 PM una protesta a Battery Park City invitando i driver dei taxi gialli, verdi, neri e quelli di Uber e Lyft a unirsi alla protesta contro il provvedimento presidenziale. 

Il secondo tweet di UBER NYC

Il primo tweet di UBER NYC

L’inizio del post del fondatore di Uber Travis Kalanick pubblicato su Facebook