Uber torna a essere l’app di ride sharing più scaricata su AppStore USA. Finito l’effetto del #DeleteUber

La classifica delle app più scaricate su AppStore USA del 1 febbraio 2017 – Appannie

Dall’1 di febbraio Uber è ritornata a essere la app di ride sharing, la condivisione dell’auto dell’era della sharing economy, più scaricata nell’AppStore di Apple USA. Uber, come mostrano i dati di Appannie, è riuscita quindi a riappropriarsi in pochissimo tempo del primato e a ritornare davanti alla concorrente Lyft. Negli ultimi giorni di gennaio la rivale Lyft – dopo la polemica che si era scatenata attorno a Uber  con l’hashtag #DeleteUber lanciato sui social network da molti utenti della società – aveva superato la società di Travis Kalanick come numero di download di app effettuate negli Stati Uniti tramite lo store di Apple. Le polemiche degli utenti Uber erano nate lo scorso weekend subito dopo l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo emesso da Donald Trump in materia di immigrazione quando, come testimoniato da numero post sui vari social network, alcuni utenti avevano cancellato l’app Uber dai propri smartphone o tablet in segno di solidarietà ai tassisti di New York che stavano scioperando contro il provvedimento del neo Presidente  USA. Il dato dell’1 febbraio è stato confermato anche dai download effettuati nella giornata di ieri 2 febbraio. 

La classifica delle app più scaricate su AppStore USA del 31 gennaio 2017 – Appannie

 

 

 

 

Sharing economy e Trump: Lyft scalza Uber nella classifica AppStore USA. Effetto del #DeleteUber? 


La polemica che si è scatenata attorno a Uber ai margini del dramma dei rifugiati che si è consumato all’aeroporto JFK di New York lo scorso weekend in conseguenza dell’ordine esecutivo emesso dal Presidente Donald Trump che ha sospeso l’ingresso negli USA ai cittadini di sette paesi arabi parrebbe avere i primi effetti anche nel mondo della sharing economy. La rapida diffusione sui social network dell’hashtag #DeleteUber potrebbe essere infatti alla base dei tanti download che l’app di Lyft, il principale concorrente di Uber nel segmento del ride sharing, sta avendo in queste ore negli USA. Lyft ha infatti superato nella classifica di AppStore (secondo i dati di Appannie) la rivale e nella giornata di oggi 30 gennaio risulta essere la quarta app più scaricata in USA. (Il 28 gennaio sempre secondo Appannie l’app di Uber era tredicesima mentre quella di Lyft era ventisettesima). Tra gli utenti del colosso fondato da Travis Kalanick si è, infatti, diffuso da venerdì il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (proclamato dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore Travis Kalanick che su Facebook aveva annunciato il sostegno pro bono per i prossimi 90 giorni ai driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA.  Inoltre,  nella giornata di oggi 30 gennaio Lyft ha reso noto di aver stanziato 1 milione di US$ da devolvere nei prossimi quattro anni all’American Civil Liberties Union (ACLU).  Come scritto da SocialEconomy, anche Uber oggi si è mobilitata sul tema emigrazione. Uber, infatti, tramite il proprio blog e i social network ha diffuso oggi la lettera inviata dal CEO Travis Kalanick ai driver operanti negli USA colpiti dall’ordine esecutivo  emesso da Donald Trump. “L’ingiusto divieto posto dal Presidente Trump negli Stati Uniti ha portato il nostro team USA a mobilitarsi a sostegno dei tanti autisti coinvolti” ha scritto Uber nel post su Facebook con cui è stata resa nota la lettera del fondatore del big della sharing economy. I punto salienti dell’intervento di Kalanick sono: supporto legale 24/7 per tutti gli autisti che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti; un indennizzo per i guadagni persi dagli autisti posti in condizione di non poter guidare; richiesta al governo di ristabilire con urgenza il diritto di viaggiare a tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti; un fondo di 3 milioni di dollari per la difesa legale degli autisti coinvolti.  La lettera integrale del CEO del colosso del ride sharing Travis Kalanick è disponibile al seguente link https://newsroom.uber.com/standing-up-for-the-driver-community/

Uber: il team USA si mobilita a sostegno degli autisti rimasti coinvolti dall’ordine esecutivo di Donald Trump

Uber ha reso nota la lettera inviata dal CEO Travis Kalanick ai driver operanti negli USA colpiti dall’ordine esecutivo sull’immigrazione emesso da Donald Trump venerdì scorso. “L’ingiusto divieto posto dal Presidente Trump negli Stati Uniti ha portato il nostro team USA a mobilitarsi a sostegno dei tanti autisti coinvolti”. scrive Uber nel post su Facebook con cui è stata resa nota la lettera del fondatore del big della sharing economy. I punto salienti dell’intervento di Kalanick sono i seguenti:

– supporto legale 24/7 per tutti gli autisti che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti

– un indennizzo per i guadagni persi dagli autisti posti in condizione di non poter guidare

– richiesta al governo di ristabilire con urgenza il diritto di viaggiare a tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti

– un fondo di 3 milioni di dollari per la difesa legale degli autisti coinvolti

La lettera integrale del CEO del colosso del ride sharing Travis Kalanick è disponibile al seguente link https://newsroom.uber.com/standing-up-for-the-driver-community/ 

 

Airbnb: Ecco come mettere la propria abitazione a disposizione dei rifugiati che non possono più entrare negli USA

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Facendo seguito al tweet di ieri del suo fondatore Brian Chesky, Airbnb ha reso la modalità attraverso la quale chiunque potrà mettere a disposizione dei rifugiati la propria abitazione. L’iniziativa si inserisce nel contesto del blocco degli accessi in USA decisi dal Presidente Donald Trump dopo l’ordine esecutivo firmato venerdi scorso. Nella pagina web creata per l’occasione Airbnb scrive che “collabora con diverse realtà in ogni parte del mondo per aiutare i rifugiati e tutti coloro i quali sono stati inaspettatamente coinvolti dal recente blocco delle immigrazioni negli Stati Uniti”. Coloro che desiderano offrire gratuitamente il proprio alloggio a queste persone devono coiplare il format disponibile a questo link https://it.airbnb.com/immigration_support?af=14383374&c=tw_us_gen_brand

I taxi di New York si schierano contro l’ordine esecutivo di Donald Trump e invitano i driver di Uber e Lyft a fare altrettanto 


L’hashtag #DeleteUber nelle ultime ore è stato trend topic su Twitter a livello mondiale. La notizia è stata riportata da diverse siti di news internazionali tra cui Al Jazeera e Mashable. Tra gli utenti del colosso del ride sharing si è, infatti, diffuso il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata, infatti, interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato  sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore della società della sharing economy  Travis Kalanick su Facebook con il quale ha annunciato che Uber sosterrà pro bono per i prossimi 90 giorni i driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA.  Kalanick nel suo intervento aveva anche scritto che il “divieto avrà un impatto molte persone innocenti”. Qualche ora dopo la New York Taxi Workers Alliance ha annunciato per oggi 29 gennaio alle 2 PM una protesta a Battery Park City invitando i driver dei taxi gialli, verdi, neri e quelli di Uber e Lyft a unirsi alla protesta contro il provvedimento presidenziale. 

Il secondo tweet di UBER NYC

Il primo tweet di UBER NYC

L’inizio del post del fondatore di Uber Travis Kalanick pubblicato su Facebook

Da Airbnb alloggi gratuiti per i rifugiati non ammessi negli USA dopo l’ordine esecutivo di Donald Trump


La decisione del Presidente degli USA Donald Trump di bloccare, tramite un ordine esecutivo emesso nelle scorse ore, per 120 giorni l’accettazione di rifugiati, di sospendere per tre mesi l’arrivo di cittadini da Iran, Iraq, Sudan, Libia, Siria, Somalia, Yemen e lo stop indefinito all’arrivo di profughi siriani sta suscitando una valanga di critiche, proteste e azioni a favore di coloro che si trovano nella condizione di non poter più entrare negli US.  In risposta a questo intervento Airbnb, il colosso dell’home sharing ha varato un’offerta gratuita di abitazioni per i rifugiati non ammessi negli Stati Uniti. Ad annunciare tale iniziativa è stato  il fondatore del società della sharing economy Brian Chesky attraverso  Twitter. Chesky sul proprio account ha scritto:Airbnb is providing free housing to refugees and anyone not allowed in the US. Stayed tuned for more, contact me if urgent need for housing” che tradotto significa: “Airbnb sta fornendo un alloggio gratuito ai rifugiati e chiunque non ammesso negli Stati Uniti. Rimanete sintonizzati per ulteriori informazioni e contattarmi se avete bisogno urgente di abitazioni”.  In totale i tweet di Bryan Chesky sull’argomento sono stati tre: “Not allowing countries or refugees into America is not right, and we must stand with those who are affected” e ancora: “Open doors brings all of US together. Closing doors further divides US. Let’s all find ways to connect people, not separate them” cioè: “Non consentire l’accesso a paesi o rifugiati in America non è giusto, e noi dobbiamo stare con coloro che sono colpiti”: “Porte aperte tutti insieme. La Chiusura di ulteriori porte divide gli Stati Uniti. Dobbiamo trovare il modo per collegare le persone, non separarle”. Bryan Chesky su Twitter ha oltre 180 mila follower

I tre tweet di Bryan Chesky

Il terzo tweet di Bryan Chesky sulla questione rifugiati

Il secondo tweet di Bryan Chesky sulla questione rifugiati

Il primo tweet di Bryan Chesky sulla questione rifugiati

Tra i consiglieri economici di Donald Trump anche i CEO di Uber, Tesla/SpaceX e PepsiCo

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Tra i consiglieri economici del neo eletto Presidente degli USA Donald Trump ci sarà anche un esponente della sharing economy. Si tratta del CEO  e co-fondatore di Uber Travis Kalanick. La notizia è stata resa nota dal Trump Transition Team tramite il social network Medium. Insieme a Mr Uber entrano tra i diciannove membri del Trump’s Strategic and Policy Forum anche Elon Musk, CEO di Tesla e di SpaceX e Indra Nooyi, Chairman e CEO di PepsiCo. Il Forum, composto da alcuni degli imprenditori di successo e più stimati degli Stati Uniti d’America sarà chiamato a incontrare il presidente frequentemente per condividere con lui le proprie esperienze e conoscenze specifiche per supportare il Presidente USA nell’implementazione della sua agenda economica. “L’America ha le aziende più innovative e vivaci al mondo, e gli amministratori delegati pionieristici che aderiscono Forum oggi sono ai vertici dei propri campi”, ha detto il presidente eletto Trump. “La mia Amministrazione sta andando a lavorare insieme con il settore privato per migliorare l’economia e renderla attraente per le imprese che vogliono creare nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti  dalla Silicon Valley fino alla cuore del Paese”. 

Car sharing: da Zipcar noleggi gratis in USA nell’Election Day 

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Zypcar, uno dei maggiori operatori di car sharing degli USA, in occasione dell’Election Day che si celebra oggi 8 novembre 2016, rende gratuito (al netto di tasse e oneri) l’utilizzo di alcune sue autovetture. A rendere nota la promozione #DriveTheVote, valida nel giorno in cui gli americani sono chiamati a scegliere il successore di Barack Obama alla Presidenza della Nazione, è stata la stessa società attraverso il proprio sito webCome riportato da alcuni media d’oltreocenano tra cui Oakland Press e Business Insider, le autovetture Zipcar disponibili sono oltre 7.000. La promozione che rende gratuito l’utilizzo dell’auto tra le 6 e le 10 di sera si applica alle prenotazioni che saranno fatte a partire dalle ore 9 dell’8 novembre. Come spiegato da Zipcar, l’iniziativa si applica alle seguenti autovetture:

  • Ford: Focus Sedan, Focus Hatchback, Fiesta, Fiesta Hatchback, C-Max
  • Honda: Civic, Fit
  • Hyundai: Elantra, Elantra GT
  • Jeep: Renegade
  • Kia: Soul, Forte
  • Mazda: 3
  • Mitsubishi: Lancer
  • Nissan: Sentra, Versa, Versa Hatchback
  • Subaru: Impreza
  • Toyota: Prius, Corolla
  • Volkswagen: Golf, Jetta

L’offerta è disponibile in tutte le location di Zipcar negli USA. Le autovetture prescelte saranno chiaramente disponibili fino a esaurimento (è la stessa società a prevedere che siano esaurite in breve tempo). La logica dell’iniziativa, cosi come quelle portate avanti dalle società della sharing economy fronte ride sharing Lyft e Uber  che SocialEconomy vi ha raccontato, e quella di rendere più semplice l’esercizio del voto da parte degli aventi diritto. Per questo motivo anche se la promozione è aperta a tutti gli utenti Zipcar, la società chiede a coloro che non userebbero le autovetture disponibili per recarsi al seggio di lasciarle a disposizione di coloro che hanno bisogno di un mezzo di trasporto per recarsi al seggio. Come ampiamente noto queste elezioni presidenziali americane vedono una sfida all’ultimo voto tra Donald Trump e Hillary Clinton. 

 

Election Day: Uber, in collaborazione con Google, aiuta i propri utenti a votare

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Oggi 8 novembre 2016 negli Stati Uniti si celebra l’Election Day, il giorno in cui, come decretato da un atto del Congresso USA del 1845, gli americani scelgono il proprio Presidente. Anche se con l’adozione del voto anticipato (early voting) e del voto per corrispondenza (mail-in voting) questo giorno ha parzialmente perso il proprio valore tradizionale (basti citare che negli Stati di Washington, Colorado e Oregon si vota esclusivamente per posta), per gli statunitensi e per il mondo intero questo giorno rimane fortemente emblematico. Anche alcune delle società che fanno parte della sharing economy hanno così deciso di celebrarlo attraverso delle iniziative che hanno l’obiettivo di facilitare l’espressione del voto quale massimo esempio di democrazia. Oltre Lyft, di cui SocialEconomy ha scritto ieri che offre uno sconto del 45% sulle corse per il seggio, anche Uber, insieme a Google, ha avviato una campagna per incoraggiare gli utenti a votare per l’elezioni che vedono sfidarsi il magnate Donald Trump e l’ex Sottosegretario alla Difesa Hillary Clinton. Il big player della sharing economy ha, in collaborazione con con Google, infatti, lanciato una speciale funzione in-app. che consente di visualizzare nell’app di Uber la posizione del proprio seggio con una semplice pressione di un pulsante.  Inoltre gli utenti Uber riceveranno un messaggio in-app che ricorderà che oggi è il giorno del voto. Tutti coloro che, invece, ancora non sono clienti della società di ride sharing usando il codice promozionale “VOTETODAY” avranno diritto a uno sconto di US $20 di sconto per la loro prima corsa Uber.

Sharing economy, nell’Election Day Lyft offrirà il 45% di sconto per recarsi alle urne


Lyft, il servizio di ride sharing attivo negli Stati Uniti, Vietnam, Indonesia, Malaysia, Singapore, Thailandia e Filippine,  in occasione dell’election day USA di domani 8 novembre ha deciso di incentivare l’espressione del voto offrendo a uno sconto del 45% a coloro che, trovandosi in una delle 20 aree coperte dalla promozione, sceglieranno un’auto guidata dall’azienda dai baffi rosa per recarsi alle urne. Ad annunciarlo è stata la stessa azienda, uno dei big player della sharing economy tramite una mail inviata agli utenti eleggibili. “Trovare, convenienti opzioni di trasporto a prezzi accessibili è stato tradizionalmente un ostacolo al voto. Ecco perché Lyft vuole contribuire a rendere più facile lo spostamento ai passeggeri per il giorno delle elezioni”, questo quanto affermato dalla società in una email inviata qualche ora fa.  Lyft offrirà lo sconto del 45% nella fascia oraria compresa tra 07:00-08:00 di Martedì 8 novembre. La disponibilità comunque secondo quantomeiportato nella mail è limitata. Per accedervi occorre I farlo il “Deal of the Week”. Per qunto riguarda inuovi utenti, Lyft darà loro un bonus di 5 US dollari da utilizzare nelle prime 10 corse utilizzando Martedì il codice November8th. Le elezioni americane per scegliere il quarantacinquesimo Presidente degli USA vedono contrapposti la democratica Hillary Clinton è il repubblicano Donald Trump. Molti osservatori negli ultimi mesi hanno notato che il voto dei millennial potrebbe essere importante nella definizione della competizione. Chissà se la sharing economy darà, quindi, il proprio contributo indiretto nella scelta del nuovo Commander in Chief chiamato a sostituire l’uscente Barack Obama. Come raccontato da SocialEconomy per combattere l’astensionismo è anche nato un servizio dal nome VoterDrive che offre corse gratuite per le urne elettorali tramite Uber