DriveNow: al via il restyling e nuovi servizi in app

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DriveNow, il servizio di car sharing frutto della joint venture tra il Gruppo BMW e SIXT SE, ha annunciato l’introduzione di una nuova procedura di noleggio. In questo modo la società della sharing economy punta a rafforzare il proprio modello di servizio. Grazie al restyling e all’aggiornamento dell’app e della tecnologia a bordo delle auto, i clienti avranno a disposizione un nuovo sistema di noleggio che velocizza in modo significativo la prenotazione e la partenza in auto. Grazie alle migliorie il noleggio sarà ora fino a cinque volte più rapido rispetto al sistema precedente e saranno sufficienti pochi secondi per prenotare, aprire il veicolo e partire. Oltre a questa novità DriveNow ha annunciato l’introduzione di altre  innovative feature. I clienti potranno aprire la propria auto DriveNow già da una distanza di 150 metri: attivando le notifiche push sul proprio smartphone, sarà l’app stessa ad avvisare il cliente quando si trova alla distanza giusta per poter aprire il veicolo (funzione presto disponile, al momento versione beta). Prima di salire in auto, tramite app è, inoltre, possibile pianificare il proprio viaggio scegliendo la voce “Imposta viaggio” che rende possibile: l’inserimento della propria destinazione (che cosi sarà già impostata nel navigatore a bordo della vettura); la renotazione di pacchetti orari; l’acquisto del Pacchetto Protezione per e ridurre la propria franchigia per solo 1 €; la scelta tra noleggio privato o aziendale; la comunicazione di eventuali danni dell’auto.  Questo inserimento dati da remoto sostituisce quello sul display dell’auto. Il risultato è quindi che il cliente, una volta a bordo della sua DriveNow, deve solo digitare il codice PIN di sicurezza di quattro cifre. L’auto è poi pronta per partire e il noleggio può iniziare. “Abbiamo ridisegnato l’app in stretta collaborazione con i nostri clienti”, commenta Andrea Leverano, Managing Director di DriveNow Italia. “Quasi tutti i nostri clienti, infatti, noleggiano i veicoli attraverso l’app. Con questo rilancio, abbiamo rinforzato ancora di più il ruolo dello smartphone come mezzo di accesso ai nostri servizi e offerto ai nostri clienti un’app allo stato dell’arte della tecnologia. Tutte le funzioni importanti per il processo di noleggio sono state integrate nell’app: questo velocizza il processo in modo significativo e rende le cose più semplici per i nostri clienti”.

 

 

Car sharing: da Zipcar noleggi gratis in USA nell’Election Day 

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Zypcar, uno dei maggiori operatori di car sharing degli USA, in occasione dell’Election Day che si celebra oggi 8 novembre 2016, rende gratuito (al netto di tasse e oneri) l’utilizzo di alcune sue autovetture. A rendere nota la promozione #DriveTheVote, valida nel giorno in cui gli americani sono chiamati a scegliere il successore di Barack Obama alla Presidenza della Nazione, è stata la stessa società attraverso il proprio sito webCome riportato da alcuni media d’oltreocenano tra cui Oakland Press e Business Insider, le autovetture Zipcar disponibili sono oltre 7.000. La promozione che rende gratuito l’utilizzo dell’auto tra le 6 e le 10 di sera si applica alle prenotazioni che saranno fatte a partire dalle ore 9 dell’8 novembre. Come spiegato da Zipcar, l’iniziativa si applica alle seguenti autovetture:

  • Ford: Focus Sedan, Focus Hatchback, Fiesta, Fiesta Hatchback, C-Max
  • Honda: Civic, Fit
  • Hyundai: Elantra, Elantra GT
  • Jeep: Renegade
  • Kia: Soul, Forte
  • Mazda: 3
  • Mitsubishi: Lancer
  • Nissan: Sentra, Versa, Versa Hatchback
  • Subaru: Impreza
  • Toyota: Prius, Corolla
  • Volkswagen: Golf, Jetta

L’offerta è disponibile in tutte le location di Zipcar negli USA. Le autovetture prescelte saranno chiaramente disponibili fino a esaurimento (è la stessa società a prevedere che siano esaurite in breve tempo). La logica dell’iniziativa, cosi come quelle portate avanti dalle società della sharing economy fronte ride sharing Lyft e Uber  che SocialEconomy vi ha raccontato, e quella di rendere più semplice l’esercizio del voto da parte degli aventi diritto. Per questo motivo anche se la promozione è aperta a tutti gli utenti Zipcar, la società chiede a coloro che non userebbero le autovetture disponibili per recarsi al seggio di lasciarle a disposizione di coloro che hanno bisogno di un mezzo di trasporto per recarsi al seggio. Come ampiamente noto queste elezioni presidenziali americane vedono una sfida all’ultimo voto tra Donald Trump e Hillary Clinton. 

 

Anche la cultura può essere in sharing: Pirelli inaugura le nuove biblioteche aziendali


Non è propriamente sharing economy, ma l’apertura delle due biblioteche aziendali Pirelli per le caratteristiche e i valori che ha alle proprie radici rappresenta un esempio concreto di cultura circolare e di economia della condivisione. L’inaugurazione delle biblioteche localizzate all’interno dell’headquarter Pirelli di Milano Bicocca e dello stabilimento di Bollate si inserisce nell’ambito di #ioleggoperché 2016, la campagna di promozione della lettura organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) di cui Pirelli è main partner e che quest’anno si focalizza sullo sviluppo di attività di promozione e creazione di biblioteche aziendali e scolastiche. Saranno circa 3500 i volumi messi a disposizione dei dipendenti per il prestito e la consultazione: dalle ultime novità editoriali, alla narrativa, saggistica, gialli e fantascienza e altro ancora. Sono stati gli stessi dipendenti di Pirelli, attraverso la community di appassionati lettori di Milano Bicocca e il coinvolgimento attivo di quelli di Bollate, ad aver selezionato i primi 1.000 titoli considerati “immancabili” sugli scaffali delle nuove biblioteche. A questi si sono aggiunti i volumi donati dalle RSU aziendale, quelli acquistati dall’azienda e i libri scelti da Fondazione Pirelli (presieduta da Antonio Calabrò), custode dell’archivio Pirelli e della sua cultura di impresa. L’apertura di queste due nuove biblioteche, manifestazione concreta della social economy, si colloca nel solco di una forte tradizione che vede Pirelli promotrice di iniziative legate alla lettura e alla diffusione della cultura nei luoghi di lavoro: dalla prima biblioteca del 1928 all’apertura del Centro Culturale Pirelli con lo scopo di “raggruppare e coordinare varie iniziative a carattere educativo”, attraverso l’organizzazione di eventi musicali e teatrali, mostre e rassegne cinematografiche, convegni a cui erano invitati scrittori e artisti di fama mondiale. Le sue nuove biblioteche si vanno ad affiancare a quella già aperta con successo all’interno del Polo Industriale Pirelli di Settimo Torinese. L’inaugurazione dei due luoghi di cultura è avvenuta alla presenza del Vicepresidente Esecutivo e Ceo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, all’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, al Consigliere Delegato e Direttore della Fondazione Pirelli, Antonio Calabrò e al Presidente dell’AIE, Federico Motta. L’evento ha visto, inoltre, la partecipazione di Lella Costa, nella sua veste di Socio Onorario di Fondo Scuola Italia.

Con eVeryride la sharing economy si aggiudica il premio Innovits

FOTO 5 Lorenzo Polentes, founder di eVeryride

Lorenzo Polentes (Everyride) e Daniele Pes (Innovits)

Con eVeryride la sharing economy si aggiudica un altro premio destinato alla start-up. Dopo il successo al Bocconi Startup Award 2015 eVeryride, l’applicazione in grado di aggregare tutti i servizi di car sharing, bike sharing e scooter sharing, si aggiudica anche l’edizione 2015-2016 di InnoVits Gymnasium, percorso di accelerazione organizzato da InnoVits per supportare i progetti imprenditoriali più promettenti attraverso mentorship e il confronto con il mondo imprenditoriale.Durante la serata di premiazione appartenenti al mondo delle accademie, delle imprese, degli incubatori e degli investitori – hanno espresso il proprio voto valutando i potenziali benefici del progetto, lo stadio di sviluppo o di fattibilità e l’efficacia della comunicazione.  Si sono contese il podio del premio i cinque progetti selezionati tra oltre 60 candidatisi lo scorso luglio: Concrei, Delizialy, eVeryride, Meetreca e Jot-to.  “La mobilità condivisa – spiega Lorenzo Polentes, founder di eVeryride – ha assunto un ruolo importante nel nostro Paese. Grazie alla nostra app gli utenti possono rapidamente visualizzare mediante un’unica mappa tutti i servizi di car, bike e scooter sharing, compararli ed effettuare prenotazioni. Spostarsi diventa facile e sostenibile dal momento che non è più necessario consultare e gestire numerose applicazioni. Al momento l’app aggrega tutti i servizi presenti a Milano, Roma, Firenze e Torino e in alcune città tedesche, ma vogliamo arrivare anche in altre città”.  Daniele Pes, Presidente di InnoVits e chairman della serata, ringraziando il team che ha collaborato alla realizzazione del progetto ha dichiarato: “In Italia esiste un potenziale creativo latente, fatto di talenti e motivazioni a creare prodotti e servizi di valore. Mettere a fattor comune le competenze necessarie a trasformare questo potenziale in impresa, posti di lavoro, valore non solo economico è una sfida che necessita presa di coscienza e di un’azione decisa. Questo è un ecosistema che può rinnovare concretamente la nostra tradizione industriale, in cui creatività e spirito imprenditoriale possono essere motori trainanti di una nuova crescita”. Andrea Gombac, Director Customer Service & Corporate Social Responsibility di Ricoh Italia e membro della giuria, ha commentato: “InnoVits Gymnasium è una iniziativa importante per creare un ecosistema che supporti la creatività e la realizzazione di progetti imprenditoriali innovativi. Ricoh crede nell’eccellenza e – come espresso dal nostro messaggio di brand imagine. change. – vuole aiutare le aziende a innovare e a essere promotrici di cambiamento sviluppando il pensiero creativo e l’immaginazione”.

Successo per il crowdfunding dei guanti che consentono di controllare lo smartphone a distanza

Come dimostrano i vari smartwatch disponibili sul mercato, la tecnologia sta diventando sempre più indossabile. Un ulteriore passo avanti verso questa direzione è rappresentato dai guanti di BearTek sviluppati a Dallas negli USA. Tramite una connessione bluetooth questi guanti consentono, infatti, di controllare il proprio smartphone o la Gopro al semplicemente toccando tra loro le dita di una mano. In pratica indossando questi guanti non avremmo più bisogno di toccare lo schermo del nostro smartphone per far partire una canzone, rispondere a una chiamata o girare un video. Per le loro caratteristiche, questi guanti sono l’ideale per tutti coloro che durante la propria attività non hanno le mani libere  ma non vogliono rinunciare a utilizzare il proprio mobile. In particolare sono quindi un gadget ideale per sciatori, motociclisti, runner, velisti oppure per tutti quelle persone che nella vita quotidiana sono impegnate a svolgere lavori manuali. Al momento la società ha lanciato su Indiegogo una campagna crowdfunding, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy, con l’obiettivo di raccogliere US$ 40 mila. I BearTek, disponibili in diverse tipologie a seconda dell’utilizzo che l’utente prevede di farne, partono da un prezzo di US$ 99. Quando mancano 25 giorni al termine della campagna di crowdfunding la società ha già superato il proprio obiettivo di raccolta superando quota US$ 56 mila. 

 

Con Easy Harbor la sharing economy arriva nei porti turistici 

logo

Logo EasyHarbor

La sharing economy, come abbiamo avuto modo di raccontarvi più volte, ha oramai conquistato anche la nautica. Oltre al boat sharing, con le varie uber del mare di cui abbiamo scritto in passato con le oramai celebri Incrediblue, Sailo e Antlos che permettono agli armatori di condividere la propria imbarcazione, tra qualche giorno salperà Easy Harbor, una società che darà la possibilità di condividere i posti barca. SocialEconomy ha incontrato i suoi fondatori Marco Camorali e Renato Rizzi per capire di più sulla loro iniziativa.

A marzo lancerete Easy Harbor, ci raccontate brevemente di cosa si tratta?

E’ una community che consente di scambiare il proprio posto barca con quello di un altro diportista. Solitamente, soprattutto nei mesi estivi, ormeggiare in porto può diventare un’impresa, senza contare i prezzi che in alta stagione possono essere proibitivi. Allo stesso tempo molti posti barca vengono lasciati liberi e restano inutilizzati. Easy Harbor mette in contatto i proprietari, o gli affittuari, dei posti barca attraverso una community che, attraverso lo scambio dell’ormeggio lasciato libero, consente di ridurre o annullare i costi d’ormeggio in porto. Basterà scaricare la App Easy Harbor da Play store o App store, attraverso un qualsiasi dispositivo mobile, per poter mettere a disposizione uno o più posti barca e accedere alle offerte inserite da altri diportisti. Una volta scaricata la App, dopo la registrazione, l’utente avrà la possibilità di inserire le proprie offerte (“Offro Posto Barca”) e ricercare le offerte inserite da altri utenti (“Cerco Posto Barca”). Prima di partire per la crociera, l’utente potrà quindi cercare un posto tra le offerte inserite dai membri della community. Trovato il posto nei porti di destinazione, o nei porti limitrofi per le date di suo interesse, contatterà il proprietario per prenotare gratuitamente il posto in banchina. Nel caso in cui l’utente non riesca a trovare il posto barca, o le offerte non siano adeguate alle date ricercate, potrà attivare l’invio di mail per essere informato di eventuali nuove offerte inserite nella App.  Easy Harbor si rivolge a tutti coloro che occupano un posto barca per un natante o un’imbarcazione di qualsiasi dimensione e che desiderano scambiarlo con altri in modo semplice, sicuro e conveniente e soprattutto senza scambio di denaro tra le parti.

Come è nata l’idea?

L’idea nasce dalla nostra grande passione per il mare e per la vela e dalla necessità comune a molti diportisti di ridurre i costi fissi del possesso dell’imbarcazione e di agevolare il reperimento dell’ormeggio quando si è in crociera.

Come avete finanziato la vostra idea?

Per la prima fase delle attività abbiamo deciso di autofinanziarci, sfruttando i nostri contatti del mondo della nautica per integrare le attività iniziali di marketing&social.

Avere risorse finanziare è indispensabile per crescere in questo mercato? Se si come pensate di poter finanziare ulteriormente la vostra società?

Le risorse finanziarie sono importanti ma devono essere associate ad una buona strategia di marketing, se nessuno ti conosce nessuno usa il tuo servizio. Certo che per una diffusione su scala mondiale servono partnership forti e sostentamento da investitori professionisti.

Vi piacerebbe essere definiti la Airbnb dei posti barca? 

Perché no…essere associati a un nome di successo è sicuramente positivo e di buon auspicio

Ci sono in altri paesi idee simili alla vostra?

Attualmente la nostra idea su dispositivo mobile è innovativa, esiste un solo portale in cui è possibile scambiare beni ma non è specifico e dedicato ai posti barca, infatti, si possono scambiare ben diversi.

Siete interessati a valutare una possibile espansione oltre l’Italia?

Abbiamo già in programma di estendere il servizio all’estero a partire da quest’anno, prima in Europa nei paesi che si affacciano sul mediterraneo e poi negli USA e nel resto del mondo.

Quanto incide secondo voi un posto barca in porto in una vacanza media di una settimana nel mediterraneo?

Possiamo considerare un forbice di costi compresi tra i 700 e i 1200 euro a settimana per un’imbarcazione di medie dimensioni nella stagione estiva, insomma con Easy Harbor si può risparmiare parecchio e utilizzare quel denaro per qualche buon ristorante o negozio del porto raggiunto. Il beneficio atteso è più in generale per tutti i servizi della marina e quindi per le marine stesse ma anche per il turismo delle zone limitrofe.

Ultima domanda, in Italia ma non solo si parla di introdurre una possibile regolamentazione dei servizi della sharing economy. Siete favorevoli oppure pensate che eccessive regole potrebbero impedire lo sviluppo dell’economia della condivisione?

Un regolamentazione potrebbe a nostro avviso giovare allo sviluppo dell’economia del nostro paese. L’importante è che sia una regolamentazione “intelligente” che permetta comunque lo sviluppo di questo settore andando incontro sia alle esigenze di business delle nuove società che intendono investire nella sharing economy ma anche agli utenti finali che potranno usufruire di questi servizi. Il tutto senza necessariamente andare contro a quelle che sono le aziende gestite in maniera tradizionale ma bensì, grazie alla crescita esponenziale delle utenze, avere un incremento degli introiti del settore a 360 gradi. 

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Renato Rizzi e Marco Camorali

Oggetti smariti nell’auto in car sharing? Ci pensa FindMyLost

Nell’era della sharing economy e dei servizi condivisi ritrovare un oggetto dimenticato in un’automobile in car sharing può essere una vera e porpria odissea. Per semplificare la cosa FindMyLost, il primo lost&found social, e  Share’Ngo, il primo car sharing totalmente elettrico a flusso libero, hanno annunciato l’avvio di una collaborazione che consente in poche mosse di poter rientrare in possesso degli oggetti inavvertitamente dimenticati in auto. Il funzionamento del servizio è semplice e veloce: quando un utente di Share’Ngo troverà all’interno dell’abitacolo un oggetto smarrito potrà registrarsi gratuitamente alla piattaforma FindMyLost  e con il proprio smartphone caricarne la foto avendo cura di compilare campi relativi alle caratteristiche principali, tra cui luogo e data di ritrovamento. A fine giornata gli operatori di Share’Ngo caricheranno a loro volta sulla stessa piattaforma gli oggetti rinvenuti nelle macchine. Chi avrà perso un oggetto potrà dunque cercarlo seguendo il medesimo iter e, una volta che l’oggetto verrà identificato dal sistema, entrare in contatto, sempre attraverso il proprio account sul sito web, o con l’utente che l’ha trovato o con la centrale operativa dell’operatore di car sharing per accordarsi sulle modalità di restituzione. Per ogni oggetto smarrito e restituito al legittimo proprietario tramite la piattaforma, Share’Ngo potrà premiare l’impegno dell’utente-ritrovatore con un bonus sotto forma di minuti di guida gratuiti. L’obiettivo di FindMyLost e Share’Ngo è aumentare il tasso di restituzione degli oggetti smarriti  e  rinvenuti  tramite  un  servizio semplice e efficiente. FindMyLost è una startup creata da Elena Bellacicca che ha lanciato il servizio durante Expo 2015. Per Luca Mortara, direttore marketing di Share’Ngo, la partnership con FindMyLost “E’ per Share’Ngo la cosa più naturale al mondo, una iniziativa che aiuteremo a crescere anche perché l’onestà e la cortesia sono tra i nostri valori fondativi, quelli che tutti i giorni promuoviamo tra i nostri ‘equomobilisti'”. “Ogni giorno svariati oggetti vengono dimenticati all’interno delle macchine e prima di oggi non esisteva uno strumento efficiente che permettesse di riottenere il proprio bene con due click, inclusa la possibilità di consegna”, commenta Elena Bellacicca, Ceo e fondatrice di FindMyLost.

A Londra c’è già il primo black cab che usa Uber 

  Dopo appena 48 ore dal blog post con cui Jo Bertram, General Manager di Uber in UK, ha annunciato la possibilità per i black cab di poter utilizzare l’app Uber per aumentare la propria mole di lavoro, a Londra c’è gia il primo tassista tradizionale che ha dato fiducia alla società californiana. La prova di quella che sembra essere la prima adesione la si può facilmente ottenere (come dimostrano le immagini pubblicate in questo nostro post)  tramite l’applicazione del colosso della sharing economy.  Martedi scorso 9 febbraio – come SocialEconomy vi ha raccontato – Uber aveva reso nota la volonta di “aprirsi” nella capitale UK anche ai tradizionali taxi offrendo loro la possibilità di utilizzare, gratuitamente per i primi dodici mesi, il proprio sistema. Con questa novità i londinesi possono quindi chiamare il classico black cab londinese attraverso la app Uber pagando attraverso il proprio smartphone, mentre, i tassisti possono incrementare il proprio giro di affari intercettando la domanda di tutti quegli utenti che quando hanno bisogno di spostarsi in città preferiscono Uber al taxi tradizionale

Aggiornamento alle ore 19: UK i taxi londinesi che hanno scelto di usare anche i servizi Uber sono almeno due. 
  

  
 

  

 

Gnammo porta il social eating al ristorante

 

Oltre a Uber anche Gnammo prova la via dell’integrazione tra sharing economy e old econony. La principale piattaforma italiana di social eating ha, infatti, annunciato tramite il proprio blog che le proprie cene condivise saranno disponibili anche nei ristoranti.  La nuova iniziativa parte da Torino, ma nei prossimi giorni anche in altre città italiane si potra cominciare a vivere questa nuova esperienza della costellazione di Gnammo. Il funzionamento di un evento di social restaurant è davvero semplice: nei ristoranti che sceglieranno di creare un evento sulla piattaforma Gnammo un tavolo sarà agli gnammers che potranno così assaporare tutti insieme, dopo aver prenotato tramite il sito web gnammo.com, tanti buoni piatti.  I primi chef hanno deciso di ospitare gli gnammers sono lo stellato Marcello Trentini del ristorante Magorabin e Francesco Cardamone de L’Hamburgeria di Eataly.

A Milano e Varese arriva il concept store di abiti usati che sostiene progetti di utilità sociale

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Un negozio di abiti usati dove, acquistando a prezzi accessibili a tutte le tasche, si contribuisce al sostegno di progetti di utilità sociale. Questa è la filosofia di SHARE (Second HAnd REuse), una nuova realtà che ha due punti vendita, uno a Milano e uno appena inaugurato a Varese, che rimette in circolo abbigliamento di qualità di seconda mano con il valore aggiunto della solidarietà. Gestito dalla cooperativa sociale Mondi Possibili, che nella stessa strada si occupa già della Bottega del Commercio Equo e Solidale, Share ha ricevuto il contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Vismara. Nel concept store, arredato in stile eco-chic e con materiali di riciclo, i clienti potranno trovare un vasto assortimento di capi moda per Donna, Uomo e Bambino; pezzi unici ed originali, anche delle migliori marche, tutti perfettamente igienizzati e sanificati o addirittura nuovi, e suddivisi in fasce di prezzo da 1 a 19 euro. Quello di via Luini a Varese è il secondo negozio aperto, dopo quello di via Padova a Milano, sotto l’insegna Share. Spiega Carmine Guanci, vicepresidente della cooperativa ideatrice e promotrice Vesti Solidali: “L’obiettivo del progetto è quello di valutare la sostenibilità di una nuova attività commerciale che proponga alla clientela capi d’abbigliamento in perfette condizioni provenienti dall’Italia e dall’estero e che, attraverso la loro commercializzazione, possa creare nuova occupazione, generare risorse economiche da destinare a progetti di solidarietà sul territorio e completare la filiera del recupero indumenti usati mediante la raccolta da cassonetti stradali”.