Il 2016 è stato per il car sharing un anno di sviluppo assai sostenuto, non solo del business in sé, ma anche del numero di operatori presenti sul mercato. I dati che testimoniano il grande successo di questo segmento della sharing economy, emergono dalla ricerca “Il car sharing in Italia: soluzione tattica o alternativa strategica?”, condotta da ANIASA – Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici e dalla società di consulenza strategica Bain. A fine anno è stata infatti superata la soglia del milione di tessere di iscrizione alle diverse società fornitrici del servizio (1.080.000), con oltre 6,2 milioni di noleggi; numeri impressionanti, che testimoniano la vitalità di un comparto in forte trasformazione ed espansione, soprattutto se si considera il confronto con il 2015: +70% di tessere, +33% su flotta e noleggi. Dal punto di vista territoriale, Milano e Roma si confermano, anche per caratteristiche strutturali, città d’elezione dell’auto condivisa. Le due metropoli rappresentano infatti circa l’80% del business complessivo, seguite da Torino e Firenze.
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Riuscite a trovare l’uovo di Pasqua che si nasconde tra i tulipani? Ritorna Dudolf l’artista che realizza i rompicapi più condivisi sul web
Oramai è diventato un appuntamento fisso prima di ogni grande festività. I suoi rompicapi sono tra i più condivisi sul web nell’era dei social network. Stiamo parlando di Gigerly Dudàs in arte Dudolf. L’artista e disegnatore ungherese ha pubblicato in occasione della Pasqua l’ultimo gioco sul proprio profilo Facebook e Twitter. Il titolo è “Can you find the easter egg among the tulips?” In pieno spirito di Happy Easter la sfida lanciata da Dudolf, che è nato a Budapest, consiste nel trovare un uovo di Pasqua mimetizzato in mezzo a un infinito numero di tulipani. La sfida alla ricerca dell’uovo è aperta. Visto le 4,4 mila visualizzazioni ottenute su Facebook in poche ore dalla pubblicazione del nuovo rompicapo siamo sicuri che, come accaduto in passato (https://socialeconomy.mobi/2016/12/26/riuscite-a-trovare-la-pecora-che-si-nasconde-tra-i-babbo-natale-ritorna-dudolf-lartista-che-realizza-i-rompicapi-piu-condivisi-sul-web/ e https://socialeconomy.mobi/2017/02/14/riuscite-a-trovare-il-cuore-che-si-nasconde-tra-le-lumache-ritorna-dudolf-lartista-che-realizza-i-rompicapi-piu-condivisi-sul-web/ ), lo sharing dell’immagine sarà notevole cosi come gli articoli delle testate giornalistiche italiane e internazionali. Il link con l’immagine originale è: http://bit.ly/2p3wIp1. La soluzione la trovate a questo link: http://bit.ly/2pf0qHG
Gnammo: “Si alla legge sull’home restaurant, ma senza limitazioni alla sharing economy”
“È positivo che l’AGCM rilevi gli stessi limiti che Gnammo aveva evidenziato lo scorso gennaio, in seguito all’approvazione della legge sull’home restaurant alla Camera”. Così Cristiano Rigon, founder di Gnammo, la principale piattaforma di social eating in Italia, commenta il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato /di cui SocialEconomy ha scritto qualche giorno fa, che si è espressa sul disegno di legge A.S. n. 2647, sulla “Disciplina dell’attività di home restaurant”. “La nuova normativa contiene alcuni punti che limitano fortemente la sharing economy – prosegue Rigon – così come lo stesso Garante ha sottolineato, riportando l’invito della Commissione Europea a favorire lo sviluppo di un’economia collaborativa, capace di creare nuove opportunità, sia per i consumatori sia per gli operatori. Ciò nonostante, ci sono alcuni punti che ci vedono distanti dalla valutazione dell’AGCM”. Secondo il fondatore di Gnammo “Va considerato che la sharing economy, e il proprio potenziale, esistono unicamente grazie alla tecnologia: la crescita e la diffusione del fenomeno si poggia sulla viralità e sui nuovi sistemi digitali/elettronici. E’ grazie all’innovazione tecnologica che piattaforme come AirBnb o Blablacar, ma anche Gnammo stesso, hanno potuto svilupparsi ed espandersi, attraverso un passaparola ‘virtuale’ che si è tradotto in risultati concreti e positivi. Per questo – afferma Cristiano Rigon – ritengo che l’utilizzo delle piattaforme digitali per l’esercizio dell’attività di home restaurant non rappresenti tanto un limite, quanto piuttosto un’opportunità di promozione e pubblicità che altrimenti non avrebbe se rimanesse confinata tra le mura domestiche di una casa privata. Al contrario, la piattaforma e quindi internet sono l’unica via che hanno gli home restaurant per ottenere visibilità”. Riguardo all’obbligo imposto dalla legge di pagare la prestazione esclusivamente online “Riteniamo che la trasparenza sia un aspetto fondamentale. La tecnologia facilita la tracciabilità delle transazioni, allontanando i ‘furbi del contante’ e lo spauracchio del ‘è tutto fatto in nero’. È bene ricordare – sottolinea Cristiano Rigon – che l’home restaurant è un’attività destinata al privato cittadino, non all’imprenditoria: non si può pensare che lo stesso sostenga un rischio d’impresa, dove l’impresa non esiste. Riteniamo pertanto corretto che l’utente possa disdire anticipatamente, entro certi limiti temporali, la propria prenotazione, ed allo stesso tempo che il fornitore del servizio sia tutelato, non avendo magazzino, dall’aver fatto acquisti che poi non riuscirebbe a smaltire. Questo anche nell’ottica di ridurre lo spreco di cibo che si genera con il cosiddetto “no show”. Quanto all’osservazione fatta dal Garante rispetto ai limiti sui proventi che la legge va a imporre “Gnammo è assolutamente concorde anche se su basi differenti – afferma Rigon – Occorre precisare che detti limiti risulterebbero incostituzionali laddove si andasse ad inquadrare l’attività come libera impresa, cosa che la legge non va a toccare. Va ricordato che la definizione stessa di home restaurant inquadra l’attività come non professionale, e quindi fuori dai canoni propri di un’impresa, dove fondamentali sono i numeri di crescita ed il rischio che tutto ciò comporta. Per questo sosteniamo con forza che non si debbano avere limiti sul fatturato, per consentire agli operatori di valorizzare prodotti della tradizione e del territorio senza dover stare attenti al “costo del cibo”. Crediamo invece opportuno ragionare sul porre dei confini, anche numerici, così come è stato fatto a suo tempo per le attività di B&B, proprio al fine di ribadire che si sta normando un’attività non professionale, senza che questi siano di freno alla crescita del settore”.
Gnammo si trova, invece, concorde con l’AGCM nel sostenere che l’articolo 5 comma 3 del DDL in oggetto sia da riformulare. “Sarebbe positivo – dichiara Cristiano Rigon – se i B&B potessero ampliare la propria offerta, includendo quella ristorativa. Tuttavia occorre ricordare che già oggi, a prescindere da questa normativa, i regolamenti regionali sul turismo vietano questa possibilità, proprio per garantire equilibrio tra quelli che sono gli adempimenti cui devono sottostare alberghi ed hotel e le poche regole che hanno i B&B, in virtù dei loro limiti tra cui questo. Crediamo sia opportuno andare a precisare meglio il comma, per cui Gnammo aveva già fatto una proposta di emendamento che andava ad escludere, per tali soggetti, la possibilità di effettuare eventi di social eating in via esclusiva per gli ospiti del B&B o Affittacamere. Riteniamo infatti – conclude Rigon – che, in linea con quanto suggerito dalla commissione europea, occorra tutelare la crescita della sharing economy e quindi consentire a chi utilizza ad esempio piattaforme come Airbnb per affitti a breve termine di poter proporre anche eventi di social eating, unendo così l’opportunità di home sharing con quella del food sharing”.
Da oggi con Google Maps si possono condividere i propri luoghi preferiti [VIDEO]
A partire da oggi su Google Maps è possibile creare elenchi di luoghi e condividerli con i propri amici. Il tutto avviene senza mai uscire da Maps (sia su Android sia su iOS). Ad annunciare la novità sharing è la stessa Google tramite un post pubblicato sul proprio blog. Per condividere i propri luoghi preferiti basta aprire l’app Google Maps e , dopo aver individuato il luogo prescelto, selezionare l’icona “Salva” e aggiungerlo a uno degli elenchi preimpostati sull’app, ad esempio “Da visitare” e “Preferiti”. Visto che anche per Google condividere è importante la condivisione degli elenchi è stata resa molto agevole e può avvenire via messaggio, email, social network e attraverso le app di messaggistica più usate. Gli elenchi che si deciderà di salvare saranno sempre con voi all’interno delle mappe di Google e visibili sia da dispositivo mobile che da desktop anche in assenza di connessione. Google ha reso disponibile su YouTube un video in cui viene spiegato passo dopo passo come è possibile salvare e condividere i propri luoghi del cuore.
Car2go lancia la campagna #sharekindness e invita i suoi utenti a condividere un buon gesto

Foto da Blog Car2Go
Arrivati alla fine del 2016, il team social media di Car2go ha pensato di creare un pò di “positività di fine anno” sui propri canali. Con la campagna #sharekindness, la più grande community di car sharing al mondo viene invitata a compiere un atto di gentilezza e a diffonderlo in rete. L’intera campagna è incentrata sull’idea di ispirare il maggior numero di iscritti a dedicarsi al prossimo, cercando di fare qualcosa di buono per gli altri e allontanare così insieme il “brutto” del 2016. Alcuni studi hanno dimostrato compiere buone azioni non solo aumentano la felicità delle persone e aiutano a mantenersi in buona salute, ma spronano anche gli altri a compiere azioni simili. La campagna #ShareKindness, che durerà fino a fine dicembre, si sviluppa attraverso diversi canali, affinché il maggior numero di utenti e appassionati di social network trovi il modo di partecipare all’iniziativa. L’obiettivo è scatenare un effetto domino di collaborazione umana a livello mondiale, con il maggior numero possibile di “Random Acts of Kindness”. La società di car sharing (l’affitto temporaneo di auto tipico della sharing economy) ha programmato diverse global actions: sia online – in cui si invita la community a condividere la propria citazione preferita o a comportarsi civilmente quando si è alla guida – sia offline con iniziative portate avanti dal team di Car2go. Un esempio di tale tipo di azioni è un bigliettino lasciato sul parabrezza della Car2go. Ma le iniziative non si fermano qui: i vari paesi Car2go hanno preparato anche alcune iniziative locali. Così in caso di pioggia o neve ad alcuni fortunati utenti potrà capitare ad esempio di ricevere un passaggio dal team di Car2go e di essere accompagnati a casa gratuitamente; parte dello staff travestito da elfo natalizio si è nascosto all’interno di alcune Car2go e ha sorpreso gli utenti a inizio noleggio. La particolarità di questo evento sta anche nella gestione collettiva dei contenuti, superando così i confini nazionali. Alla campagna infatti partecipano Spagna, Italia, Olanda, Germania, Austria, Usa e Canada paesi in cui la celebre società diventa famosa per le sue Smart ha attivo il proprio servizio di car sharing. È Car2go stesso, pioniere del car sharing free-floating, a partecipare attivamente alla campagna con piccoli gesti nei confronti dei suoi utenti: regali inaspettati come voucher per concerti, fitness tracker o altri gadget tecnologici, oppure un passaggio gratuito. Inoltre, come gran finale, verrà prodotto un video con le migliori campagne realizzate per continuare a diffondere l’importante messaggio.
“Ogni nostro utente, che condivide le auto Car2go anziché utilizzare la sua auto privata, contribuisce a rendere le nostre città più vivibili. Sommando tutti questi contributi, la nostra community, di oltre due milioni di persone in tutto il mondo, fa la differenza. Vogliamo sfruttare questo potenziale per essere ancora più uniti durante il periodo natalizio e per far felici quante più persone possibile”, spiega Olivier Reppert, CEO di Car2go Group GmbH. Raphael Stange, CMO aggiunge: “Il tanto citato slogan “Sharing is caring” non viene usato senza ragione, anzi è saldamente radicato nel nostro DNA e si manifesta nella condivisione dei nostri veicoli. Pertanto, la campagna natalizia #ShareKindness ci sta particolarmente a cuore”.“Think globally, act locally” recita un noto detto. Come reagiranno le community dei diversi Paesi Car2go alla “call to action”? Per scoprirlo basta andare sulla pagina Facebook e scoprilo. Eccone un esempio
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=890902884378880&id=179873022148540&__tn__=C
In USA arrivano le gift card Uber

Foto Uber
Il Natale si avvicina e anche la sharing economy pensa ai regali da mettere sotto l’albero. Uber, la celebre piattaforma di ride sharing, ha, infatti, messo in vendita sul proprio sito web delle gift card che a pieno titolo possono rientrare nella categoria “regali utili”. Le carte prepagate da regalare ai propri cari sono disponibili in quattro tagli (25,50,100 e 200 dollari USA) e possono essere utilizzate da chi li riceverà sia per pagare le corse Uber sia per acquistare cibo tramite la piattaforma di food delivery UberEATS. Le carte possono essere utilizzate in tutte le città USA in cui Uber è attivo e non hanno scadenza o commissioni. Oltre che online, le carte regalo sono in vendita negli Stati Uniti in oltre trentacinque mila rivenditori tra ciu i punti di vendita di Kroger, Target e Wal-Mart. Le carte acquistabili tramite il sito web possono essere personalizzate sia nella grafica (si può anche inserire una foto propria) sia attraverso l’inserimento di un messaggio di auguri. Una volta acquistata si potrà poi scegliere l’invio al destinatario tramite mail oppure una formula di printing at home. Delle gitft card esiste, infine, anche la versione business (con tagli che arrivano fino a 500 US$) riservata alle aziende che vogliono regalare ai propri dipendenti un dono all’insegna della sharing economy.
Oggi è l’undicesimo Cyber Monday, ecco com’è nata la festa dell’eCommerce
Oggi il mondo dell’eCommerce celebra il Cyber Monday. Ma com’è nato il Cyber Monday? In pieno spirito di sharing knwoledge, vi raccontiamo le origini di questa ricorrenza commerciale, fatta di sconti e promozioni. Il giorno, la cui data varia tutti gli anni, coincide con il lunedì successivo al Thanksgiving, il giorno del ringraziamento negli USA. Il termine fu coniato da Ellen Davis, Senior Vice President della National Retail Federation, la più grande associazione US di retailer.
Tutto ebbe inizio nel 2005 con un comunicato stampa di Shop.org dal titolo Cyber Monday Quickly Becoming One of the Biggest Online Shopping Days of the Year. Nel comunicato si scriveva – in riferimento al 2014 – che “Il 77% dei rivenditori online dichiaravano che le vendite aumentavano notevolmente il Lunedi dopo il Giorno del Ringraziamento”. Sempre nel 2005 il The New York Times scrisse: “Il nome Cyber Monday nasce dalla constatazione che milioni di americani…freschi di un weekend di Thanksgiving passato a guardare le vetrine, il lunedì si connettevano a internet dal luogo di lavoro acquistando ciò che gli era piaciuto”. In questi 10 anni l’importanza del lunedì cibernetico, che segue di quarantott’ore il Black Friday, è progressivamente aumentata in concomitanza con la crescita degli acquisti online. Il fenomeno nato, quindi, oltreoceano sta prendendo campo anche in Europa, ogni anno infatti aumentano i merchant che offrono sconti e promozioni. In Italia a portare il Black Friday nel 2010 fu ePrice e da allora ogni anno “viene cancellato il record del precede”. Nel 2015, secondo i dati diffusi da Idealo, nel Cyber Monday l’incremento percentuale di traffico rispetto alle tre settimane precedenti e successive è stato del 40%. Sempre secondo Idealo le categorie di prodotti più ricercate nel 2015 sono state per lo più legate al settore tecnologico e, in dettaglio, a riscuotere il maggiore interesse sono stati console di gioco, robot da cucina, notebook, TV LED, obiettivi, fotocamere, smartphone, ultrabook e smartwatch. Secondo i dati elaborati da Adobe, nel lunedì dedicato allo shopping su internet, negli USA le vendite online hanno toccato nel 2015 il nuovo massimo storico giornaliero con 2,98 miliardi di dollari spesi. Rispetto al 2014 si è, quindi, registrato un incremento del 12%. Chissà se in questo giorno iniziato da poco si supererà la fatidica quota dei US$ 3 miliardi. Al momento da parte degli operatori della sharing economy non si registrano promozioni e sconti. Nascerà in futuro un giorno della scontisisca per l’economia della condivisione o nei prossimi anni questi player, che vivono nell’online, si uniranno ai big dell’eCommerce?
Addio a Fidel Castro, la sua Cuba è stata la culla della sharing economy
La morte di Fidel Castro ci induce una riflessione: Cuba, il paese che il leader politico ha governato per cinquantadue anni, può essere considerata una delle nazioni che ha favorito e normato la sharing economy ante litteram. Molti anni prima dell’arrivo dei primi marketplace di sharing tra cui il più Airbnb, infatti, nell’isola che lui ha governato sono sorte le casas particulares e le paladares. A riprova di quanto noi di SocialEconomy abbiamo scritto in uno dei nostri primi post c’è quindi un legame che unisce i principi ispiratori del comunismo e l’economia partecipativa. Due esempi concreti di questo legame sono appunto le casas particulares, abitazioni di cubani che vengono condivise con turisti con l’obiettivo duplice di offrire agli stranieri un’esperienza di viaggio local touch e di dare contemporaneamente agli isolani una forma supplementare di reddito (le basi del moderno home sharing) e le paladares, case in cui gli abitanti della nazione che ha in L’Avana la sua capitale ospitano a pranzo o cena i visitatori in cambio di un compenso esattamente ciò che avviane oggi con le piattaforme di social eating. Fidel Castro ha sempre incoraggiato e normato queste forme di economia creando una rete ufficiale che rendono riconoscibile ogni casa particulare. Il termine casas particulares, ossia abitazione privata, stato adottato in tutta Cuba dopo il 1997 , quando l’iniziativa del governo cubano di Fidel Castro ha permesso ai cubani di affittare camere ai turisti all’interno delle proprie abitazioni. Per poter svolgere queste attività ogni alloggio deve essere iscritto in un apposito registro e ottenere una licenza. Inoltre ogni proprietario di casa deve esporre fuori la porta un un cartello blu con scritto Arrendador Inscripto. Il fatto che Cuba ha sempre visto con favore l’economia della condivisione è confermato dall’apertura che il Governo locale ha avuto nei confronti di Airbnb a partire dall’aprile del 2015 quando uno speciale accordo ha consentito ai cittadini USA di alloggiare in appartamenti condivisi inseriti nella celebre piattaforma di condivisione di appartamenti che è stato poi esteso nel 2016 ai turisti provenienti da tutto il mondo. La stessa società californiana in occasione del viaggio del Presidente Barack Obama a Cuba aveva reso noti alcuni dati della sua presenza nell’isola: oltre 4 mila alloggi disponibili per un totale di 13 mila US citizen che nel corso del primo anno dallo sbarco nella patria di Fidel hanno scelto l’home sharing di Airbnb.
Lyft: addio ai baffi rosa, con Amp corse più facili, veloci e colorate
Addio baffi rosa (in inglese pink mustache). Lyft, la celebre società di ride sharing che insieme Uber rappresenta una delle principali società del settore nel campo della sharing economy, ha deciso di abbandonare l’emblema che l’ha resa famosa e riconoscibile negli USA e non solo. La società ha deciso, infatti, di mandare in soffitta quei baffetti rosa che rendevano riconoscibili le proprie auto dal 2012 e di sostituirli con un nuovo marchio che è anche un dispositivo luminoso e interattivo, chiamato Lyft Amp. Amp è un dispositivo portatile (la forma ricorda i tassametri vintage dei taxi tradizionali) con connessione bluetooth che è dotato di due schermi LED integrati nella parte anteriore e posteriore. Amp inizierà a circolare sulle auto di Lyft a partire dal Capodanno 2017, quando la società inizierà a distribuirlo ai suoi driver nelle città di tutti gli USA tra cui New York, San Francisco, Las Vegas e Los Angeles. Con tale scelta di Lyft rinnova quindi la propria immagine e lo fa offrendo al contempo un servizio ai propri clienti: facilitare l’individuazione della propria auto al momento del pick up. Infatti, la parte anteriore di Amp visibile dal parabrezza anteriore si illumina con un colore psichedelico e tramite una tecnologia beacon l’app dell’utente si illuminerà dello stesso colore così da facilitare il contatto e la riconoscibilità rider/driver. La schermo posteriore di Amp, invece, serve per far scorrere dei messaggi visibili all’utente una volta che questo sarà entrato a bordo dell’auto. Il funzionamento di amp viene illustrato molto bene dal video predisposto dalla società USA visibile sui principali social network tra cui Facebook e YouTube.Il lancio di Amp coincide con un ulteriore rafforzamento della strategia di comunicazione e di advertising comunicata attraverso il corporate blog di Lyft. A questo proposito la società californiana ha creato quattro spot pubblicitari video trasmessi in TV e online visibili anche sul canale YouTube della società. L’hashtag della campagna di commercial ADV è #RideOnTheBrightSide
Spot 1 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB¶ms=OAFIAVgB&v=xj2VWLV0xCU&mode=NORMAL
Spot 2 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB¶ms=OAFIAVgC&v=QDVUHRVJceo&mode=NORMAL
Spot 3 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB¶ms=OAFIAVgD&v=AjMDDqytSJY&mode=NORMAL
Spot 4 https://m.youtube.com/watch?list=PL-04sKrMar6OzoWJCqNdCoeaghGFVT-AB¶ms=OAFIAVgE&v=NJbJzNjrG44&mode=NORMAL
Per Talent Garden inizia una nuova era
Inizia una nuova era per Talent Garden: chiuso l’aumento di capitale da 12 milioni di euro per accrescere la rete di spazi coworking, la condivisione degli uffici dell’era della sharing economy, e puntare su formazione, eventi e innovazione con le aziende. L’apporto di capitale è stato il secondo più rilevante financing round realizzato a livello europeo nel settore. La raccolta tra equity e debito, ha visto – per la prima volta in Italia – la partecipazione di 500 Startups, il più grande incubatore al mondo basato a San Francisco e diretto da Dave McClure, ed Endeavor Catalyst, sponsor Reid Hoffman founder di LinkedIn. Al suo fianco sono intervenuti molti family office italiani, con la regia della Tamburi Investment Partners (TIP) di Giovanni Tamburi, che ha partecipato al round anche direttamente ed è oggi tra i principali azionisti della società. Tra questi le famiglie Angelini e Dompé (farmaceutica), gli armatori D’amico, gli imprenditori del settore metallurgico della Ferrero a cui si aggiungono imprenditori del digitale italiano come Volagratis, MutuiOnLine, Alkemy ed Esprinet.
Talent Garden è oggi il più grande network di coworking d’Europa per numero di sedi: da Brescia, dove è nato cinque anni fa, è arrivato a 17 campus in 5 Paesi europei, con più 1500 professionisti del digitale che lavorano negli spazi, centinaia di manager provenienti da decine di aziende formati da TAG Innovation School e centinaia di studenti che ogni giorno si formano per diventare i professionisti del futuro. In aggiunta si contano oltre 500 eventi ospitati o organizzati ogni anno nei diversi campus sui temi dell’innovazione e del digitale.
Secondo Davide Dattoli, founder e CEO di Talent Garden: “È una soddisfazione immensa, con questa operazione rafforziamo la nostra leadership a livello europeo e soprattutto incrementiamo la forza di un network ormai unico, che partendo dall’Italia si è sviluppato in molti Paesi con l’obiettivo di espandersi in tante altre città. Siamo già il terzo player a livello mondiale per numero di campus e vogliamo realizzare il nostro sogno di connettere i talenti più innovativi e brillanti, non solo europei”.
Talent Garden con questo round si posiziona come primo player in Europa in un settore in crescita in cui velocità e qualità del network sono fondamentali. La scommessa dei più grandi investitori internazionali è quella di riconoscere che il mondo del lavoro è cambiato e che sono necessari nuovi player che offrano servizi innovativi e uno spazio di lavoro in continua evoluzione con una forte componente di community, dove si impara e ci si connette grazie a corsi ed eventi.
Negli Stati Uniti il coworking, la condivisione degli uffici dell’era della sharing economy, continua a essere uno dei settori di maggior interesse e attrae capitali molto importanti: WeWork, società basata a New York, ha raccolto più di 620M$ negli ultimi due anni. Sempre nella Grande Mela General Assembly ha raggiunto 110M$ mentre NeueHouse 25M$. A San Francisco, altra roccaforte del coworking, RocketSpace ha chiuso un round da 336M$ e Galvanize da 45M$.
Nel dettaglio il piano industriale 2017-2018 prevede l’apertura diretta di una decina di nuovi spazi in Europa entro la fine dell’anno per un totale di 70.000 mq e 8.000 talenti connessi al network. Luoghi aperti 24h al giorno in cui tutti i professionisti dell’innovazione, siano essi freelance, startup, PMI digitali o grandi imprese con le proprie aree innovazione, possano trovare uno spazio di lavoro innovativo pensato per stimolare la produttività e aumentare le relazioni professionali. Il piano prevede inoltre l’ampliamento della rete di franchising già presente per fornire un servizio sempre più capillare nei diversi territori.
La TAG Innovation School, la prima scuola del digitale in Europa per numero di studenti e aziende formati, continuerà a crescere in Italia (a gennaio 2017 aprirà la nuova sede di Roma) e all’estero (nei mercati in cui Talent Garden è già presente). Forti investimenti anche sulla parte B2B, per aiutare le aziende nel processo di digital transformation formando manager ed executives con percorsi formativi personalizzati.
Grazie alla presenza capillare sul territorio, Talent Garden si è affermato anche come il luogo dove gli innovatori si incontrano, dove imprese e startup sviluppano collaborazioni e dove tanti professionisti si aggiornano e fanno networking nel mondo del digitale. In tale ambito l’aumento del numero di spazi e di mercati in cui opera rende Talent Garden un player unico per connettersi con il meglio dell’innovazione europea e globale.
Continua Davide Dattoli: “Siamo partiti 5 anni fa con un piccolo spazio a Brescia, abbiamo creduto nella sfida di crescere in Italia ed Europa, nella diversificazione del nostro business e oggi non siamo più solo un coworking pur essendo in tante città in Europa. Abbiamo una divisione che si occupa esclusivamente di realizzare eventi e attività con clienti corporate e da un anno abbiamo anche TAG Innovation School con una proposta formativa sui temi del digital che coinvolge studenti ma anche tante aziende che vogliono cambiare il loro modo di lavorare. Abbiamo esportato il nostro modello in Europa e, dopo Spagna, Lituania, Romania e Albania, puntiamo ai mercati dove l’innovazione sta nascendo, fuori dai circuiti di Londra e Berlino dove esistono già tanti player molto radicati. Il nostro obiettivo è di arrivare in borsa entro la fine del 2018.”
Sono tante le attività che Talent Garden chiuderà tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017: l’apertura della seconda sede di TAG Innovation School a Roma, il lancio del nuovo spazio di Torino realizzato in collaborazione con Fondazione Agnelli e nuove sedi internazionali che amplieranno il network e il valore per i suoi membri. Questo si affianca ai risultati del 2016 come l’apertura di Talent Garden a Roma prima con Poste Italiane in Viale Mazzini e poi all’interno di Cinecittà, con un campus dedicato alla multimedialità, due realtà che si sono già affermate come centri dell’innovazione nella capitale. L’apertura di Talent Garden Bucarest che rafforza la presenza nell’est Europa e Supernova, il festival dell’innovazione targato Talent Garden che quest’anno ha superato i 100.000 visitatori tra Brescia e Torino.
La società si appresta a chiudere il 2016 con circa 5M di euro di fatturato consolidato e un tasso di crescita del 300% rispetto all’anno precedente. Per il prossimo triennio si prevede un raddoppio anno su anno del fatturato, una crescita dell’organico, del numero di spazi di coworking e dei clienti raggiunti.