Uber: il team USA si mobilita a sostegno degli autisti rimasti coinvolti dall’ordine esecutivo di Donald Trump

Uber ha reso nota la lettera inviata dal CEO Travis Kalanick ai driver operanti negli USA colpiti dall’ordine esecutivo sull’immigrazione emesso da Donald Trump venerdì scorso. “L’ingiusto divieto posto dal Presidente Trump negli Stati Uniti ha portato il nostro team USA a mobilitarsi a sostegno dei tanti autisti coinvolti”. scrive Uber nel post su Facebook con cui è stata resa nota la lettera del fondatore del big della sharing economy. I punto salienti dell’intervento di Kalanick sono i seguenti:

– supporto legale 24/7 per tutti gli autisti che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti

– un indennizzo per i guadagni persi dagli autisti posti in condizione di non poter guidare

– richiesta al governo di ristabilire con urgenza il diritto di viaggiare a tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti

– un fondo di 3 milioni di dollari per la difesa legale degli autisti coinvolti

La lettera integrale del CEO del colosso del ride sharing Travis Kalanick è disponibile al seguente link https://newsroom.uber.com/standing-up-for-the-driver-community/ 

 

I taxi di New York si schierano contro l’ordine esecutivo di Donald Trump e invitano i driver di Uber e Lyft a fare altrettanto 


L’hashtag #DeleteUber nelle ultime ore è stato trend topic su Twitter a livello mondiale. La notizia è stata riportata da diverse siti di news internazionali tra cui Al Jazeera e Mashable. Tra gli utenti del colosso del ride sharing si è, infatti, diffuso il mal contento in seguito alla decisione – annunciata su Twitter tramite l’account @Uber_NYC – della società californiana di eliminare il sovrapprezzo dalla proprie corse. Tale mossa è stata, infatti, interpretata dagli utenti come una decisione collegata allo sciopero di un’ora (dalle 6 alle 7 PM del 28 gennaio) all’aeroporto JFK promosso dalla New York Taxi Workers Alliance in segno di solidarietà a tutti coloro che proveniendo dai sette paesi colpiti dall’ordine esecutivo si sono visti sospendere l’ingresso negli USA. Il servizio di ride sharing è stato accusato su Twitter di strike breaking che letteralmente significa rottura dello sciopero. Uber dopo qualche ora ha precisato  sempre su Twitter che il suo tweet non voleva significare “To break strike” cioè rompere lo sciopero e ha ricordato quanto scritto dal fondatore della società della sharing economy  Travis Kalanick su Facebook con il quale ha annunciato che Uber sosterrà pro bono per i prossimi 90 giorni i driver Uber colpiti dal provvedimento del Presidente USA.  Kalanick nel suo intervento aveva anche scritto che il “divieto avrà un impatto molte persone innocenti”. Qualche ora dopo la New York Taxi Workers Alliance ha annunciato per oggi 29 gennaio alle 2 PM una protesta a Battery Park City invitando i driver dei taxi gialli, verdi, neri e quelli di Uber e Lyft a unirsi alla protesta contro il provvedimento presidenziale. 

Il secondo tweet di UBER NYC

Il primo tweet di UBER NYC

L’inizio del post del fondatore di Uber Travis Kalanick pubblicato su Facebook

Da Airbnb alloggi gratuiti per i rifugiati non ammessi negli USA dopo l’ordine esecutivo di Donald Trump


La decisione del Presidente degli USA Donald Trump di bloccare, tramite un ordine esecutivo emesso nelle scorse ore, per 120 giorni l’accettazione di rifugiati, di sospendere per tre mesi l’arrivo di cittadini da Iran, Iraq, Sudan, Libia, Siria, Somalia, Yemen e lo stop indefinito all’arrivo di profughi siriani sta suscitando una valanga di critiche, proteste e azioni a favore di coloro che si trovano nella condizione di non poter più entrare negli US.  In risposta a questo intervento Airbnb, il colosso dell’home sharing ha varato un’offerta gratuita di abitazioni per i rifugiati non ammessi negli Stati Uniti. Ad annunciare tale iniziativa è stato  il fondatore del società della sharing economy Brian Chesky attraverso  Twitter. Chesky sul proprio account ha scritto:Airbnb is providing free housing to refugees and anyone not allowed in the US. Stayed tuned for more, contact me if urgent need for housing” che tradotto significa: “Airbnb sta fornendo un alloggio gratuito ai rifugiati e chiunque non ammesso negli Stati Uniti. Rimanete sintonizzati per ulteriori informazioni e contattarmi se avete bisogno urgente di abitazioni”.  In totale i tweet di Bryan Chesky sull’argomento sono stati tre: “Not allowing countries or refugees into America is not right, and we must stand with those who are affected” e ancora: “Open doors brings all of US together. Closing doors further divides US. Let’s all find ways to connect people, not separate them” cioè: “Non consentire l’accesso a paesi o rifugiati in America non è giusto, e noi dobbiamo stare con coloro che sono colpiti”: “Porte aperte tutti insieme. La Chiusura di ulteriori porte divide gli Stati Uniti. Dobbiamo trovare il modo per collegare le persone, non separarle”. Bryan Chesky su Twitter ha oltre 180 mila follower

I tre tweet di Bryan Chesky

Il terzo tweet di Bryan Chesky sulla questione rifugiati

Il secondo tweet di Bryan Chesky sulla questione rifugiati

Il primo tweet di Bryan Chesky sulla questione rifugiati

Milano, ruba una bici del bike sharing per tornare a casa. Il padre scrive a BikeMi per chiedere scusa e pagare i danni

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Un padre denuncia la “goliardata” del figlio adolescente, colpevole di aver rubato una bici del bike sharing, il servizio di condivisione di biciclette dell’era della sharing economy, per rientrare a casa una sera e si offre di pagare il conto dei danni scusandosi per l’accaduto. L’episodio è accaduto nei giorni scorsi a Milano e a renderlo noto è stata BikeMi, gestore del servizio di condivisione delle biciclette di Milano. Il papà, molto rammaricato per l’episodio, quando ha scoperto la bici gialla nel garage la mattina seguente ha prima chiamato il servizio clienti di Clear Channel, il gestore del servizio di bici gialle condivise, e poi ha scritto una lettera per raccontare l’episodio e scusarsi vivamente. Purtroppo mio figlio la sera del 13 gennaio – ha scritto il genitore – a seguito di una serata goliardica ha pensato bene di ritornare a casa con una delle vostre biciclette, per farlo l’ha divelta dall’apposito gancio ovviamente rompendolo, è poi arrivato a casa lasciando la bici in garage, il mattino dopo la bici è stata legata con il proprio lucchetto (in accordo con le istruzioni ricevute telefonicamente)  alla colonnina di piazza Risorgimento. Sono quindi a scusarmi con voi di quanto mio figlio ha fatto e vi chiedo il costo della riparazione oltre al disagio arrecato”. La segnalazione, piuttosto insolita, non è passata inosservata alla direzione di BikeMi. La società, colpita dal gesto di civiltà non scontato di questo padre, lo ha cosi ringraziato “per la sua sensibilità e il senso civico dimostrato in questa vicissitudine” e gli ha risposto che “per questa ragione” non deve nulla per l’accaduto e che i costi per la riparazione dovuta ai danni causati dal gesto del figlio saranno coperti dalla stessa BikeMi. Il direttore del bike sharing di Clear Channel Italia nel rispondere al genitore ha anche aggiunto “Sono sicuro che lei saprà trasmettere a suo figlio l’importanza di un comportamento corretto nell’uso della cosa pubblica perché, oltre al danno materiale, può incorrere in reati penali più seri”.

Lyft inaugura una nuova fase di espasione negli USA 

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Lyft, il principale competitor di UBER negli USA nel settore del ride sharing, ha annunciato ieri in tarda serata italiana che ha avviato un forte programma di espansione negli Stati Uniti. Il big della sharing economy ha, infatti, dichiarato tramite un post sul proprio blog che porterà i propri servizi in cento nuove città dell’America del nord. Grazie a questa espansione Lyft avrà una copertura complessiva in oltre 300 città e arriverà a comprire con i propri servizi potenzialenre 231 milioni di statunitensi pari al 72% della popolazione USA. La prima onda dei questa fase di espasione di Lyft è iniziata con la copertura di 40 nuove città USA nel Southwest, Southeast, North e South Carolina, Rockies, Midwest, New England e Central California. 

Monitor flotte auto aziendali Cerved: ancora poco utilizzato il car sharing. Solo un’impresa su dieci con veicoli elettrici o ibridi

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Cerved, leader in Italia nell’analisi del rischio del credito e una delle principali agenzie di rating in Europa e con Cerved Credit Management leader di mercato indipendente nell’offerta dei servizi relativi alla valutazione e gestione di posizioni creditizie, ha pubblicato il primo monitor sulle flotte automobilistiche aziendali. L’analisi si pone l’obiettivo di tracciare le tendenze e le previsioni sulle caratteristiche delle auto, le politiche di utilizzo e le scelte assicurative operate delle imprese. Il monitor di Cerved, che si basa su un campione composto da 3700 interviste ad imprese operanti nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi, è la prima fotografia del panorama nazionale relativo al mercato dei veicoli aziendali. Dallo studio emerge che in Italia, circa il 70% delle imprese con più di 100 addetti e un fatturato di oltre 50 milioni di euro dispone di una flotta aziendale. Le grandi imprese (oltre 250 addetti) hanno in dotazione una flotta mediamente composta da circa un centinaio di autovetture e una quarantina di furgoni. Il 44% del parco autovetture nazionale è composto da mezzi con cilindrate tra 1600 e 2000 cc, solo il 15% da autovetture superiori ai 2000 cc. Le automobili berlina sono le più̀ diffuse in questo mercato e coprono il 40% del parco auto, seguite da station wagon e citycar. L’84% delle auto aziendali è alimentata a diesel, percentuale che sale al 96% nel caso di veicoli commerciali leggeri. Le automobili maggiormente affidate ai dipendenti sono Fiat (37%), seguite da Audi (18%) e Bmw (17%). Anche i furgoni sono per la maggior parte Fiat (50%) seguiti da Iveco (21%) e Renault (9%). Guardando al futuro, il Monitor rivela che il 21% delle imprese pensa di rinnovare o ampliare il parco auto nei prossimi 12 mesi, mediamente le imprese cambiano un mezzo ogni 116.000 km e in tempi che si aggirano intorno ai 5 anni e mezzo dalla prima assegnazione. La modalità di fruizione preferita dalle imprese è l’acquisto diretto ma, pensando al futuro, sembra prendere il sopravvento il noleggio a lungo termine. Per quanto riguarda gli aspetti legati all’eco-sostenibilità, dall’analisi di Cerved emerge che l’84% del parco autovetture è alimentato a diesel, il 13% a benzina. Solo un’impresa su dieci si è già̀ dotata di auto elettriche o ibride. Ad oggi siamo ancora in una fase esplorativa per quanto riguarda il car sharing (strumento molto amato dai millennial dell’era della sharing economy e segmento nel  quale sono già attivi diversi car maker come Fiat, Mercedes e BMW con i rispettivi progetti Enjoy, Car2go e DriveNow) . Il car sharing, secondo quanto emerge dal report di Cerved, è, infatti,  scelta generalmente per i cosiddetti muletti assegnati ai dipendenti sprovvisti di auto. Per quanto riguarda la scelta della compagnia assicurativa, l’analisi rivela che l’81% delle imprese italiane si affida ad una sola compagnia e tende a non cambiarla per almeno due anni. Generalmente si verificano pochi sinistri causati: nonostante questo dato, le aziende tendono a stipulare polizze articolate e a dare particolare importanza all’estensione kasko. Sempre in termini di sicurezza, va sottolineato che ad oggi il 22% delle aziende italiane vuole sistemi di controllo come videosorveglianza, videoregistrazione e black box. Il Monitor completo può essere acquistato tramite il seguente   link: http://lp.buydirect.cerved.com/monitor-flotte/

 

Airbus meglio di Uber: il primo prototipo di automobile volante a guida autonoma arriverà nel 2017

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Foto Airbus 

Airbus, il principale costruttore europeo di aereomobili, sarà la prima società a presentare il primo prototipo automobile volante (flying cars) a guida autonoma e lo farà entro la fine del 2017. Questo è in estrema sintesi quanto dichiarato dal CEO di Airbus Tom Enders a Monaco durante il Digital Life Design e riporato dall’agenzia internazionale Reuters. In questo modo la divisione Urban Air Mobility di Airbus arriverà prima di Uber, il colosso della sharing economy, che nei mesi scorsi come scritto da SocialEconomy aveva presentato il proprio progetto UBER Elevate di taxi volante dandosi come obiettivo per lo sbarco sul mercato il 2026. Per il lancio ufficiale dell’auto volante di Airbus basterà attendere, invece, il 2021. Arbus è da diversi mesi impegnata a sviluppare un proprio veicolo autonomo a decollo e atterraggio verticale  (VTOL – Vertical Take-Off and Landing) tramite il Project Vahana, un progetto volto a creare  un prototipo per il trasporto aereo urbano a propulsione elettrica con l’obiettivo di risolvere uno dei principali problemi al mondo: il traffico e il relativo inquinamento considerando che secondo autorevoli stime nel 2030 il 60% della popolazione del mondo – vale a dire il 10% più di oggi – vivrà all’interno di città.

L’Accademia della Crusca boccia il termine home restaurant e invita il Senato a sostituirlo con “ristorazione domestica”

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In relazione alla proposta di legge approvata dalla Camera dei Deputati il 17 gennaio che disciplina l’attività di ristorazione in abitazione privata, l’Accademia della Crusca con il gruppo Incipit ha diffuso un comunicato stampa per bacchettare il legislatore italiano “colpevole” di aver fatto ricorso all’anglismo home restaurant. Il gruppo Incipit, costituito da Michele Cortelazzo, Paolo D’Achille, Valeria Della Valle, Jean-Luc Egger, Claudio Giovanardi, Claudio Marazzini, Alessio Petralli, Luca Serianni, Annamaria Testa, si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi incipienti, scelti tra quelli impiegati nel campo della vita civile e sociale, nella fase in cui si affacciano alla lingua italiana, al fine di proporre eventuali sostituenti italiani. Secondo gli accademici  è “Sorprendente che per definire” l’attività di ristorazione domestica” “Il legislatore italiano debba ricorrere all’anglismo home restaurant, quasi che l’arte culinaria casalinga del nostro Paese abbia origini oltre Manica e la lingua italiana non disponga di un termine per designare ciò che si potrebbe senz’altro denominare ristorante domestico”. Il Gruppo Incipit, che si adopera per una migliore coscienza linguistica e civile, ha, quindi, invitato i membri del Senato, ora investito dell’esame del testo di legge, a valutare criticamente l’opportunità di introdurre nella legislazione un termine straniero che, oltre a non apportare alcuna chiarezza supplementare. Già in passato il Gruppo Incipit dell’Accademia era intervenuto sull’utilizzo di termini stranieri avanzando le seguenti proposte di sostituzione:

Hot spot → Centro di identificazione

Voluntary disclosure → Collaborazione volontaria

Smart working → Lavoro agile

Bail in → Salvataggio interno / Bail out → Salvataggio esterno

Stepchild adoption → Adozione del figlio del partner

Whistleblower → Allertatore civico

Il prossimo anglismo a finire sotto osservazione sarà sharing economy? 

Taxi: l’Antitrust accende un faro sui principali radiotaxi di Roma e Milano. Presunto ostacolo a MyTaxi e agli operatori che offrono servizi innovativi 


Nell’era dell’ascesa del car sharing, del ride sharing e delle altre varie forme di mobilità urbana tipiche della sharing economy, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato, a seguito di una segnalazione della società Mytaxi Italia, due procedimenti istruttori per possibile violazione del divieto di intese restrittive della concorrenza, nei confronti delle principali società di gestione del servizio radio taxi a Roma: Radiotaxi 3570 Soc. Coop., Cooperativa Pronto Taxi 6645 S.c., Samarcanda S.c., e a Milano: Taxiblu S.c. (02 4040) Yellow Tax Multiservice S.r.l.(02 6969), Autoradiotassi Soc. Coop.(02 8585) Secondo quanto si legge nella documentazione pubblicata dall’Autorità entrambi i procedimenti riguardano le clausole di esclusiva contenute negli atti che regolano i rapporti tra le società di gestione del servizio di radio taxi e i tassisti soci/aderenti. “Tali clausole, ove applicate ad una percentuale maggioritaria dei tassisti in un dato ambito territoriale (come accade a Roma e Milano), appaiono idonee ad ostacolare, se non ad impedire, – scrive L’Antitrust nel suo comunicato stampa – l’utilizzo simultaneo da parte dei singoli tassisti di vari intermediari per la fornitura di servizi di raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi, ed in particolare ad ostacolare o rallentare l’ingresso nel mercato di nuovi operatori che offrono servizi innovativi di questo tipo come l’applicazione per smartphone e tablet gestita da Mytaxi Italia S.r.l., che mette direttamente in contatto l’utenza e i tassisti e offre anche un servizio di rating dell’offerta”.  MyTaxi Italia è la filiale italiana del un gruppo fondato nel giugno 2009 e che dal 2014, dopo la fusione con Moovel GmbH, appartiene al gruppo automobilistico tedesco Daimler AG. Mytaxi è attiva nella gestione di un’app per smartphone e tablet  che mette in collegamento diretto tassisti e utenti e opera in Italia, a Roma e a Milano, dal 2015.

Cinema: la sharing economy e il coworking al centro del concorso Obiettivi sul lavoro


Obiettivi sul lavoro, lo storico concorso cinematografico e audiovisivo promosso da Ucca (Unione dei circoli cinematografici Arci) insieme ad Arci, con il sostegno della direzione generale per il Cinema del Mibact per l’edizione del 2017 ha scelto come temi la sharing economy e il coworking. Nato nel 2006, il concorso si propone di selezionare e diffondere film e opere audiovisive in grado di affrontare le questioni legate al tema del lavoro, in un tempo di crisi come quello contemporaneo, nel quale diritti e tutele dei lavoratori sono minacciati e rischiano di essere eliminati. Il focus di quest’anno è su uno degli ambiti più complessi che si è affermato negli ultimi anni, quello dei coworking, dei fablab e, in generale, della sharing economy.  I film in concorso, per la maggior parte inediti, saranno visibili sul portale http://www.uccaarci.it/. Le opere saranno visibili online in alta definizione e votate per un mese dal pubblico del web che, previa iscrizione al sito, potrà indicare fino a tre preferenze. Possono partecipare al concorso (in modo gratuito) film di fiction, animazione e documentari di durata massima di 60 minuti e videoclip della durata massima di 3 minuti, realizzati a partire dall’anno 2016 su qualsiasi supporto analogico e digitale (Dvd, Blu.Ray, Dcp, etc.), in lingua italiana (o in versione con sottotitoli italiani). Ogni autore/autrice può inviare più lavori ma può partecipare al concorso con una sola opera selezionata.  Le opere selezionate saranno sottoposte alla visione ed alla valutazione di una Giuria di Qualità, individuata dal Comitato di Selezione, che sarà chiamata ad assegnare il “Premio della Giuria di Obiettivi sul Lavoro” corrispondente ad una somma di 1.000 €. L’opera che riceverà più voti sulla piattaforma online otterrà, invece, il “Premio del Pubblico di Obiettivi sul lavoro” corrispondente ad una somma di 1.000 €. I premi per i film vincitori saranno consegnati a Roma in un evento pubblico organizzato da UCCA, con congrua ed opportuna pubblicità, tra i mesi di marzo e aprile 2017. Per partecipare al bando, disponibile al seguente link http://www.uccaarci.it/wp-content/uploads/2016/10/Bando-Obiettivi-sul-lavoro-_def-1.docx  c’è tempo fino al 31 gennaio 2017