Con Easy Harbor la sharing economy arriva nei porti turistici 

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Logo EasyHarbor

La sharing economy, come abbiamo avuto modo di raccontarvi più volte, ha oramai conquistato anche la nautica. Oltre al boat sharing, con le varie uber del mare di cui abbiamo scritto in passato con le oramai celebri Incrediblue, Sailo e Antlos che permettono agli armatori di condividere la propria imbarcazione, tra qualche giorno salperà Easy Harbor, una società che darà la possibilità di condividere i posti barca. SocialEconomy ha incontrato i suoi fondatori Marco Camorali e Renato Rizzi per capire di più sulla loro iniziativa.

A marzo lancerete Easy Harbor, ci raccontate brevemente di cosa si tratta?

E’ una community che consente di scambiare il proprio posto barca con quello di un altro diportista. Solitamente, soprattutto nei mesi estivi, ormeggiare in porto può diventare un’impresa, senza contare i prezzi che in alta stagione possono essere proibitivi. Allo stesso tempo molti posti barca vengono lasciati liberi e restano inutilizzati. Easy Harbor mette in contatto i proprietari, o gli affittuari, dei posti barca attraverso una community che, attraverso lo scambio dell’ormeggio lasciato libero, consente di ridurre o annullare i costi d’ormeggio in porto. Basterà scaricare la App Easy Harbor da Play store o App store, attraverso un qualsiasi dispositivo mobile, per poter mettere a disposizione uno o più posti barca e accedere alle offerte inserite da altri diportisti. Una volta scaricata la App, dopo la registrazione, l’utente avrà la possibilità di inserire le proprie offerte (“Offro Posto Barca”) e ricercare le offerte inserite da altri utenti (“Cerco Posto Barca”). Prima di partire per la crociera, l’utente potrà quindi cercare un posto tra le offerte inserite dai membri della community. Trovato il posto nei porti di destinazione, o nei porti limitrofi per le date di suo interesse, contatterà il proprietario per prenotare gratuitamente il posto in banchina. Nel caso in cui l’utente non riesca a trovare il posto barca, o le offerte non siano adeguate alle date ricercate, potrà attivare l’invio di mail per essere informato di eventuali nuove offerte inserite nella App.  Easy Harbor si rivolge a tutti coloro che occupano un posto barca per un natante o un’imbarcazione di qualsiasi dimensione e che desiderano scambiarlo con altri in modo semplice, sicuro e conveniente e soprattutto senza scambio di denaro tra le parti.

Come è nata l’idea?

L’idea nasce dalla nostra grande passione per il mare e per la vela e dalla necessità comune a molti diportisti di ridurre i costi fissi del possesso dell’imbarcazione e di agevolare il reperimento dell’ormeggio quando si è in crociera.

Come avete finanziato la vostra idea?

Per la prima fase delle attività abbiamo deciso di autofinanziarci, sfruttando i nostri contatti del mondo della nautica per integrare le attività iniziali di marketing&social.

Avere risorse finanziare è indispensabile per crescere in questo mercato? Se si come pensate di poter finanziare ulteriormente la vostra società?

Le risorse finanziarie sono importanti ma devono essere associate ad una buona strategia di marketing, se nessuno ti conosce nessuno usa il tuo servizio. Certo che per una diffusione su scala mondiale servono partnership forti e sostentamento da investitori professionisti.

Vi piacerebbe essere definiti la Airbnb dei posti barca? 

Perché no…essere associati a un nome di successo è sicuramente positivo e di buon auspicio

Ci sono in altri paesi idee simili alla vostra?

Attualmente la nostra idea su dispositivo mobile è innovativa, esiste un solo portale in cui è possibile scambiare beni ma non è specifico e dedicato ai posti barca, infatti, si possono scambiare ben diversi.

Siete interessati a valutare una possibile espansione oltre l’Italia?

Abbiamo già in programma di estendere il servizio all’estero a partire da quest’anno, prima in Europa nei paesi che si affacciano sul mediterraneo e poi negli USA e nel resto del mondo.

Quanto incide secondo voi un posto barca in porto in una vacanza media di una settimana nel mediterraneo?

Possiamo considerare un forbice di costi compresi tra i 700 e i 1200 euro a settimana per un’imbarcazione di medie dimensioni nella stagione estiva, insomma con Easy Harbor si può risparmiare parecchio e utilizzare quel denaro per qualche buon ristorante o negozio del porto raggiunto. Il beneficio atteso è più in generale per tutti i servizi della marina e quindi per le marine stesse ma anche per il turismo delle zone limitrofe.

Ultima domanda, in Italia ma non solo si parla di introdurre una possibile regolamentazione dei servizi della sharing economy. Siete favorevoli oppure pensate che eccessive regole potrebbero impedire lo sviluppo dell’economia della condivisione?

Un regolamentazione potrebbe a nostro avviso giovare allo sviluppo dell’economia del nostro paese. L’importante è che sia una regolamentazione “intelligente” che permetta comunque lo sviluppo di questo settore andando incontro sia alle esigenze di business delle nuove società che intendono investire nella sharing economy ma anche agli utenti finali che potranno usufruire di questi servizi. Il tutto senza necessariamente andare contro a quelle che sono le aziende gestite in maniera tradizionale ma bensì, grazie alla crescita esponenziale delle utenze, avere un incremento degli introiti del settore a 360 gradi. 

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Renato Rizzi e Marco Camorali

La sharing economy sale in barca: ecco 12 “Uber del mare” + 1 “Justpark dell’ormeggio” (fotogallery)

IMG_6240In questi giorni si celebra a Genova la cinquantacinquesima edizione del salone nautico. Per l’occasione SocialEconomy ha pensato di raccogliere in una gallery alcune delle principali società nautiche attive nel campo del boat sharing, settore della sharing economy in forte espansione.
Queste società – “uber del mare” – sono dei marketplace che mettono in collegamento gli armatori delle con gli utenti che vogliono trascorrere una gita o una vacanza in barca. Si va dalle italiane Bluewago, Sailsquare, Holaboat, Antlos. Sempre made in Italy troviamo Marinanow specializzata nei posti barca e quindi differente dalle società precedenti. Questa società con sede a Cagliari, infatti, rende possibile trovare e prenotare posti barca nelle marine del Mediterraneo direttamente tramite il web e senza intermediazione con una formula che ricorda quella dell’inglese JustPark, startup che consente di prenotare, tramite app, il parcheggio per la proria auto. Ritornando al boat sharing tradizionale e spostandoci all’estero troviamo: Board a Boat, Incrediblue, Sailo, Boatbound, GetMyBoat, Boatsetter e Click&boat e BnbBoat.

Ecco la gallery con un po’ di informazioni (disponibili cliccando su ogni singola foto) su queste queste società.

Coboat: il coworking su un catamarano di 82 piedi

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Può un catamarano di 82 piedi diventare un ufficio in coworking? La risposta è si.
Coboat, startup inglese con sede a Londra, come raccontato per primo da Business Insider è nata per realizzare il sogno di ogni amante del mare: lavorare comodamente e con tutti i confort dell’ufficio godendosi contemporaneamente la natura e la navigazione. Il tutto in un contesto stimolante che può contribuire, grazie anche alla presenza di altri ospiti, alla nascita di nuove idee. Il catamarano, che può ospitare contemporaneamente 20 nomadi digitali, è dotato di: connessione wi-fi, comode postazioni di lavoro, elettricità – garantita da energia solare e eolica -, cabine e cucina. Le prossime destinazioni per l’ultimo trimestre del 2015 sono Tailandia, Sumatra, Andaman e Isole Nicobar. Il costo a settimana, che comprende tutti i servizi a bordo e i pasti (escluso alcolici) per una di queste destinazioni è di 980 euro. Tra le mete che toccherà Coboat c’è anche l’Italia: il catamarano navigherà le acque italiane tra fine luglio e fine agosto 2016 toccando le coste della Sicilia e della Sardegna.
Infine, Coboat, insieme a Jovoto, piattaforma di progetti creativi, sul proprio sito ha lanciato un format che mette in palio cento giorni di navigazione sul catamarano gratuitamente per il miglior progetto creativo presentato. Al concorso possono partecipare fotografi, video maker, autori, musicisti, designer, programmatori, foodie, blogger, viaggiatori o imprenditori. Per candidarsi occorre presentare il proprio progetto (ad esempio un film, un libro, una nuova idea di business, una app) entro il 16 settembre 2015. Coboat ha scelto come partner della sua iniziativa Jovoto, azienda con sede a Berlino e leader globale nel crowdsourcing creativo, che offre una piattaforma ideale in cui i candidati possono presentare la propria idea mettendo a disposizione delle aziende una sorta di banca dati di creativi in grado  di sviluppare e gestire progetti complessi. 
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