Quali sono le mete italiane preferite dagli stranieri? Quali città suscitano interesse e curiosità tali da valere un viaggio, breve o lungo che sia, nel nostro Paese? Wimdu, la più grande piattaforma europea per la ricerca di appartamenti privati, ha stilato la classifica delle 10 città italiane più prenotate tramite la propria piattaforma di home sharing nel 2015. Complessivamente dallo studio emerge che il Bel Paese che piace sempre di più non solo agli stranieri ma anche agli italiani. Analizzando l’origine delle prenotazioni, 10 sono i Paesi da cui sono fioccate le maggiori richieste di prenotazioni nella penisola italica e un dato colpisce piacevolmente: dopo la Germania è proprio l’Italia il secondo Paese che viaggia alla scoperta di se stesso, seguito da Spagna, Paesi Bassi, Francia, Svizzera, Danimarca, Polonia, Austria e Regno Unito. Nella top ten di Wimdu, che conta in Italia oltre 40.000 appartamenti, Roma occupa la prima posizione, “un salotto da attraversare in punta di piedi” come sosteneva l’indimenticato Alberto Sordi facendo probabilmente riferimento alle numerose bellezze artistiche di una città ricca non solo di arte e storia ma anche di eventi, locali suggestivi e proposte che appagano ad ogni età e che attirano sempre di più tedeschi (33%) e spagnoli (21%). Secondo posto invece per Milano, ad amarla soprattutto i tedeschi (28%) e gli italiani (22%). Molto probabile che a incidere sulle presenze nel capoluogo lombardo sia stata il successo di Expo. Terzo posto per Venezia, quarto per Firenze. E se Venezia ha conquistato i tedeschi (43%), a Firenze la parte dei leoni l’hanno fatta fino ad ora gli spagnoli (26%). Proseguendo nella classifica Wimdu, al quinto posto compare il Lago di Garda, meta sempre più apprezzata dagli svizzeri, seguito al sesto e settimo posto rispettivamente da Torino e Verona. L’ottavo e il nono posto vedono da un lato Napoli, che Stendhal ha addirittura acclamato come “la città più bella dell’universo” e dall’altro Bologna, fenomenale anche per la sua eccellente tradizione gastronomica tanto apprezzata da Artusi che invitava a fare un riverenza “quando sentite parlare della cucina bolognese, ché se la merita”. Chiude il ranking delle delle 10 città italiane più gettonate per vacanze e short week-end, Pisa. Wimdu con le oltre 300.000 soluzioni abitative in più di 150 Paesi in tutto il mondo e più di 250 dipendenti dislocati tra le sedi dell’headquarter di Berlino e la città di Lisbona è la più grande piattaforma europea per la ricerca di appartamenti privati in città. Attualmente la il marketplace conta più di 1,2 milioni di utenti registrati.
Archivi tag: berlino
Gli USA confermano la propria leadership nella sharing economy. In Europa è Londra la capitale dell’economia della condivisione
Gli Stati Uniti confermano la propria leadership a livello mondiale nel settore della sharing economy. A dirlo, come riportato dal Telegraph e da TechCityNews, è uno studio realizzato da JustPark – società britannica che consente la condivisione parcheggi privati – che ha analizzato la nazionalità delle principali realtà dell’economia della condivisione. Gli USA, con in testa le città di San Francisco e New York, sono il Paese in cui ha sede oltre la metà delle 865 start-up sharing prese in esame. In Europa il primato spetta al Regno Unito, patria del 10% dei player globali della sharing economy. A livello di capitali europee, come facilmente immaginabile, a spiccare è Londra che “ospita” 72 società sharing. Questo dato rende quindi la cittá del Big Ben la capitale europea dell’economia condivisa. Come emerge dalla mappatura realizzata dal Telegraph, le altre città del vecchio continente che inseguono Londra in questo primato sono nell’ordine Parigi, Madrid, Berlino e Amsterdam. La ricerca evidenzia oltre al dato della nazionalità la rapida crescita dell’economia della condivisione nel corso degli ultimi anni, rivelando che oltre la metà delle aziende sono state fondate nel 2013 o successivamente. Secondo uno studio realizzato da Price Waterhouse che SocialEconomy vi ha raccontato alcuni mesi fa, le stime di crescita in UK della sharing economy sembrano essere molto solide: i ricercatori di PWC prevedono, infatti, che le società UK dell’economia condivisa nel 2025 potranno arrivare a generare un fatturato complessivo di di 15 miliardi di US Dollari. A livello mondiale le stesse previsioni parlano, invece, di revenues totali al 2025 pari a US $ 335 miliardi.
Ohlala! La escort in sharing
SocialEconomy ha incontrato Pia Poppenreiter, fondatrice di Ohlala.com, società che è stata definita da Techcrunch “A Uber for escort”. Ohalala è, infatti, un web app mobile che permette nella totale legalità l’incontro tra domanda e offerta di incontri pagamento. Il servizio, che al momento è attivo in tre città della Germania – Paese in cui la prostituzione è legale-, funziona così: il cliente inseriesce nella app la propria richiesta, specificando la zona della città dove si trova, il livello di prezzo che è disposto a pagare e l’orario dell’appuntamento; l’annuncio del cliente in modo automatico viene inviato a tutte le escort che si trovano nelle vicinanze del luogo prescelto; le donne, accettando la richiesta, potranno entrare in contatto tramite chat con il potenziale cliente e arrivare a un appuntamento. In buona sostanza sono le donne a sceglersi il proprio cliente. Particolarità del servizio è rappresentato dalla garanzia di anonimato e massima attenzione per la privacy: tutti i profili degli utenti non sono pubblici quindi il profilo delle donne verrà visualizzato dal cliente solo dopo che è stato raggiunto un accordo e fissato un appuntamento mentre quello del cliente viene mandato non atutti le escort iscritte ma solo a quelle che si trovano nelle vicinanze del luogo in cui il potenziale cliente si trova.
Pia Poppenreiter, ci descrive cosa è Ohlala?
Ohlala.com è una web app mobile che collega le donne e gli uomini per avere incontri a pagamento, immediatamente.
Come è nata l’idea di fondare Ohlala?
Si tratta di un concetto derivato dalla mia precedente società PEPPR, una app che collegava i clienti alle escort.
Le piace la definizione data da Techcrunch “una Uber per escort”?
Ha una dinamica simile e il confronto con Uber rende il concetto rapidamente e facilmente comprensibile per un pubblico più vasto. Io sono pragmatica sulla frase “una Uber per escort”.
Eliminando l’intermediario tra le donne e il cliente pensa che Ohlala dia più libertà alle donne che utilizzeranno il vostro marketplace?
Sì. Non solo la libertà, ma anche l’anonimato. Sono le donne che decideno cosa mostrare del loro profilo.
Ohlala ha iniziato a Berlino, Monaco e Francoforte, si sta pensando all’espansione in altri paesi? Se sì, dove?
Abbiamo iniziato a Berlino e lanceremo questo mese il servizio a Francoforte e Monaco. Attualmente stiamo valutando in quale paese potremmo lanciare il servizio.
Quali sono i vantaggi per le donne?
Il più grande vantaggio, secondo il mio parere, è l’anonimato. Non abbiamo un profilo pubblico.
Quali sono i vantaggi per i clienti?
Per i clienti che amano pagare, Ohlala è sicuramente una rapida risposta a una richiesta.
Si sta considerando di espandere i tipi di servizi? (Per esempio: possibilità per gli uomini di inserire un’offerta come gigolò- o aprire alla comunità LBGT?
Sì, se la domanda (di mercato nda) è lì, la prenderemo sicuramente in considerazione.
Ritenete la vostra società parte della sharing economy?
Noi stiamo soltanto ricostruendo online ciò che sta accadendo offline. Lo stiamo rendendo soltanto più efficiente e più sicuro.
Qual è la sua idea circa lo sviluppo dell’economia della condivisione ?
Credo che la tecnologia e un nuovo concetto renderà più efficiente, la condivisione
- Pia Victoria Poppenreiter and Dr. Torsten Stüber
- Pia Victoria Poppenreiter












