Lyft sostiene la parità di retribuzione tra uomini e donne

Immagine lyft

Lyft, uno dei principali competitor di Uber nel ride sharing, in occasione dell’ Equal Pay Day di ieri 4 aprile ha proposto un’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla parità di trattamento economico tra uomini e donne. La giornata del 4 aprile è in USA il giorno nel quale le donne riescono a raggiungere lo stipendio degli uomini con tre mesi di lavoro in più.  In media il divario salariale tra i due generi è stimato negli Stati Uniti nella misura del 20%.  Ieri la società della sharing economy, in collaborazione con LeanIn.Org, ha donato il 20% delle corse realizzate tra le 8 e le 18 alle organizzazioni che sostengono le donne le le famiglie tra cui Dress for Success®, Feeding America, Boys & Girls Clubs of America, e AAUW.  Secondo autorevoli studi economici se il divario di retribuzione tra i generi venisse ridotto sarebbero 2,4 milioni le famiglie statunitensi che uscirebbero dallo stato di povertà.

Sono 750 mila i turisti che hanno scelto l’home sharing a Roma nell’ultimo anno. Oggi l’incontro tra gli host Airbnb della Capitale 

Foto Airbnb Citizen


Oggi, 4 aprile, gli host Airbnb di Roma si sono dati appuntamento per discutere del nuovo regolamento sul turismo proposto dalla Regione Lazio, che andrà a regolare il settore extra alberghiero anche alla luce del fenomeno della sharing economy. Le nuove regole chiariscono la possibilità per gli host di condividere le loro case con viaggiatori da tutto il mondo. L’incontro è aperto a chiunque voglia discutere del tema con gli host presso gli spazi Luiss Enlabs di via Marsala 29h, dalle 18.30. Da un recente sondaggio, condotto da DBR per Airbnb a Roma, è emerso come l’81% dei romani sia favorevole alla possibilità per i propri concittadini di condividere la casa con i viaggiatori che vengono da tutto il mondo a visitare la Capitale e, da lì, tutto il territorio regionale del Lazio, che raccoglie tesori come Civita di Bagnoregio (della cui iniziativa SocialEconomy vi ha parlato in un suo recente post). Fra i dati, è anche emerso che il 56% degli intervistati si oppone a un eccesso di burocrazia nei regolamenti. Secondo l’Economic Impact Study sono stati oltre 750.000 i visitatori che si sono recati, in un anno, a Roma con l’home sharing, spendendo €400 milioni in esercizi commerciali locali. Circa 10.000 host hanno accolto i visitatori nelle loro case, guadagnando in totale oltre €93 milioni. A Roma, il tipico host guadagna annualmente €5.500, condividendo i propri spazi per 50 notti. La regione Lazio ha visto, nel suo complesso, nel 2016, 15.700 persone fare gli host con Airbnb. Gli ospiti della regione sono stati 1 milione e 210 mila. Il ricavo medio per ogni host è stato di 3.430 euro all’anno. Gli host come loro chiedono regole semplici e chiare per l’home sharing nel Lazio. A Roma gli host hanno lanciato, nei mesi scorsi, un gruppo impegnato nel territorio sui temi dell’home sharing e della cittadinanza attiva: l’Home Sharing Club Roma Hanno avviato delle attività per promuovere i negozi di quartiere, per rendere la città più pulita e aiutare altre comunità. Hanno già organizzato diversi incontri per discutere di come sostenere la voce di chi pratica l’home sharing, per aiutare i nuovi host e creare appuntamenti culturali e di scoperta di Roma.

Airbnb sostiene la storia è la cultura italiana: a Civita di Bagnoreggio l’host è il sindaco

Foto Airbnb


Civita è una frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel Lazio, facente parte dei borghi più belli d’Italia, famosa per essere denominata “La città che muore”. Per questo antico borgo che si erge su una roccia di tufo, Airbnb, uno dei principali player della sharing economy, e il Comune hanno pensato a un modo per supportare questo luogo che rappresenta uno dei luoghi più belli d’Italia. Da qualche giorno, infatti, sulla piattaforma di home sharing  è possibile essere ospiti del sindaco di Civita, Francesco Bigiotti, soggiornando a Casa Greco, un edificio storico comunale parzialmente distrutto a causa di una frana negli anni ’80 e convertito da Airbnb in una originale residenza d’artista. Dalla sinergia illuminata tra il colosso americano, il Comune di Civita di Bagnoreggio, l’artista Francesco Simeti (un palermitano che lavora a New York), la curatrice Federica Sala, i designer Alberto Artesani e Frederik De Wachter dello studio Dwa e varie aziende che hanno messo a disposizione pezzi di valore a prezzi agevolati, Civita di Bagnoregio potrà utilizzare il ricavato degli affitti per finanziare progetti culturali e anche Airbnb donerà la propria commissione all’amministrazione locale. Per soggiornare in questo appartamento, che può ospitare fino a 5 persone, il prezzo è di 330 dollari USA a notte. 

Link  Casa d’Artista Airbnb – Civita di Bagnoreggio 

https://www.airbnb.it/rooms/17899773?adults=1&children=0&infants=0&s=f9KRBJJK

Ancora una volta lo sciopero dei taxi provoca l’impennata dei download della app di Uber


Delle reazioni dei consumatori davanti allo sciopero dei taxi abbiamo scritto più volte in passato e da ultimo il 19 febbraio 2017 con il nostro scoop – ripreso da vari media (tra cui Repubblica che ha pubblicato, qualche giorno dopo il nostro post, la notizia nella propria homepage) – in occasione della serrata delle auto gialle di vari giorni per protestare contro un emendamento al Milleproroghe. Oggi torniamo sull’argomento per analizzare lo sciopero in tutta Italia dei taxi driver di giovedì 23 marzo 2017. Scorrendo i dati dei download delle app tramite Appannie, una delle società specializzate in materia di applicazioni su smartphone, arriva la conferma che lo sciopero dei taxi porta a un innalzamento del numero dei download della app di Uber da iPhone. Come si evince dai grafici (visibili in questo nostro post), infatti, l’app della celebre società usa della sharing economy è salita in modo considerevole nella classifica delle app iOS scaricate nel nostro paese. Alla mezzanotte di giovedì 23 marzo 2017 l’app di Uber era, infatti, alla posizione numero 123 nella classifica generale delle applicazioni più scaricate in Italia e a quella numero 7 nella categoria travel. Dopo 24 ore (quindi con i dati che tengono conto dello sciopero nazionale proclamato dai taxi nella giornata di giovedì 24 marzo) l’app del player del ride sharing è balzata al ventitreesimo posto nella classifica generale e al secondo posto tra le app travel. Il dato obbliga a nostro giudizio ha una riflessione: nei settori impattati dalla sharing economy hanno ancora senso gli scioperi generali? Non gioverebbe di più il dialogo tra operatori dell’economia condivisa e le rappresentanze sindacali degli omologhi ervizi della old economy? Noi di SocialEconomy nel nostro piccolo crediamo che lo sviluppo digitale del Paese non può avvenire dalla rottamazione dei vecchi servizi ma attraverso un tavolo comune in cui siano rappresentati gli interessi delle due categorie. 

Andamento della App di Uber su smartphone iOS nel corso degli ultimi sette giorni – fonte Appannie

Andamento della App di Uber su smartphone iOS nel corso degli ultimi sette giorni – fonte Appannie

Gli italiani battono francesi e spagnoli nella vendita online di oggetti usati. La sharing economy spinge uno stile di vita maggiormente sostenibile 


Gli italiani sono i più bravi nel guadagnare dalle vendite online di oggetti che non usano più, rivela una ricerca internazionale condotta da Ipsos per eBay. Nel 2016, benché abbiano sfruttato quest’opportunità meno di spagnoli e francesi, gli italiani sono però riusciti a ricavarne più denaro: 135 euro in media contro i 124 euro degli Spagnoli e 110 euro dei Francesi. Nonostante riescano a trarne maggior profitto, gli italiani rimangono ancora un po’ in ritardo in termini di vendite online – solo il 35% degli intervistati ha dichiarato, infatti, di aver già utilizzato piattaforme online per vendere gli oggetti inutilizzati (contro il 44% degli intervistati in Spagna e il 57% in Francia), ma sono intenzionati a recuperare lo svantaggio. Il 45% degli italiani si mostra volentieroso a ricorrere all’online per la vendita dei propri beni usati in futuro e ben il 50% afferma che venderà di più attraverso canali online. E’ dunque arrivato il momento per gli italiani di vendere di più attraverso il canale digital non solo per monetizzare ma anche per dare agli oggetti non utilizzati una seconda vita: evitare gli sprechi, adottare uno stile di vita più sostenibile e partecipare in modo attivo alla sharing economy. L’idea di possedere gli oggetti per sempre o per un lungo periodo assume sempre meno importanza, questa tendenza è confermatada 6 intervistati su 10 in tutti i paesi.  Sono tre gli aspetti fondamentali a cui prestano attenzione gli italiani nella scelta del sito dove vendere gli oggetti di seconda mano: la sicurezza dei pagamenti (51%), la facilità di utilizzo (43%) e la popularità del sito (39%). La sicurezza dei pagamenti assume una maggiore importanza (62%) soprattutto tra le persone interessate a vendere in futuro. Un altro aspetto che emerge dalla ricerca è la tendenza sociale: sempre più persone credono in questa nuova economia di condivisione, affidandosi all’online e in particolare ad eBay, per rivendere e comprare beni. A spingere a questo comportamento non è solo il fattore economico, che pesa comunque per il 50% degli intervistati, ma incide molto anche la propensione a seguire uno stile di vita più sostenibile che si realizza attraverso l’utilizzo “temporaneo” degli oggetti o la condivisione, tipica della sharing economy. La ricerca di Ipsos per eBay rivela che l’80% degli intervistati nei tre Paesi analizzati è coinvolto in almeno una pratica di economia partecipativa. “eBay è un motore della sharing economy e da oltre 21 anni connette milioni di venditori – professionali e non – e acquirenti in tutto il mondo, dando grande rilevanza al ruolo delle persone e creando innumerevoli opportunità per tutti” – spiega Iryna Pavlova Responsabile comunicazione di eBay in Italia – “eBay è stata la prima piattaforma online a creare questo modello di business che negli anni si è evoluto”. L’attitudine alla condivisione è una caratteristica radicata tra gli utenti di eBay: la ricerca Ipsos mostra che tendono a partecipare a più attività collaborative rispetto alla media e agli utilizzatori di alte piattaforme online. i”Il 52% degli “eBayer” italiani ha provato il baratto (contro il 44% degli utilizzatori di altri siti e il 23% della media nazionale) e il 46% ha alloggiato in case altrui (28% di media nazionale). Dalla ricerca emerge, inoltre, che tra i venditori italiani a ricavare più denaro dalle vendite online sono i 35-44enni: 164 euro di media contro i 99 euro degli under 24. In Francia i numeri 1 sono i 25-34enni con 133 euro di media contro i 93 euro degli under 24. In Spagna, invece, le differenze più significative sono quelle geografiche: gli abitanti delle regioni centrali ricavano dalle vendite online mediamente 195 euro contro gli 88 euro di quelli che vivono nel nord-ovest.Ma la situazione è in forte evoluzione perché sono soprattutto i giovani a dirsi disposti a utilizzare il web per vendere qualsiasi tipo di bene: lo dichiara l’84% degli under 35enni contro il 70% degli over 60.   Sono tre le motivazioni principali rilevate a livello internazionale dalla ricerca che stanno alla base del decluttering: ragioni pratiche (problemi di spazio), ragioni economiche (guadagno) e facilità (consumatore al centro). Ma ogni Paese ha le sue peculiarità: per i Francesi è decisivo evitare gli sprechi e dare una nuova possibilità di utilizzo degli oggetti, per gli spagnoli è importante partecipare a un nuovo modello di società, mentre per gli Italiani è prioritario sgombrare la propria casa dagli oggetti inutilizzati.
 

DriveNow: al via il restyling e nuovi servizi in app

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DriveNow, il servizio di car sharing frutto della joint venture tra il Gruppo BMW e SIXT SE, ha annunciato l’introduzione di una nuova procedura di noleggio. In questo modo la società della sharing economy punta a rafforzare il proprio modello di servizio. Grazie al restyling e all’aggiornamento dell’app e della tecnologia a bordo delle auto, i clienti avranno a disposizione un nuovo sistema di noleggio che velocizza in modo significativo la prenotazione e la partenza in auto. Grazie alle migliorie il noleggio sarà ora fino a cinque volte più rapido rispetto al sistema precedente e saranno sufficienti pochi secondi per prenotare, aprire il veicolo e partire. Oltre a questa novità DriveNow ha annunciato l’introduzione di altre  innovative feature. I clienti potranno aprire la propria auto DriveNow già da una distanza di 150 metri: attivando le notifiche push sul proprio smartphone, sarà l’app stessa ad avvisare il cliente quando si trova alla distanza giusta per poter aprire il veicolo (funzione presto disponile, al momento versione beta). Prima di salire in auto, tramite app è, inoltre, possibile pianificare il proprio viaggio scegliendo la voce “Imposta viaggio” che rende possibile: l’inserimento della propria destinazione (che cosi sarà già impostata nel navigatore a bordo della vettura); la renotazione di pacchetti orari; l’acquisto del Pacchetto Protezione per e ridurre la propria franchigia per solo 1 €; la scelta tra noleggio privato o aziendale; la comunicazione di eventuali danni dell’auto.  Questo inserimento dati da remoto sostituisce quello sul display dell’auto. Il risultato è quindi che il cliente, una volta a bordo della sua DriveNow, deve solo digitare il codice PIN di sicurezza di quattro cifre. L’auto è poi pronta per partire e il noleggio può iniziare. “Abbiamo ridisegnato l’app in stretta collaborazione con i nostri clienti”, commenta Andrea Leverano, Managing Director di DriveNow Italia. “Quasi tutti i nostri clienti, infatti, noleggiano i veicoli attraverso l’app. Con questo rilancio, abbiamo rinforzato ancora di più il ruolo dello smartphone come mezzo di accesso ai nostri servizi e offerto ai nostri clienti un’app allo stato dell’arte della tecnologia. Tutte le funzioni importanti per il processo di noleggio sono state integrate nell’app: questo velocizza il processo in modo significativo e rende le cose più semplici per i nostri clienti”.

 

 

Con Google Maps possibile condividere in tempo reale la propria posizione

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“Dove ti trovi esattamente?” e “A che ora pensi di arrivare?”  Queste sono le domande più probabili che spesso ognuno di noi si è sentito rivolgere in vista di un appuntamento. A questi interrogativi presto gli utenti di Google Maps di tutto il mondo saranno in grado di rispondere con pochi gesti e senza mai uscire dall’app. Sia su Android che su iOS, sarà, infatti, possibile condividere con chiunque la propria posizione in tempo reale. Le persone con cui la posizione verrà condivisa potranno visualizzare la posizione su Android, iPhone e sul Web da dispositivi mobili e da desktop. Grazie a questa nuova funzione, quindi, ogni volta che si vorrà  far sapere a qualcuno dove ci si trova basterà  aprire il menu laterale o toccare il punto blu e poi cliccare “Condividi posizione”, e  scegliere con chi e per quanto tempo condividere l’informazione. In questo modo si potrà condividere la posizione in tempo reale con i contatti Google, o condividerla con amici e familiari inviando un link tramite le app di messaggistica preferite. Durante la condivisione, i contatti selezionati vedranno sulla loro mappa la posizione e l’orario stimato di arrivo. La condivisione terminerà automaticamente una volta arrivati a destinazione. La condivisione della posizione su Google Maps sarà disponibile a breve in tutto il mondo.

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MoBike: il bike sharing di Genova vuole continuare a espandersi 


MoBike, il sistema di bike sharing per la città di Genova che prevede una serie di stazioni poste nelle vicinanze dei principali punti di interesse della città, pensa a espandersi. Come riportato nelle scorse ore da AdnKronos, il Comune del capoluogo ligure sta, infatti, pensando di installare nuove biciclette, aprire sette nuovi cicloparcheggi e introdurre un sistema per favorire l’accesso al servizio per i turisti. Le novità confermano il grande interesse per la sharing economy è in particolare per i servizi di mobilità condivisa da parte delle grandi città. MoBike, che fa parte della rete Bici in Città che consente di visualizzare in tempo reale le biciclette disponibili tramite app Google Play e iOS, a tredici anni dalla sua nascita continua a riscuotere successo nei cittadini genovesi e conta oggi di 9 stazioni e circa 60 mezzi a due ruote. 

Disintermediazione e sharing economy al centro del nuovo libro edito da Carocci Editore 

Foto Carocci Editore


La disintermediazione e la sharing economy sono i temi al centro del nuovo libro di Paola Stringa, contributing editor a Il Sole 24 Ore. Il testo edito da Carocci Editore nella collana Le Bussole analizza le nuove tecnologie che consentono oggi di accedere a un gran numero di beni e servizi con semplicità e immediatezza, generando disintermediazione” sociale e di consumo, producendo, quindi, radicali cambiamenti nella società. Il libro esplora i meccanismi economici e culturali che hanno portato alla trasformazione di tante filiere, alla delegittimazione o alla scomparsa dei mediatori che le presidiavano e osserva, per contro, l’emergere di nuove relazioni basate sulla fiducia e sull’inclusione a partire dai paradigmi della sharing economy. Interessante anche l’osservazione su come nella società attuale sulle spinte di questa “rivoluzione” si stiano sovvertendo le tradizionali gerarchie e la contestuale nascita di diversi “reintermediatori” e di contenitori con approcci organizzativi sempre più bottom-up.

Scheda libro

Paola Stringa
TITOLO: Che cos’è la disintermediazione

AUTORE: Paola Stringa

EDIZIONE: 2017

COLLANA: Bussole (540)

PREZZO: € 12

PAGINE: 144

ISBN: 9788843086375

Airbnb mette in palio una notte all’interno della fabbrica della Guinness a Dublino 

Foto Airbnb


Torna il concorso di Airbnb #NightAt. Questa volta la società leader dell’home sharing mette in palio una notte per due persone nell’emblematica fabbrica della Guinness situata nel cuore di Dublino. Il vincitore, oltre alla notte in un letto collocato sotto una cupola che consente di godere una vista su Dublino a 360 gradi, vincerà anche un giro VIP del birrificio e della Guinness Storehousee e un’esclusiva cena servita al Gravity Bar. L’avventura del fortunato inizierà a Thomas Street, in quella che era la residenza di Arthur Guinness e comprenderà anche la possibilità di imparare a spillare una pinta di birra. Dopo la notte trascorsa sotto la cupola a vetri, considerato uno dei posti più esclusivi di Dublino per via del panorama,  il mattino seguente il vincitore del concorso indetto del colosso della sharing economy potrà assistere alla lezione del maestro birraio Peter Simpson sulle tecniche base della birrificazione, e scoprire quali sono gli ingredienti necessari per produrre la birra e il tocco segreto che rende unica la Guinness. Per partecipare al concorso non occorre effettuare nessuno acquisto ma basta (per coloro che hanno più di 21 anni) cliccare sul link e inviare la propria candidatura in pochissimi step. Buona fortuna. https://www.airbnb.it/night-at/guinnessstorehouse. Con questa iniziativa Airbnb ritorna così a riproporre il concorso #NightAt  che ha già riscosso tantl successo in passato con le notti esclusive tra cui quelle allo stadio di SanSiro di Milano post concerto di Jovanotti, oppure all’interno di un acquario in mezzo agli squali, o ancora in cima al trampolino olimpico del salto, dentro le catacombe di Parigi, all’interno della casa dei Chicago Bulls, nella casa fluttuante sul Tamigi a Londra o dentro il mitico stadio Maracanà di Rio. 

Foto Airbnb