Sul sito web della Camera dei Deputati è disponibile il testo della Proposta di Legge sugli home restaurant [LINK]

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E’ disponibile sul sito web della Camera dei Deputati il testo della Proposta di Legge approvata lo scorso 17 gennaio dal ramo basso del Parlamento.  Il testo, comprensivo degli emendamenti approvati nel corso della seduta è consultabile al seguente link http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0725/leg.17.sed0725.allegato_a.pdf. Il testo cosi approvatò e ora atteso dal Senato per l’approvazione definitiva.

 

 

 

In Italia nel 2016 con il carpooling aziendale risparmiati 647 mila KM. Milano e Bergamo le provincie più virtuose

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Jojob, l’innovativo servizio di Bringme di car pooling aziendale nato con l’obiettivo di agevolare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti di aziende limitrofe, ha reso noto il proprio rapporto annuale 2016 con il quale vengono analizzati i vantaggi, economici e per l’ambiente, realizzati attraverso la condivisione di un mezzo di trasporto per recarsi al lavoro. Secondo lo studio, che mostra i benefici di questo segmento della sharing economy, sono 646.900,82 i km risparmiati nei tragitti casa-lavoro, 105.670 i Kg di CO2 non emessa e 16.500 i viaggi condivisi nel corso degli ultimi 12 mesi.  Nel corso del 2016, sono stati 20.000 i passeggeri che hanno lasciato la propria vettura a casa scegliendo di utilizzare ogni giorno il servizio di carpooling, il 227% in più rispetto al 2015. A viaggiare a bordo della stessa auto, grazie al carpooling aziendale di Jojob, sono in media 2,56 persone a tratta. Una pratica che non solo rende più piacevole l’esperienza lavorativa, ma che ha consentito agli utenti di ottenere un risparmio economico medio di 611 euro nel corso dell’anno. Maschio, 35 anni, tragitto quotidiano in condivisione di 25 km: è questo l’identikit del Jojobber medio che, nel 60% dei casi è fedele, giornaliero e costante nel certificare i propri tragitti. Dei 90.000 utenti iscritti, il 59% sono uomini. Per quanto riguarda le età, il 50% ha tra i 35 e i 40 anni, mentre il 25% si colloca nella fascia di età 30-35 anni, il 15% ha 40-45 anni e infine il 10% tra i 25 e i 30 anni. I percorsi certificati con Jojob sono nella maggior parte dei casi di 20-30 km (50%), seguiti da quelli di 10-15 km (35%) e di 6-10 km (5%). Per il restante 10%, si tratta di tragitti che vanno oltre i 50 km. Secondo l’analisi di Jojob, nella maggior parte dei casi i carpooler si muovono dai paesi limitrofi alla sede lavorativa, segnalando spesso problemi legati alla raggiungibilità dell’azienda stessa, magari localizzata in aree poco servite dal trasporto pubblico. Non mancano i casi in cui, essendo la sede aziendale in un’area adeguatamente servita dai mezzi, il servizio di Jojob si affianca al trasporto pubblico favorendo l’intermodalità: il carpooling aziendale viene infatti scelto per una parte di tragitto, come un tratto di autostrada o di statale, fino ad un parcheggio di interscambio da cui l’equipaggio è in grado di prendere autobus o metropolitana.  I numeri del 2016 parlano, quindi, chiaro e mostrano il successo delle politiche di sharing economy applicate alla mobilità aziendale: Jojob ha coinvolto più di 100 aziende di grandi dimensioni – come Findomestic, Amazon, Ducati, YOOX NET-A-PORTER GROUP, BNL Gruppo BNP Paribas, Unicoop Firenze, Luxottica, Salvatore Ferragamo, Reale Group e OVS, tra le altre. A queste si aggiunge il Carnia Industrial Park che, con le sue oltre 200 aziende di piccole, medie e grandi dimensioni, è il primo consorzio industriale che a livello nazionale promuove il servizio di carpooling. Dal rapporto risulta che sono soprattutto le aziende del Nord Italia (60%) a rispondere alla richiesta di carpooling aziendale da parte dei dipendenti, con le province di Milano e Bergamo tra le più attive in Lombardia e di Torino e Biella in Piemonte. In Veneto le province più virtuose sono quelle di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. Le aziende del Centro Italia attive sulla piattaforma sono in media il 30% e localizzate principalmente nelle regioni di Toscana (con le province di Lucca e Firenze in testa) ed Emilia Romagna (prime tra tutte le province di Modena, Bologna, Parma). Fanalino di coda il Sud Italia, con una media del 10% delle aziende, localizzate per la maggior parte nel Lazio (Roma e Latina), in Campania (provincia di Napoli), Puglia (provincia di Bari) e Sardegna (provincia di Cagliari). “I risultati ottenuti dalle aziende che nel corso del 2016 hanno attivato il servizio di carpooling, promuovendolo tra i dipendenti, sono stati ottimi, sia in termini di welfare aziendale che di abbattimento delle emissioni di CO2”, afferma Gerard Albertengo, founder di Jojob. “Si tratta di numeri reali, certificati tramite app, che l’azienda può inserire nel proprio bilancio di sostenibilità, intraprendendo un percorso rivolto alla sostenibilità e allo smart working”.  Tra le aziende che utilizzano Jojob, nel 2016 il primato per il maggior numero di viaggi effettuati lo conquista Amazon (3.993 viaggi), mentre Bioindustry Park si distingue per essere l’azienda con più CO2 risparmiata (14.328 kg) e con più km risparmiati (91.184,54 km). Novembre è il mese con più viaggi condivisi nel 2016 “L’ultimo trimestre del 2016 è stato particolarmente positivo per Jojob, con una media di quasi 200 passeggeri trasportati ogni giorno”, spiega Gerard Albertengo. In particolare, ottobre 2016 è stato il mese con maggiori iscrizioni, pari a 1.500, complice il rientro al lavoro dopo la pausa estiva, mentre il maggior numero di richieste inviate sul sito per la creazione degli equipaggi è avvenuta a cavallo fra novembre e dicembre. Novembre, inoltre, è stato il mese con più viaggi in assoluto nel 2016: sono stati 2.502 che rappresenta il 52% in più rispetto al mese precedente.

 

Le migliori destinazioni di viaggio 2017 secondo Lonely Planet

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Infografica by Stampaprint – www.stampaprint.net/it

Anche prima dell’avvento dell’era della sharing economy, i viaggi sono sempre stati una delle esperienze più condivise con amici, colleghi o familiari. Lonely Planet, la celebre case editrice che realizza famose guide per il viaggio, come ogni anno ha pubblicato la lista delle migliori destinazioni per il 2017 con l’obiettivo di condividere con tutti i viaggiatori i propri consigli. Come si nota dall’infografica realizzata per l’occasione da Stampaprint, per quanto riguarda i paesi i migliori dieci sono: Canada, Colombia, Finalandia, Dominica, Nepal, Bermuda (dove nel 2017 si celebrerà la America’s Cup di vela), Mongolia, Oman, Myanmar e Etiopia. Tra le migliori dieci città, invece, figurano: Bordeaux, Cape Town, Los Angeles, Merida, Ohrid, Pistoia, Seul, Lisbona, Mosca e Portland. L’ ultimo ranking  Lonely Planet riguarda le migliori dieci mete low cost. In tale ambito i consigli sono: Nepal, Namibia, Porto, Venezia, Debrecen, Belize, Marocco, Russia, la Penisola Bellarine in Australia e il Michigan superiore.

Home restaurant, levata di scudi degli operatori contro la proposta di legge già approvata dalla Camera

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“Una legge che fa brindare solo le lobby dei ristoratori e che lascia l’amaro in bocca a chi vede vanificati due anni di sforzi diretti a trovare delle regole giuste e corrette per tutti” comincia cosi l’intervento Giambattista Scivoletto, amministratore del sito http://www.bed-and-breakfast.it con 16.000 B&B registrati e fondatore di HomeRestaurant.com in risposta alla proposta di legge sull’home restaurant che dopo l’approvazione di ieri della Camera dei Deputati arriverà ora in Senato. “Una legge che impone tanti e tali controlli e limiti che porterà inevitabilmente alla rinuncia di tantissimi aspiranti cuochi casalinghi, soprattutto quelli che più avrebbero portato lustro ed esperienza al settore dell’accoglienza culinaria domestica. Si pensi, ad esempio, alle nonne, alle mamme o alle zie, prime depositarie della cultura gastronomica tipica italiana, alle prese con le registrazioni sulle “piattaforme digitali” o con i pagamenti in forma elettronica, costrette a dire a chi le chiama al telefono che no, se si vuole assaggiare la parmigiana di melanzane come si faceva una volta bisogna andare sul sito www-punto-punto, prenotare e pagare lì e poi, mezz’ora prima di servire il pasto, collegarsi al sito e dichiararlo, pena multe salatissime – Prosegue Scivoletto . Un settore che anche se fosse stato lasciato sviluppare senza freni e limiti non avrebbe minimamente intaccato quello della ristorazione classica, che con 76 miliardi di volume d’affari nel 2015 (e la cui sola evasione fiscale fisiologica potrebbe coprire buona parte delle finanziarie di ogni anno o l’intero fabbisogno per l’erogazione del reddito di cittadinanza – ricordiamo), schiaccia con ordini di grandezza a quattro zeri il probabile volume d’affari degli Home restaurant da qui a pochi anni. Un silenzio che dice tutto, quello dei relatori della legge; sordi alle istanze di 5.000 firmatari degli appelli che chiedevano regole semplici in linea con le raccomandazioni tanto dell’Europa quanto del ministro dello Sviluppo Economico.
Per il futuro Scivoletto spera che “Il Senato, dall’alto della sua ritrovata autorità, possa mettere mano ai punti più controversi della Legge e ridarci fiducia nella Politica, quella che finalmente liberi l’Italia dal peso delle corporazioni e la traghetti verso approdi più sensibili e reattivi ai mutamenti dello scenario economico globale”.  Dello stesso avviso anche Cristiano Rigon, fondatore di Gnammo, il principale portale di social eating in Italia che all’Adnkronos ha manifestato “L’augurio che il Senato sappia produrre una legge sufficientemente agile e snella, rispondente ai suggerimenti UE di non promulgare norme che limitino, ma che favoriscano lo sviluppo del mercato del social eating, limando ancora i forti vincoli presenti nel testo approvato” dalla Camera. Come SocialEconomy vi ha raccontato la proposta di legge riguardante questo segmento della sharing economy approvata ieri introduce una sorta di identikit di home restaurant e di home food  definendone le caratteristiche principali. Tra queste  un guadagno non superiore a 5mila euro annui, l’uso di piattaforme digitali per l’organizzazione e prenotazione di eventi gastronomici (e quindi pagamenti soltanto attraverso sistemi elettronici tracciabili come carta di credito o bancomat). contrarimente alle premesse inziali secondo il testo approvato dalla Camera gli home restaurant non dovranno avere la certificazione Haccp cioè il protocollo previsto per le strutture adibite a produzione e vendita di generi alimentari per prevenire la contaminazione dei cibi.

La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge sull’home restaurant. La parola adesso passa al Senato


La Camera dei Deputati ha approvato il testo unificato delle proposte di legge in materia di home restaurant e social eating. il testo approvato rappresenta la prima forma di regolamentazione di una delle varie forme della sharing economy.  Visto l’approvazione da parte del ramo basso del Parlamento italiano il provvedimento passerà ora all’esame del Senato della Repubblica. Il testo approvato oggi disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata (C. 3258333737253807-A) aggregando quattro diverse proposte di legge presentate nei mesi scorsi. L’obiettivo della legge è quello di colmare un gap normativo, introducendo una sorta di identikit di home restaurant e di home food  definendone le caratteristiche principali. Tra queste, un massimo di 500 coperti per anno solare, un guadagno non superiore a 5mila euro annui, l’uso di piattaforme digitali per l’organizzazione e prenotazione di eventi gastronomici (e quindi pagamenti soltanto attraverso sistemi elettronici tracciabili come carta di credito o bancomat). Le norme della proposta di legge approvata prevede che tali regole non si applicheranno se il cuoco organizzerà meno di cinque eventi culinari nella struttura: in quel caso si tratterà, infatti, di social eating.  Infine, secondo il testo approvato dalla Camera, gli home restaurant non dovranno avere la certificazione Haccp cioè il protocollo previsto per le strutture adibite a produzione e vendita di generi alimentari per prevenire la contaminazione dei cibi.

Sharing economy: la legge sugli home restaurant arriva in Parlamanento 


È previsto per oggi in Aula alla Camera dei Deputati il voto sul testo unificato sugli home restaurant nato dalla proposta di legge del Movimento 5 Stelle, che per primo ha portato il tema in Commissione Attività Produttive dando così il via ad un percorso che ha stimolato contributi da parte anche delle altre forze politiche. Con questa proposta di legge promossa dall’Onorevole Azzurra Cancelleri il M5S ha accolto le istanze di un fenomeno imprenditoriale nato dal basso e in continua crescita, come appunto l’attività di ristorazione in abitazioni private. Lo sviluppo è il successo del social eating e degli home restaurant è legato alla rapida diffusione della sharing economy, l’economia collaborativa che si sta diffondendo rapidamente nei principali paesi del mondo.  L’obiettivo della legge è quello di colmare un gap normativo, introducendo una sorta di identikit di ‘home restaurant’ o ‘home food’  definendone le caratteristiche principali. Tra queste, un massimo di 500 coperti per anno solare, un guadagno non superiore a 5mila euro annui, l’uso di piattaforme digitali per l’organizzazione e prenotazione di eventi gastronomici, i requisiti igienico sanitari a tutela del consumatore, la priorità ad ingredienti a Km 0 in grado di favorire un’alimentazione sostenibile e valorizzare le tradizioni enogastronomiche locali, vere eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. L’attività ha preso sempre più piede tanto da fatturare nel 2014, secondo le stime di Fiepet-Confesercenti riportate dall’Agenzia Ansa, 7,2 milioni di euro

L’insediamento di Donald Trump fa volare le prenotazioni su Airbnb. A Washington DC e dintorni attesi oltre 15 mila guest nel weekend dell’Inauguration Day


Airbnb, il colosso della sharing economy californiano, ha pubblicato sul proprio sito un report riguardante il numero delle prenotazioni effettuate sulla propria piattaforma a Washington DC e dintorni in occasione dell’insedianento del nuovo Presidente degli USA Donald Trump alla Casa Bianca che avverrà il prossimo 20 gennaio. Le prenotazioni per la sola notte dell’Inauguration Day sono pari a 13 mila, numero che rappresenta una crescita di 10 volte rispetto all’insediamento di Obama del 2013 e il record assoluto di prenotazioni a Washington DC effettuate tramite la società guidata da Bryan Chesky. Il conto complessivo delle persone che hanno scelto l’home sharing di Airbnb per seguire da vicino la proclamazione del quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti sale ulteriormente a 15.100 se si considera l’intero weekend dal 19 al 21 gennaio. Il prezzo medio pagato dagli utenti di Airbnb è di 129 US$ a prenotazione contro una media di 335 US$ per una camera in un albergo tradizionale. Secondo quanto descritto nel report, i vantaggi di questo straordinario flusso di prenotazioni non è a esclusivo vantaggio di Airbnb e dei suoi host ma il ritorno è anche per le casse pubbliche di Washington DC: dal febbraio 2015 a oggi, infatti, i guest e gli host hanno versato 12 milioni di US$ di tasse di soggiorno. Airbnb nel suo studio ha preso in esame anche le ricadute economiche derivanti da questo alto numero di presenze di guest per l’insedianento di Donal Trump: le stime parlano in totale di introiti a favore degli host Airbnb di 5,9 milioni di dollari divisi su tre stati (3,8 milioni per Washington DC; 1,2 US$ per la Virginia; 900 mila US dollari per il Maryland). In totale, invece, i benefici economici per i territori interessati sono di circa 10 milioni di dollari americani. 

Calcio: il Manchester United è il primo team sportivo al mondo a siglare una partnership con Uber

 

Il Manchester United è la prima squadra sportiva al mondo a stringere una partnership con Uber. A annunciarlo sono stati il colosso della sharing economy californiano attraverso un blog post sul proprio sito web e la società di calcio attraverso un proprio comunicato stampa. L’accordo raggiunto prevede per i supporter dello United (che è anche quotato in borsa a New York al NYSE) un facile  pick-up e e drop-off all’Old Trafford tramite una zona di sosta dedicata nel piazzale antistante al mitico stadio dei rossi di Manchester United e, quindi, consentirà ai tifosi di rendere ancora più agevole il tragitto da e per lo stadio. L’accordo siglato è comunque di ampio raggio e ha una matrice globale e, quindi, riguarderà non solo i tifosi che seguono ogni settimana le sorti di Zlatan Ibrahimovic e compagni nella città di Manchester ma tutti i fan che la squadra di calcio ha in oltre 30 paesi al mondo. La partnership, infatti, consentirà a partire dai prossimi mesi – secondo modalità che verranno dettagliate in seguito – a tutti i supporter di seguire più da vicino i propri beniamini sportivi. Ben presto, i fan a livello mondiale saranno, quindi, in grado di godere di contenuti “dietro le quinte” e avranno la possibilità di vincere un viaggio al club del leggendario Old Trafford soprannominato Theatre of Dreams. Per sottolineare l’importanza della partnership siglata, oggi il sito web della società di calcio è totalmente brandizzato dalla società di ride sharing Uber. L’accordo prevede che Uber possa fregiarsi del titolo “Official Ride” del Manchester United.

 

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Airbnb con l’ingresso nel capitale di Resy investe nei servizi di prenotazione di ristoranti tramite smartphone  

Resy – AppStore


Con un tweet Bryan Chesky, fondatore del leader mondiale dell’home sharing Airbnb, ha annunciato che la sua società ha investito in Resy, app che consente di prenotare dal proprio smartphone i ristoranti. Il valore dell’investimento secondo quanto riportato dal Wall Street Journal è di 13 milioni di US dollari, la valutazione complessiva di Resy – non commentata dalla stessa società- secondo il quotidiano di Wall Street è di 70 milioni di US$. Grazie all’investimento, nei prossimi mesi sarà quindi possibile prenotare un pranzo o una cena tramite Resy direttamente all’interno della piattaforma di Airbnb. Fondata nel 2014 e presente nelle principali città degli Stati Uniti, Resy fornisce un servizio di prenotazione nel settore della ristorazione in oltre 500 locali in 40 mercati. Il suo competitor più famoso è OpenTable che gestisce servizi analoghi in circa 40 mila  ristoranti a livello globale. Con l’accordo siglato con uno dei colossi della sharing economy, Resy intende, quindi, lanciare la sfida al proprio rivale. L’investimento di Airbnb si inserisce a pieno titolo nella politica della società dell’home sharing di voler offrire ai propri utenti una serie di servizi accessori alla vendita di alloggi per consentire un’esperienza di viaggio completa in linea con il progetto Trips presentato a Los Angeles lo scorso novembre. Sempre in questo contesto, secondo quanto riportato da Bloomberg nelle scorse settimane, Airbnb sta lavorando a un sistema di prenotazioni di voli aerei. 

DriveNow allarga la propria flotta in car sharing. In arrivo a Milano le BMW i3

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Foto tratta dal profilo Facebook di DriveNow

La sharing economy continua la sua espansione a Milano. DriveNow, il servizio di car sharing frutto della joint venture tra il Gruppo BMW e SIXT  attivo in Italia dall’ottobre del 2016 sta, infatti, per allargare la propria flotta di auto in condivisione presenti su Milano. Secondo quanto pubblicato dalla società tedesca sul proprio profilo Facebook nel capoluogo lombardo stanno, infatti, per essere introdotte le i3. La i3 è il primo modello elettrico prodotto in massa dalla BMW a partire dal 2013. Dal punto di vista stilistico la vettura propone un design di rottura rispetto alle vetture tipiche del marchio grazie alla carrozzeria a due volumi compatta e piuttosto sviluppata in altezza. DriveNow è una realtà già affermata in svariate metropoli europee, tra cui Monaco, Berlino, Düsseldorf, Colonia, Amburgo, Vienna, Londra, Copenhagen, Stoccolma e Bruxelles che grazie agli oltre 700 mila clienti in Europa è diventata una delle principali realtà di car sharing al mondo.