Non solo auto, Uber punta anche sugli elicoteri in sharing

  
Dopo auto, scooter, biciclette la nuova frontiera della sharing economy pare essere l’elicottero. Come raccontato dall CEO di Airbus Tom Enders al Wall Street Journal il produttore di velivoli e il big player della sharing economy Uber hanno stretto un accordo per sviluppare un servizio di noleggio elicotteri con pilota. In particolare Airbus, che recentemente ha aperto una propria sede anche nella Silicon Valley, fornirà a  Uber alcuni velivoli per un primo progetto pilota. Il servizio sarà lanciato in occasione del Sundance Film Festival che si svolgerà a Park City (Utah) dal 21 al 31 gennaio. L’interesse di Uber per gli elicotteri non è certamente nuovo: gia nel 2013 la società californiana aveva lanciato in occasione dell’Independence Day un servizio per condurre i propri clienti da Manhattan a New York all’Est Hamptons. Inoltre a Dubai nella parte finale del 2015 la stessa Uber ha lanciato il servizio UberCHOPPER, attivo tutti i giorni dalle 10 alle 16,30, che consente di fare un giro di 20 minuti nei cieli degli Emirati Arabi Uniti al costo di 530 Dirham a persona (circa 130 Euro) per un gruppo di sei persone. Altre iniziative simili erano state lanciate dal leader del rideshating sia a Cape Town in Sudafrica sia sempre in terra emiratina in occasione del Gran Premio di Formula 1 di Abu Dhabi a Yas Island. I servizi di viaggi in elicottero di Uber, che avvengono selezionanti all’interno della app la modalità UberCHOPPER, comprendono anche il servizio di pick-up con auto della compagnia USA che accompagna i clienti all’eliporto da cui avviene il decollo. 

 

 

Anche per la Commissione Europea la sharing economy potrebbe sostenere la crescita economica dell’Eurozona

  
Secondo quanto riportato dall’agenzia internazionale Bloomberg, l’UE nei prossimi mesi verificherà se la legislazione nazionale degli Stati membri sta ostacolando la normativa comunitaria in tema di servizi dell’economia della condivisione. A tal fine nei prossimi mesi si svolgeranno incontri con i singoli Stati dell’Unione per verifcare lo stato dell’arte della legislazione nazionale dei diversi stati in tema di servizi della sharing economy. “Abbiamo bisogno di un dialogo con gli Stati membri, al fine di aumentare la loro consapevolezza che c’è una contraddizione che potrebbe avere un impatto negativo per la crescita economica del loro paese”, ha detto il Vice Presidente della Commissione Europea Jyrki Katainen in un’intervista. “Se sono in contraddizione con la legislazione UE, allora useremo la nostra politica di applicazione per assicurare il rispetto del diritto dell’Unione”. Oggi nei paesi dell’Eurozona si registrano approcci diversi sulle nuove tecnologie, a tal proposito Bloomberg ricorda le azioni legali promosse contro Francia, Spagna e Germania da Uber che giudica alcune norme di questi stati in materia di trasporto contrarie alle normative comunitarie.  “Il modo più economico per stimolare l’economia è quando si crea un nuovo mercato”, ha detto Katainen, sempre secondo quanto riportato da Bloomberg. “Ci sono un sacco di aziende che utilizzeranno questa opportunità. È il modo in cui possiamo stimolare l’economia e aumentare gli investimenti in modo sostenibile senza utilizzare il denaro dei contribuenti”. In pratica, secondo uno dei massimi rappresentanti dell’esecutivo europeo la sharing economy, e quindi società come Uber e Airbnb, potrebbe dare un impulso all’economia dei paesi dell’Eurozona il cui Pil resta indietro rispetto a quello degli Stati Uniti dal 2012.  Le dichiarazioni del Vice Presidente della Commissione Europea oltre a essere una buona notizia per i big player della sharing economy,quali ad esempio Airbnb e Uber, è sicuramente una buona nuova anche per i consumatori europei che finalmente possono sperare in una legislazione europea unica in tema di servizi dell’economia condivisa e quindi dell’ulteriore proliferare del concetto di libera concorrenza. “L’Unione Europea deve assumere il ruolo di leader”, ha affermato Mark MacGann, head of public policy for Europe, the Middle East and Africa di Uber. “I tanti giovani disoccupati in paesi come la Spagna non perdoneranno l’Unione Europea se considera la nuova economia collaborativa come un problema da risolvere piuttosto che un’opportunità da cogliere”.

In Iran fioriscono i muri e i frigoriferi della condivisione 

 

Foto tratta da Instagram

Ci sono delle iniziative in cui la sharing economy si intreccia con la solidarietà. Dopo avervi raccontato della Cena Sospesa promossa dalla Caritas Ambrosiana che ha come testimonial lo chef stellato Michelin Carlo Cracco, un altro esempio arriva adesso dall’Iran. In alcune città di questo Paese è in corso, infatti, una lodevole iniziativa partita dal basso che si chiama Walls Of Kindness cioè i muri della gentilezza. Il funzionamento è molto semplice e spontaneo: la gente appende sui muri delle strade gli abiti superflui al motto “Se non ne hai bisogno, lascia. Se ne hai bisogno, prendi”. Non vi sono né custodi né restrizioni di ogni tipo, il tutto è dominato dal senso di solidarietà di coloro che vogliono mettere a disposizione dei più disagiati un cappotto, una coperta o un paio di scarpe durante la stagione del grande freddo. Nessuno controlla se chi prende abbia veramente necessità ma vige un’autoregolamentazione che fa sì che i muri non vengano depredati. Grazie all’interesse dei media internazionali e alla forza dei social network l’iniziativa, che probabilmente è partita da un abitante anonimo di Mashhad, si è diffusa rapidamente nei grandi centri iraniani. Dopo Isfahan, Kerman, Tabriz e Bandar Abbas ora sta prendendo piede anche nella capitale Teheran. Inoltre, la gente attraverso i social media come Facebook, Instagram, Twitter e Telegram con l’hashtag #wallofkindness e #wallsofkindness sta contribuendo al successo e all’ulteriore diffusione di questa iniziativa. La viralità ha così funzionato bene che dopo i muri è partita un’altra iniziativa simile chiamata Payan-e Kartonkhabi: nel quartiere di Shoush, a Tehran, sono stati installati per strada dei vecchi frigoriferi dove i cittadini possono riporre generi alimentari mettendoli cosi a disposizione dei più disagiati. Anche in questo caso i frigoriferi condivisi si sono moltiplicati rapidamente in varie città tra cui Karaj, Rasht e Lahijan. SocialEconomy si augura che questa iniziativa si possa diffondere in tutte le principali città del mondo perché questa è la più vera e spontanea forma di social economy.

Foto tratte da Instagram

Wind lancia la piattaforma di crowdfunding WindForFund

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Wind lancia la piattaforma di crowdfunding, il finanziamento collettivo della’era della sharing economy,  WindForFund con l’obiettivo di sostenere idee innovative e progetti di valore sociale in Italia. L’iniziativa utilizza i nuovi strumenti della digital economy per raccogliere fondi sul web per le proposte che verranno selezionate da Wind tra tutte quelle che si candideranno sulla piattaforma.  indForFund è realizzata in partnership con DeRev, una delle principali piattaforme italiane di crowdfunding, e intende sostenere iniziative in tre grandi aree: no-profit, start-up e progetti civici.

Massimo Angelini, Direttore Public Relations di Wind, ha spiegato che: “Questa iniziativa vuole contribuire a realizzare progetti che possano creare valore sociale nel quadro di un’economia sempre più orientata al digitale. La piattaforma WindForFund, insieme a Wind Transparency Forum e Wind Business Factor, conferma, ancora una volta, l’impegno dell’azienda verso coloro che fanno “rete” attraverso i nuovi strumenti della sharing economy”.  Con WindForFund, l’azienda guidata da Maximo Ibarra vuole essere ancora ‘più vicina’ alle persone per sostenere concretamente iniziative di raccolta fondi a favore di organizzazioni e associazioni no-profit, start-up innovative e singoli cittadini.

Più di 1 milione di persone hanno scelto Airbnb per il Capodanno 2016

  
Airbnb, uno dei colossi della sharing economy, ha annunciato che più di 1 milione di persone hanno scelto un alloggio sul suo marketplace per trascorrere il Capodanno 2016. In totale i viaggiatori, aventi 170 diverse nazionalità, hanno scelto una meta Airbnb in 150 paesi. Scendendo nei particolari circa 47.000 persone hanno soggiornato a New York City, 45.000 – Parigi, 35.000 a Londra e 25.000 a Sydney, Tokyo, Berlino, Barcelona, Amsterdam, Roma e Miami. Il Giappone è il Paese che per le vacanze del Capodanno 2016 ha fatto segnare la maggiore crescita rispetto all’anno precedente: tre città giapponesi, infatti, sono nella top 10 delle destinazioni che hanno visto il maggior incremento percentuale delle prenotazioni rispetto al 2015. Fukuoka è in cima alla lista con un aumento del 1.287% delle preferenze mentre Osaka e Kyoto hanno visto aumentare le prenotazioni rispettivamente del 678% e del 417%. L’America Latina è un’altra regione del mondo che, guidata dal grande interesse per Cuba, sta diventando sempre più popolare su Airbnb. Altre mete del Sud America preferite dai viaggiatori Airbnb sono state le spiagge di di Acapulco in Messico e Guaruja in Brasile. Venendo all’Europa i principali incrementi rispetto all’anno scorso hanno riguardato Carcassonne, Perpignan, Opal Coast e il Sud della Bretagna in Francia e la Foresta Nera in Germania. Le tipologie di abitazioni scelte dai guest Airbnb per Capodanno comprendono anche alloggi particolari come le capanne nel bosco, imbarcazioni, castelli e isole private. Tra le mete prescelte, da venti viaggiatori Airbnb, figura anche la leggendaria Isola di Pasqua. Gli alloggi più costosi prenotati sul principale marketplace turistico della sharing economy per il Capodanno 2016 sono stati in Repubblica Dominicana, Saint-Barthélemy e Vail e Steamboat Springs in Colorado negli USA dove per una notte sono stati spesi oltre US$ 4.000. I dati resi noti da Airbnb, confermano l’enorme interesse nel mondo per il fenomeno degli alloggi condivisi e di come la sharing economy sta aiutando l’ulteriore sviluppo del turismo e dei viaggi. Sempre la stessa Airbnb aveva reso noto a dicembre 2015, come SocialEconomy via aveva raccontato, che oltre 250 Mila persone avevano scelto un alloggio della società californiana per trascorrere il weekend del Thanksgiving. 

Più di 1 milione di persone hanno scelto Airbnb per il Capodanno 2016

  
Airbnb, uno dei colossi della sharing economy, ha annunciato che più di 1 milione di persone hanno scelto un alloggio sul suo marketplace per trascorrere il Capodanno 2016. In totale i viaggiatori, aventi 170 diverse nazionalità, hanno scelto una meta Airbnb in 150 paesi. Scendendo nei particolari circa 47.000 persone hanno soggiornato a New York City, 45.000 – Parigi, 35.000 a Londra e 25.000 a Sydney, Tokyo, Berlino, Barcelona, Amsterdam, Roma e Miami. Il Giappone è il Paese che per le vacanze del Capodanno 2016 ha fatto segnare la maggiore crescita rispetto all’anno precedente: tre città giapponesi, infatti, sono nella top 10 delle destinazioni che hanno visto il maggior incremento percentuale delle prenotazioni rispetto al 2015. Fukuoka è in cima alla lista con un aumento del 1.287% delle preferenze mentre Osaka e Kyoto hanno visto aumentare le prenotazioni rispettivamente del 678% e del 417%. L’America Latina è un’altra regione del mondo che, guidata dal grande interesse per Cuba, sta diventando sempre più popolare su Airbnb. Altre mete del Sud America preferite dai viaggiatori Airbnb sono state le spiagge di di Acapulco in Messico e Guaruja in Brasile. Venendo all’Europa i principali incrementi rispetto all’anno scorso hanno riguardato Carcassonne, Perpignan, Opal Coast e il Sud della Bretagna in Francia e la Foresta Nera in Germania. Le tipologie di abitazioni scelte dai guest Airbnb per Capodanno comprendono anche alloggi particolari come le capanne nel bosco, imbarcazioni, castelli e isole private. Tra le mete prescelte, da venti viaggiatori Airbnb, figura anche la leggendaria Isola di Pasqua. Gli alloggi più costosi prenotati sul principale marketplace turistico della sharing economy per il Capodanno 2016 sono stati in Repubblica Dominicana, Saint-Barthélemy e Vail e Steamboat Springs in Colorado negli USA dove per una notte sono stati spesi oltre US$ 4.000. I dati resi noti da Airbnb, confermano l’enorme interesse nel mondo per il fenomeno degli alloggi condivisi e di come la sharing economy sta aiutando l’ulteriore sviluppo del turismo e dei viaggi. Sempre la stessa Airbnb aveva reso noto a dicembre 2015, come SocialEconomy via aveva raccontato, che oltre 250 Mila persone avevano scelto un alloggio della società californiana per trascorrere il weekend del Thanksgiving. 

Indiegogo lancia la piattaforma di crowdfunding destinata alle grandi aziende

 

Indiegogo

 
Durante il CES di Las Vegas, Indiegogo, una delle principali piattaforme di crowdfunding ha lanciato una piattaforma dedicata specificatamente alle grandi aziende al fine di avvicinarle al mondo del finanziamento collettivo tipico della sharing economy e al suo vasto pubblico di seguaci. Il programma, che si chiama Enterprise Crowdfunding, offrirà alle grandi aziende strumenti utili per entrare in contatto con creativi, appassionati di tecnologia e di prodotti innovativi al fine di permettere alle società di costruire una forte relazione con i nuovi consumatori. Con questa mossa Indiegogo si apre quindi a un nuovo mercato e cerca quindi, tramite l’innovazione di prodotto, a scalare market share soprattutto contro l’eterno competitor Kickstarter. In un’economia sempre più on demand è immaginabile che Enterprise Crowdfunding verrà utilizzata dalle grandi multinazionali, più che per raccogliere fondi, per testare i propri nuovi prodotti più innovativi e per capire, prima dell’eventuale messa in produzione, il reale gradimento del mercato. La nuova piattaforma,che fornirà alle large corporate strumenti di analisi, di marketing, programmi di sponsorship  e di utilità di supporto al fine di migliorare l’engagement con i propri clienti, è stata già testata da alcune grandi aziende. General Electric, Hasbro, e Harman, Philips, Westinghouse e ShockTop hanno fatto uso di Enterprise Crowdfunding. GE, ad esempio, con la propria società controllata FirstBuild nel corso del 2015 ha lanciato due campagne crowdfunding, una riguardante il piano di cottura a induzione Paragon e l’altra la macchina per il ghiaccio Opal, raccogliendo complessivamente nella fase di prevendita oltre US$ 3 milioni e acquisendo più di 10 mila nuovi clienti. I vantaggi per una grande azienda di fare ricorso al crowdfunding, che solitamente nell’era della sharing economy è utilizzato dalle startup per raccogliere fondi, sono indicati da Natarajan Venkatakrishnan, head della Ricerca&Svilupoo di  GE Appliances e Director di GE FirstBuild: “Dal concept alla produzione il tempo totale che abbiamo impiegato sono stati 4 mesi. I costi complessivi sono stati di  venti volte inferiori rispetto a quelli di un normale roll out di un nuovo prodotto che può costare decine di milioni di dollari. Se il nostro nuovo prodotto sia avvia a non riscuotere successo, noi vogliamo che ciò avvenga velocemente”. 

Grande successo per il crowdfunding di Hypnos, la felpa col cuscino incorporato che promette sogni d’oro in ogni luogo

http://youtu.be/7AJohwcS1rw

  
Le Felpe devono piacere proprio tanto ai creativi e ai crowdfounder. Dopo il successo di Baubax, la felpa multitasking pensata per i nomadi contemporanei che ha raccolto in crowdfunding oltre 10 US$ milioni, adesso arriva la felpa col cuscino incorporato. L’idea è di Hypnos, una società californiana, che su Kickstarter, una delle principali piattaforme di raccolta di finanziamenti collettivi tipici dell’era della sharing economy, presenta una felpa che promette sogni d’oro in ogni luogo.
All’interno del cappuccio i creativi hanno, infatti, posizionato un cuscino gonfiabile in grado di avvolgere, una volta gonfio, completatamente tutta la parte posteriore della testa. L’idea, dei fratelli Josh e Rybe Woodle, nasce dal volere creare un indumento pratico e comodo e in grado, contemporaneamente, di rendere più confortabili quei pisolini (al parco, in auto, in aereo, in treno o in metropolitana) improvvisi. I due ragazzi americani hanno lavorato due anni prima di presentare il proprio prodotto, che come Baubax è stato pensato durante un viaggio aereo, e hanno curato ogni dettaglio come ad esempio la possibilità di sostituire il cuscino in caso di foratura a soli 5 US$ dollari. La campagna di crowdfunding ha già centrato l’obiettivo iniziale (US$ 30 mila) e quando mancano 4 giorni alla conclusione ha raccolto oltre 220 US$ mila. Di Hypnos sono previsti tre modelli (felpa, felpa con Zip, è una giaccha in nylon) per adulti e per bambini. I prezzi partono da 45 US$. 

Sidecar, l’antenato di Uber, chiude i servizi di ride sharing e di delivery 

 

Sidecar – Instragram

 
La fine del 2015 per Sidecar, l’antenato di Uber, è conciso con la cessazione delle attività di delivery e di ride sharing. Il 31 dicembre dello scorso anno la società fondata da Sunil Paul and Jahan Khanna ha, infatti, gettato la spugna su queste due tipologie di servizi offerti dopo aver cercato di competere contro i due giganti della sharing economy Lyft e Uber. A dare la notizia sono stati gli stessi due fondatori tramite un post su Medium. La società, basata a San Francisco è attiva dal 2012, dopo la fase di startup si era rilanciata nel 2014 offrendo ai propri clienti servizi completatari quali la ricarica della batteria del proprio smartphone e bevande a bordo. Secondo quanto riportato da Crunchbase, la società ha raccolto da investitori privati (tra cui  Union Square Ventures, Avalon Ventures, Lightspeed Venture Partners, Google Ventures e il patron di Virgin Sir Richard Branson) in totale 35 milioni di US Dollari. Nel dare l’annuncio della fine dei servizi di ride sharing e di delivery i due co-fondatori di Sidecar hanno rivendicato di essere stati dei pionieri in fatto di mobilità condivisa e hanno aggiunto che la cessazione di queste sue attività non significa la fine della società e hanno annunciato novità per il 2016. 

GM investe US$ 500 milioni in Lyft, il principale concorrente di Uber

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General Motors e Lyft, uno dei colossi della sharing economy e principale competitor di Uber, hanno annunciato di aver siglato un accordo strategico che prevede l’investimento di US$ 500 milioni da parte del produttore di auto nel capitale della società di ride sharing al fine di sostenere l’ulteriore sviluppo della società e la creazione di un network on demand di auto senza conducente. Grazie all’intesa, GM diventerà il fornitore privilegiato delle auto adibite al servizio Lyft tramite la creazione in varie città degli USA di rental hub. Il Presidente di GM Dan Ammann ha dichiarato: “Vediamo il futuro della mobilità connesso, senza soluzione di continuità e autonomo”, lavorando insieme “crediamo di poter implementare con successo questa visione in modo più rapido.” John Zimmer, presidente e co-fondatore di Lyft, ha dichiarato: “Lavorando con GM, Lyft continuerà a aprire nuove esperienze di trasporto che portano un cambiamento positivo nella nostra vita quotidiana. Insieme costruiremo un futuro migliore attraverso la ridefinizione del concetto di proprietà delle auto tradizionali”.