Per cercare di migliorare la difficile situazione in cui versano alcune delle biblioteche italiane è stato presentato qualche giorno fa Bibliorasing, sito web dedicato alle biblioteche di tutta Italia che vogliano ricorrere al fundraising per finanziarsi. Biblioraising fa parte di un progetto più ampio di formazione sul fundraising e sull’uso dell’Art Bonus per le biblioteche promosso dal Centro per il Libro e la Lettura del Mibact e dall’ANCI e elaborato dalla Scuola di Roma Fund-raising.it che ne ha curato la realizzazione. Art Bonus è uno strumento fortemente voluto dal Governo italiano, con il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, che prevede importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta per chi effettua erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura. Da tempo le biblioteche pubbliche italiane si ritrovano a stringere i denti per via dei tagli ai finanziamenti a loro destinati. I tagli più consistenti riguardano la somma destinata all’acquisto dei libri, scesa da oltre 8 milioni annui a 3 milioni. Tra l’altro la partecipazione dei cittadini alle biblioteche nella fase di congiuntura economica è aumentata perché spesso si preferisce condividere un libro piuttosto che acquistarlo. Navigando nel sito, gli operatori e dirigenti delle biblioteche potranno trovare un kit contenente strumenti di comunicazione sociale e di gestione amministrativa sull’Art Bonus e altri strumenti di raccolta fondi rivolti ad individui, aziende e fondazioni. Biblioraising – che ha visto, tra gli altri, un’attiva partecipazione dei territori coinvolti nel progetto sperimentale In vitro – è iniziato a maggio, con un’azione di formazione e assistenza ai sistemi bibliotecari di Roma, Torino, Lecce, Nuoro, Ravenna, e Regione Umbria, e nasce dall’esigenza di diffondere l’uso dell’Art Bonus presso le biblioteche, quale strumento per favorire donazioni filantropiche e di rispondere all’urgente necessità di promuovere e realizzare azioni di raccolta di fondi a favore di questi luoghi di cultura, non solo come risposta alla crisi della finanza pubblica, ma soprattutto come strumenti atti a coinvolgere la comunità nel sostegno e nella gestione dei beni comuni.
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Londra accelera sulla sharing economy
Nella giornata di ieri Brandon Lewis, Minister of State for Housing and Planning at the Department for Communities and Local Government, ha annunciato le linee guida della riforma che consentirà ai londinesi di poter affittare per brevi periodi la propria abitazione.
Fino a oggi infatti, per via di una vecchia norma risalente al 1973, i londinesi che decidevano di affittare il proprio appartamentoper meno di 90 giorni potevano farlo soltanto dopo aver chiesto uno specifico permesso amministrativo a pagamento. Coloro che decidevano di rischiare affittando la propria casa senza questo permesso erano soggetti a una multa fino a 20 mila sterline per ogni violazione.
Adesso invece si cambierà e tutto sarà più semplice. Tra le motivazioni che hanno spinto questa riforma c’è quella di consentire ai proprietari di casa londinesi di avere delle entrate extra e di aumentare la competitività dell’offerta di alloggi per i turisti nell’ottica di dare un ulteriore impulso al turismo londinese.
