Airbnb, il portale leader nel settore dell’ospitalità e uno dei grandi player a livello internazionale della sharing economy, ha presentato un rapporto che quantifica il valore generato dalla propria piattaforma per l’economia italiana. Lo studio, intitolato Fattore Sharing: l’impatto economico di Airbnb in Italia, mostra che la community di Airbnb ha contribuito nel 2015 a un beneficio economico complessivo di € 3,4 miliardi (0,22% del PIL). Per gli host che hanno deciso di condividere la propria casa con chi viaggia, il ricavo medio annuale è stato di € 2.300. Si tratta del primo studio focalizzato sull’impatto di Airbnb in Italia, dopo che analisi simili erano già state realizzate per altre località come la Francia, New York, Londra, Giappone e Madrid. Il rapporto è stato effettuato in collaborazione con Sociometrica tenendo in considerazione tutti i viaggi effettuati in Italia dal 1 Gennaio 2015 al 1 Gennaio 2016 intervistando 6.324 host e viaggiatori attivi in Italia nel 2015 e applicando un modello econometrico sviluppato dal Centro Europa Ricerche (CER) per rappresentare l’economia italiana. Il CER è un centro di studi economici nato a Roma nel 1981 per iniziativa di Antonio Pedone, Giorgio Ruffolo e Luigi Spaventa che oggi ha come primo socio Sator, società di investimenti fondata da Matteo Arpe. Dalla ricerca emerge la natura prevalentemente non professionale degli host Airbnb, persone comuni che condividono la prima o la seconda casa (l’87% ha 1 o massimo 2 annunci) e che utilizzano il ricavato per far quadrare il bilancio familiare. Evidente è il beneficio per il sistema turistico italiano e per le attività economiche collegate: l’esperienza presso gli host italiani ha attirato nuovi visitatori, che si sono fermati più a lungo (3,6 notti di media), hanno speso di più, sono più propensi a tornare (76%) e hanno contribuito a generare un indotto presso comunità e attività locali al di fuori dei circuiti turistici tradizionali (38% del budget del viaggio) e che tendenzialmente ne restavano ai margini. Fra le evidenze principali dello studio emerge, quindi, che Airbnb sta contribuendo alla diffusione del turismo in Italia e dall’Italia verso l’estero: 3,6 milioni di ospiti hanno usato Airbnb per viaggiare in Italia durante l’anno passato e sono 1,34 milioni i residenti italiani hanno scelto Airbnb per viaggiare all’estero. Nel 2015 gli 82.900 host italiani che hanno accolto ospiti nelle proprie case hanno ricevuto da Airbnb un “aiuto” importante dal punto di vista economico: il reddito di molti di loro è infatti inferiore al reddito medio pro capite in Italia (€ 22.200). Complessivamente gli host in Italia hanno ricavato € 394 milioni durante lo scorso anno, accogliendo ospiti nelle proprie case, mentre questi ultimi hanno speso € 2,13 miliardi presso le attività commerciali locali (impatto netto); Come detto quindi Airbnb ha attirato in Italia nuovi visitatori, che si fermano più a lungo e sono più intenzionati a tornare: quasi l’80% degli ospiti Airbnb ha affermato che la loro esperienza li ha resi molto più propensi a ritornare nelle città italiane che hanno visitato, mentre la lunghezza media del soggiorno con Airbnb è stata di 3,6 notti, paragonata al 3,0 delle soluzioni tradizionali. “Airbnb rappresenta un’opportunità per il Sistema Paese”, ha affermato Matteo Stifanelli, Country Manager di Airbnb per l’Italia. “Airbnb aiuta il turismo a crescere e a diversificarsi nel Paese, diffondendo benessere economico a nuove comunità e imprese locali e rappresenta un sostegno per migliaia di cittadini, aiutandoli a far quadrare i conti a fine mese. Per questo abbiamo sempre offerto la nostra collaborazione nello sviluppo di provvedimenti che aiutino gli italiani a condividere la propria casa e il paese a beneficiare delle potenzialità della sharing economy.”