Con 20,3 milioni raccolti Pebble, il pioniere degli smartwatch, è stato il progetto di crowdfunding più finanziato nel 2015 sulla piattaforma Kickstarter. IL nuovo modello di smartwatch, prodotto prima dell’arrivo sul mercato dell’Apple Watch ha battuto ogni record: progetto più finanziato in crowdfunding, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy, e il più veloce, in soli 49 minuti, a toccare la quota di un milione di US Dollari. Il nuovo modello di Pebble si chiama Time e differisce dal precedente per uno schermo a colori e un design più sottile. L’obiettivo iniziale di raccolta di Pebble, al cui “appello” hanno aderito oltre 78 mila persone, era di 500 mila US Dollari.
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Crowdfunding, le 10 idee Made in Italy più finanziate su Kickstarter nel 2015
La fine di ogni anno coincide con il momento delle classifiche. Come accaduto per il 2014 SocialEconomy ha realizzato il ranking e un’infografica sui 10 progetti Made in Italy che hanno ottenuto più successo nel 2015 su Kickstarter, la piattaforma di reward crowdfudwing, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy.
A guidare la classifica sono gli orologi creati da Filippo Loreti che hanno raccolto 1 milione di US dollari. Il successo raggiunto dal progetto fa sì che questa sia la campagna, avente a oggetto orologi tradizionali, più finanziata nella storia del crowdfuding. Al secondo posto si è piazzato il board game Sword & Sorcery mentre al terzo posto il monopattino “Made in Milano” di FlyKly.
A livello complessivo i 10 progetti più finanziati su Kickstarter hanno raccolto 2,5 milioni di US Dollari. Tale ammontare rappresenta un + 150% rispetto al milione di US Dollari raccolti sulla stessa piattaforma nel 2014 dai primi 10 progetti Made in Italy.
In questa classifica realizzata da SocialEconomy non rientra la stampante 3D Evo One in quanto la sua campagna di crowdfunding non si è ancora conclusa. Al momento il progetto, che ha già raggiunto l’obiettivo di raccolta, ha collezionato oltre 62 mila Euro.
A livello geografico la Lombardia piazza 5 progetti nella top 10: oltre agli orologi di Filippo Loretti e al monopattino di FlyKly sono lombardi anche l’ombrello Kjaro, la lampada Relio e Febo, una strumento che tramite una lente d’ingrandimento consente di effettuare incisioni sul legno sfruttando la luce solare. In seconda posizione si piazza la Toscana con 2 idee creative mentre Veneto, Campania e Piemonte piazzano un progetto ciascuno nella top 10.
Crowdfunding, le 10 idee Made in Italy più finanziate su Kickstarter nel 2015
La fine di ogni anno coincide con il momento delle classifiche. Come accaduto per il 2014 SocialEconomy ha realizzato il ranking e un’infografica sui 10 progetti Made in Italy che hanno ottenuto più successo nel 2015 su Kickstarter, la piattaforma di reward crowdfudwing, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy.
A guidare la classifica sono gli orologi creati da Filippo Loreti che hanno raccolto 1 milione di US dollari. Il successo raggiunto dal progetto fa sì che questa sia la campagna, avente a oggetto orologi tradizionali, più finanziata nella storia del crowdfuding. Al secondo posto si è piazzato il board game Sword & Sorcery mentre al terzo posto il monopattino “Made in Milano” di FlyKly.
A livello complessivo i 10 progetti più finanziati su Kickstarter hanno raccolto 2,5 milioni di US Dollari. Tale ammontare rappresenta un + 150% rispetto al milione di US Dollari raccolti sulla stessa piattaforma nel 2014 dai primi 10 progetti Made in Italy.
In questa classifica realizzata da SocialEconomy non rientra la stampante 3D Evo One in quanto la sua campagna di crowdfunding non si è ancora conclusa. Al momento il progetto, che ha già raggiunto l’obiettivo di raccolta, ha collezionato oltre 62 mila Euro.
A livello geografico la Lombardia piazza 5 progetti nella top 10: oltre agli orologi di Filippo Loretti e al monopattino di FlyKly sono lombardi anche l’ombrello Kjaro, la lampada Relio e Febo, una strumento che tramite una lente d’ingrandimento consente di effettuare incisioni sul legno sfruttando la luce solare. In seconda posizione si piazza la Toscana con 2 idee creative mentre Veneto, Campania e Piemonte piazzano un progetto ciascuno nella top 10.
Crowdfunding: Consob apre una consultazione con il mercato per la revisione del regolamento
Consob, l’autorità garante del mercato finanziario, ha aperto una consultazione pubblica per la revisione del Regolamento in materia di equity crowdfunding.
A differenza del reward crowdfuding, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy in cui il finanziatore riceve un premio (ciò che avviene per esempio sulle piattaforme come Kickstarter e Indiegogo), l’equity based crowdfunding è un investimento on-line con il quale si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la ricompensa per il finanziamento dato è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa.
Le proposte di modifica che la Commissione sottopone all’esame del mercato discendono da innovazioni introdotte quest’anno dal Legislatore a livello di normativa primaria e dalle indicazioni raccolte nei mesi scorsi attraverso una consultazione preliminare con gli operatori, da cui è emersa l’esigenza di correggere e alleggerire alcuni obblighi previsti dal Regolamento del 2013.
In particolare Consob, venendo incontro alle richieste del mercato, propone di estendere la nozione di investitori professionali, tenuti a sottoscrivere una quota dell’offerta, che comprende prevalentemente investitori istituzionali, ad una platea più ampia. In base alla proposta potrà essere incluso chiunque risponda ai requisiti fissati dalla Mifid (la direttiva comunitaria in materia di prestazione dei servizi finanziari) per la classificazione degli “investitori professionali su richiesta”, identificati secondo criteri di conoscenza e di esperienza nelle attività di investimento. Consob propone inoltre di semplificare la procedura di esecuzione degli ordini, riducendo i costi di transazione. L’obiettivo è quello di rendere possibile la conclusione delle operazioni integralmente on line, a condizione che i gestori si attrezzino ad effettuare le verifiche necessarie. La consultazione è aperta per quaranta giorni fino all’11 gennaio 2016.
Sharing Economy: la rivincita di Karl Marx
Karl Marx nel suo “Manifesto del Partito Comunista” aveva teorizzato il potere del proletariato in contrapposizione a quello della borghesia. Oggi, complice la crisi del capitalismo su scala planetaria, sta nascendo un’economia nuova basata sulla condivisione e sulla socialità. E poiché la ricchezza del mondo è concentrata in poche mani – l’1% di Occupy Wall Street – si può ritenere che la socialità odierna si rispecchi in qualche modo nel concetto di proletariato di cui parlava Marx. Negli ultimi anni stanno nascendo aziende che basano il proprio modello di business sulllo sharing (il condividere) che a sua volta trova fondamento nella socialità della nostra vita. In principio questa economia ha riguardato l’abbigliamento di seconda mano, le biciclette, poi le auto; successivamente si è spostato sulla casa. In questo modo, dai beni di consumo la social economy si è così spostata sul patrimonio, che viene però ceduto – e Marx avrebbe disapprovato – dietro remunerazione dello stesso. E si è andati anche oltre con il microcredito tra privati. Ora, il prossimo passo – su cui già si è accesa l’attenzione dei media – è il trasferimento di piccolissime somme di denaro tra gli utenti del web, agevolato dalle nuove tecnologie e dalla diffusione sempre più capillare delle connessionI da mobile. In questo modo la proprietà, che secondo Marx doveva essere condivisa, sta cambiando forma. Da un concetto statico e assolutamente privatistico si sta passando a una sorta di proprietà cloud, dematerializzata, dove il reale proprietario – anche per brevi periodi o parzialmente – cede il suo bene o una piccola parte del suo patrimonio dietro compenso o per gesto di liberalità (come accade talvolta con il microcredito). La condivisione, infine, diventa “social” diffondendosi e amplificandosi attraverso i social network.
LexShares, il crowdsourcing delle cause legali
Arriva dagli Stati Uniti LexShares, il primo servizio di crowdsourcing in campo legale. Il funzionamento è quello tipico delle altre piattaforme di finanziamento collettivo: il sito della società Usa – un marketplace di cause legali commerciali – pubblica cause promosse da vari attori e un investitore accreditato (definito specificatamente dalla SEC – Securities and Exchange Commission, l’Autorità statunitense di controllo sui mercati e sugli gli investimenti, simile alla Consob italiana) può decidere di cofinanziarla.
Se la causa va a buon fine, con una transazione o con il giudizio di un tribunale, l’investitore riceve utili proporzionali al proprio investimento, diversamente perde il capitale investito.

Jay Greenberg e Max Volsky
La notizia dell’approdo della litigation finance – già presidiata da alcuni hedge fund – al crowdsourcing ha suscitato l’attenzione mediatica di diverse testate giornalistiche internazionali. SocialEconomy ha rivolto qualche domanda a Jay Greenberg, cofondatore di LexShares insieme a Max Volsky e CEO della società, per cercare di capire e raccontare, crediamo per la prima volta in Italia, qualcosa in più di questa iniziativa.
Domanda(“D”): Come nasce l’idea di LexShares?Risposta (“R”): “Sia io, sia Max Volsky, autonomamente lìuno dall’altro, eravamo arrivati all’intuizione che tecnologia e crowdfunding potessero essere le basi per un nuovo modello di litigation finance più efficiente e trasparente, in grado di sostenere gli attori (coloro che vogliono iniziare una causa, ndr) nell’accesso alla giustizia. Quando ci sono incontrati abbiamo scoperto di avere in comune questa passione e la volontà di creare una società che se ne occupasse. Così abbiamo unito le forze e reso l’idea LexShares una realtà.

LexShares
D: Può darci una definizione di investitore accreditato
R: “Investitore accreditato è una persona singola che, negli ultimi due anni, ha avuto entrate annue di $ 200.000 e si aspetta di fare altrettanto per l’anno in corso o che ha un reddito familiare di $ 300.000. Chi non si qualifica per reddito può comunque qualificarsi come investitore accreditato se dispone di 1 milione di dollari di patrimonio netto. La definizione di investitore accreditato è disciplinata dalla SEC (http://www.sec.gov/answers/accred.htm)”.
D: Gli investitori retail (investitore individuale) possono investire su LexShares?
R: “Sì, assolutamente. Tutti gli investitori che soddisfano la definizione di investitore accreditato possono investire attraverso LexShares”.
D: Se si investono, ad esempio, $ 2.500, quali possono essere i rendimenti?
R: “LexShares punta a far realizzare ai suoi investitori un ritorno di oltre il 50% annuo, se l’attore vince la sua causa. Se l’attore perde, anche gli investitori perdono il loro investimento”.
D: Pensate di espandere la vostra attività in Europa e in Asia?
R: “Il settore della litigation finance è in crescita in tutto mondo. Per il nostro primo anno di attività ci concentreremo sulle cause legali statunitensi. Nel medio termine intendiamo esplorare l’opportunità di allargarci in altre giurisdizioni”.
D: Un investitore non statunitense può già diventare investitore accreditato?
R: “Sì, accettiamo investitori internazionali”.
D: Gli investimenti in cause legali possono diventare una nuova asset class?
R: “La litigation finance (cause garantite da titoli) è una asset class. Gli investimenti in azioni legali pubblicate sul LexShares sono strutturati come un private placement 506 (c). (Nda Collocamento privato secondo la regola 506 (c) della SEC)”.
D: Il crowdfunding di una causa può consentire di raggiungere un migliore equilibrio tra attori e convenuti?
R: “Sì. La nostra missione è quella di creare un mercato più trasparente, economicamente razionale ed efficiente per il finanziamento di cause legali commerciali, contribuendo a equalizzare l’accesso alla giustizia”.
D: L’attività di Lexshares è regolata dalla SEC?
R: “Sì. Tutte le opportunità di investimento in cause legali di LexShares sono vendute attraverso WealthForge, il nostro broker-deal partner. WealthForge è registrato come broker-dealer ed è di membro FINRA – (NdaFinancial Industry Regulatory Authority) – e SIPC – (Nda Securities Investor Protection Corporation)”.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI
LexShares – http://www.lexshares.com
Sec – http://www.sec.gov/ e http://www.sec.gov/answers/accred.htm
WealthForge – http://www.wealthforge.com
Finra – http://www.finra.org
Sipc – http://www.sipc.org
Sui media
– http://www.businessweek.com/articles/2014-11-20/lexshares-crowdsourcing-comes-to-the-litigation-finance-world
– http://www.cnbc.com/id/102199656?trknav=homestack:topnews:10
– http://www.forbes.com/sites/danielfisher/2014/11/19/lexshares-invests-in-litigation
– http://blogs.wsj.com/venturecapital/2014/11/19/lexshares-launches-marketplace-for-investors-to-fund-legal-claims/?KEYWORDS=lexshares
Eccoci
Siamo Marco e Valentina, veniamo da luoghi e percorsi molto diversi e per differenti motivi ci siamo ritrovati a occuparci di comunicazione.
SocialEconomy é il nostro blog; il primo ad essere sopravvissuto alle nostre stesse autocritiche e ad avere effettivamente visto la luce, perché continua a sembrarci una buona idea.
Attraverso le sue pagine racconteremo, a modo nostro, cosa sono e come si stanno evolvendo la social e la sharing economy.
In un mondo nel quale va di moda autoproclamarsi “primi” nelle classifiche più disparate, noi ci auguriamo semplicemente che SocialEconomy possa diventare un punto di incontro e di condivisione – mai termine fu più appropriato – di storie, progetti e riflessioni.
Accettiamo molto volentieri suggerimenti, proposte di nuovi temi da trattare e segnalazioni di iniziative interessanti.
Marco & Valentina
socialeconomyit@gmail.com