Addio a Fidel Castro, la sua Cuba è stata la culla della sharing economy
La morte di Fidel Castro ci induce una riflessione: Cuba, il paese che il leader politico ha governato per cinquantadue anni, può essere considerata una delle nazioni che ha favorito e normato la sharing economy ante litteram. Molti anni prima dell’arrivo dei primi marketplace di sharing tra cui il più Airbnb, infatti, nell’isola che lui ha governato sono sorte le casas particulares e le paladares. A riprova di quanto noi di SocialEconomy abbiamo scritto in uno dei nostri primi post c’è quindi un legame che unisce i principi ispiratori del comunismo e l’economia partecipativa. Due esempi concreti di questo legame sono appunto le casas particulares, abitazioni di cubani che vengono condivise con turisti con l’obiettivo duplice di offrire agli stranieri un’esperienza di viaggio local touch e di dare contemporaneamente agli isolani una forma supplementare di reddito (le basi del moderno home sharing) e le paladares, case in cui gli abitanti della nazione che ha in L’Avana la sua capitale ospitano a pranzo o cena i visitatori in cambio di un compenso esattamente ciò che avviane oggi con le piattaforme di social eating. Fidel Castro ha sempre incoraggiato e normato queste forme di economia creando una rete ufficiale che rendono riconoscibile ogni casa particulare. Il termine casas particulares, ossia abitazione privata, stato adottato in tutta Cuba dopo il 1997 , quando l’iniziativa del governo cubano di Fidel Castro ha permesso ai cubani di affittare camere ai turisti all’interno delle proprie abitazioni. Per poter svolgere queste attività ogni alloggio deve essere iscritto in un apposito registro e ottenere una licenza. Inoltre ogni proprietario di casa deve esporre fuori la porta un un cartello blu con scritto Arrendador Inscripto. Il fatto che Cuba ha sempre visto con favore l’economia della condivisione è confermato dall’apertura che il Governo locale ha avuto nei confronti di Airbnb a partire dall’aprile del 2015 quando uno speciale accordo ha consentito ai cittadini USA di alloggiare in appartamenti condivisi inseriti nella celebre piattaforma di condivisione di appartamenti che è stato poi esteso nel 2016 ai turisti provenienti da tutto il mondo. La stessa società californiana in occasione del viaggio del Presidente Barack Obama a Cuba aveva reso noti alcuni dati della sua presenza nell’isola: oltre 4 mila alloggi disponibili per un totale di 13 mila US citizen che nel corso del primo anno dallo sbarco nella patria di Fidel hanno scelto l’home sharing di Airbnb.