Trascorrere una notte sulla Grande Muraglia Cinese non sarà più un sogno. A settembre quattro fortunati vincitori del concorso promosso da Airbnb potranno, infatti, passare una notte in una casa temporanea costruita su una delle tratte più antiche del celebre Great Wall che rappresenta una delle più grandi imprese architettoniche della storia dell’umanità. Per partecipare al contest e provare a vincere il soggiorno per due persone sulla Grande Muraglia si deve raccontare perché è ora più importante che mai abbattere le barriere culturali e come si possono costruire nuove connessioni e legami tra culture diverse. La tua risposta in inglese dovrà essere inviata al link del concorso https://www.airbnb.it/night-at/thegreatwall entro le ore 16.00 (Greenwich Time) di sabato 11 agosto.
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In Cina la sharing economy non vuole essere disruptive ma collaborativa
Una caratteristica comune a tutti i business della sharing economy è il loro essere disruptive (in italiano rivoluzionario) nei confronti degli equivalenti servizi offerti dalle società che tipicamente fanno parte della old economy. Così si è creata una contrapposizione tra taxi e car sharing o ride sharing (Uber) e tra hotel e Airbnb. Per evitare il dualismo tra forme di economia legate alla tecnologia e quelle tradizionali la Cina ha scelto una via che merita di essere approfondita e magari anche copiata nel mondo occidentale perché capace, con il dialogo, di coniugare sharing economy e servizi offerti dalle aziende più tradizionali. Pur credendo che la motivazione alla base è legata al fatto che molte sono le aziende tradizionali che vedono il coinvolgimento di capitali pubblici cinesi e che quindi si vuole evitare un effetto di cannibalizzazione industriale, crediamo che la via del dialogo tra economia della condivisione e economia reale possa fare realmente bene non solo alle aziende coinvolte ma soprattutto all’intera collettività. La conferma che la Cina guarda con molto interesse alla sharing economy arriva dal fatto che il tessuto economico cinese negli ultimi anni ha iniziato una trasformazione: da un’economia manifatturiera a una basata sui servizi. In tale quadro il China’s National Information Center ha stimato che la sharing economy peserà nel 2020 il 10% dell’intero PIL del Paese. Tutto ciò ha portato, con largo spirito di lungimiranza da parte del governo cinese, anche alla nascita della Commission on the Sharing Economy in China (CSEC). In questa istituzione, in cui siedono big corporation tra cui Lenovo, Linkedin, Airbnb, Tencent e molte altre, l’obiettivo è la collaborazione tra aziende nuove, old e Governo per ottenere vantaggi reciproci a beneficio di tutti gli attori tra cui anche i consumatori. Un esempio di come la sharing economy cinese non voglia in alcun modo cancellare i business tradizionali è rappresentato da Didi che cerca di includere nel suo servizio tecnologico di ride sharing i tassisti consapevole dal fatto che il dialogo fa bene al business. Il caso di Didi è emblematico anche perché la società, come SocialEconomy vi ha raccontato, ha comprato nel corso del 2016 le attività cinesi di Uber. Un altro esempio concreto della collaborazione concreta tra governo e sharing economy è rappresentato dalla società di ride sharing cinese Weigongjiao, una società con base a Hangzhou, fondata delle autorità locali cinesi attente a cercare di combattere l’inquinamento. Insomma la Cina insegna che il dialogo tra le aziende, new o old che siano, i consumatori e i governi rappresenta un valore inestimabile per lo sviluppo della sharing economy. Noi di SocialEconomy ci auguriamo che questo esempio fatto di collaborazione, dialogo e apertura, cinese possa essere seguito dal mondo occidentale consapevoli del fatto che una maggiore attenzione da parte dei governi del mondo aiuterebbe lo sviluppo visto che ogni stato deve fare di tutto per incentivare la libera impresa e cercare di attrarre gli investimenti esteri sul proprio territorio. Purtroppo a oggi in Europa e negli USA le cose nel mondo delle startup, e quindi anche della sharing economy, stanno diversamente, basti citare la mancanza di armonizzazione fiscale che tanto spaventa coloro che vogliono fare impresa e che in più sedi rivendicano norme certe e magari anche uguale all’interno dell’area Euro. Il fatto che la Cina abbia tracciato la strada la troviamo una cosa naturale da paese leader in campo economico qual è e da stato attento alle tradizioni visto che come abbiamo avuto modo di scrivere nel nostro primo post riteniamo che la sharing economy rappresenta una sorta di rivincita di Karl Marx e del comunismo sul capitalismo tradizionale.
Fusione tra UberChina e DiDi: nasce in Cina il colosso del ride sharing
Con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook Travis Kalanick, CEO di Uber ha ufficializzato oggi la fusione tra UberChina e la rilavale DiDi Chuxing. Al termine dell’operazione UberChina sarà, con il 20% del capitale, il più grande azionista di DiDi. Uber, uno dei colossi della sharing economy, era arrivata in Cina poco più di due anni fa e da allora si è espansa in 60 città realizzando circa 40 milioni di corse a settimana. “Come imprenditore ho imparato che per avere successo si debba porre ascolto alla propria testa oltre che seguire il proprio cuore” ha scritto Kalanick ai sui collaboratori spiegando le motovazioni che l’hanno spinto a siglare l’accordo con il big player del ride sharing cinese. Secondo quanto riporato da Bloomberg l’operazione dovrebbe valere 35 miliardi di dollari USA. Come SocialEconomy vi aveva raccontato, DiDi lo scroso maggio aveva annunciato con un comunicato stampa che Apple aveva investito nella società 1 miliardo di US dollari durante un round di finanziamento. Nel comunicato diffuso allora si leggeva che grazie a questo investimento, Apple diventa un investitore strategico di DiDi e si unisce a Tencent, Alibaba e altri soci chiave per aiutare ulteriormente la missione di DiDi di costruire una piattaforma di ride sharing in grado di servire centinaia di milioni di automobilisti e passeggeri cinesi
Uber raggiunge il traguardo di 2 miliardi di corse effettuate
Uber, uno dei maggiori player della sharing economy, ha completato più di 2 miliardi di corse. A dare l’annuncio, qualche minuto fa, è stato Travis Kalanick, CEO della società che ha sede a San Francisco. Il traguardo arriva appena sei mesi dopo l’annuncio del primo miliardo di corse effettuate. Ciò significa, quindi che la società di ride sharing ha completato in sei mesi lo stesso numero di corse completate nei precedenti sei anni. Kalanick nel suo post su Facebook ha scritto che la corsa numero “2 miliardi” tecnicamente sono state 147 perche tante sono stati i viaggi iniziati nello stesso secondo alle ore 4,16 GMT di sabato 18 giugno. Le corse che valgono questo prestigioso traguardo sono state effettuate in sedici paesi appartenerti a cinque continenti diversi: il viaggio più lungo è stato compiuto a Jakarta in Indonesia, mentre, il più breve – soltanto 3 minuti – è stato effettuato a Changsha in Cina. A ognuno dei 147 driver e ai loro rispettivi passegeri Uber, per festeggiare, ha regalato 450 dollari USA. Oggi Uber è presente in 450 città a livello globale, contro le 311 di un anno
Apple investe 1 miliardo di US dollari in DiDi, la rivale cinese di Uber
DiDi Chuxing, uno dei principali player cinesi della sharing economy e rivale in Cina di Uber nel mercato del ride sharing, ha annunciato con un comunicato stampa che Apple ha investito 1 miliardo di US dollari durante il round di finanziamento in corso. Il miliardo di dollari investito da Apple rappresenta il più grande investimento singolo mai effettuato in DiDi. Nel comunicato si legge che grazie a questo investimento, Apple diventa un investitore strategico di DiDi e si unisce a Tencent, Alibaba e altri soci chiave per aiutare ulteriormente la missione di DiDi di costruire una piattaforma di ride sharing in grado di servire centinaia di milioni di automobilisti e passeggeri cinesi.Cheng Wei, fondatore e CEO di DiDi, ha dichiarato che “L’approvazione da parte di Apple è un enorme incoraggiamento e fonte d’ispirazione per un’azienda di quattro anni. DiDi lavorerà duramente con i nostri piloti e partner globali per mettere a disposizione di tutti i cittadini scelte di mobilità flessibili e affidabili, e aiutare le città a risolvere i problemi di trasporto, ambientali e occupazionali “. Secondo quanto riportato da Reuters Tim Cook, CEO di Apple, è convinto che l’investimento possa dare nel corso del tempo un forte ritorno. DiDi, che nel 2015 ha effettuato 1,4 miliardi di corse, oggi viaggia sul ritmo di oltre 11 milioni di ride quotidiani. DiDi lavora con oltre 14 milioni di proprietari di auto e conducenti cinesi e ha una quota di mercato dell’87% per quanto attiene le chiamate di un auto con conducente (private car halling) e del 99% nel segmento delle chiamate taxi (taxi halling) .
Uber lancia un nuovo servizio di carpooling
Uber ha annunciato tramite il proprio blog di aver lanciato uberCOMMUTE, un servizio di carpooling completamente nuovo in quanto pensato avendo come punto di riferimento i driver. Il servizio che partirà dalla citta cinese di Chengdu consente ai conducenti di condividere il costo del viaggio con altre persone. Il motto scelto è “Il carpooling con la semplice pressione di un tasto”. Il funzionamento è semplice: i driver inseriscono il percorso che intendono fare, questo sarà contestualmente mostrato ai rider che avranno quindi la possibilità di salire a bordo lungo il tragitto. Uber ha scelto la Cina per testare il servizio per via di una domande crescente da parte di driver e rider di servizi di mobilità innovativi. Tra gli auspici di Uber quello di allargare a altre città il servizio. uberCOMMUTE va ad affiancare il servizio UberPOOL (in Cina il servizio prende il nome di People’s Uber+), il carpooling della principale società di ride sharing al mondo, oggi attivo in dodici città di cui cinque cinesi (Chengdu, Hangzhou, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen). Tra le altre città in cui UberPOOL è presente figurano New York, San Francisco, Los Angeles, San Francisco e Parigi. Ultima metropoli, in ordine temporale, in cui la società californiana ha lanciato il servizio, è Bangalore in India.