A Milano è arrivato UberEATS, il servizio di food delivery di Uber


Come SocialEconomy vi aveva anticipato nelle scorse settimane è arrivato a Milano UberEATS, il servizio di food delivery del colosso della sharing economy californiano Uber. Nel capoluogo lombardo UberEATS collabora con oltre cento locali e ristoranti per offrire un’unica piattaforma in cui trovare il miglior cibo locale. Accedendo alla piattaforma di UberEATS (effettuando il download dell’App da GooglePlay e AppStore oppure tramite sito web uberEATS.com), si potrà ordinare qualsiasi piatto dall’elenco di ristoranti e riceverlo rapidamente. In media, fra ordine e consegna passano circa 35 minuti. Una volta selezionato i piatti preferiti nel “carrello” verrà visualizzato il riepilogo dell’ordine del cibo e il prezzo totale.  Il pagamento avviene  direttamente con l’account Uber e, se si vuole, si può monitorare sulla app o sul sito lo stato dell’ordine. 

UberEATS sta per arrivare in Italia e cerca due General Manager


Con un post pubblicato nella propria pagina Facebook, Uber ha annunciato che sta per arrivare in Italia UberEats, il servizio di consegna di pasti a domicilio lanciato dal colosso californiano della sharing economy.Per il suo arrivo in Italia la società USA sta ricercando due general manager uno su Milano è uno su Roma. Le candidature vengono raccolte tramite il sito web della società (link). UberEATS, che dopo una prima fase di sperimentazione si sta espandendo celermente in parecchie delle principali statunitensi, al momento è attiva in diciotto città tra cui a Atlanta, Austin, Chicago, Los Angeles, New York, San Francisco, Toronto, Whashington DC e in Europa a Barcellona, Parigi e da metà giugno a Londra. Nei prossimi mesi UberEATS inizierà una fase di sviluppo in Europa, Middle Est e Africa. Il funzionamento del servizio è molto semplice: tramite la app tradizionale Uber quando ci si trova all’interno delle aree coperte dal servizio verrà visualizzata una icona raffigurante un piatto, dopo averla cliccata basta scegliere il piatto preferito è  il luogo di consegna e il gioco è fatto. In pochi minuti il pasto sarà sulla tavola del cliente. I piatti sono preparati da ristoranti in grado di garantire i migliori sapori local. Il menu cambia tutti i giorni cosi da offire ai clienti Uber la possibilità di gustare sempre qualcosa di nuovo. Il costo dei menu acquistabili è variabile, mentre la consegna costa US$ 3 (US$ 4 per New York) ed è indipendente dal numero dei piatti da ordinare. Nel caso di ordini multipli effettuati contestualmente (ad esempio il classico pranzo tra colleghi di ufficio) tramite una specifica funzione dell’app sarà possibile dividere il conto in modo semplice e immediato cosi da parmettere a ognuno dei commensali di pagare quanto ordinato. In uno dei post fatti nei mesi scorsi da Uber sul proprio blog, la società USA ha informato che il servizio di delivery sta riscuotendo parecchi consensi: continuano a crescere il numero dei ristoranti che aderisce all’iniziativa e i tempi di consegna si stanno riducendo. Inoltre, recentemente, a Los Angeles è stato anche aggiunto il servizio brunch durante il fine settimana.

UberEATS (video) https://m.youtube.com/watch?v=CxkrBWxfHrE

Nasce WOOP la prima piattaforma di crowdfunding dedicata al food

E’ operativa da qualche ora WOOP food, la prima piattaforma italiana di crowdfunding, il finanziamento collettivo dell’era della sharing economy, dedicata esclusivamente al finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali e progetti legati all’agricoltura ed al cibo made in Italy. WOOP vuole essere un punto di riferimento per agricoltori, allevatori e startup interessati alla produzione di prodotti alimentari a basso impatto ambientale e all’ artigianato agroalimentare alla ricerca di un finanziamento tramite crowdfunding  per sviluppare la propria idea. La missione di WOOP food è quella di dare nuova linfa al sistema agro alimetare italiano. «Il nostro obiettivo è promuovere la cucina locale e regionale, sostenere l’agricoltura biologica, la lavorazione artigianale degli alimenti, e, al contempo, la diffusione di un’educazione ambientale tra le giovani generazioni», racconta sul blog di WOOP Andrea Sartorio, co-founder della start-up. In concomitanza con l’avvio della piattaforma sono state lanciate anche le prime campagne crowdfunding: La Tartufaia del Re, progetto di King of Truffles che prevede la creazione, in Molise, di un ettaro di area protetta dove piantare alberi micorizzati per far crescere il tartufo. Per rendere accessibile la tartufaia a cavatori e appassionati, i promotori hanno bisogno di raggiungere 6.200 €. Altro progetto è Crow, promosso da Carlo Maria Recchia, che si pone l’obiettivo di raccogliere 3 mila Euro al fine di completare la produzione, tutta italiana, del primo lotto di birra Crow, l’unica birra al mais nero corvino originario del Sud America. Terzo e ultimo progetto al momento disponibile su WOOP e IOlive, una app per la tutela dell’olio italiano. 

Wimdu, ecco i 5 migliori mercati d’Europa dove mangiare lo street food più gustoso

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©Credits Wimdu

Wimdu – la più grande piattaforma europea per la ricerca di appartamenti privati per vacanza ha stilato la classifica dei cinque migliori mercati in Europa dove provare lo street food, il cibo della sharing generation, più gustoso.

Helsinki

Kauppatori – letteralmente Piazza del Mercato – è la piazza centrale della città, dove ha luogo il più importante mercato di Helsinki. Qui si gusta pesce fresco, cucinato al momento, tra cui spiccano senza dubbio salmone e aringhe. Proprio le aringhe sono le regine di ottobre, il mese più importante per Kauppatori, quando i pescatori entrano nel porto per vendere questi pesci direttamente dalle loro barche. Se si preferisce la carne è, invece, possibile optare per quella di renna.

Berlino

Berlino è una delle città più cosmopolite in Europa, con una vita notturna incredibilmente attiva; è naturale che qui lo street food abbia acquisito nel corso degli anni sempre più importanza. All’inizio era il currywurst, poi il kebab, ma oggi è possibile trovare ogni genere di specialità, dall’Estremo Oriente ai tradizionali hamburger. Luogo molto amato dai berlinesi è il Neue Heimat, a Friedrichshain, qui ogni domenica, in un capannone industriale riconvertito, molti produttori locali scatenano l’acquolina con delizie di ogni tipo.

Bristol

Per provare uno degli street food più innovativi del Regno Unito, l’Eats Market di Bristol è il posto da non lasciarsi scappare. Ogni secondo e quarto giovedì del mese al Temple Quay di Bristol una varietà di street food truck e produttori locali arrivano per proporre le loro insolite ricette. Tra i più famosi i Feastie Boys che preparano ciambelle ripiene di petto di manzo e i Gopal Curry Shack, famosi per i loro piatti vegani al curry.

Madrid

La Spagna negli ultimi anni si è imposto come uno dei paesi più innovativi nello scenario gastronomico; chef del calibro di Ferran Adrià, Miguel Sánchez Romera e Joan Roca hanno dettato nuovi incredibili standard. Accanto alla passione per la cucina delle stelle Michelin, la penisola iberica è da sempre casa di un meraviglioso street food. Il miglior indirizzo in questo caso è il Madreat. Questo mercato ospita molti produttori indipendenti che offrono un’incredibile varietà di scelta; qui è possibile trovare piatti provenienti da tutto il mondo reinterpretati dalla sensibilità e passione dei vari cuochi.

Palermo

Palermo, da sempre è sinomimo di marcati storici e di cibo. Il mercato più antico è quello di Ballarò: un vero tripudio di  delizie e primizie siciliane: verdure crude e pesce fresco, ma anche specialità tipiche dello street food. Come le panelle (frittelle di farina di ceci), crocchè di papate, polpo bollitto, pane câ meusa (il panimo con la milaza), lo sfinciuni (una simil pizza con pomodoro e cipolla) e fritti di ogni tipo. Altro mercati storico della città è quello della Vucciria, immortalato anche in un celebre dipinto di Renato Guttuso.

Amazon sfida Uber e lancia Amazon Flex

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Amazon, il colosso dell’ecommerce ha annunciato oggi il lancio del servizio Amazon Flex. L’iniziativa consiste nel fare diventare semplici cittadini postini, in cambio di un compenso che la società USA stima tra i 18 e i 25 US dollari all’ora. I postini, per entrare a far parte della squadra, dovranno garantire un minimo di due ore di disponibilità giornaliera; dovranno avere almeno 21 anni e essere dotati di auto e di smartphone Android.
Il servizio Amazon Flex è già attivo a Seattle e presto sara esteso alle città di New York (nella zona di Manhattan) Baltimore, Miami, Dallas, Austin, Chicago, Indianapolis, Atlanta e Portland.
In questa prima fase i postini potranno consegnare solo prodotti Amazon Prime, ma la stessa società ha dichiarato che in futuro il nuovo servizio di consegna potrebbe essere esteso.
Altra novità possibile è l’apertura a mezzi di consegna alternativi all’automobile, come le biciclette o addirittura la consegna a piedi.
Alla base di questa mossa, con cui il colosso di Jeff Bezos entra di diritto tra gli attori dell’economia on demand, sfidando Uber che già in alcune città in Europa è Stati Uniti sta sperimentando servizi di trasporto di cibi a domicilio con UberEATS e che secondo alcuni media potrebbe puntare per il futuro anche sui servizi di logistica.