
Questa volta la sharing economy non c’entra nulla, ma parliamo in ogni cosa di una passione ampiamente condivisa da quasi tutti i bambini del mondo: le figurine. Lo facciamo perché qualche giorno fa si è celebrato il novantesimo anniversario della nascita di Giuseppe Panini, un’icona dell’editoria italiana che grazie ad un’intuizione geniale ha trasformato l’infanzia d’intere generazioni. Le sue figurine infatti sono state uno dei primi oggetti che quasi tutti i bambini hanno scambiato e condiviso quando la sharing economy e i giochi su IPad o iPhone non esistevano nemmeno lontanamente. Nel 1961 Giuseppe, infatti, insieme al fratello Benito, diede vita alla prima collezione di figurine Calciatori, quella con Nils Liedholm in copertina vendendo circa 15 milioni di bustine. Quello fu il primo di una serie infinita di successi e le figurine ancora oggi appassionano grandi e piccini è rappresentano uno dei giochi preferiti dai bimbi. eBay, fin dalla sua nascita quasi 16 anni fa, ha permesso ai collezionisti dei famosissimi sticker di oltrepassare qualunque confine, potendo così finire album magari incompiuti da anni o aggiudicandosi pezzi rari e cari. Le figurine Panini,come dimostrano il numero delle transazioni effettuate sul celebre portale USA, sono un fenomeno per cui la passione non accenna a diminuire. Infatti, solo nell’ultimo anno su eBay.it sono state registrate vendite eccezionali, come il Box Calciatori Panini Europa 80 completo di 150 bustine di figurine venduto per 2210 euro, o l’album completo di figurine già incollate Calciatori Panini Mexico 70 aggiudicato per 1612 Euro. Il successo delle figurine Panini è misurabile dal fatto che ch’egli ultimi 12 mesi viene venduto un articolo a tema Panini ogni undici minuti. In totale sono presenti nella sezione eBay dedicata a Panini con oltre 393 mila articoli. Gli articoli più costosi attualmente in vendita sono l’album Calciatori Panini Mexico 70 nuovo e vuoto con tutto il set di figurine da incollare a 33 mila euro o l’album Munchen 74 intonso con set completo di figurine da incollare a 17 mila euro. Le figurine Panini sono anche state uno dei primi oggetti che noi tutti abbiamo condiviso e scambiato
Scooterino raccoglie 500 mila euro e si prepara al lancio in nuove città

Scooterino, la startup del ride sharing su moto scooter, mette a segno un round di investimento da €500 mila e annuncia che si prepara al lancio dei propri servizi in altre città d’Italia e rende da possibile prenotare in anticipo un passaggio in scooter. Il nuovo sistema di pre-booking andrà ad affiancarsi al già collaudato sistema delle richieste in tempo reale. Questa nuova funzionalità risponde all’esigenza crescente degli utenti di garantirsi un passaggio in specifici giorni o orari. D’ora in poi gli Scooteristi registrati potranno inserire i loro percorsi e orari abituali, direttamente nell’app, e verranno avvisati se qualcuno sta cercando un passaggio compatibile. Per quanto riguarda gli utenti, invece, essi potranno richiedere un passaggio real-time come fatto finora, oppure formulare una richiesta di prenotazione anticipata (minimo 6 ore di anticipo, massimo 7 giorni) inserendo giorno, ora e indirizzi desiderati: l’app mostrerà i profili degli scooteristi che vanno in quella direzione. Il nuovo sistema di prenotazione interesserà un’area molto grande di Roma, per permettere il matching tra i pendolari, mentre il servizio last minute in tempo reale sarà attivo solo in una zona piccola e centrale e avrà un rimborso minimo di 6€ “Ma applicheremo uno sconto fino alla fine dell’anno, quindi il rimborso per un passaggio rimarrà lo stesso per altri due mesi” – assicurano i fondatori. Disponibile per Android e per IOS, l’app Scooterino negli ultimi 12 mesi ha generato un contagioso entusiasmo nella città di Roma, portando più di 12.000 persone ad iscriversi grazie al solo passaparola, registrando più di 33.000 richieste di passaggio nella sola città di Roma e suscitando la curiosità di media italiani e stranieri tra cui il The Guardian. Nonostante le difficoltà iniziali, questa traction ha convinto un pool di investitori americani, in co-investimento con il fondo regionale Lazio Innova, a scommettere sulla startup oltre €500.000 per rendere possibile una più rapida espansione del business. Per richiedere o prenotare un passaggio basta scaricare l’app e registrarsi, mentre per iscriversi come scooteristi si può scrivere all’indirizzo support@scooterino.it o compilare il profilo “Scooterista” all’interno dell’app. “Il nostro obiettivo è potenziare al massimo l’efficenza della mobilità condivisa in città” – affermano Oliver Page e Francesco Rellini, co-founders della start-up romana – “per questo stiamo già raccogliendo adesioni di aspiranti scooteristi in altre città, prime fra tutte Genova, Milano, Firenze e Napoli, per dare vita alla più grande community di ridesharing su scooter in Italia”. Scooterino non dimentica la sicurezza: “Riteniamo sia necessaria per creare una comunità solida e che ispiri fiducia” – ricordano i co-founders – “per questo motivo, prima di accettare uno scooterista nella nostra community ci sarà un incontro per convalidarne l’identità. In più e’ richiesto un minimo di 21 anni, una patente valida, un’assicurazione in regola, e uno scooter omologato per due e in buone condizioni”.“Scooterino non è un servizio Scooter Taxi o un Affitto Scooter, non è nemmeno uno Scooter Sharing” – affermano i fondatori. “Scooterino è il “BlaBlaCar” per i tragitti brevi e urbani sullo scooter”. Passeggeri e Scooteristi infatti devono lasciare un feedback reciproco alla fine di ogni passaggio condiviso e costruirsi così una reputazione nella community. Il round di finanziamento appena concluso conferma l’attrattività dei servizi della sharing economy rivolti alla mobilità urbana.
Airbnb, sale l’attesa per le novità che saranno annunciate giovedì 17 novembre dal CEO Brian Chesky

Nove anni fa, Brian Chesky e Joe Gebbia ospitarono su dei materassini ad aria nel loro appartamento di San Francisco tre persone in visita in città. Con più di 2,5 milioni di annunci in oltre 190 paesi, Airbnb da allora ha cambiato il modo di viaggiare di milioni di persone. Giovedì 17 novembre 2016 il CEO Brian Chesky terrà una presentazione, in occasione di Airbnb Open 2016 che si svolgerà a Los Angeles, per annunciare importanti novità sul futuro di Airbnb che riguarderanno anche l’Italia. Al momento non è possibile sapere di più e bisognerà attendere le 19 (ora italiana) di giovedì per capire quali saranno le novità.
In Cina la sharing economy non vuole essere disruptive ma collaborativa

Una caratteristica comune a tutti i business della sharing economy è il loro essere disruptive (in italiano rivoluzionario) nei confronti degli equivalenti servizi offerti dalle società che tipicamente fanno parte della old economy. Così si è creata una contrapposizione tra taxi e car sharing o ride sharing (Uber) e tra hotel e Airbnb. Per evitare il dualismo tra forme di economia legate alla tecnologia e quelle tradizionali la Cina ha scelto una via che merita di essere approfondita e magari anche copiata nel mondo occidentale perché capace, con il dialogo, di coniugare sharing economy e servizi offerti dalle aziende più tradizionali. Pur credendo che la motivazione alla base è legata al fatto che molte sono le aziende tradizionali che vedono il coinvolgimento di capitali pubblici cinesi e che quindi si vuole evitare un effetto di cannibalizzazione industriale, crediamo che la via del dialogo tra economia della condivisione e economia reale possa fare realmente bene non solo alle aziende coinvolte ma soprattutto all’intera collettività. La conferma che la Cina guarda con molto interesse alla sharing economy arriva dal fatto che il tessuto economico cinese negli ultimi anni ha iniziato una trasformazione: da un’economia manifatturiera a una basata sui servizi. In tale quadro il China’s National Information Center ha stimato che la sharing economy peserà nel 2020 il 10% dell’intero PIL del Paese. Tutto ciò ha portato, con largo spirito di lungimiranza da parte del governo cinese, anche alla nascita della Commission on the Sharing Economy in China (CSEC). In questa istituzione, in cui siedono big corporation tra cui Lenovo, Linkedin, Airbnb, Tencent e molte altre, l’obiettivo è la collaborazione tra aziende nuove, old e Governo per ottenere vantaggi reciproci a beneficio di tutti gli attori tra cui anche i consumatori. Un esempio di come la sharing economy cinese non voglia in alcun modo cancellare i business tradizionali è rappresentato da Didi che cerca di includere nel suo servizio tecnologico di ride sharing i tassisti consapevole dal fatto che il dialogo fa bene al business. Il caso di Didi è emblematico anche perché la società, come SocialEconomy vi ha raccontato, ha comprato nel corso del 2016 le attività cinesi di Uber. Un altro esempio concreto della collaborazione concreta tra governo e sharing economy è rappresentato dalla società di ride sharing cinese Weigongjiao, una società con base a Hangzhou, fondata delle autorità locali cinesi attente a cercare di combattere l’inquinamento. Insomma la Cina insegna che il dialogo tra le aziende, new o old che siano, i consumatori e i governi rappresenta un valore inestimabile per lo sviluppo della sharing economy. Noi di SocialEconomy ci auguriamo che questo esempio fatto di collaborazione, dialogo e apertura, cinese possa essere seguito dal mondo occidentale consapevoli del fatto che una maggiore attenzione da parte dei governi del mondo aiuterebbe lo sviluppo visto che ogni stato deve fare di tutto per incentivare la libera impresa e cercare di attrarre gli investimenti esteri sul proprio territorio. Purtroppo a oggi in Europa e negli USA le cose nel mondo delle startup, e quindi anche della sharing economy, stanno diversamente, basti citare la mancanza di armonizzazione fiscale che tanto spaventa coloro che vogliono fare impresa e che in più sedi rivendicano norme certe e magari anche uguale all’interno dell’area Euro. Il fatto che la Cina abbia tracciato la strada la troviamo una cosa naturale da paese leader in campo economico qual è e da stato attento alle tradizioni visto che come abbiamo avuto modo di scrivere nel nostro primo post riteniamo che la sharing economy rappresenta una sorta di rivincita di Karl Marx e del comunismo sul capitalismo tradizionale.
Grande successo per Zego, il carpooling urbano. Sono già 30 mila i membri della community

Il car sharing, il ride sharing e il carpooling sono tra le forme di sharing economy che stanno avendo più successo tra gli utenti di tutto il mondo. Così anche in Italia è un continuo proliferare di società che basano la propria attività sulla condivisione di un mezzo di trasporto. Una delle ultime degne di nota è ZEGO, un’applicazione che consente di trovare in tempo reale un passaggio per spostarsi in città in modo comodo e conveniente. La piattaforma è attiva a Milano e Torino, mentre è in fase di test nelle città di Genova e Padova. La community di ZEGO ha raggiunto quota 30mila membri. La caratteristiche distintive sono la comodità, la convenienza economica (non esiste una tariffa per il passeggero, che sceglie liberamente quale contributo dare alle spese sostenute da chi guida) e la sicurezza in quanto ogni membro della community è registrato e riconoscibile grazie al proprio numero di telefono. Per utilizzare il servizio basta registrarsi inserendo sulla piattaforma il proprio numero di telefono, l’e-mail e una fotografia ed indicare la modalità di pagamento. Chi vuole rendersi disponibile anche per offrire passaggi deve inoltre inviare copia della patente e del certificato di assicurazione della vettura. La richiesta di un passaggio è semplice e veloce: si accede all’app e si inserisce indirizzo di partenza e indirizzo di destinazione. In questo modo ZEGO trova in tempo reale l’auto con posti liberi più vicina e in pochi istanti invia al passeggero il profilo di chi ha accettato la richiesta e si è reso disponibile a dare il passaggio. Se il passeggero non cancella la richiesta, il matching è fatto e ci si può godere il viaggio chiacchierando e conoscendosi. Al termine del percorso il passeggero seleziona sull’app il rimborso spese che vuole corrispondere a chi lo ha accompagnato. Driver e passeggero si scambiano poi un feedback sull’esperienza di viaggio: questo rating resta in memoria, a disposizione di tutti i membri della community che potranno visualizzarlo per valutare l’affidabilità del conducente. Con ZEGO non esistono tariffe: l’applicazione suggerisce un rimborso spese per il passaggio richiesto e il passeggero può decidere, in modo totalmente volontario e flessibile, quanto corrispondere a chi guida, sulla base di un sano principio di condivisione delle spese. Per l’utilizzo dell’app al passeggero è applicata una commissione pari al 20% del rimborso spese selezionato. “Crediamo fermamente che Zego possa diventare un grande alleato delle amministrazioni locali nel loro obiettivo di ridurre in modo importante il traffico urbano, senza penalizzare i cittadini nelle loro scelte e nelle esigenze di mobilità individuali”, sottolineano dall’azienda.“Attraverso una politica di incentivazione e integrazione del carpooling con il sistema di trasporto pubblico, si aumenta in modo esponenziale l’offerta di trasporto a favore dei cittadini, senza gravare sul bilancio del comune e portando ad una progressiva riduzione delle auto in circolazione. Perché sarà sempre meno necessario, per i cittadini, avere e utilizzare la propria auto privata”. In occasione di Sharitaly 2016, la due giorni curata da Collaboriamo e Università Cattolica per fare il punto della situazione sullo sviluppo della sharing economy in Italia, ZEGO presenterà i risultati di una propria indagine basata sulle abitudini di consumo dei propri utenti attivi su Milano, la prima città in cui ha iniziato a operare. Nel capoluogo lombardo il servizio è utilizzato prevalentemente da un target di studenti universitari e giovani lavoratori: gli under 35 rappresentano il 35% della ZEGO community milanese, con una maggioranza di ragazzi (60%). Il 60% dei passaggi avviene di sera. L’app viene utilizzata prevalentemente per gli spostamenti serali: il 60% dei passaggi infatti è concentrato nella fascia dopo le 20. Il dato è significativo perché indica che i ragazzi la sera preferiscono chiedere un passaggio a un amico della community di ZEGO che affidarsi ai mezzi pubblici. Le zone più battute la sera sono quelle della movida, dei Navigli e delle Colonne di San Lorenzo, mentre durante il giorno le richieste sono uniformemente distribuite in tutta la città.
Flic, dal crowdfunding agli scaffali di Harrods

Partire dal crowdfunding, la raccolta fondi dell’era della sharing economy, e arrivare in poco tempo tra gli scaffali di Harrods? È possibile. Questa è la storia di Flic, un piccolo pulsante senza fili che permette di accedere in modo immediato alle funzioni preferite del proprio smartphone o tablet. Era quasi un anno fa quando noi di SocialEconomy vi avevano consigliato Flic tra i regali del futuro già acquistabili tramite le piattaforme di crowdfunding e adesso questo oramai iconico – è proprio il caso di dirlo visto il successo – pulsante si trova appunto da Harrods, il più celebre grande magazzino di tutto il mondo. La cosa è possibile perché Flic è tra i prodotti selezionati da Hardware Club, un fondo di venture capital che supporta le startup con l’obiettivo di farle entrare nel mainstream. Flic, creato dalla società svedese Shortcut labs, aveva raccolto quasi un milione di dollari USA (959 mila US$) tramite la piattaforma Indiegogo. Il funzionamento di Flic è semplicissimo: disponibile sia per dispositivi Andrioid che Ios, con una semplice pressione sarà possibile scattare una fotografia, chiamare un taxi, spegnere la sveglia e tanto altro senza toccare minimamente il proprio dispositivo mobile. Inoltre, recentemente la società ha annunciato di essere entrata anche nel segmento dell’home automation. Pur essendo nato da poco Flic vanta già prestigiosissime partnership tra cui quelle con Spotify, Skype e Shazam. La storia di Flic si candida a diventare l’emblema della democratizzazione possibile con la sharing economy: chi ha idee, talento ha finalmente una possibilità per arrivare sul mercato entrando dalla porta principale.
Airbnb, niente nuova tassa in arrivo in Italia. Lo dice Matteo Renzi

Dopo alcune indiscrezioni circolate nella serata di ieri in relazione una possibile nuova tassa sugli affitti brevi, vale a dire quelli intermediati sulle piattaforme di home sharing, l’affitto tra privati dell’era della sharing economy, tra cui Airbnb, è arrivata la presa di posizione del Presidente del Consiglio italiano tramite Twitter. “Nessuna nuova tassa in legge di bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano #avanti”, ha scritto sul social Matteo Renzi. Per i proprietari di case e stanze in affitto sulla piattaforma, si era parlato di una tassazione al 21% dovuta all’applicazione di una cedolare secca. La proposta di una nuova tassa di questo tipo era contenuta in un emendamento del Pd (il partito di maggioranza) alla prossima legge di bilancio approvato nelle ultime ore dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati ed ora destinato a essere sottoposto alla Commissione Bilancio. La norma prevede, o prevedeva visto il secco stop del Primo Ministro, anche l’istituzione di un apposito registro all’Agenzia delle Entrate e di una clausola antievasione, con la responsabilità “in solido” sul pagamento delle tasse da parte del privato e dell’intermediario (Airbnb e sui simili). Lo stop dichiarato su Twitter da Matteo Renzi è certamente una buona notizia per quella parte, sempre più crescente, dell’Italia che guarda con favore a tutte le forme della sharing economy.
Dopo la fase finale svoltasi presso il coworking di Talent Garden, selezionati i quattro migliori progetti di Over the Cloud, la Call4Innovation organizzata da Fastweb e Digital Magics

Si è conclusa con 400 aziende candidate, oltre 89 progetti presentati, 4 progetti selezionati la prima fase di Over the Cloud, la Call4Innovation per le startup e piccole medie imprese lanciata da Fastweb e Digital Magics, business incubator quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana. Le aziende candidate hanno presentato le loro innovazioni in ambito ICT-Cloud, Sicurezza, Enterprise Mobility, Big Data e Unified Communication, dedicate ad aziende con un numero di addetti da 20 a 250 circa e con un fatturato annuo dai 3 ai 25 milioni. L’iniziativa Over the Cloud: Call4Innovation è nata dalla volontà di Fastweb di supportare startup e PMI che per crescere hanno bisogno di partner consolidati che le aiutino a trasformare le idee in prodotti e le affianchino nella distribuzione a livello nazionale con una rete di vendita specializzata. Fra gli oltre 89 progetti inviati, sono state selezionate le 12 startup e PMI che, presso il campus di coworking (la condivisione degli uffici dell’era della sharing economy) Talent Garden Milano Calabiana, hanno partecipato alla fase finale della competition. La giuria composta da Fastweb, Digital Magics e Oracle, partner tecnologico, ha scelto 4 progetti che avranno la possibilità di fare un test di mercato per poi essere commercializzati attraverso il Cloud di Fastweb, entrando così nell’offerta della rete vendita di Fastweb. I progetti, selezionati sia per l’elevato grado di innovazione e sia perché adatti a rispondere ai bisogni delle aziende di medie dimensioni, sono: una suite di servizi di business security in cloud, una piattaforma di credito e couponing digitale per il settore turismo, una piattaforma di data analytics e business intelligence per il settore alberghiero, alcune applicazioni cloud per la forza vendita.
Sharing economy, Dal 2020 tutte le stazioni ferroviarie lombarde saranno servite dal car sharing

La Regione Lombardia vuole accelerare sul tema della mobilità sostenibile. Per farlo ha scelto il car sharing, la forma di sharing economy che si basa sulla condivisione dell’auto. Come riportato dal alcuno media infatti l’obiettivo è di collegare, entro il 2020, tutte le stazioni ferroviarie di tutti i comuni della regione che ha in Milano il proprio capoluogo con i servizi di car sharing di e@vai. Il car sharing E-Vai è la soluzione pratica e veloce per muoversi in modo semplice ed economico in città, per raggiungere le località lombarde e gli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio. Le postazioni E-Vai sono situate in corrispondenza di luoghi strategici, come aeroporti, stazioni, piazze e università in tutta la regione. Il parco auto E-Vai è composto da veicoli elettrici al 100% o a basso impatto ambientale. E-Vai è il car sharing elettrico nato già da alcuni anni e frutto dalla collaborazione tra Regione Lombardia, A2A, Trenitalia – Le Nord (Ferrovie Nord). Con l’annuncio di servire tutte le stazioni ferroviarie di postazioni di ricarica la Lombardia conferma la propria vocazione di regione attenta alle innovazioni, alla sostenibilità ambientale e alla sharing economy. Già oggi sono molte le Citta lombarde coperte dal servizio di car sharing E-vai tra cui Milano, Bergamo, Brescia, Como e Saronno dando la possibilità agli utenti di raggiungere anche i tre principali aereoporto della regione (Linate, Malpensa e Orio al Serio).
Car sharing: da Zipcar noleggi gratis in USA nell’Election Day

Zypcar, uno dei maggiori operatori di car sharing degli USA, in occasione dell’Election Day che si celebra oggi 8 novembre 2016, rende gratuito (al netto di tasse e oneri) l’utilizzo di alcune sue autovetture. A rendere nota la promozione #DriveTheVote, valida nel giorno in cui gli americani sono chiamati a scegliere il successore di Barack Obama alla Presidenza della Nazione, è stata la stessa società attraverso il proprio sito web. Come riportato da alcuni media d’oltreocenano tra cui Oakland Press e Business Insider, le autovetture Zipcar disponibili sono oltre 7.000. La promozione che rende gratuito l’utilizzo dell’auto tra le 6 e le 10 di sera si applica alle prenotazioni che saranno fatte a partire dalle ore 9 dell’8 novembre. Come spiegato da Zipcar, l’iniziativa si applica alle seguenti autovetture:
- Ford: Focus Sedan, Focus Hatchback, Fiesta, Fiesta Hatchback, C-Max
- Honda: Civic, Fit
- Hyundai: Elantra, Elantra GT
- Jeep: Renegade
- Kia: Soul, Forte
- Mazda: 3
- Mitsubishi: Lancer
- Nissan: Sentra, Versa, Versa Hatchback
- Subaru: Impreza
- Toyota: Prius, Corolla
- Volkswagen: Golf, Jetta
L’offerta è disponibile in tutte le location di Zipcar negli USA. Le autovetture prescelte saranno chiaramente disponibili fino a esaurimento (è la stessa società a prevedere che siano esaurite in breve tempo). La logica dell’iniziativa, cosi come quelle portate avanti dalle società della sharing economy fronte ride sharing Lyft e Uber che SocialEconomy vi ha raccontato, e quella di rendere più semplice l’esercizio del voto da parte degli aventi diritto. Per questo motivo anche se la promozione è aperta a tutti gli utenti Zipcar, la società chiede a coloro che non userebbero le autovetture disponibili per recarsi al seggio di lasciarle a disposizione di coloro che hanno bisogno di un mezzo di trasporto per recarsi al seggio. Come ampiamente noto queste elezioni presidenziali americane vedono una sfida all’ultimo voto tra Donald Trump e Hillary Clinton.