Continua su Indiegogo il boom della travel jacket che in sette ore ha raccolto 9 milioni di dollari

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La travel jacket di Baubax di cui abbiamo scritto nel post Boom su Kickstarter per la travel jacket in sette ore raccolti oltre 9 milioni di dollari continua a riscuotere successi. Infatti, Dopo i primi nove milioni raccolti su Kickstarter, il crowdfunding sta continuando adesso su Indiegogo. A oggi i milioni di dollari raccolti sono quasi dieci. Nel dettaglio il progetto di Hiral Sanghavi ha raccolto, infatti, fondi per poco più US$ 9,7 milioni.
L’idea di Hiral è quella creare Baubax, un indumento multitasking che comprende un cuscino da viaggio, una maschera per dormire, un paio di guanti e diverse tasche per contenere, Ipad, smartphone, auricolari, una lattina, il passaporto, una batteria supplementare per device mobili, una penna e due comode calde tasche per le mani. Quando Hiral ha lanciato la prima campagna di raccolta fondi il suo obiettivo era di raccogliere venti mila dollari ma la rete ha apprezzato la sua creatività e l’ha premiato oltre ogni aspettativa.

Boom su Kickstarter per la travel jacket: in sette ore raccolti oltre 9 milioni di dollari

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Dimenticare il cuscino prima di imbarcarsi  su un aereo può fruttare oltre nove milioni di US dollari. Questa è la storia Hiral Sanghavi, un giovane ragazzo di origini indiane che frequenta un master in Illinois e di sua moglie che di mestiere fa la designer. Hiral, dopo aver dimenticato per l’ennesima volta il cuscino da viaggio a casa ha, infatti, pensato di creare Baubax, un indumento multitasking che comprende un cuscino da viaggio, una maschera per dormire, un paio di guanti e diverse tasche per contenere, Ipad, smartphone, auricolari, una lattina, il passaporto, una batteria supplementare per device mobili, una penna e due comode calde tasche per le mani.

Dopo averlo prodotto i primi esemplari  Hiral ha messo la sua idea sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter sperando di raccogliere 20 mila US dollari. In poche ore, sette per la precisione, il progetto ha invece raccolto oltre 9 milioni di dollari da quasi 45 mila finanziatori. Il successo ottenuto fa di Baubax la sesta migliore idea di sempre co-finanziata su Kickstarter. Baubax è disponibile in 3 colori (toni del blu, del rosso e nero) e 4 modelli: felpa, giubbino anti-pioggia e vento, blazer e bomber con un costo che va da US$ 149 a US$ 189. Uno dei motivi del successo è certamente la praticità dell’indumento (non solo da viaggio ma ottimo anche per il running, il golf, la vela e ideale per i nomadi digitali) anche alla luce delle sempre più stringenti regole delle compagnie aeree in tema di bagaglio a mano.
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Cristina Tajani: “Milano è la prima città in Italia che decide di affrontare pubblicamente e strategicamente il tema della sharing economy”

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Socialeconomy ha intervistato una delle protagoniste della sharing economy in Italia: l’Assessore al Comune di Milano per le Politiche per il Lavoro, Sviluppo Economico, Università e Ricerca Cristina Tajani.

Assessore Tajani, a dicembre dello scorso anno è stata approvata la delibera sulla sharing economy con l’obiettivo di far diventare Milano una sharing city. Ce ne illustra i punti fondamentali?
La delibera, approvata al 2014, aveva l’obiettivo di fissare delle linee di indirizzo riguardo la sharing economy. Queste linee di indirizzo sono state frutto di un processo partecipativo, attraverso una consultazione online e una serie di eventi pubblici con oltre 200 interlocutori che hanno potuto emendare e modificare il testo proposto. Nel documento finale la sharing economy non è definita come una reazione temporanea alla crisi, ma viene indicata invece come un modo nuovo e diverso di pensare e agire i modelli di sviluppo e il rapporto tra amministrazione e cittadino, dove i soggetti esterni non sono considerati solamente portatori di interesse (stakeholder) in conflitto o in antitesi con il pubblico, ma anche solution holders in grado di co-progettare, e co­gestire pratiche, spazi, beni e servizi. Stabiliscono infine l’importanza per la pubblica amministrazione di dotarsi di un quadro strategico capace di garantire un “ecosistema istituzionale collaborativo” favorevole allo sviluppo di un’economia condivisa che sia regolata, inclusiva e sostenibile, secondo obiettivi comuni, individuando i criteri secondo i quali è possibile definire l’economia della condivisione”.

Nel documento approvato dal Comune, sembra di leggere una lodevole dichiarazione di intenti e buoni propositi; come si potrà passare alla fase operativa?
Milano è la prima città in Italia che decide di affrontare pubblicamente e strategicamente il tema della sharing economy. Il confronto pubblico avviato costituisce quindi di fatto una anticipazione di quanto ci si auspica possa avvenire a breve anche a livello nazionale, ma sono stati compiuti passi anche molto operativi.
In seguito alla delibera abbiamo infatti aperto un bando per l’istituzione di un albo degli operatori della sharing economy milanese. Questa rete di operatori, che al momento conta 43 soggetti e 33 esperti, ma a cui è sempre possibile aderire, è stata oggetto di incontri dedicati e dell’apertura di un avviso pubblico per l’assegnazione di uno spazio fisico dedicato, una “casa della collaborazione” a disposizione dei soggetti che, in rete o singolarmente, vorranno animarlo fornendo servizi di sportello informativo, organizzando incontri, eventi e dibattiti sul tema.

L’Amministrazione di Seoul, considerata la città più sharing al mondo, tra le varie iniziative ha stanziato 50 milioni di won (US$ 240.000) per sostenere le spese di 10 sharing enterprise. Avete intenzione di fare cose simili? sosterrete economicamente lo sviluppo dell’economia della condivisione?
Al momento l’investimento da parte dell’amministrazione è stato in termini di risorse umane dedicate a questo fenomeno e fisiche (la casa della collaborazione di cui sopra). Il confronto costante con questa rete ci sta dimostrando infatti che al di là degli investimenti di risorse economiche (molto difficili in un periodo di crisi e di taglio dei trasferimenti) quello che è in grado di fare la differenza è la creazione di un ecosistema economico e culturale in grado di legittimare la sharing economy e di favorirne lo sviluppo. Per questo come istituzione siamo impegnati a sostenerla, riconoscerla, “sistematizzarla”. Il successo di questo albo e l’adesione di tanti operatori ci dice che stiamo andando nella direzione giusta.

A Seoul si condivide anche l’arte e la cultura, Living Art Creative Center è uno spazio creativo dedicato all’educazione dell’arte e della scrittura. Milano sharing city abbraccerà anche il mondo dell’arte?
La piattaforma di “EXPO in città” – creata su iniziativa del Comune e della Camera di Commercio in maniera “collaborativa” – con oltre 20.000 eventi in cartellone gratuiti e diffusi in città è l’esempio di come anche l’ambito della cultura può essere interessato in maniera significativa dalla sharing economy. Ma sono molte le piattaforme, per esempio legate al crowdfunding, che fanno propria l’ottica collaborativa per risolvere alcuni problemi strutturali nel panorama dell’economia legata alla cultura: quella della mancanza di fondi e di spazi e la difficoltà di fare promozione.

Alcuni mesi fa a proposito del quadro regolatorio della sharing economy ha dichiarato a La Repubblica “si può lavorare con il governo per cambiare  quelle [nda le norme] che risultano obsolete”. Non le sembra che così si corra il pericolo di ingessare il settore e magari fissare delle regole ad hoc che potranno risultare sfavorevoli soltanto a alcuni operatori e non a altri?
In questo momento a livello nazionale non ci sono regole né una legge nazionale che definisca cos’è la sharing economy configurandone le opportunità ma anche i limiti e le regole. Io credo che, se da una parte è senza dubbio importante sostenere lo sviluppo di questo nuova economia lasciandola libera di esprimersi e di definirsi, nel momento in cui queste pratiche entreranno in conflitto e in concorrenza con l’economia tradizionale (come già avviene nel caso della mobilità e delle strutture ricettive in varie città) non si potrà non porsi la questione di normare un mercato che rischia di subire meccanismi distorsivi e di produrre ineguaglianze.

Per Expo avete incrementato il numero delle postazioni di bike sharing?
Per consentire di arrivare all’Esposizione in bicicletta le stazioni del Bikemi sono state portate fino a Cascina Merlata. Sono state poi introdotte le bici elettriche per favorirne l’utilizzo su distanze maggiori e alle persone con più difficoltà. Lo sviluppo del Bikemi in questi anni si è sviluppato fino ad arrivare a 36.000 abbonamenti annuali e a 226 stazioni disponibili mentre è di questi giorni la notizia dell’apertura dello scooter sharing in collaborazione con la compagnia Enjoy.

I tassisti si sono fortemente opposti ad alcuni operatori dei trasporti nati all’insegna della sharing economy. Come pensate di riuscire far convivere i servizi old economy con quelli della sharing economy?
La nostra scelta politica è quella di aiutare e sostenere soprattutto le realtà più piccole che fanno più fatica ad emergere, perché il fenomeno della sharing economy è tutt’ora in fase di crescita e di definizione e come ricordavo prima non esiste una legislazione nazionale che stabilisca cosa sia economia collaborativa e cosa no. Per quanto riguarda realtà più grandi stiamo lavorando insieme ad alcune di esse e ad altri settori dell’amministrazione per rendere i meccanismi di condivisione sempre più trasparenti prevenendo eventuali zone grigie, soprattutto per quanto riguarda la tassazione. Per esempio nel caso di AIRBNB stiamo lavorando insieme al settore turismo per semplificare la procedura di pagamento delle tasse di soggiorno degli utenti che utilizzano questa piattaforma per trovare un appartamento nel quale soggiornare in città.

Quali servizi sharing utilizza personalmente? Quali vorrebbe utilizzare?
Utilizzo il Bikemi perché amo la bicicletta e la trovo un modo molto utile non solo per spostarsi in città ma per guardarla con occhi diversi, per il futuro credo che quando alcuni amici con figli piccoli verranno a trovarmi in autunno per visitare l’esposizione universale utilizzeremo “CIAO MaMI” una app sviluppata da studenti delle Civiche scuole del Comune che consente alle mamme e ai papà di poter usufruire gratuitamente di passeggini, carrozzine e altre facilitazioni utili ai bambini, messi a disposizione e in condivisione dai genitori milanesi. Ne ho parlato con i miei amici che erano dubbiosi riguardo alla visita di Expo con bambini piccoli e ne sono rimasti entusiasti.

Milano negli anni ha perso quasi totalmente le sue industrie, qualche anno fa si è cercato di farla diventare la capitale italiana delle startup (personalmente non crediamo che il progetto abbia sortito effetti concreti, ma ben felici di essere smentiti) non c’è il pericolo che possa succedere la stessa cosa anche per Milano sharing city?
Per quanto riguarda le startup, per citare solo quelle a vocazione innovativa, a fine marzo 2015 quelle iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese erano 3.711, in aumento di 532 unità rispetto alla fine di dicembre (+16,7%). Impiegavano circa 18.000 lavoratori (14.862 soci e 3.025 dipendenti), quasi 3.000 unità in più rispetto al trimestre precedente. Queste sono soltanto alcune delle evidenze contenute nel terzo numero del report strutturale curato da Infocamere che evidenzia comunque un quadro fortemente dinamico delle nostre startup, soprattutto nel contesto italiano.
Per quanto riguarda la sharing economy, pur non potendo prevedere il futuro, non possiamo non registrare che i cambiamenti in atto, anche a seguito della crisi economica, difficilmente potranno subire un’inversione di rotta significativa; sono infatti convinta che sia proprio il paradigma culturale individualista a essere in crisi, così come il concetto di possesso e di produzione infinita di beni, diventato insostenibile. Credo inoltre che al di là dell’andamento del fenomeno a cui assisteremo in futuro, la sharing economy si inserisca molto bene nella filosofia di un’amministrazione, come quella milanese, solidale, innovativa ma anche inclusiva, che ha l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze e di garantire il benessere di tutti i cittadini. Condividendo.

Il Crowdfunding a supporto del popolo greco ha gia raccolto 1,6 milioni di Euro

La campagna di Crowfunding per aiutare
il popolo greco lanciata da Thom Feeney per raccogliere 1,6 miliardi
di euro ha raccolto, quando mancano 4 giorni alla conclusione, 1,6 milioni di euro. Le persone che si sono attivate per scongiurare il default della Grecia al momento sono oltre 93 mila.

Nel sito di Indiegogo il promotore dell’iniziativa, un ragazzo che
vive in Inghilterra e che lavora in un negozio di scarpe di Londra, ha
dichiarato che ovviamente in caso di non raggiungimento dell’obiettivo
tutti i soldi raccolti saranno restituiti. Thom inoltre dichiara di
aver saputo da alcuni media che Tsipras vorrebbe incontrarlo.

Campagna Crowfunding
https://www.indiegogo.com/greek-bailout-fund.html

Gnammo e Emergency insieme per il #FoodRaising

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Per il secondo anno consecutivo Gnammo, la piattaforma di social eating, e Emergency, daranno vita a un #FoodRaising con l’obiettivo di sostenere la ONG italiana. L’iniziativa, denominata le #100cenE è molto semplice: durante il mese di marzo basterà creare un “evento” con Gnammo e donare parte dell’incasso a sostegno del Programma Italia di Emergency ha già offerto oltre 150 mila visite gratuite a migranti e persone in difficoltà. Ma non finisce qui: chi lo vorrà potrà richiedere la presenza a tavola di uno dei volontari dell’organizzazione che, indossato l’abito da gnammer, racconterà a tavola le attività di Emergency ai commensali. Al seguente link http://gnammo.com/100ceneconemergency2015 le cene che aderiscono a questa iniziativa.

Podemos: in Spagna anche la politica punta al crowdfunding

Foto tratta da Podemos Antequera

Foto tratta da Podemos Antequera

Podemos, il partito spagnolo “contro la casta” capeggiato da Pablo Iglesias, dopo la sperimentazione fatta per le elezioni europee (nella quale ha conquistato 5 seggi)  continua a puntare sul crowdfunding per finanziare la campagna elettorale e mantenere l’indipendenza finanziaria. In occasione delle elezioni dell’Andalusia previste per il prossimo 22 marzo il “partito viola”, che con l’8% di voti è attualmente il quarto partito della Spagna, ha raggiunto in pochi giorni l’obiettivo di 100 mila euro. Ai sottoscrittori che hanno partecipato al co-finanziamento  la promessa che le somme verranno restituite nel novembre 2015 quando il partito avrà ricevuto le sovvenzioni elettorali spettanti, proporzionale al numero di voti ottenuti,  ai partii. Il grido su Twitter per sostenere la campagna di raccolta fondi è #sinebancasepuede

Podemos

Inicio

Podemos Microcredito

https://participa.podemos.info/microcreditos/

Podemos Blog

http://podemosantequera.blogspot.com.es/

Grande successo per il crowfunding a supporto dell’operaio di Detroit che ha commosso il web

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21 miglia (circa 34 km) a piedi per lavorare. Questa è la distanza che James Robertson, cittadino americano di Detroit, è costretto a percorre – non ci sono bus che coprono il tragitto e non può permettersi una macchina visto che la sua paga è di 10 dollari l’ora – tutti i giorni per andare a lavorare.

In soccorso di questo uomo è arrivato un giovane diciannovenne che dopo aver letto la storia sul Detroit Free Press ha pensato di passare all’azione e ha lanciato due giorni fa una campagna di crowfunding con l’obiettivo di regalare a Mr Robertson un’automobile. La reazione degli americani è stata eccezionale cosi alle 13,30 di oggi le donazioni ricevute sono state 10.293 per un ammontare complessivo di 272 mila di dollari.

Crowfunding

http://www.gofundme.com/l7girc

Il crowdfunding per sostenere i diritti del popolo delle partite IVA

ACTA, l’associazione dei freelance italiani – che riunisce liberi professionisti con Partita IVA – ha lanciato su Buonacausa.org un crowdfunding per sostenere Daniela Fregosi (nickname Afrodite K) nella sua denuncia di mancanza di tutele e di ammortizzatori sociali per il popolo delle partite IVA.

Daniela Fregosi è una libera professionista alla quale nel luglio del 2013 è stato diagnosticato un tumore. Dopo la diagnosi e dopo aver cercato invano di capire perché un lavoratore autonomo (che versa regolarmente i contributi INPS)  abbia di fatto minore tutele di un lavoratore dipendente, Daniela ha iniziato dal dicembre 2013 uno sciopero contributivo nei confronti dell’ente di previdenza per dare priorità alle sue cure.

Il crowdfunding lanciato da Acta – che si propone di raccogliere 5mila Euro – ha per finalità la copertura delle more conseguenti al mancato pagamento dei contributi INPS; la raccolta fondi da investire in servizi informativi per i freelance che si ammalano; il sostenimento delle spese legali per portare avanti la protesta facendo emergere l’illegittimità e l’incostituzionalità delle attuali leggi che discriminano dal punto di vista della tutela in campo sanitario la posizione del lavoratore a partita IVA da quello dipendente.

Contemporaneamente Daniela Fregosi ha lanciato una petizione su Change.org, a proprio nome, a nome di tutti i lavoratori autonomi e di Acta,  chiedendo che siano rispettate la Costituzione Italiana e una recente risoluzione del Parlamento Europeo in merito e che sia data anche agli autonomi la possibilità di una malattia dignitosa.
In particolare si chiede il diritto a una indennità di malattia che copra l’intero periodo di inattività; il diritto a un’indennità di malattia a chi abbia versato all’INPS almeno 3 annualità nel corso della sua intera vita lavorativa; un indennizzo relativo alla malattia uguale a quello stabilito per la degenza ospedaliera quando ci si deve sottoporre a terapie invasive (chemio, radio etc), il riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per tutto il periodo della malattia e la possibilità di sospendere tutti i pagamenti (INPS, IRPEF), che saranno poi dilazionati e versati a partire dalla piena ripresa lavorativa, così come l’esclusione dagli studi di settore.

Petizione Change.org

https://www.change.org/p/diritti-ed-assistenza-ai-lavoratori-autonomi-che-si-ammalano

Blog Afrodite K

http://tumoreseno.blogspot.it/2015/01/partite-iva-malattia-e-solidarieta-gia.html

Risoluzione Parlamento Europeo

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2014-0014+0+DOC+XML+V0//IT

 Crowdfunding

http://buonacausa.org/cause/per-equa-tutela-nella-malattia

Nel 2014 con Kickstarter raccolti $ 529 milioni

Kickstarter, una delle principali piattaforme globali di crowdfunding, ha pubblicato il consueto report di fine anno. In totale, i progetti che nel 2014 sono riusciti a finanziarsi attraverso Kickstarter sono stati 22.252. Complessivamente tramite la piattaforma sono stati raccolti 529 milioni di dollari USA. Al link di seguito il report completo –  https://www.kickstarter.com/year/2014/data?ref=yir2014