Sono 30.548 le micro e piccole imprese artigiane liguri potenzialmente interessate dalla sharing economy, l’economia collaborativa basata su modelli imprenditoriali che, facendo leva su piattaforme di collaborazione, creano un mercato aperto per l’uso temporaneo di beni o servizi. I dati (Unioncamere-Infocamere) emergono dall’ultima analisi dell’Ufficio Studi Confartigianato, che colloca la Liguria al quarto posto in Italia per incidenza del numero di microimprese artigiane sul totale delle realtà liguri potenzialmente interessate dal fenomeno (pari al 35,3%). A livello provinciale, tra le incidenze maggiori c’è Savona, al secondo posto con il 41,1% e 6.428 microimprese interessate. Per ciò che riguarda gli altri territori liguri, Genova conta 15.793 realtà artigiane potenzialmente interessate dal fenomeno (l’incidenza è del 33,2%). A Imperia se ne contano 4.980 (il 39,1%), alla Spezia sono 3.408 (31,6%). “Un fenomeno cresciuto negli ultimi anni, anche come conseguenza della crisi economica, e spesso difficile da controllare anche a livello normativo” ha commentato Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria. Lo studio mostra anche quali sono i principali settori interessati. I servizi, sia quelli ai consumatori, sia quelli alle imprese, sono i più “gettonati” dalla sharing economy e, di conseguenza, rappresentano anche la realtà artigiana maggiormente interessata dal fenomeno. In Liguria si parla di circa 25 mila microimprese attive nei servizi al consumatore e oltre 800 nei servizi alle imprese. Seguono i trasporti, in cui si contano oltre 2.800 realtà artigiane toccate dal fenomeno. L’alimentare riguarda quasi 1.600 microimprese liguri, mentre formazione e cultura contano circa 190 realtà in regione. Una situazione che si rispecchia anche nel dettaglio provinciale: a Genova la stragrande maggioranza di imprese artigiane interessate dalla sharing economy è attiva nei servizi a imprese e persone (12.962 realtà). Lo stesso accade a Savona (5.526), a Imperia (4.494) e alla Spezia (2.856). Per quello che riguarda la mobilità, nel capoluogo ligure si contano 1.867 microimprese attive nei trasporti e interessate dall’economia collaborativa, mentre a Savona sono 398. A Imperia e alla Spezia sono, rispettivamente, 269 e 271. Infine, il terzo ambito più interessato è l’alimentare: 803 microimprese artigiane genovesi, 370 savonesi, 178 a Imperia e 229 nello spezzino.«Non abbiamo posizione preconcette contro la sharing economy – conclude Grasso – ma, essendo a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale, chiediamo che ci siano regole uguali per tutti».