Mentre in Italia si sta discutendo di un provvedimento normativo per regolamentare la sharing economy, il governo UK ha annunciato il 16 marzo una interessante novità in tema di tasse e sharing economy che verrà introdotta oltremanica a partire dall’aprile 2017. Con le nuove regole il Governo britannico ha introdotto, infatti, una franchigia fiscale del valore di mille sterline che consentirà agli operatori non professionali che decideranno di mettere nel circolo della sharing economy un proprio bene di godere ogni anno sui primi £ 1.000 guadagnati un’esenzione totale in termini di tasse. La franchiggia, che varrà anche per coloro che decideranno di vendere in modo occasionale oggetti da loro stessi creati, è un modo con cui l’esecutivo della Gran Bretagna vuole favorire lo sviluppo dell’economia della condivisione e della micro imprenditorialità. Il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne durante il suo intervento in Parmalmento con cui ha presentato il Budget 2016, ha dichiarato che i beneficiari di questo provvedimento saranno circa mezzo milione di britannici. “Stiamo aiutando il nuovo mondo di micro-imprenditori che vendono i servizi on-line o affittano le loro case attraverso internet”, ha detto al Parlamento. “Il nostro sistema fiscale dovrebbe aiutare queste persone così sto introducendo due nuove franchigie fiscali ciascuno del valore di £ 1.000 l’anno, sia per proventi da negoziazione sia per la proprietà. Non ci saranno moduli da compilare, nessuna tassa da pagare – è una riduzione delle imposte per l’era digitale e almeno mezzo milione di persone ne trarranno beneficio”. Con questo provvedimento gli UK si confermano all’avanguardia in tema di attrazione degli operatori della sharing economy (gli operatori che potrebbero trarre un vantaggio da questa novità fiscale pensiamo possano essere tanti tra cui Airbnb e JustPark solo per citare i principali) e più in generale di liberismo economico e di incentivazione dell’imprenditorialità. Da italiani, invece, non rimane che sperare che questo provvedimento sia preso da esempio dal nostro legislatore. Attualmente però la direzione presa in Italia sembra essere ben diversa: nella proposta di legge presentata alcune settimane fa da alcuni parlamentari si prevede una tassazione del 10% per i primi 10 mila euro guadagnati, da operatori non professionali, attraverso la condivisione dei propri beni.