La sharing economy favorisce lo sviluppo del turismo

  
Che la sharing economy sia una settore dell’economia in forte sviluppo sono oramai pochi a dubitarne. Tra tutte le industry quella in cui sta avendo più successo c’è senza dubbio quella del turismo dove l’home sharing ha preso talmente tanto campo che alcuni grandi operatori, come per esempio Expedia con l’operazione HomeAway, sono corsi ai ripari investendo in società che affittano appartamenti tra privati. 

Un esempio ulteriore e concreto del successo nel settore del travel arriva dai dati di Airbnb, uno dei big player della sharing economy, relativi al weekend del Thanksgiving. Secondo i dati diffusi dalla società californiana sono state oltre 250 mila le persone che hanno scelto un alloggio Airbnb durante il fine settimana del giorno del ringraziamento, mentre gli host che hanno aperto le proprie abitazioni sono stati 50 mila. Per capire i numeri del successo basta fare un raffronto: nel 2010 i guest Airbnb erano stati 2.500, una crescita, quindi, di oltre 100 volte in soli cinque anni. In media gli host durante il week end hanno guadagnato US$ 440 dall’affitto di un proprio spazio. 

Jojob: il car pooling tra colleghi

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Jojob è un innovativo servizio di car pooling aziendale, nato nel 2014 dalla startup Bringme, incubata presso I3P del Politecnico di Torino,  che si basa sull’idea di condivisione dell’automobile per il tragitto casa – lavoro. Jojob, mette infatti in collegamento, tramite una piattaforma web o una app i colleghi di lavoro o i dipendenti di aziende limitrofe alla propria per condividere passaggi in auto insieme per recarsi al posto di lavoro. Lo spirito del progetto risponde totalmente a una logica di sharing economy. I dipendenti possono beneficiare di un concreto risparmio economico, di un’effettiva riduzione dei tempi e dello stress dovuto agli spostamenti casa-lavoro, di un’ alternativa ai mezzi pubblici in caso di scioperi, ritardi o imprevisti e di possibili benefit aziendali a fronte dell’impegno ecologico. Contemporaneamente, le aziende adottano una soluzione di mobilità equa e sostenibile che gli consente di ottenere certificazioni ambientali, energetiche e di social responsibility. L’ applicazione mobile, il vero cuore innovativo del servizio,  è  in grado di certificare quanti chilometri ogni passeggero ha percorso in carpooling e quanta Co2 è stata risparmiata per ogni singolo viaggiatore. Questi dati sono a disposizione delle aziende e possono essere utilizzati per politiche di responsabilità sociale d’impresa e per il conseguimento di importanti certificazioni e per migliorare la propria competitività. Inoltre l’app, consente agli utenti iscritti di accumulare punti che potranno essere spesi nei locali convenzionati a livello locale e nazionale. A oggi sono oltre trenta le  aziende che lo adottano (tra cui Luxottica, Heineken, Findomestic e Brembo). 50mila utenti che usano il servizio. E soprattutto 30 tonnellate di C02 che non finiscono nell’atmosfera (nel 2015). Secondo uno studio fatto da Jojob, il risparmio annuale per ogni dipendente,  che va al lavoro condividendo l’auto, per una distanza casa-lavoro di 30 km, arriva a 1.782 euro e 7.722 Kg di CO2. Ideatore e Ceo è Gerard Albertengo, 35enne, che con la sua idea ha appena raccolto 100mila euro online attraverso la piattaforma di crowdfunding SiamoSoci.

Arabia Saudita, sarebbero almeno 4 le donne elette

  
Stando alle prime indiscrezioni raccolte da Al Jazeera sarebbero almeno quattro le donne elette nelle prime elezioni aperte alle donne che si sono svolte ieri in Arabia Saudita. Lo spoglio delle schede è ancora in corso, ma secondo i primi dati due hanno ottenuto un seggio nel consigli comunali nel governatorato di Ihsaa e due rispettivamente in quello di Tobouk e della Mecca. In totale le donne candidate sono state Oltre 900 donne contro i quasi 6.000 uomini

Alla partecipazione alle elezioni di ieri, come SocialEconomy vi ha raccontato, ha contribuito anche Uber, il colosso della sharing economy che in collaborazione con l’associazione non profit Al-Nahda Philanthropic Society for Women ha offerto una corsa gratuita a tutte le donne che si volevano recare ai seggi a votare.

Roma, da oggi al via la Linea U di Uber

 

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Uber – Linea U

Parte oggi la Linea U di Uber, il progetto di mobilità partecipata lanciato dal player della sharing economy a Roma in occasione del Giubileo. Linea U, sarà attiva a Roma dalle 8 alle 20 tutti i giorni fino al 24 dicembre. La nuova linea di connessione metropolitana metterà in contatto 9 punti della città al costo fisso di 5 euro a corsa

Le fermate della Linea U sono piazza Euclide, piazza Fiume, piazza dei Cinquecento (Termini), San Giovanni, Piramide, stazione Trastevere, Sant’Andrea della Valle, Castel Sant’Angelo e piazza Mazzini. Il percorso è il risultato della consultazione che si è appena conclusa sul sito www.linea-u.it .

Linea U è un’azione concreta, pensata per un momento in cui Roma avrà particolarmente bisogno di maggiori opzioni di mobilità, non a caso Piramide, Stazione Trastevere e Piazza dei Cinquecento rappresentano punti cardine per tutti coloro che da Fiumicino arriveranno in città diretti verso il Vaticano” dice Carlo Tursi, General Manager di Uber in Italia. Linea U infatti è prima di tutto il risultato di oltre 50.000 votazioni e dà una visione precisa di Roma. Una città che necessita di nuove offerte di mobilità che possano fare fronte a una domanda sempre crescente. Nell’ora di punta solo il 28% della domanda complessiva di mobilità trova soddisfazione nei mezzi pubblici. E tra scioperi e guasti è sempre più evidente che serva un supporto per aiutare la città a muoversi, anche in vista dell’arrivo, fra turisti e pellegrini, di 33 milioni di persone. Poi c’è Roma e ci sono i Romani: il sondaggio di Uber racconta la necessità di luoghi di scambio anche in centro, per spostarsi verso quartieri strategici come Prati e Trastevere. Dal sondaggio è evidente come sia un’area bisognosa quella compresa tra Piazza Venezia, Largo Argentina e Chiesa Nuova, tutti luoghi presenti nelle prime 10 posizioni della classifica.  “Con Linea U – continua Tursi – dimostriamo le potenzialità della nostra app capace di offrire un servizio on demand sempre studiato sulle esigenze dei consumatori, con maggiori possibilità di scelta a prezzi popolari per rendere la città realmente più accessibile”

La Linea U si compone di 9 fermate, inizialmente dovevano essere 8, ma il successo del sondaggio ha portato ad un aumento delle fermate previste e copre una superficie cittadina di quasi 30 milioni di metri quadrati. Linea U è un servizio di trasporto on demand, tarato sulle esigenze dell’utente, trasparente e affidabile effettuato con le classiche berline nere guidate da autisti professionisti.

Aprendo l’applicazione Uber l’utente potrà riconoscere immediatamente le zone coperte dal servizio e, se si troverà nei pressi, sarà invitato a spostarsi per raggiungerle. Una volta raggiunta la zona sarà possibile muovere il cursore su Linea U e appariranno sulla mappa della città delle icone raffiguranti vagoncini della metropolitana con relativo tempo d’attesa visibile. Dopo aver richiesto Linea U, partendo da una delle 9 zone prescelte, ci si potrà quindi recare in una delle altre fermate del percorso direttamente e senza soste intermedie, al costo di 5 euro. Come sempre il percorso d’arrivo dell’auto, così come quello del viaggio, sarà tracciato e consultabile in ogni momento e il pagamento sarà elettronico e automatico a fine corsa. Ogni tratta sarà condivisibile per tragitto e prezzo con una o più persone, quante sarà stabilito a seconda che il servizio venga effettuato con auto o van. Per condividere la corsa in ride sharing  sarà sufficiente attivare la funzione “Divisione Corsa” direttamente dall’app e inserire il contatto della persona con la quale si vuole viaggiare. Usare la Linea U con 3 amici costerà meno di un biglietto dell’autobus. Una volta in macchina resta comunque la possibilità di cambiare percorso e abbandonare la Linea U per altri tragitti, la tariffa in questo caso non sarà più 5 euro ma la standard Uber Black.  E conclude il General Manager di Uber in Italia “In un contesto regolatorio maggiormente aperto al mercato, alla tecnologia e alla concorrenza, applicazioni come la nostra potrebbero mettere ancor di più la piattaforma tecnologica al servizio delle città in cui operano, con soluzioni innovative che migliorino concretamente la vita dei cittadini. In altri Paesi abbiamo creato decine, in alcuni casi centinaia di migliaia di opportunità di lavoro. Potremmo farlo anche in Italia, a beneficio di tutti”. Linea U è anche un esempio concreto di progetto crowdsourcing che ha funzionato benissimo raccogliendo oltre 50.000 voti. E non sono mancati i risvolti più divertenti. Fra le migliaia di linee create ci sono state anche quelle VIP e un po’ ironiche. Come la linea del bon vivant Arfio Marchini, alter ego del candidato sindaco di Roma, che ha creato un trendissimo percorso che dalla Terrazza del Pincio porta direttamente alla Zanzara, bar culto dell’aperitivo a Roma Nord. Oppure la linea ultra-chic ideata dalla blogger Alessandra Airò che dopo una passeggiata a Villa Torlonia va alla carbonara più à la page di Roma da Teo vicino a Piazza Belli. Un altro esempio, la linea di  EffettoFood, food blog di riferimento a Roma, che ci porta a spasso fra i migliori ristorantini della capitale, dal Pigneto alla Magliana. E poi non è mancata la linea del tifoso della Roma e di quello della Lazio, la linea dedicata alle famiglie e quella basata sulle suggestioni cinematografiche della dolce vita di felliniana memoria. 

Best Place to Work 2016: vince Airbnb

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Il sito di recruiting USA Glassadoor ha reso nota oggi la consueta classifica annuale del Best place to Work, cioè l’elenco delle migliori 50 aziende in cui lavorare. La classifica è elaborata tenendo conto dei giudizi rilasciati dai dipendenti delle aziende stesse. A piazzarsi in cima al ranking per l’edizione 2016 è stata AirBnb, il colosso della sharing economy. La motivazione indicata è la seguente: “Un’azienda che cresce, fatta di persone incredibili”.

La classifica completa dei top 50 Best Place to Work categoria Large corporate:

https://www.glassdoor.com/Best-Places-to-Work-LST_KQ0,19.htm

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Nella categoria Small business a aggiudicarsi la pima posizione è stata Madwire, azienda attiva nel settore del digital marketing.

La classifica completa dei top 50 Best Place to Work categoria Small Business:

https://www.glassdoor.com/Best-Small-and-Medium-Companies-to-Work-For-LST_KQ0,43.htm

 

 

 

Car2go arriva a Madrid con 350 Smart 100% elettriche

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Car2go, uno dei principali operatori della sharing economy arriva a Madrid. Il servizio di car sharing nella capitale spagnola , trentunesima città coperta, si caratterizza per  una flotta iniziale di 350 smart fortwo 100% elettriche. I veicoli Car2go possono essere utilizzati senza stazioni di noleggio prestabilite all’interno dell’area operativa di 53 chilometri quadrati della città iberica. 

Come in Italia, gli utenti registrati pagheranno solamente il reale utilizzo temporale, senza canoni aggiuntivi mensili o annuali. Gli oltre 200.000 iscritti di Milano, Roma, Firenze e Torino potranno utilizzare le smart Car2go elettriche nella capitale spagnola così come in tutte le città europee dove è attivo il servizio.

Madrid è la quarta città Car2go con una flotta di smart elettriche, insieme a Stoccarda, Amsterdam e San Diego in California. A livello globale, Car2go mette a disposizione dei suoi clienti 1.650 veicoli elettrici – circa il 12% dell’intera flotta mondiale composta da 14.000 smart.
Al fine di sostenere e sviluppare ulteriormente l’utilizzo della mobilità elettrica per sistemi di car sharing a flusso libero, Car2go ha deciso di lanciare un nuovo sistema di infrastrutture a ricarica elettrica a Madrid, attraverso hub centralizzati di ricarica. Il progetto pilota, unico al mondo, mostra come le sfide da affrontare per lanciare un servizio con una quantità elevata di veicoli elettrici possano essere risolte. Molte città, infatti, non possiedono infrastrutture di ricarica pubblica adeguate a supportare sistemi di car sharing elettrici o hanno implementato solo la ricarica lenta. La nuova soluzione di ricarica inventata da Car2go e basata su hub, permette di offrire un servizio migliore ai clienti aumentando la disponibilità delle vetture e riducendo il tempo di ricarica ad una sola ora.

La sharing economy al centro dell’agenda politica degli Europarlamentari del PD 

italia ue I parlamentari Europei del Partito Democratico si sono ritrovati a Milano per discutere sulle nuove sfide a cui l’ Unione Europea dovrà far fronte nei prossimi mesi. Tra i temi trattati c’è anche la Sharing Economy. Per il gruppo parlamentare europeo del PD l’economia della condivisione non rappresenta soltanto una bella utopia, ma una forma economica in grado di rimettere in moto l’economia creativa attraverso la collaborazione e la condivisione di conoscenze, l’abbassamento dei costi di produzione e la costruzione di uno sviluppo sostenibile. Il tavolo dedicato alla sharing economy, curato dall’Eurodeputato Daniele Viotti, ha rappresentato un’occasione di dialogo per chiarire quali devono essere le priorità in sede di legislazione comunitaria per evitare che si creino dubbi interpretativi che possano rappresentare un freno allo sviluppo dell’economia condivisa. Dal confronto, che anticipa la decisione della Commissione Europa che nei prossimi mesi deciderà come utilizzare i 2 milioni e mezzo di euro destinati per il 2016 al progetto pilota “Sharing economy start up iniziative, financing the future of European entrepreneurship” sono emerse tre priorità: 
Differenziare le attività profit 
Un punto fondamentale è risultato essere la definizione di sharing economy e il distinguere le attività economiche da quelle non profit. 
Comparazione e confronto
Raccogliere le esperienze esistenti nei 28 paesi aderenti all’Unione può certamente facilitare la comprensione della sharing economy anche grazie all’estrapolazione delle tendenze e dell’individuazione delle pratiche comuni.
Regolamentazione
Un tassello importante, anche per armonizzare i vari paesi UE è rappresentato da una comune regolamentazione dei servizi in sharing. I temi da regolamentare secondo i partecipanti al tavolo sono vari e comprendono, il tema della sicurezza dei lavoratori, la fiscalità, il rating e la distinzione tra lavoratori occasionali e lavoratori professionali. 

Fastweb lancia il piano nazionale WOW FI, il Wi-Fi in sharing

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Da oggi disponibile a Milano. Nel 2016 anche a Firenze, Torino, Bologna e Genova

Fastweb ha lanciato ufficialmente il piano nazionale WOW FI: la soluzione di wi-fi diffuso e in sharing in cui ogni modem Fastweb diventa un punto di accesso a disposizione della community dei clienti. Con una soluzione unica in Italia, che ha nel suo DNA lo spirito della sharing eonomy,  basata sulla rete in fibra ottica e su processi di autenticazione sviluppati per garantire semplicità e sicurezza della connessione, la società offre ai propri clienti la possibilità di navigare sempre e ovunque senza spese aggiuntive. Il servizio, lanciato in anteprima in diciannove città, come SocialEconomy vi aveva anticipato, viene oggi acceso a Milano, dove saranno 45.000 gli hot spot a disposizione dei clienti di Fastweb per navigare fuori casa, su un totale di 150.000 hot spot WOW FI già attivati in Italia ad oggi. Seguiranno Roma a febbraio 2016, Firenze e Torino a marzo, Bologna e Genova ad aprile ed entro la fine del prossimo anno il servizio sarà attivo in tutte le altre città italiane raggiunte dalla rete Fastweb.

Il WOW FI è pensato per offrire ai clienti Fastweb, famiglie o Partite Iva, un accesso wi fi outdoor incluso nell’abbonamento, sicuro, pratico e facile da usare basato sulla Community. Ogni modem wi-fi può diventare un hot spot mettendo a disposizione della Community la banda larga inutilizzata. A sua volta, chi offre accesso potrà connettersi quando è fuori casa al wi-fi degli altri membri della Community, risparmiando traffico dati mobile e godendo di una connessione sicura e di qualità. L’utilizzo del WOW FI non incide in alcun modo sulle prestazioni della rete domestica. Inoltre la condivisione è una facoltà dei membri della Community che in qualsiasi momento possono decidere di non farne più parte.

Gli standard di sicurezza sono elevatissimi: le reti di accesso, di chi naviga da casa e di chi è ospite, sono completamente separate e protette. La prima volta che utilizza il servizio, il cliente deve selezionare la rete WOW FI Fastweb e autenticarsi utilizzando username e password ricevuti via sms. Nei collegamenti successivi gli apparati (smartphone – sia Android che Ios- ipad, tablet) si connetteranno automaticamente ovunque sarà disponibile la rete WOW Fi, senza necessità di autenticarsi nuovamente. E’ possibile collegare fino a quattro apparati contemporaneamente.

Il servizio WOW FI va incontro all’esigenza dei clienti Fastweb, grandi utilizzatori di Internet, anche in mobilità. Le ricerche dimostrano che l’utilizzo del wi-fi è in grande aumento, in casa come in ufficio, mentre è limitato in strada e nei luoghi pubblici dove è ancora scarsa la diffusione e complicata l’autenticazione.

Oggi l’80% del traffico dati di smartphone e tablet è su rete wi-fi, contro solo il 20% su rete mobile: il wi-fi si è affermato come tecnologia principale per la trasmissione dati mobile. E anche la diffusione delle reti LTE non cambierà la situazione, anzi la quota di traffico wi-fi sul totale crescerà ancora: per Analysis Mason sarà l’84% nel 2019.
Fuori casa, le cose cambiano: solo il 25% del traffico wi-fi è realizzato all’aperto. Le reti wi-fi pubbliche e cittadine non sono sufficienti a soddisfare la richiesta a causa del numero limitato di hotspot, della copertura discontinua e delle modalità di accesso che spesso rendono complicato il processo di autenticazione.

“WOW FI è un servizio innovativo che risponde al desiderio dei nostri clienti di continuare a navigare alla massima potenza e con la qualità Fastweb sempre e ovunque” ha dichiarato Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb. “La nostra soluzione di wi-fi condiviso è unica, perché progettata e realizzata interamente in Fastweb, in modo da garantire controllo, qualità e sicurezza. E’ semplice e pratica, perchè non richiede app o ripetuti login, ed è estremamente sicura perché progettata per tutelare al massimo sicurezza e privacy dei clienti”.

WOW Fi – come funziona (video tutorial) https://youtu.be/FaCvIpiMz8A

Eduscopio, il portale che aiuta a scegliere la scuola superiore

  
È online da oggi l’edizione 2015 di EDUSCOPIO, il portale della Fondazione Giovanni Agnelli che, in pieno spirito di sharing knwoledge, offre gratuitamente un servizio agli studenti di terza media e alle loro famiglie per aiutarli a scegliere in modo più consapevole la scuola superiore a cui iscriversi.  Con EDUSCOPIO.it, infatti, si possono confrontare la qualità di oltre 4.000 scuole superiori in tutta Italia, in relazione a uno dei loro compiti fondamentali: la capacità di preparare e orientare gli studenti agli studi universitari. L’idea di fondo del progetto è analizzare uno degli esiti successivi della formazione secondaria – la frequenza all’università – per trarne un’indicazione di qualità sull’offerta formativa delle scuole da cui i diplomati provengono. I risultati universitari, infatti, riflettono e danno informazioni anche sulla qualità delle “basi” formative ricevute, sulla bontà del metodo di studio e l’utilità dei suggerimenti orientativi acquisiti presso le scuole secondarie. In questa prospettiva, EDUSCOPIO fornisce informazioni comparabili sulle scuole italiane che offrono gli indirizzi del liceo (classico, scientifico ecc.) e anche dell’istituto tecnico (economico e tecnologico), poiché oggi anche questi ultimi mandano molti loro diplomati all’università. EDUSCOPIO.it, invece, non esamina gli istituti professionali, la cui missione prioritaria è preparare al mercato del lavoro subito dopo il diploma e i licei artistici. 
Come funziona EDUSCOPIO? La Fondazione Agnelli ha analizzato i risultati al primo anno di università di 700mila diplomati italiani (i voti agli esami, ma anche i crediti, perché all’università è importante avere buoni vuoti, ma anche superare gli esami nei tempi previsti) negli anni 2009-10, 2010-11 e 2011-12. Sulla base di questi propone in modo semplice e trasparente informazioni utili a capire se la scuola superiore dove questi studenti hanno preso la maturità ha svolto un buon lavoro.
Per avere più idee su quali siano le scuole che maggiormente soddisfano le proprie aspettative e inclinazioni, lo studente non dovrà fare altro che indicare (a) quale indirizzo vuole scegliere alle superiori e (b) in quale comune italiano risiede. In un paio di click avrà la possibilità di confrontare gli esiti delle scuole che si trovano nella sua zona e offrono quel percorso di studi. In questo modo, EDUSCOPIO.it permette, grazie a informazioni oggettive e trasparenti, di integrare i suggerimenti di orientamento ricevute dalle scuole stesse e dal Miur, andando al di là del “tam-tam” e del “passaparola” che oggi sono ancora modalità assai diffuse per la scelta di una scuola.
In coerenza con la filosofia di “servizio alle famiglie” alla base del progetto c’è l’intenzione non di dunque suggerire quale sia la “migliore scuola d’Italia” o “la migliore scuola della Regione”, ma piuttosto quale possa essere la scuola “più giusta” per ciascuno studente, là dove vive.
Infine, EDUSCOPIO.it è anche una risorsa utile per i docenti e i presidi, con dati per sapere che cosa hanno fatto i loro diplomati dopo la maturità. Si tratta di informazioni che oggi spesso le scuole non riescono ad avere, attraverso le quali potranno essere maggiormente responsabilizzate rispetto alla preparazione e all’orientamento in uscita in vista degli studi universitari.

Nell’edizione 2015 sono stati analizzati 4.420 istituti di secondo grado (140 in più rispetto allo scorso anno). L’edizione 2014 ha avuto un grande successo: 360.000 visite e oltre un milione di pagine viste nei primi 12 mesi: numeri che testimoniano la grande domanda di informazione da parte delle famiglie. 

Bocconi Startup Award 2015: ecco i vincitori

 

Si è svolta qualche giorno fa la prima edizione del Bocconi Startup Day. Durante la giornata, che ha vissuto il momento centrale con la tavola rotonda moderata da Massimo Sideri – innovation editor del Corriere della Sera – alla quale ha partecipato anche il Presidente di Banzai Paolo Ainio, sono stati assegnati i Bocconi Startup Day Award per le migliori startup del 2015.
a aggiudicarsi i premi sono stati Wise, azienda biomedica, Comuni-Chiamo una piattaforma per la comunicazione tra amministrazioni locali e cittadini e eVeryride, aggregatore di servizi di car, bike e scooter sharing. Il riconoscimento, assegnato da una giuria internazionale, premia le startup costituite in Italia che, pur essendo ancora nella fase iniziale del loro sviluppo, hanno già ottenuto risultati significativi.

Tre le categorie nelle quali hanno concorso le undici startup che sono arrivate alla fase finale del Bocconi Startup Day Award: la migliore startup 2015, la migliore startup nel campo dell’innovazione sociale (Social Innovation Startup); la migliore millennial start-up (team costituito da under 30).

Migliore startup 2015
WISE, società  biomedicale fondata nel 2011, vuole produrre e commercializzare una nuova generazione di elettrodi per la neuro-modulazione e il neuro-monitoraggio per curare il dolore cronico e monitorare l’epilessia nella fase di pre-chirurgia. I membri di WISE sono Luca Ravagnan, Mario Zanone Poma, Sandro Ferrari, Giulia Salzano, Laura Iris Ferro, Jens Ellrich, Davide Turco, Mauro Brunelli, Cristian Ghisleri, Paolo Milani.

Social Innovation Startup 2015

Comuni-Chiamo, piattaforma e app per la comunicazione tra i cittadini e i comuni italiani che consente ai cittadini di riportare problemi e disagi che incontrano quotidianamente nell’interazione con le amministrazioni locali municipali. Dal 2012, anno di fondazione, il servizio è utilizzato da 60 comuni. I membri di Comuni-Chiamo sono: Gilberto Cavallina, Matteo Buferli, Jacopo Solmi, Jason Lawrence Boon.

Millennial Startup 2015
eVeryride, l’aggregatore di tutti i servizi di car sharing, bike sharing e scooter sharing. Attraverso l’app gli utenti confrontano rapidamente tutte le alternative disponibili. L’applicazione, disponibile da giugno 2015, risponde all’esigenza di accedere ai servizi di car, bike o scooter sharing contemporaneamente da un’unica app, che raccoglie le informazioni di 11 diversi operatori della sharing economy. Attualmente il servizio è disponibile a Firenze, Milano, Roma e Torino. eVeryride è composta da Lorenzo Polentes, Gianni Robert Rehkopf, Matteo Visin, Niccolò Marco Semenzato.