La Camera dei Deputati ha approvato il testo unificato delle proposte di legge in materia di home restaurant e social eating. il testo approvato rappresenta la prima forma di regolamentazione di una delle varie forme della sharing economy. Visto l’approvazione da parte del ramo basso del Parlamento italiano il provvedimento passerà ora all’esame del Senato della Repubblica. Il testo approvato oggi disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata (C. 3258–3337–3725–3807-A) aggregando quattro diverse proposte di legge presentate nei mesi scorsi. L’obiettivo della legge è quello di colmare un gap normativo, introducendo una sorta di identikit di home restaurant e di home food definendone le caratteristiche principali. Tra queste, un massimo di 500 coperti per anno solare, un guadagno non superiore a 5mila euro annui, l’uso di piattaforme digitali per l’organizzazione e prenotazione di eventi gastronomici (e quindi pagamenti soltanto attraverso sistemi elettronici tracciabili come carta di credito o bancomat). Le norme della proposta di legge approvata prevede che tali regole non si applicheranno se il cuoco organizzerà meno di cinque eventi culinari nella struttura: in quel caso si tratterà, infatti, di social eating. Infine, secondo il testo approvato dalla Camera, gli home restaurant non dovranno avere la certificazione Haccp cioè il protocollo previsto per le strutture adibite a produzione e vendita di generi alimentari per prevenire la contaminazione dei cibi.
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Sharing economy: la legge sugli home restaurant arriva in Parlamanento
È previsto per oggi in Aula alla Camera dei Deputati il voto sul testo unificato sugli home restaurant nato dalla proposta di legge del Movimento 5 Stelle, che per primo ha portato il tema in Commissione Attività Produttive dando così il via ad un percorso che ha stimolato contributi da parte anche delle altre forze politiche. Con questa proposta di legge promossa dall’Onorevole Azzurra Cancelleri il M5S ha accolto le istanze di un fenomeno imprenditoriale nato dal basso e in continua crescita, come appunto l’attività di ristorazione in abitazioni private. Lo sviluppo è il successo del social eating e degli home restaurant è legato alla rapida diffusione della sharing economy, l’economia collaborativa che si sta diffondendo rapidamente nei principali paesi del mondo. L’obiettivo della legge è quello di colmare un gap normativo, introducendo una sorta di identikit di ‘home restaurant’ o ‘home food’ definendone le caratteristiche principali. Tra queste, un massimo di 500 coperti per anno solare, un guadagno non superiore a 5mila euro annui, l’uso di piattaforme digitali per l’organizzazione e prenotazione di eventi gastronomici, i requisiti igienico sanitari a tutela del consumatore, la priorità ad ingredienti a Km 0 in grado di favorire un’alimentazione sostenibile e valorizzare le tradizioni enogastronomiche locali, vere eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. L’attività ha preso sempre più piede tanto da fatturare nel 2014, secondo le stime di Fiepet-Confesercenti riportate dall’Agenzia Ansa, 7,2 milioni di euro