
Foto Coca-Cola
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Fastweb ha lanciato ufficialmente il piano nazionale WOW FI: la soluzione di wi-fi diffuso e in sharing in cui ogni modem Fastweb diventa un punto di accesso a disposizione della community dei clienti. Con una soluzione unica in Italia, che ha nel suo DNA lo spirito della sharing eonomy, basata sulla rete in fibra ottica e su processi di autenticazione sviluppati per garantire semplicità e sicurezza della connessione, la società offre ai propri clienti la possibilità di navigare sempre e ovunque senza spese aggiuntive. Il servizio, lanciato in anteprima in diciannove città, come SocialEconomy vi aveva anticipato, viene oggi acceso a Milano, dove saranno 45.000 gli hot spot a disposizione dei clienti di Fastweb per navigare fuori casa, su un totale di 150.000 hot spot WOW FI già attivati in Italia ad oggi. Seguiranno Roma a febbraio 2016, Firenze e Torino a marzo, Bologna e Genova ad aprile ed entro la fine del prossimo anno il servizio sarà attivo in tutte le altre città italiane raggiunte dalla rete Fastweb.
Il WOW FI è pensato per offrire ai clienti Fastweb, famiglie o Partite Iva, un accesso wi fi outdoor incluso nell’abbonamento, sicuro, pratico e facile da usare basato sulla Community. Ogni modem wi-fi può diventare un hot spot mettendo a disposizione della Community la banda larga inutilizzata. A sua volta, chi offre accesso potrà connettersi quando è fuori casa al wi-fi degli altri membri della Community, risparmiando traffico dati mobile e godendo di una connessione sicura e di qualità. L’utilizzo del WOW FI non incide in alcun modo sulle prestazioni della rete domestica. Inoltre la condivisione è una facoltà dei membri della Community che in qualsiasi momento possono decidere di non farne più parte.
Gli standard di sicurezza sono elevatissimi: le reti di accesso, di chi naviga da casa e di chi è ospite, sono completamente separate e protette. La prima volta che utilizza il servizio, il cliente deve selezionare la rete WOW FI Fastweb e autenticarsi utilizzando username e password ricevuti via sms. Nei collegamenti successivi gli apparati (smartphone – sia Android che Ios- ipad, tablet) si connetteranno automaticamente ovunque sarà disponibile la rete WOW Fi, senza necessità di autenticarsi nuovamente. E’ possibile collegare fino a quattro apparati contemporaneamente.
Il servizio WOW FI va incontro all’esigenza dei clienti Fastweb, grandi utilizzatori di Internet, anche in mobilità. Le ricerche dimostrano che l’utilizzo del wi-fi è in grande aumento, in casa come in ufficio, mentre è limitato in strada e nei luoghi pubblici dove è ancora scarsa la diffusione e complicata l’autenticazione.
Oggi l’80% del traffico dati di smartphone e tablet è su rete wi-fi, contro solo il 20% su rete mobile: il wi-fi si è affermato come tecnologia principale per la trasmissione dati mobile. E anche la diffusione delle reti LTE non cambierà la situazione, anzi la quota di traffico wi-fi sul totale crescerà ancora: per Analysis Mason sarà l’84% nel 2019.
Fuori casa, le cose cambiano: solo il 25% del traffico wi-fi è realizzato all’aperto. Le reti wi-fi pubbliche e cittadine non sono sufficienti a soddisfare la richiesta a causa del numero limitato di hotspot, della copertura discontinua e delle modalità di accesso che spesso rendono complicato il processo di autenticazione.
“WOW FI è un servizio innovativo che risponde al desiderio dei nostri clienti di continuare a navigare alla massima potenza e con la qualità Fastweb sempre e ovunque” ha dichiarato Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb. “La nostra soluzione di wi-fi condiviso è unica, perché progettata e realizzata interamente in Fastweb, in modo da garantire controllo, qualità e sicurezza. E’ semplice e pratica, perchè non richiede app o ripetuti login, ed è estremamente sicura perché progettata per tutelare al massimo sicurezza e privacy dei clienti”.
WOW Fi – come funziona (video tutorial) https://youtu.be/FaCvIpiMz8A
Un innovativo carpooling arriva dalla Sardegna in tutta Italia. Si chiama Clacsoon ed è un servizio che tramite app permette di offrire e richiedere passaggi in città in maniera semplice, sicura ed economica. Il funzionamento è molto intuitivo: tramite l’applicazione, disponibile per dispositivi Ios e Android, chi vuole richiedere un passaggio inserisce la propria destinazione; successivamente, in maniera totalmente automatica e in tempo reale, vengono geolocalizzati su una mappa i potenziali compagni di viaggio disposti a condividere il percorso, o anche solo parte di questo, consigliando il miglior punto d’incontro tra il richiedente e l’offerente.
SocialEconomy ha incontrato Giuseppe Colistra, CEO di Clacsoon, per approfondire il funzionamento e le prospettive future della società che ha sede a Cagliari.
Cosa è Clacsoon?
Clacsoon è un servizio per il carpooling urbano in tempo reale. Un giornalista RAI qualche tempo fa ci ha definito: “l’autostop del futuro”. Ci piace questa definizione perchè rende bene l’idea di quello che abbiamo in mente.
Quali sono i vantaggi per i vostri utenti?
I vantaggi per i Clacsooner sono molteplici. Sicuramente c’è il risparmio economico, infatti condividendo l’auto si condividono anche le spese, muovendosi in due o più persone il portafoglio sarà più pesante a fine mese. Ad esempio abbiamo stimato un risparmio di circa 35 €/mese su un tragitto medio casa-lavoro di 7 km, condividendo l’auto con altre due persone. Naturalmente più è lontano il luogo di lavoro, più è alta l’occasione di risparmio. Altro aspetto importantissimo è contribuire attivamente ad inquinare meno, ridurre il traffico, evitare i problemi di parcheggio, in sostanza vogliamo rendere le città più vivibili. Infine, anche l’aspetto social: fare car pooling significa conoscere nuove persone, ed è dimostrato che viaggiare in compagnia riduce lo stress.
Sul vostro sito si legge che Clacsoon è gratuito. Qual è il vostro modello di business?
Clacsoon è totalmente gratuito. Il nostro business si basa su un sistema di credito prepagato che stiamo per inserire nell’app. Per ogni viaggio l’app calcola automaticamente il valore del viaggio, sulla base dei km condivisi. Il passeggero può dunque ricompensare il guidatore per il passaggio di cui ha usufruito. Attualmente questo processo avviene tramite uno scambio di denaro contante, sulla base dell’importo suggerito dall’app. Stiamo inserendo un sistema per velocizzare questo processo, dando la possibilità agli utenti di acquistare del credito, che alla fine di ogni viaggio verrà trasferito sul conto del guidatore. Quando il guidatore vorrà riscattare il credito accumulato, applichiamo una fee che genera quindi la redditività di Clacsoon. Se i crediti restano all’interno del circuito non applichiamo alcuna fee, per incoraggiare gli utilizzatori ad alternarsi come passeggeri e guidatori.
Quali sono le città in cui la app clasoon è stata più scaricata?
L’app ha un grosso successo in Sardegna, specialmente a Cagliari, città nella quale siamo partiti e dove abbiamo la nostra sede. Stiamo registrando incrementi consistenti su grandi città del nord Italia come Milano, Torino e Bologna
Perché avete deciso di puntare sul carpooling istantaneo e urbano?
Ci siamo resi conto che esisteva una necessità molto diffusa. Chi ha un’automobile ha necessità di risparmiare qualcosa visti i costi esorbitanti. Chi non possiede un’auto, o vorrebbe lasciarla a casa, cerca una soluzione per muoversi che sia veloce, comoda e low-cost. Clacsoon è, quindi, una soluzione win-win per entrambi, in modo che tutti possano accedere alle potenzialità del carpooling anche in ambito urbano.Questo è oltremodo complicato per i sistemi attualmente esistenti che funzionano per annunci e quindi sono pensati per distanze molto lunghe e viaggi ampiamente programmati. Inserire un annuncio, aspettare una risposta e accordarsi. Nei sistemi ad annunci sono richieste molte iterazioni e quindi l’utente è scoraggiato all’utilizzo in città. Clacsoon risolve tutti questi problemi e quindi porta il carpooling anche nelle zone urbane.
L’idea di Clacsoon è esportabile anche all’estero?
Certo, la piattaforma dal punto di vista tecnologico è utilizzabile in ogni parte del globo. Naturalmente per avere successo bisogna sviluppare le community locali e incoraggiarle ad utilizzare il sistema. Il nostro primo passo è la versione dell’app in inglese, che verrà rilasciata tra qualche giorno.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell’avviare un’impresa in Sardegna?
Il vantaggio principale è sicuramente il forte impulso ad innovare presente nel settore digital. Si accede facilmente ad un ampio network di persone che lavorano nel campo dell’innovazione. Credo che Cagliari offra delle condizioni davvero ottimali per fare impresa nel settore digitale. Le difficoltà logistiche date dall’insularità esistono, ma il settore digitale ne risente sicuramente meno rispetto ad altri settori produttivi. I restanti problemi sono quelli tipici della nostra nazione, Un esempio a caso? La burocrazia!
Il vostro progetto nasce da una collaborazione tra università di Cagliari e iniziativa privata. Ritiene fondamentale la collaborazione enti di ricerca/privati per dare una spinta innovativa al Paese?
Esatto, la nostra società è, infatti, una spin-off dell’Università di Cagliari. Credo che la collaborazione con il mondo della ricerca sia un passaggio fondamentale per le aziende che intendono innovare. Nelle Università c’è molto fervore nel pensare a nuove soluzioniManca però il passo fondamentale verso il business e i mercati. Questo passaggio lo possono garantire le aziende. Quindi sicuramente le collaborazioni consentono di ottenere importanti risultati.
Siete stati sostenuti da altre realtà pubbliche? Se si che tipo di sostegno avete ottenuto?
Abbiamo vinto un bando di un ente regionale che si chiama Sardegna Ricerche e sostiene molteplici iniziative innovative nell’isola. Oltre ad un fondo economico che ci ha permesso di partire, è stato fondamentale l’accesso ad un corso di avviamento all’imprenditoria che ci ha aiutato tantissimo.
Clacson è più una realtà della sharing econonomy o della green economy?
Sicuramente ci poniamo come player di entrambi i settori. Questi due settori economici non sono due compartimenti stagni, ci sono diversi punti di contatto e noi ci inseriamo in queste intersezioni. La sharing economy favorisce il riuso e il prestito, piuttosto che l’acquisto ed il possesso. Queste pratiche hanno una forte impronta green, perchè permettono di migliorare l’utilizzo delle risorse a disposizione e inquinare di meno. Clacsoon incentiva il riuso dei posti vuoti in auto promuovendo una comportamento di condivisione per ottimizzare gli spostamenti in auto che è sia share sia “verde” visto tutti i risvolti in termini di ecosostenibilità ambientale.
Ultima domanda: in questi mesi si discute in Italia e in USA di introdurre una normativa per i servizi in sharing. Secondo lei sarebbe utile? Non si rischia di ingessare la nascente economia della condivisione?
Credo che una normativa chiara sia fondamentale. I problemi infatti nascono quando si opera nelle cosiddette zone grigie, che non sono pienamente normate. L’ingessatura credo che non sia data dalle norme, bensì vien fuori se il sistema normativo non è al passo con i tempi e quindi le leggi sono obsolete. Non chiediamo un sistema che risponda in maniera proattiva, che sarebbe ideale, ma almeno un sistema reattivo verso i cambiamenti che sono in atto nella società. Dunque ben vengano nuove norme e l’aggiornamento di quelle esistenti.