La Stampa adotta la licenza Creative Commons per la condivisione dei propri articoli 

  

Creative Commons

 
Con un articolo a firma del vicedirettore (nonché prossimo condirettore) Massimo Russo, La Stampa ha annunciato oggi che adotterà per i suoi articoli una delle  licenza Creative  Commons. Ció significa che gli articoli pubblicati dal quotidiano torinese potranno condivisi a determinate condizioni. Le licenze Creative Commons sono delle licenze di diritto d’autore redatte e messe a disposizione del pubblico a partire dal 16 dicembre 2002 dalla Creative Commons (CC), un ente non-profit statunitense fondato nel 2001 da Lawrence Lessig, professore di diritto all’Harvard University. Queste licenze, in sostanza, rappresentano una via di mezzo tra copyright completo (full-copyright) e pubblico dominio (public domain): da una parte la protezione totale realizzata dal modello all rights reserved (“tutti i diritti riservati”) e dall’altra l’assenza totale di diritti (no rights reserved).
La filosofia su cui si fonda lo strumento giuridico delle licenze CC si basa sul motto some rights reserved (“alcuni diritti riservati”): è l’autore di un’opera che decide quali diritti riservarsi e quali concedere liberamente. In particolare, la licenza adottata da La Stampa sarà del tipo “CC By Nc Nd”. Ciò implica che bisognerà sempre riconoscere l’attribuzione della fonte (By); non si potranno utilizzare i contenuti a scopi commerciali, ad esempio per guadagnare attraverso la pubblicità o la vendita (Nc); non sarà possibileutilizzarli  per realizzare opere derivate (Nd). Segnaliamo, inoltre che tra gli strumenti di condivisione dei propri articoli la stessa La Stampa ha introdotto la condivisione tramite Whatsapp. L’iniziativa de La Stampa arriva in un momento di grande espansione della sharing economy, l’economia della condivisione. 

Chiude Contributoria, la piattaforma di giornalismo supportata dai lettori

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Chiude Contributoria, la piattaforma di giornalismo finanziata dal Guardian a metà strada tra una piattaforma di blogging e un servizio di crowdfunding. Il sito di news, fondato da Matt McAlister, head of new digital business del Guardian e Sarah Hartley, ex giornalista dello stesso quotidiano britannico, nel 2012 si era aggiudicato il premio dell’ Inter­na­tio­nal Press Institute’s News Inno­va­tion Con­test quale progetto editoriale più innovativo. A dare la notizia è stato Politico.EU che ha rilevato che nelle scorse settimane i fondatori hanno annunciato con una lettera ai membri del giornale la decisione di chiudere. Adesso arriva dalle pagine web della testata anche l’ufficialità. Sul sito si scrive, infatti, che Contributoria chiuderà il primo di ottobre dopo 21 edizioni mensili aggiungendo che i suoi articoli rimaranno comunque visibili in modalità Common Share liberi quindi di essere ripubblicati secondo le regole della licenza. Contributoria è nata a gennaio del 2014 con l’idea di offrire a giornalisti free lance uno spazio dove pubblicare i propri articoli in cambio di un compenso e per sostenere, quindi, il giornalismo indipendente di qualità. Da allora sono stati pubblicati 787 articoli e distribuiti agli autori compensi pari a oltre 268 mila sterline. Il funzionamento di Contributoria, il cui motto era “People supporting journalism” consisteva in pochi semplici, ma innovativi, passi: i giornalisti proponevano le proprie idee di reportage, la community di utenti paganti, tramite la sottoscrizione di una membership, votavano le proposte e le sostenevano dal punto di vista economico; gli articoli finanziati venivano poi pubblicati con cadenza mensile.

Contributoria (video)

https://www.youtube.com/watch?v=9UZugcPPG8U#action=share